2. Le informazioni economico finanziarie
Le informazioni economico finanziarie devono essere
coerenti con la struttura complessiva del Business Plan,
dimostrare la fattibilità finanziaria della strategia e
permettere di comprendere se è possibile raggiungere
gli obiettivi prefissati.
Danno risposta alle seguenti domande:
1. Quale sarà il presumibile andamento economico della
società (EBIT-EBITDA)?
2. Quale sarà la posizione patrimoniale?
3. Quale sarà la situazione della liquidità (proiezioni dei
flussi di cassa)?
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3. Il conto economico previsionale
Il conto economico previsionale è un documento
che sintetizza la redditività dell’iniziativa e permette
all’imprenditore e chiunque lo legga di identificare l’andamento
della gestione economica dell’impresa.
Il conto economico rappresenta la sintesi del ciclo economico
dell’impresa, mettendo a confronto costi e ricavi in un
determinato periodo. Generalmente è consigliabile una
proiezione quinquennale: mensile per i primi due anni e, se
possibile, semestrale per i tre successivi.
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4. Le principali voci del conto economico
• Ricavi
• Costi (fissi e variabili)
• Margine di contribuzione
• Ammortamenti
• Oneri finanziari
• Reddito operativo
• Utile (perdita) ante imposte
• Oneri fiscali
• Utile (perdita) dopo le imposte
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5. Alcuni indicatori di conto economico
MARGINE OPERATIVO LORDO (EBITDA)
RICAVI COMMERCIALI – COSTI DI ESERCIZIO
Indicatore di redditività. Differenza tra ricavi commerciali e costi operativi.
REDDITO OPERATIVO (EBIT)
MARGINE OPERATIVO LORDO – AMMORTAMENTI E ACCANTONAMENTI
Capacità dell’impresa di generare reddito con la sua attività tipica.
RISULTATO NETTO
REDDITO OPERATIVO – ONERI FINANZIARI/PATRIMONIALI/STRAORDINARI
– IMPOSTE
È il risultato netto derivante dall’attività d’impresa.
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6. La quantità di pareggio
Il calcolo del punto di pareggio consente di individuare il numero
minimo di prodotti/servizi che l’impresa deve produrre/erogare per
pareggiare i costi con i ricavi, per non registrare delle perdite.
L’obiettivo, quindi, è individuare il numero di prodotti/servizi da
produrre/erogare oltre il quale l’impresa comincia realmente a
guadagnare.
Grazie al calcolo delle quantità di pareggio è possibile determinare il
margine di sicurezza, cioè lo scarto tra il numero di servizi che
l’impresa si propone di erogare e quello di pareggio.
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7. Il margine di contribuzione
Il margine di contribuzione è la differenza tra il prezzo e i costi
variabili. Può essere unitario o totale.
Se Margine di Contribuzione Totale = Costi Fissi pareggio
Se Margine di Contribuzione Totale > Costi Fissi utile
Se Margine di Contribuzione Totale < Costi Fissi perdita
Costi fissi
Quantità di pareggio = (Prezzo – Costi variabili unitari)
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8. Lo stato patrimoniale previsionale
Lo stato patrimoniale previsionale evidenzia il valore delle attività
e le loro diverse fonti di finanziamento in un preciso momento.
La redazione dei documenti previsionali di pianificazione finanziaria
permette di verificare che ci sia coerenza temporale tra fonti ed
impieghi: in particolare mette in evidenza quali fonti di
finanziamento sono state utilizzate per realizzare gli investimenti.
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9. Le attività
La sezione delle attività evidenzia gli impieghi realizzati, ovvero in
quali attività sono investite le fonti di finanziamento proprie e di terzi
elencate nella sezione delle passività.
Le attività (impieghi) si distinguono in:
• immobilizzazioni (materiali, immateriali e finanziarie)
• attivo circolante (crediti, magazzino, cassa)
La somma costituisce il totale delle attività, cioè il totale dei capitali
impiegati per la realizzazione dell’attività d’impresa in un dato
momento.
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10. Le passività
Le passività indicano tutte le fonti di finanziamento utilizzate e che
risultano investite nelle attività indicate nello stato patrimoniale
(immobilizzazioni e attivo circolante).
Le passività (fonti di finanziamento) comprendono:
• capitale netto
• fondo TFR (fondo trattamento di fine rapporto) e gli altri fondi
spese
• debiti (commerciali e finanziari)
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11. Alcuni parametri di equilibrio
MARGINE DI STRUTTURA
CAPITALE NETTO – IMMOBILIZZAZIONI
Grado di copertura degli investimenti di lungo termine attraverso il capitale
proprio dell’azienda. Un valore positivo indica una relazione di equilibrio tra
fonti e impieghi.
CAPITALE CIRCOLANTE NETTO
ATTIVO CIRCOLANTE – DEBITI A BREVE
Differenza tra attivo corrente e passivo corrente. Indica quando i crediti a
breve (e il magazzino) consentono di fronteggiare le scadenze a breve. Si parla
di CCN in senso stretto se si escludono disponibilità e passività finanziarie
immediate.
MARGINE DI TESORERIA
(CASSA + CREDITI) – DEBITI A BREVE SCADENZA
Capacità di copertura dei debiti a breve attraverso la liquidità, senza intaccare
il magazzino.
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12. Il piano dei flussi
Il piano dei flussi è un documento prospettico che mette in luce la
capacità dell’impresa di generare liquidità, sintetizzando i
risultati del ciclo finanziario (entrate/uscite) in un determinato
periodo di tempo.
Permette di:
• evidenziare la capacità di autofinanziamento;
• fare considerazioni in merito a periodi con scarsa/eccessiva
liquidità.
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13. L’autofinanziamento e la cassa operativa
La somma del reddito finale e di tutti i costi che non comportano
uscite finanziare reali, ma solo delle variazioni di natura
esclusivamente contabile (esempio: ammortamenti e
accantonamenti), rappresenta l’Autofinanziamento: esprime la
capacità dell’impresa di finanziare le proprie attività senza
ricorrere ad altre forme di finanziamento.
Aggiungendo la somma delle variazioni dei crediti, dei debiti e
delle scorte, cioè la liquidità generata (se positiva) o assorbita
(se negativa) dalla gestione corrente dell’impresa (ovvero
frutto della gestione dei rapporti con clienti e fornitori) si ottiene
la cassa operativa.
La cassa operativa esprime il totale della liquidità generata
dalla gestione operativa.
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14. La cassa finale
Per poter giungere alla cassa finale è necessario prendere in
considerazione anche le componenti non appartenenti alla
gestione corrente che incrementano la liquidità, quali accensione
mutui, versamenti dei soci in conto capitale, e che la
diminuiscono, quali rimborso mutui e prestiti e investimenti. Si
arriverà a definire l’entrata netta o l’uscita netta di capitali
generata dalla realizzazione del progetto imprenditoriale.
Se la cassa finale, in uno o più anni di previsione, è negativa,
significa che mediamente le uscite sono superiori rispetto alle
entrate.
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