Nicoletta Salvatori - Il flop dei magazine su tablet: un’occasione persa o una opportunità ancora da cogliere? Seminario di Cultura Digitale 11-novembre 2015
1. Nicoletta Salvatori - 2015
Il flop dei magazine
su tablet
un’occasione persa
o una opportunità ancora
da cogliere?
«la notizia della mia morte è alquanto esagerata» Mark Twain
1
EDITORIA DIGITALE
2. Le APP dei giornali sono morte?
✤ I periodici non decollano sul tablet, né sugli
smartphone, né sugli ibridi phablet
✤ Si vendono poche copie e il fenomeno NON è solo
italiano (anche se in Italia è più eclatante).
✤ Nonostante le incredibili aspettative e le eccitanti
promesse seguite alla presentazione dell’iPad il 27
gennaio 2010 le edizioni digitali sono restate al palo
✤ “Più un miraggio che un miracolo” sentenzia Liam
Boluk : “i tablet non sono stati l’occasione di
abbandonare gli obsoleti pdf sfogliabili né le edizioni
on line e neppure l’opportunità di riproporre quella
“magazine experience” che negli anni ’50-60 aveva
innescato il successo dei rotocalchi”. PERCHÉ?
✤ Liam Boluk is a Corporate Strategy Consultant in Technology and
Media. (http://iveybusinessreview.ca/blogs/lbolukhba2010/)
2
3. Le APP dei giornali sono morte?
✤ I periodici non decollano sul tablet, né sugli
smartphone, né sugli ibridi phablet
✤ Si vendono poche copie e il fenomeno NON è solo
italiano (anche se in Italia è più eclatante).
✤ Nonostante le incredibili aspettative e le eccitanti
promesse seguite alla presentazione dell’iPad il 27
gennaio 2010 le edizioni digitali sono restate al palo
✤ “Più un miraggio che un miracolo” sentenzia Liam
Boluk : “i tablet non sono stati l’occasione di
abbandonare gli obsoleti pdf sfogliabili né le edizioni
on line e neppure l’opportunità di riproporre quella
“magazine experience” che negli anni ’50-60 aveva
innescato il successo dei rotocalchi”. PERCHÉ?
✤ Liam Boluk is a Corporate Strategy Consultant in Technology and
Media. (http://iveybusinessreview.ca/blogs/lbolukhba2010/)
2
I numeri che non quadrano:
✤ il mercato dei tablet (e phablet) è
in crescita costante
✤ il numero dei magazine digitali
ha registrato una crescita del 40%
nell’ultimo anno
✤ MA LA PENETRAZIONE È IN
MEDIA SOLO DEL 3.5%
sul totale dei periodici circolanti
(dati USA) - meno di 1/9 rispetto
all’indice di penetrazione degli
ebook
✤ Solo 7 pubblicazioni in Usa
superano, con le loro digital
editions, il 10% della
distribuzione totale.
4. Le APP dei giornali sono morte?
✤ I periodici non decollano sul tablet, né sugli
smartphone, né sugli ibridi phablet
✤ Si vendono poche copie e il fenomeno NON è solo
italiano (anche se in Italia è più eclatante).
✤ Nonostante le incredibili aspettative e le eccitanti
promesse seguite alla presentazione dell’iPad il 27
gennaio 2010 le edizioni digitali sono restate al palo
✤ “Più un miraggio che un miracolo” sentenzia Liam
Boluk : “i tablet non sono stati l’occasione di
abbandonare gli obsoleti pdf sfogliabili né le edizioni
on line e neppure l’opportunità di riproporre quella
“magazine experience” che negli anni ’50-60 aveva
innescato il successo dei rotocalchi”. PERCHÉ?
✤ Liam Boluk is a Corporate Strategy Consultant in Technology and
Media. (http://iveybusinessreview.ca/blogs/lbolukhba2010/)
2
I numeri che non quadrano:
✤ il mercato dei tablet (e phablet) è
in crescita costante
✤ il numero dei magazine digitali
ha registrato una crescita del 40%
nell’ultimo anno
✤ MA LA PENETRAZIONE È IN
MEDIA SOLO DEL 3.5%
sul totale dei periodici circolanti
(dati USA) - meno di 1/9 rispetto
all’indice di penetrazione degli
ebook
✤ Solo 7 pubblicazioni in Usa
superano, con le loro digital
editions, il 10% della
distribuzione totale.
5. Le APP dei giornali sono morte?
✤ I periodici non decollano sul tablet, né sugli
smartphone, né sugli ibridi phablet
✤ Si vendono poche copie e il fenomeno NON è solo
italiano (anche se in Italia è più eclatante).
✤ Nonostante le incredibili aspettative e le eccitanti
promesse seguite alla presentazione dell’iPad il 27
gennaio 2010 le edizioni digitali sono restate al palo
✤ “Più un miraggio che un miracolo” sentenzia Liam
Boluk : “i tablet non sono stati l’occasione di
abbandonare gli obsoleti pdf sfogliabili né le edizioni
on line e neppure l’opportunità di riproporre quella
“magazine experience” che negli anni ’50-60 aveva
innescato il successo dei rotocalchi”. PERCHÉ?
✤ Liam Boluk is a Corporate Strategy Consultant in Technology and
Media. (http://iveybusinessreview.ca/blogs/lbolukhba2010/)
2
I numeri che non quadrano:
✤ il mercato dei tablet (e phablet) è
in crescita costante
✤ il numero dei magazine digitali
ha registrato una crescita del 40%
nell’ultimo anno
✤ MA LA PENETRAZIONE È IN
MEDIA SOLO DEL 3.5%
sul totale dei periodici circolanti
(dati USA) - meno di 1/9 rispetto
all’indice di penetrazione degli
ebook
✤ Solo 7 pubblicazioni in Usa
superano, con le loro digital
editions, il 10% della
distribuzione totale.
6. E in Italia?
3
…MA
il valore del mercato
degli ebook in Italia è
solo il 4,4% del totale
(negli Usa è il 23,3%)
Ci sono segnali relativamente positivi
sul mercato degli ebook.
(AIE Associazione editori italiani - www.aie.it/
CHE TUTTAVIA DENUNCIA UNA
DIMINUZIONE NELLA LETTURA IN GENERALE
- solo il 41,4% degli italiani ha infatti letto un libro
nel 2014 - era il 43% l’anno prima)
Per gli ebook
il fatturato è di 51,7milioni euro (+39,4% sul
2013).
la crescita di produzione è del 27,4%
nel 2014 la lettura digitale è cresciuta del 32,2%,
quasi 7milioni di italiani (il 13,1% della
popolazione) ha letto un ebook (dati Istat)…
7. E in Italia?
3
…MA
il valore del mercato
degli ebook in Italia è
solo il 4,4% del totale
(negli Usa è il 23,3%)
Ci sono segnali relativamente positivi
sul mercato degli ebook.
(AIE Associazione editori italiani - www.aie.it/
CHE TUTTAVIA DENUNCIA UNA
DIMINUZIONE NELLA LETTURA IN GENERALE
- solo il 41,4% degli italiani ha infatti letto un libro
nel 2014 - era il 43% l’anno prima)
Per gli ebook
il fatturato è di 51,7milioni euro (+39,4% sul
2013).
la crescita di produzione è del 27,4%
nel 2014 la lettura digitale è cresciuta del 32,2%,
quasi 7milioni di italiani (il 13,1% della
popolazione) ha letto un ebook (dati Istat)…
Il sondaggio condotto dalla Publishing Technology (Stati Uniti) per
analizzare le abitudini di lettura di lettori di età compresa tra i 18 e i 34 anni
ha tuttavia mostrato che la maggioranza dei lettori giovani e adolescenti
preferisce il libro tradizionale (che sia cartaceo o digitale - solo il 28% ritiene
più probabile la scelta di un eBook rispetto a un analogo di carta.) mentre gli
Enhanced eBook non compaiono neppure tra le scelte.
Nonostante l'ampia disponibilità di titoli cross-mediali dunque i nativi
digitali sembrano cercare la semplice bidimensionalità della pagina scritta e
della immagine statica.
La infinite potenzialità che vengono cercate quando si naviga nel grande
mare di internet non sembrano essere richieste quando si è seduti in
poltrona con un libro magari alla ricerca di un discorso più pacato e di una
strada più rettilinea, essenziale, non sovrastimolata dall’esterno
Questa è certamente una riflessione da fare anche quando si guarda alla
promessa mancata dei magazine digitali multimediali!
8. E in Italia?
4
LA PROMESSA MANCATA DEL TABLET
(http://www.humanhighway.it)
La crisi della diffusione della stampa inizia nel 2001 e si
aggrava a partire dal 2008, con l’avvento del mobile
Internet . Gli anni che seguono il 2008 vedono la stampa
trasformarsi in un mezzo di nicchia, caratterizzato da un
segmento di fruitori dal profilo sociodemografico
interessante, ma sempre meno numeroso.
Negli ultimi tre anni la vendita di abbonamenti digitali
non è riuscita a compensare il calo della diffusione
cartacea. L’introduzione delle digital edition dei
maggiori quotidiani e periodici non ha mantenuto
stabile il lettorato offrendo un’esperienza alternativa sul
digitale.
I tablet hanno smesso di crescere e il segmento di lettori
in versione digitale anziché cartacea si è rivelato di
dimensioni inferiori a quanto sperato.
Gli abbonamenti alle edizioni digitali dei quotidiani
italiani sono 505mila a giugno 2015: la crescita si è
interrotta a novembre 2014 e, anzi, da cinque mesi si nota
un leggero calo.
Solo 24 delle 47 testate
analizzate da ADS
offrono ai lettori
un'edizione digitale.
-544136
+263613
9. La carta e i bit
✤ Le redazioni considerano ancora il digitale
come uno strumento e non come un nuovo
modo di fare giornalismo. Il paradigma
culturale del giornalismo tradizionale rimane
spesso inalterato
✤ Per le edizioni on line non ci sono in genere
paywall tutto si basa sulla pubblicità, questa sul
traffico e ciò va a discapito della qualità
✤ Problemi di sostenibilità economica per gli
editori che cercano scorciatoie per ridurre i costi
( impaginazioni automatiche, content server,
template predefiniti, multipiattaforma…) 5
Il digitale in Italia
secondo L’Ordine dei
Giornalisti
http://www.odg.it/files/
Rapporto%20ODG
%20Completo.pdf
10. La carta e i bit
✤ Le redazioni considerano ancora il digitale
come uno strumento e non come un nuovo
modo di fare giornalismo. Il paradigma
culturale del giornalismo tradizionale rimane
spesso inalterato
✤ Per le edizioni on line non ci sono in genere
paywall tutto si basa sulla pubblicità, questa sul
traffico e ciò va a discapito della qualità
✤ Problemi di sostenibilità economica per gli
editori che cercano scorciatoie per ridurre i costi
( impaginazioni automatiche, content server,
template predefiniti, multipiattaforma…) 5
Il digitale in Italia
secondo L’Ordine dei
Giornalisti
http://www.odg.it/files/
Rapporto%20ODG
%20Completo.pdf
Le spese sul digitale ci sono mentre il lettore è abituato a credere che su internet si legge gratis.
“Digital News Report 2015”, diffuso dal Reuters Institute for the Study of Journalism a
giugno di quest'anno, mostra una propensione al pagamento che non supera l' 11% del totale
di coloro che fruiscono di informazione online.
Il drastico calo dei ricavi ha inevitabilmente generato la necessità di taglio dei costi con
conseguente calo occupazionale.
La Newspaper American Association mette invece in evidenza come alcuni editori abbiano
puntato su nuove entrate le “new” revenue (eventi, consulenze, marketing, agenzia, corsi…)
IN REALTÀ NON ESISTE UN MODELLO DI BUSINESS GARANTITO …SI SPERIMENTA
Il report della
reuters è scaricabile:
https://
reutersinstitute.politics.ox.ac
.uk/sites/default/files/
Reuters%20Institute%20Digital
%20News%20Report
%202015_Full
%20Report.pdf
11. La carta e i bit
✤ Le redazioni considerano ancora il digitale
come uno strumento e non come un nuovo
modo di fare giornalismo. Il paradigma
culturale del giornalismo tradizionale rimane
spesso inalterato
✤ Per le edizioni on line non ci sono in genere
paywall tutto si basa sulla pubblicità, questa sul
traffico e ciò va a discapito della qualità
✤ Problemi di sostenibilità economica per gli
editori che cercano scorciatoie per ridurre i costi
( impaginazioni automatiche, content server,
template predefiniti, multipiattaforma…) 5
Il digitale in Italia
secondo L’Ordine dei
Giornalisti
http://www.odg.it/files/
Rapporto%20ODG
%20Completo.pdf
Le spese sul digitale ci sono mentre il lettore è abituato a credere che su internet si legge gratis.
“Digital News Report 2015”, diffuso dal Reuters Institute for the Study of Journalism a
giugno di quest'anno, mostra una propensione al pagamento che non supera l' 11% del totale
di coloro che fruiscono di informazione online.
Il drastico calo dei ricavi ha inevitabilmente generato la necessità di taglio dei costi con
conseguente calo occupazionale.
La Newspaper American Association mette invece in evidenza come alcuni editori abbiano
puntato su nuove entrate le “new” revenue (eventi, consulenze, marketing, agenzia, corsi…)
IN REALTÀ NON ESISTE UN MODELLO DI BUSINESS GARANTITO …SI SPERIMENTA
Il report della
reuters è scaricabile:
https://
reutersinstitute.politics.ox.ac
.uk/sites/default/files/
Reuters%20Institute%20Digital
%20News%20Report
%202015_Full
%20Report.pdf
12. Ottimisti?
6
I digital magazine sono ancora
nella loro prima infanzia e hanno
sofferto della crisi economica che
ha strangolato tutta l’editoria
costringendola a scorciatoie che
hanno di fatto rallentato la crescita
delle magazine-app (formati
sfogliabili o pdf interattivi).
Le potenzialità dei tablet
potrebbero quindi non essere
state ancora colte a pieno e il loro
linguaggio peculiare non ancora
trovato?
13. Ottimisti?
6
I digital magazine sono ancora
nella loro prima infanzia e hanno
sofferto della crisi economica che
ha strangolato tutta l’editoria
costringendola a scorciatoie che
hanno di fatto rallentato la crescita
delle magazine-app (formati
sfogliabili o pdf interattivi).
Le potenzialità dei tablet
potrebbero quindi non essere
state ancora colte a pieno e il loro
linguaggio peculiare non ancora
trovato?
http://nasty-creatures.tumblr.com/post/70892881097/short-history-of-digital-publishing-infographic
14. 01
TIMETABLE
Una interessante analisi dei fatti salienti che hanno trasformato l’editoria periodica nel
mondo (in particolare negli Usa) presente nel blog “Il futuro dei periodici”.
http://cdn.knightlab.com/libs/timeline/latest/embed/index.html?
source=0ArAPxKOViUpIdC14VENadDFXTmY1eG1kcGhjYlZJZGc&font=Bevan-
PotanoSans&maptype=toner&lang=en&height=650
7
https://futurodeiperiodici.wordpress.com/tre-mesi-fa-scrivevo-quante-copie-digitali-vendono-i-periodici-francesi-settembre-2012/
15. Un po’ di chiarezza
EDITORIA
DIGITALE
APP editoriali
Digital magazine
multimediali
on line editions
(siti layout fisso,
responsive,
adaptive)
PDF
sfogliabili
più o meno arricchiti
(enhanced)
eBook
ePub
Mobi
ePub3
16. Case history
✤ https://www.youtube.com/watch?v=SfwqokvprN0
✤ https://www.youtube.com/watch?v=XtIkyZRli-g
✤ https://www.youtube.com/watch?v=7xMqOyyPlDs
✤ https://www.youtube.com/watch?v=TtPNQvqgybg
9
Conquer Stars Limited - sviluppatore
Katachi Magazine Basics - successo
Time Magazine Tablet Demo - flop
The Daily - chiuso dopo 2 anni
18. Un po’ di storia
❖ Nel 2010 Wired aveva previsto la fine della Rete.
Secondo Chris Anderson e Michel Wolff la nuova età
dei TABLET avrebbe infatti fatto si che il “contenuto
digitale” si consumasse tramite APP
❖ Ma le APP non hanno sostituito il Web come nuova
fonte di informazione piuttosto il web si è adattato
alle nuove forme di connessione mobile alla Rete!!
❖ Le APP sono diventate i cancelli di entrata nel web.
Questo ha senz’altro cambiato le dinamiche della
Rete: sui mobile le notizie vengono inviate ai clienti
non sono i clienti a cercarle. Le APP sono spesso dei
link a siti che si “adattano” al device che li richiede
❖ OGGI LA MAGGIOR PARTE DELLE
CONNESSIONI AVVENGONO DA MOBILE …
è il PC a essere morto? http://www.wired.com/2010/08/ff_webrip/
http://www.wired.com/2014/02/web-dead/
Quanto meno la notizia era un tantino esagerata!
19. Un po’ di storia
❖ Nel 2010 Wired aveva previsto la fine della Rete.
Secondo Chris Anderson e Michel Wolff la nuova età
dei TABLET avrebbe infatti fatto si che il “contenuto
digitale” si consumasse tramite APP
❖ Ma le APP non hanno sostituito il Web come nuova
fonte di informazione piuttosto il web si è adattato
alle nuove forme di connessione mobile alla Rete!!
❖ Le APP sono diventate i cancelli di entrata nel web.
Questo ha senz’altro cambiato le dinamiche della
Rete: sui mobile le notizie vengono inviate ai clienti
non sono i clienti a cercarle. Le APP sono spesso dei
link a siti che si “adattano” al device che li richiede
❖ OGGI LA MAGGIOR PARTE DELLE
CONNESSIONI AVVENGONO DA MOBILE …
è il PC a essere morto? http://www.wired.com/2010/08/ff_webrip/
http://www.wired.com/2014/02/web-dead/
Quanto meno la notizia era un tantino esagerata! 2014
21. “Dall’era della connessione all’era della condivisione”
Derrick de Kerchhove
Dati Italia: cala l’uso del PC
Dati Audiweb
utenti
attivi
tempo
speso
22. A cosa ci connettiamo in mobilità?
L’informazione oggi è nel palmo della mano
Lo smartphone è lo strumento di
comunicazione e marketing più potente oggi
❖ L’accesso alla rete di fatto è aumentato
❖ L’ecommerce è esploso (lo shopping si fa
dallo smartphone!)
❖ E le APP? ….
Il mercato delle APPs
23. La nuova dieta mediatica
15
di chi non legge più sulla carta
24. ✤ La tv
(perde
punti)
✤ Internet
✤ Social
✤ Apps
16
L’accesso
all’informazione
25. ✤ La tv
(perde
punti)
✤ Internet
✤ Social
✤ Apps
16
L’accesso
all’informazione
26. ✤ La tv
(perde
punti)
✤ Internet
✤ Social
✤ Apps
16
L’accesso
all’informazione
27. ✤ La tv
(perde
punti)
✤ Internet
✤ Social
✤ Apps
16
L’accesso
all’informazione
L’anomalia italiana
30. Con tutte le loro interattività, multimedialità, multisensorialità, gamification ed engagement i magazine digitali
tuttavia non hanno sfondato NONOSTANTE il media (tablet -phablet) sia diffuso e l’accesso alle news avvenga
in mobilità…
4 possibili spiegazioni secondo Liam Boluk:
(Corporate Strategy Consultant in Technology and Media. (http://iveybusinessreview.ca/blogs/lbolukhba2010/)
1.La fine dei magazine-raccoglitori di notizie/intermediari : magazine come Newsweek, People, Business Week
hanno come mission “dare al lettore una raccolta gerarchizzata delle notizie della settimana”, ma la Rete
attraverso Flipboad, Zite, i social network, Google news, i Feeds delle testate on line assolve il compito meglio e
GRATIS (fintanto che a nutrirli ci saranno proprio quei giornali di cui stanno decretando la morte). Qui c’è
un problema di obsolescenza/protezione di un certo tipo di informazione e la fine del paradigma del giornalista
come mediatore.
2.La replica dei contenuti: magazine come Cosmopolitan, Wired, GQ, The Atlantic, Vanity Fair riproducono come
magazine digitale le loro copie cartacee (con qualche widget in più) che a loro volta hanno gran parte dei
contenuti anche pubblicati nelle testate online (free). Si usa lo stesso linguaggio stereotipato per tre media
diversi, si vende/svende lo stesso contenuto.
Evidentemente la mobile-reading experience assicurata dalla App del magazine digitale “non vale” per il lettore il
costo di un abbonamento!
19
… non basta
31. Esercizi di
duplicazione
3.La competizione per e la gratuità dei contenuti: oggi l’informazione non è più appannaggio del
mondo dell’informazione. I contenuti giornalistici sono spesso forniti da non-giornalisti, le nostre
fonti di informazioni sono molteplici e svariate. I giornalisti e le testate competono in una giungla in
cui moltissimi cedono i propri contenuti (non di rado di alto livello) alla rete in modo gratuito
(Bloggers, citizen Journalist, social network…) Gli editori non sanno come farsi pagare, le edizioni
digitali sono un costo che non si ripaga.
4.Il fascino della carta: anche il successo degli ebook mostra che i lettori non sono
pregiudizievolmente contrari alla lettura digitale, il prodotto “rivista” ha o aveva il suo fascino legato
al media di carta e va totalmente ripensata come linguaggio e struttura se passata su digitale (niente
repliche!). Questo può forse spiegare flop incredibili come quelli di Vanity Fair (7%), National
Geographic (4.6%), The Newyorker (8,5%) o l’insperato successo di nuovi magazine turistici cartacei
(all’estero). Il Italia la popolazione “che legge” è scarsa e mediamente è “anziana” e dunque “di carta”.
“RIPETERE IN DIGITALE LO SCHEMA E LA PERIODICITÀ DELLA RIVISTA CARTACEA È
SEMPLICEMENTE ANACRONISTICO”
20
32. Esercizi di
duplicazione
3.La competizione per e la gratuità dei contenuti: oggi l’informazione non è più appannaggio del
mondo dell’informazione. I contenuti giornalistici sono spesso forniti da non-giornalisti, le nostre
fonti di informazioni sono molteplici e svariate. I giornalisti e le testate competono in una giungla in
cui moltissimi cedono i propri contenuti (non di rado di alto livello) alla rete in modo gratuito
(Bloggers, citizen Journalist, social network…) Gli editori non sanno come farsi pagare, le edizioni
digitali sono un costo che non si ripaga.
4.Il fascino della carta: anche il successo degli ebook mostra che i lettori non sono
pregiudizievolmente contrari alla lettura digitale, il prodotto “rivista” ha o aveva il suo fascino legato
al media di carta e va totalmente ripensata come linguaggio e struttura se passata su digitale (niente
repliche!). Questo può forse spiegare flop incredibili come quelli di Vanity Fair (7%), National
Geographic (4.6%), The Newyorker (8,5%) o l’insperato successo di nuovi magazine turistici cartacei
(all’estero). Il Italia la popolazione “che legge” è scarsa e mediamente è “anziana” e dunque “di carta”.
“RIPETERE IN DIGITALE LO SCHEMA E LA PERIODICITÀ DELLA RIVISTA CARTACEA È
SEMPLICEMENTE ANACRONISTICO”
20
IL MEDIA È IL MESSAGGIO (Marshall McLuhan)
33. APP o non APP
OGGI nell’editoria digitale
è in atto una accesa discussione tra chi crede
nella creazione di applicazioni native
specifiche per un dispositivo (lettura anche
offline) o chi vede il futuro nel web mobile =
siti web responsive che funzionano su tutti i
dispositivi ma che sono fruibili sono on line
(es: the atlantic media - quartz - http://
www.atlanticmedia.com/brands/quartz/)
Il trend (derivato dal web marketing)
individua una strategia integrata che renda
possibile avere accesso a contenuti specifici
ma coerenti dai diversi device (media
diverso=messaggio diverso) = ciò che vuoi,
quando lo vuoi, come lo vuoi e dove lo vuoi.
http://www.robertnewman.com/are-magazine-
apps-dead-a-state-of-the-art-roundtable/
34. I periodici hanno un futuro?
«È tempo per gli editori di periodici di
abbandonare le alternative facili e
prendere decisioni complesse che
salveranno la loro produzione
digitale»,
Eddie Vassallo Ceo di Entropy
sviluppatore di APPs.
Oltre a vivere in un mercato troppo
affollato, gran parte delle app oggi:
sono invisibili ai grossi flussi di
informazione (google search).
Oscurano i loro contenuti (barriera
ingresso)
tengono le idee isolate (no sharing)
usano stilemi di un media superato
22
https://futurodeiperiodici.wordpress.com/ il blog
http://www.thisisentropy.com/
chatterbox/2013/10/7/tablet-
magazines-are-dead
35. I periodici hanno un futuro?
«È tempo per gli editori di periodici di
abbandonare le alternative facili e
prendere decisioni complesse che
salveranno la loro produzione
digitale»,
Eddie Vassallo Ceo di Entropy
sviluppatore di APPs.
Oltre a vivere in un mercato troppo
affollato, gran parte delle app oggi:
sono invisibili ai grossi flussi di
informazione (google search).
Oscurano i loro contenuti (barriera
ingresso)
tengono le idee isolate (no sharing)
usano stilemi di un media superato
22
https://futurodeiperiodici.wordpress.com/ il blog
http://www.thisisentropy.com/
chatterbox/2013/10/7/tablet-
magazines-are-dead
Luigi Roberti marketing
manager di Rekordata
concessionario di Aquafadas:
“Gli editori italiani ci
chiedono soprattutto di
sfruttare l’opportunità
dell’edizione digitale senza
stravolgere l’operatività
tradizionale delle redazioni o
incorrere in costi aggiuntivi
con automatismi di
impaginazione e contenuti
unici su più piattaforme”.
36. Gabbie o opportunità
23
https://gigaom.com/2013/10/06/tablet-magazines-failure/
Il blogger danese Jon Lund su Gigaom
«Quando trovo tempo di aprire un magazine per iPad,
mi sento come se avessi per le mani un vecchio media.
È buffo, dato che queste app tendono a essere
accattivanti, con grafica interattiva, video e una
navigazione ben studiata. Ma tutto quel bel layout che
funziona così bene per la stampa diventa monolitico,
quasi spaventoso, in tutto quel suo perfezionismo
sull’iPad, e sento nostalgia del web. È incasinato ma
più aperto, più accessibile e si adatta meglio a me, a i
miei dispositivi e alle mie necessità.»
Nielsen: un utente
medio ha 41 app sul suo
mobile device
Flurry: in media ne usa solo 8 al
giorno tra cui le più aperte sono
Fb,YouTube e Giochi.
Localytics: il 22% delle nostre
App vengono aperte
1 sola volta
Numeri
37. Giornalismo 3.0
Innovation Report del New York Times, la bussola del futuro
del giornalismo digital analizza le tre strade intraprese dagli
editori fino ad oggi: conservativa, additiva, trasformativa.
Conservativa: è la “copia replica” - una tattica finora perdente.
In Italia questa versione viene … regalata con l’abbonamento
al cartaceo o messa sul sito sfogliabile gratis. Non dà al lettore
un’esperienza di lettura nuova e stimolante.
Additiva: il prodotto di carta viene riproposto sul sito web,
nella app per tablet, sullo smartphone con arricchimenti
multimediali. Dal video all’infografica, dall’animazione alla
timeline… Il digital-first è solo una facciata.
Trasformativa: il giornale viene interamente ripensato per il
web e per l’app staccandosi quando possibile dalla mentalità
della carta e dalle logiche delle redazioni tradizionali. Ci vuole
UN NUOVO PARADIGMA
24
http://www.presscouncil.org.au/
uploads/52321/ufiles/
The_New_York_Times_Innovat
ion_Report_-_March_2014.pdf
38. Giornalismo 3.0
Innovation Report del New York Times, la bussola del futuro
del giornalismo digital analizza le tre strade intraprese dagli
editori fino ad oggi: conservativa, additiva, trasformativa.
Conservativa: è la “copia replica” - una tattica finora perdente.
In Italia questa versione viene … regalata con l’abbonamento
al cartaceo o messa sul sito sfogliabile gratis. Non dà al lettore
un’esperienza di lettura nuova e stimolante.
Additiva: il prodotto di carta viene riproposto sul sito web,
nella app per tablet, sullo smartphone con arricchimenti
multimediali. Dal video all’infografica, dall’animazione alla
timeline… Il digital-first è solo una facciata.
Trasformativa: il giornale viene interamente ripensato per il
web e per l’app staccandosi quando possibile dalla mentalità
della carta e dalle logiche delle redazioni tradizionali. Ci vuole
UN NUOVO PARADIGMA
24
http://www.presscouncil.org.au/
uploads/52321/ufiles/
The_New_York_Times_Innovat
ion_Report_-_March_2014.pdf
Gran parte dei digital magazine
sono carenti della parte SOCIAL,
difficili da commentare,
da condividere.
Una esperienza di lettura “chiusa”
- e questo vale anche per gli ebook -
va controcorrente rispetto
alla strada intrapresa dal Web 2.0
39. Conservatori e innovatori
✤ I conservatori (incumbent) trattano
l’innovazione come l’occasione del
miglioramento del prodotto
✤ Gli innovatori (disruptors) introducono nuovi
prodotti usando tecnologie emergenti. All’inizio
non sembrano un pericolo per il mercato perché
sono economici e di scarsa qualità
✤ Il sorpasso avviene quando gli innovatori
migliorano il loro prodotto fino al punto
cruciale in cui diventa “sufficientemente buono
per il consumatore” e da quel momento
invadono il mercato
25
40. Conservatori e innovatori
✤ I conservatori (incumbent) trattano
l’innovazione come l’occasione del
miglioramento del prodotto
✤ Gli innovatori (disruptors) introducono nuovi
prodotti usando tecnologie emergenti. All’inizio
non sembrano un pericolo per il mercato perché
sono economici e di scarsa qualità
✤ Il sorpasso avviene quando gli innovatori
migliorano il loro prodotto fino al punto
cruciale in cui diventa “sufficientemente buono
per il consumatore” e da quel momento
invadono il mercato
25
Caratteristiche dei prodotti innovativi:
vengono introdotti da outsider
sono meno cari
si riferiscono a mercati nuovi o poco serviti
sono inizialmente di qualità inferiore
usano tecnologie emergenti
41. Conservatori e innovatori
✤ I conservatori (incumbent) trattano
l’innovazione come l’occasione del
miglioramento del prodotto
✤ Gli innovatori (disruptors) introducono nuovi
prodotti usando tecnologie emergenti. All’inizio
non sembrano un pericolo per il mercato perché
sono economici e di scarsa qualità
✤ Il sorpasso avviene quando gli innovatori
migliorano il loro prodotto fino al punto
cruciale in cui diventa “sufficientemente buono
per il consumatore” e da quel momento
invadono il mercato
25
Caratteristiche dei prodotti innovativi:
vengono introdotti da outsider
sono meno cari
si riferiscono a mercati nuovi o poco serviti
sono inizialmente di qualità inferiore
usano tecnologie emergenti
un esempio: KODAK
1
3
2
42. Conservatori e innovatori
✤ I conservatori (incumbent) trattano
l’innovazione come l’occasione del
miglioramento del prodotto
✤ Gli innovatori (disruptors) introducono nuovi
prodotti usando tecnologie emergenti. All’inizio
non sembrano un pericolo per il mercato perché
sono economici e di scarsa qualità
✤ Il sorpasso avviene quando gli innovatori
migliorano il loro prodotto fino al punto
cruciale in cui diventa “sufficientemente buono
per il consumatore” e da quel momento
invadono il mercato
25
Caratteristiche dei prodotti innovativi:
vengono introdotti da outsider
sono meno cari
si riferiscono a mercati nuovi o poco serviti
sono inizialmente di qualità inferiore
usano tecnologie emergenti
un esempio: KODAK
1
3
2
Nel mondo
dell’informazione digitale
questi disruptors si chiamano
Facebook, Tweeter, GoogleNews,
Buzzfeed, Flipboard, Yahoo News
e molti altri ancora e a farne le
spese è stato il mondo
dell’informazione di qualità
43. The big problem: make money
“the future looks bright for digital journalism as a product, but dim for
large-scale digital journalism as a business” Derek Thopson - The Atlantic
26
http://www.theatlantic.com/business/archive/2014/06/time-inc-has-a-big-problemso-does-digital-journalism/372460/
Dati alla mano per gli
editori di carta
sembrerebbe evidente che
il posto migliore dove
puntare sia il digitale.
Ma non è né facile né certo!
44. Attrarre pubblicità e lettori
✤ Trasformare in digitale una redazione giornalistica è una
impresa titanica più semplice ripartire da zero con nativi
digitali “informatici umanisti”
✤ I benefici economici non sono sicuri anzi a oggi non
hanno MAI premiato prodotti giornalistici di qualità o
grandi digital media company e hanno solo favorito:
✤ motori di ricerca
✤ social media
✤ aggregatori di notizie (BuzzFeed, Flipboard,
Snapchat Discover , You Tube…) 27
45. Attrarre pubblicità e lettori
✤ Trasformare in digitale una redazione giornalistica è una
impresa titanica più semplice ripartire da zero con nativi
digitali “informatici umanisti”
✤ I benefici economici non sono sicuri anzi a oggi non
hanno MAI premiato prodotti giornalistici di qualità o
grandi digital media company e hanno solo favorito:
✤ motori di ricerca
✤ social media
✤ aggregatori di notizie (BuzzFeed, Flipboard,
Snapchat Discover , You Tube…) 27
questi website:
non creano notizie
ma le fagocitano senza
pagare chi le fa
non sono soggetti
alla deontologia
professionale
giornalistica
non separano adv e
news
sono un laboratorio per
creare adv-video che
diventano virali
47. Case history
✤ The Daily: è il più clamoroso fiasco di
una piattaforma pensata solo per il
digital edition. Ha chiuso dopo soli
due anni con 100.000 abbonati!
✤ Wired: la sua edizione digitale è stata
recentemente molto ridimensionata
(i costi di produzione non valevano i
benefici) ed è al 12% della totale
diffusione della testata con poco più
di 100.000 abbonati, ma al sito
mensilmente accedono ben
20 milioni di utenti! 29
48. Il dibattito è aperto
30
Perché le app sono state un flop? Cosa non piace ai lettori? Quali le migliori?
Come cambiare la situazione?
Il confronto a 5 voci, è avvenuto sul blog di Robert Newman, designer di Reader’s Digest
The panel: Mario Garcia (Garcia Media), David Jacobs (29th Street Publishing),
Josh Klenert (former CD of the Huffington magazine app), Jeremy Leslie (magCulture)
and Joe Zeff (Joe Zeff Design).
http://www.robertnewman.com/are-magazine-apps-dead-a-state-of-the-art-roundtable/
L’ iPad è davvero la cosa più importante capitata per i periodici
dall’invenzione della stampa?
49. Il dibattito è aperto
30
Perché le app sono state un flop? Cosa non piace ai lettori? Quali le migliori?
Come cambiare la situazione?
Il confronto a 5 voci, è avvenuto sul blog di Robert Newman, designer di Reader’s Digest
The panel: Mario Garcia (Garcia Media), David Jacobs (29th Street Publishing),
Josh Klenert (former CD of the Huffington magazine app), Jeremy Leslie (magCulture)
and Joe Zeff (Joe Zeff Design).
http://www.robertnewman.com/are-magazine-apps-dead-a-state-of-the-art-roundtable/
L’ iPad è davvero la cosa più importante capitata per i periodici
dall’invenzione della stampa?
La mappa interattiva è su :
https://www.mattermap.nl/embed/JXxHg/100″
50. 5 cose da tenere a mente
31
La Quint&Quint di Manhattan, una agenzia di marketing, design e copy ha voluto
identificare 5 trend “to keep in mind” per sfondare nella editoria digitale.
1. INTERATTIVITÀ: migliora e approfondisce i contenuti e crea l’engagement dei lettori
costringendoli a restare sulla pagina più a lungo “esplorando” ma non deve essere né
arbitraria né eccessiva
2. PUBBLICITÀ DIVERTENTE E COINVOLGENTE, che non si “sfoglia via” come sui
magazine di carta ma inventa modi creativi per far “giocare” il lettore, intrigarlo,
coinvolgerlo in attività diverse. Una pubblicità che “gridi meno e dia di più” anche in
termini di contenuto informativo
3. SERIALITÀ: storie puntate come in origine lo furono i grandi romanzi di appendice e
come ora fanno le serie televisive per tenere stretto il lettore, “agganciarlo”
4. RITAGLIARE E CONDIVIDERE: dare al lettore la possibilità di “ritagliarsi” foto e
articoli, di condividere i contenuti, di crearsi un proprio “album di foto o di
testi” (Scrapbooking)
5. OSARE: i software per creare i propri digital magazine sono alla portata di tutti.
http://quintandquint.com/5-digital-magazine-trends-for-2015/
51. Il gioco si fa duro
Altre regole sono venute da Brian O’Leary del Magellan Media Consulting
(http://www.magellanmediapartners.com/author/brian-oleary):
un magazine digitale deve:
✤ ESSERE USER CENTERED: dal prodotto al servizio, non si scrive per il giornale ma per il
lettore, le sue esigenze, le sue domande, le sue curiosità.
✤ ESSERE ACCESSIBILE: perché il contenuto sia la prima cosa, per prima cosa deve essere
aperto, accessibile, interpretabile. Deve aderire a standard che permettano una ottima
esperienza di lettura da tutte le piattaforme.
Ci sono esempi in cui l’accesso ai contenuti avviene tramite servizi cloud (Saas=Software
as a service) tramite abbonamenti in linea con una società che al possesso del bene
preferisce l’accesso ad esso (Gaas=Good as a service)
✤ CONTEXT FIRST : usare i contenuti per promuovere esplorazione, scoperta, riuso libero, e
“chunkability” = spezzettamento del contenuto da parte dell’utente.
32
52. 33
✤ FORNIRE TOOLS: implementare la “gamification”, il divertimento, il gioco attraverso
l’uso di “strumenti” che rendano attiva la lettura (test, prove, possibilità di intervento
sul testo oltre che di commento e condivisione) e facilmente maneggevole l’abbondanza
a volte eccessiva di contenuti (ritaglio, archiviazione, appunti, sottolineature…)
✤ NON TEMERE DI ESSERE INCOMPLETO: contenuti aperti e in divenire e non
completi o chiusi in se stessi come sui giornali di carta Senza limiti di battute,
rieditabili, aggiornabili SONO UN VALORE NON UN HANDICAP.
✤ COSTRUIRSI UNA COMMUNITY: creare comunità con i propri lettori, aprirsi alla co-
creazione e alla collaborazione, incoraggiare la pubblicazione dei materiali prodotti dai
“prosumer”, accettare la satira dei propri contenuti, non irrigidirsi sul Copyright
53. Moving Forward
✤ Ridurre il prezzo copia (tenuta artificialmente alta per non uccidere la copia cartacea
che è conteggiata dall’audipress e certificata come distribuzione)
✤ Evitare le repliche e le duplicazioni (per non parlare delle scorciatoie dei pdf!).
I MAGAZINE vanno ricreati non ricalcati (THINK DIFFERENT)
✤ Uscire dalla gabbia della periodicità rigida che è in contraddizione con
il “tempo reale” dell’informazione online (il newyorktime posta on line 15 storie
al giorno ma la versione app è ferma con i soliti contenuti alla settimana precedente
✤ Uscire dalla gabbia dell’Edicola di Apple e altri contenitori e Chioschi
✤ l’IVA (la Corte Europea e il problema dell’IVA al 21%)
34
54. Moving Forward
✤ Ridurre il prezzo copia (tenuta artificialmente alta per non uccidere la copia cartacea
che è conteggiata dall’audipress e certificata come distribuzione)
✤ Evitare le repliche e le duplicazioni (per non parlare delle scorciatoie dei pdf!).
I MAGAZINE vanno ricreati non ricalcati (THINK DIFFERENT)
✤ Uscire dalla gabbia della periodicità rigida che è in contraddizione con
il “tempo reale” dell’informazione online (il newyorktime posta on line 15 storie
al giorno ma la versione app è ferma con i soliti contenuti alla settimana precedente
✤ Uscire dalla gabbia dell’Edicola di Apple e altri contenitori e Chioschi
✤ l’IVA (la Corte Europea e il problema dell’IVA al 21%)
34
Dare al
lettore
maggiori
possibilità
di agire:
annotare
sottolineare
fotografare,
commentare
archiviare,
condividere,
collegarsi ad
altre testate
dello stesso
editore…
e molto
altro ancora
55. Moving forward
35
Mario Garcia (http://garciamedia.com/blog - http://garciamedia.com/ ) ha
ridisegnato quotidiani, periodici e media in ogni parte del mondo.
In un post riassume le sue idee sul futuro del tablet (http://garciamedia.com/
blog/17_lessons_learned_during_one_year_creating_news_ipad_apps)
✤ il tablet è una piattaforma che ha cambiato il gioco per sempre, e continuerà
a farlo.
✤ il tablet è uno strumento che deve valorizzare la sua unicità.
✤ Un’applicazione per le news non è una replica del giornale di carta.
✤ La lettura su app deve essere sofisticatamente semplice.
✤ Soddisfare il dito del lettore, curioso e impaziente.
✤ Il DNA della rivista deve venir fuori nei primi 10 secondi attraverso la
grafica.
✤ Il tablet è una piattaforma fotografica, metti le foto al centro.
56. Moving forward
35
Mario Garcia (http://garciamedia.com/blog - http://garciamedia.com/ ) ha
ridisegnato quotidiani, periodici e media in ogni parte del mondo.
In un post riassume le sue idee sul futuro del tablet (http://garciamedia.com/
blog/17_lessons_learned_during_one_year_creating_news_ipad_apps)
✤ il tablet è una piattaforma che ha cambiato il gioco per sempre, e continuerà
a farlo.
✤ il tablet è uno strumento che deve valorizzare la sua unicità.
✤ Un’applicazione per le news non è una replica del giornale di carta.
✤ La lettura su app deve essere sofisticatamente semplice.
✤ Soddisfare il dito del lettore, curioso e impaziente.
✤ Il DNA della rivista deve venir fuori nei primi 10 secondi attraverso la
grafica.
✤ Il tablet è una piattaforma fotografica, metti le foto al centro.
Dare MOLTO di più di un “digital facsimile” dare “digital contents!”
57. Moving forward
35
Mario Garcia (http://garciamedia.com/blog - http://garciamedia.com/ ) ha
ridisegnato quotidiani, periodici e media in ogni parte del mondo.
In un post riassume le sue idee sul futuro del tablet (http://garciamedia.com/
blog/17_lessons_learned_during_one_year_creating_news_ipad_apps)
✤ il tablet è una piattaforma che ha cambiato il gioco per sempre, e continuerà
a farlo.
✤ il tablet è uno strumento che deve valorizzare la sua unicità.
✤ Un’applicazione per le news non è una replica del giornale di carta.
✤ La lettura su app deve essere sofisticatamente semplice.
✤ Soddisfare il dito del lettore, curioso e impaziente.
✤ Il DNA della rivista deve venir fuori nei primi 10 secondi attraverso la
grafica.
✤ Il tablet è una piattaforma fotografica, metti le foto al centro.
Dare MOLTO di più di un “digital facsimile” dare “digital contents!”
ebook di Garcia sul design per iPad
58. Giornalismo 3.0
“La professione giornalistica come elemento di mediazione tra i fatti, la realtà e i lettori non
esiste più. Il cambiamento è epocale, il giornale però può riacquistare un ruolo centrale
nella vita della comunità. Nell’enorme piazza del villaggio, luogo di incontro e scambio,
gestisce infatti uno spazio importante: un palco. Se continuerà ad esserne geloso, nessuno
si avvicinerà più, e i piccoli capannelli si organizzeranno per proprio conto (basti pensare
alla proliferazione dei gruppi su Facebook). Se invece saprà coordinare tempi e modi
dell’uso di quello spazio, la comunità potrà prendere parte, anche se con ruoli diversi, e
questo permetterà di costruire davvero una società migliore”.
(Marco Giovannelli - Varesenews)
“Ci sarà sempre più bisogno di giornalisti che sono capaci di lavorare per più
piattaforme’’. (Beppe Smorto - caporedattore di Repubblica)
36
“Il vero problema, oggi, non è definire l’esistenza (o meno) di una società
digitale, ma cominciare a comprenderla e a farla comprendere, a utilizzarne
le norme e i valori per costruirci un mondo anche solo leggermente migliore”.
59. L’informatico umanista
La sopravvivenza dei mestieri legati alla scrittura e
del giornalismo, è profondamente legata alla capacità
di rinnovarsi e di adattarsi alla tecnologia
e ai nuovi metodi di lavoro da essa imposti. Nascono
nuove professionalità che un tempo non esistevano
quali il “Social Media Editor” o il “Data Journalist”
“Per fare i giornalisti servono i requisiti di sempre: curiosità, intuito,
capacità di cogliere e raccontare i fenomeni, buona scrittura.
Il tutto indubbiamente oggi va integrato, più che in passato, con una predisposizione
all’uso delle tecnologie. Nelle redazioni c’è sicuramente più bisogno di professionisti
flessibili che siano a loro agio con i video, le immagini, la multimedialità. E con i numeri”.
Nella caccia al posto di lavoro, è avvantaggiato chi sa offrire risposte alle nuove domande
di contenuti di qualità digitali che stanno emergendo: video, data journalism,
visualizzazioni, infografiche. L’innovazione, nel nostro mondo, passerà da qui”.
(Marco Bardazzi - caporedattore centrale digitale de La Stampa) 37
60. L’informatico umanista
La sopravvivenza dei mestieri legati alla scrittura e
del giornalismo, è profondamente legata alla capacità
di rinnovarsi e di adattarsi alla tecnologia
e ai nuovi metodi di lavoro da essa imposti. Nascono
nuove professionalità che un tempo non esistevano
quali il “Social Media Editor” o il “Data Journalist”
“Per fare i giornalisti servono i requisiti di sempre: curiosità, intuito,
capacità di cogliere e raccontare i fenomeni, buona scrittura.
Il tutto indubbiamente oggi va integrato, più che in passato, con una predisposizione
all’uso delle tecnologie. Nelle redazioni c’è sicuramente più bisogno di professionisti
flessibili che siano a loro agio con i video, le immagini, la multimedialità. E con i numeri”.
Nella caccia al posto di lavoro, è avvantaggiato chi sa offrire risposte alle nuove domande
di contenuti di qualità digitali che stanno emergendo: video, data journalism,
visualizzazioni, infografiche. L’innovazione, nel nostro mondo, passerà da qui”.
(Marco Bardazzi - caporedattore centrale digitale de La Stampa) 37
L’arca di Noè è stata fatta da dilettanti, il Titanic da professionisti.
Non abbiate paura di provarci!
61. L’informatico umanista
La sopravvivenza dei mestieri legati alla scrittura e
del giornalismo, è profondamente legata alla capacità
di rinnovarsi e di adattarsi alla tecnologia
e ai nuovi metodi di lavoro da essa imposti. Nascono
nuove professionalità che un tempo non esistevano
quali il “Social Media Editor” o il “Data Journalist”
“Per fare i giornalisti servono i requisiti di sempre: curiosità, intuito,
capacità di cogliere e raccontare i fenomeni, buona scrittura.
Il tutto indubbiamente oggi va integrato, più che in passato, con una predisposizione
all’uso delle tecnologie. Nelle redazioni c’è sicuramente più bisogno di professionisti
flessibili che siano a loro agio con i video, le immagini, la multimedialità. E con i numeri”.
Nella caccia al posto di lavoro, è avvantaggiato chi sa offrire risposte alle nuove domande
di contenuti di qualità digitali che stanno emergendo: video, data journalism,
visualizzazioni, infografiche. L’innovazione, nel nostro mondo, passerà da qui”.
(Marco Bardazzi - caporedattore centrale digitale de La Stampa) 37
L’arca di Noè è stata fatta da dilettanti, il Titanic da professionisti.
Non abbiate paura di provarci!
È importante cercare di immaginare come vorremmo che fosse il futuro
invece di mantenere forzatamente vivo il passato (Karl Marx)