1. IL MANIFESTO
DEGLI INTERNET EXCHANGE (IXP) ITALIANI
1. Il peering
1.1
Nella grandissima maggioranza dei casi il peering presso un IXP è più
efficiente
Sia nel caso di “free” peering che di “paid” peering, l’interconnessione presso un punto di
interscambio permette di ottimizzare sia la capacità trasmissiva che di pianificare meglio gli
upgrade di capacità. Quando il numero degli operatori che fanno peering tra loro è maggiore o
uguale a 3, la configurazione a “stella”, tipica degli IXP è più economica di quella a “grafo
completamente connesso”, per ognuno degli attori.
1.2
Gli IXP sono in grado di fornire anche servizi (premium) a qualità garantita
Per gli operatori che vogliano stabilire rapporti (bi- o multi- laterali) di “paid” peering, gli IXP
sono in grado di fornire le infrastrutture ed i livelli di servizio necessari a garantire qualità
adeguata.
Rispetto alle connessioni punto-a-punto, il paid peering realizzato presso un punto di
interscambio ha costi inferiori per la somma degli operatori coinvolti, può essere esteso
facilmente e rapidamente ad ulteriori soggetti e può garantire gli stessi livelli di qualità del
servizio.
2. L’Ecosistema
2.1
Il “free” peering tra consimili avvantaggia tutti gli operatori
Gli operatori che hanno sia clienti di accesso che clienti di contenuti, ottengono vantaggi dai
rapporti di “free” peering indipendentemente dalle dimensioni relative, perché aiutano a
mantenere il traffico locale localizzato. Per gli operatori grandi il vantaggio non è inferiore a
quello dei piccoli.
2.2
Il “paid” peering interessa solo pochi grandi produttori/aggregatori di
contenuti
Solo alcuni grandi soggetti, nessuno dei quali è italiano, ha i volumi di traffico e la capacità
economica necessari per avere interesse a sottoscrivere contratti per “paid” peering con i
fornitori di accesso.
2.3 Solo alcune grandi CDN hanno interesse a sistemi di caching presso gli
operatori di accesso
Soltanto alcuni aggregatori di contenuti e le principali Content Delivery Networks (CDN), nessuno
dei quali italiano, ha i volumi di traffico e la capacità economica necessari per avere interesse
a posizionare propri sistemi di caching presso gli operatori di accesso.
2.4
Per il maggior numero di flussi da contenuto a fruitore l’unica opzione possibile
è il “free” peering
Nel mondo del Web 2.0 la maggior parte delle attività in rete coinvolgono più produttori di
servizi o contenuti, con volumi di traffico scambiato che non giustificano la messa in opera di
sistemi di contabilizzazione complessi (mutuati dal mondo delle TLC tradizionali). Per la
maggior parte di questi l’unica alternativa al “free” peering è il transito attraverso gli operatori
internazionali “Tiers 1”.
1
2. In assenza di “free” peering tra operatori italiani, si creano barriere artificiali tra i contenuti e
servizi ed i fruitori di accesso italiani che porteranno ad un consolidamento del mercato a
favore dei grandi aggregatori stranieri.
Questo può portare a deprimere la capacità di innovazione e di creazione di nuovi servizi
competitivi per l’imprenditoria italiana, penalizzandola anche rispetto al resto dell’Europa.
3. Il mercato
3.1 Le politiche di peering devono essere trasparenti e non discriminatorie
Un operatore con grande forza di mercato che stabilisse relazioni di peering sulla base di
politiche opache e discrezionali potrebbe imporre forti distorsioni al mercato.
3.2 Un operatore che fa de-peering impone restrizioni ai suoi clienti
Quando un operatore cambia la politica di peering in senso restrittivo, può pregiudicare la
qualità di servizio erogata ai suoi stessi clienti. Questi hanno diritto di essere informati
correttamente e devono avere la possibilità di cambiare fornitore senza subire oneri.
3.3 Le politiche di peering devono essere libere
In un mercato che sia libero e maturo, l’esercizio di politiche di peering selettive, di azioni di
de-peering o di proposte di paid peering rappresentano libere scelte di business che ogni
operatore può adottare.
Al contrario, quando un operatore con grande forza di mercato può esercitare azioni di depeering massivo al fine di limitare la concorrenza, viene evidenziato che il mercato è ancora
immaturo ed a rischio di integrazioni verticali.
4. La regolamentazione
4.1 Gli IXP non vogliono la regolamentazione forzata del mercato del peering
Fintantoché ogni attore dello scenario nazionale può scegliere tra più alternative, le leggi della
concorrenza possono essere sufficienti a regolare il mercato.
4.2
L’autoregolazione del mercato ha dei limiti
Se un operatore con grande forza di mercato in un mercato contiguo assume un
comportamento non semplicemente orientato agli interessi economici dell’ambito specifico, al
fine di forzare un consolidamento del settore nel suo complesso, sarebbe opportuno che le
Autorità regolatorie esercitino una “moral suasion”, prima di imporre regole di tipo impositivo.
5. Il ruolo della Pubblica Amministrazione
5.1
I contenuti ed i servizi della PA italiana, centrale e locale, debbono essere
fruibili in modo efficiente e sicuro all’interno del territorio nazionale
Tutti coloro che utilizzano un fornitore di accesso alla rete italiano devono essere in grado di
accedere a tutti i servizi e tutti i contenuti messi in rete dalla PA italiana in modo veloce ed
efficiente.
Lo scambio di dati con la PA, che può avere anche problemi di privacy, dovrebbe essere
confinato all’interno dell’Italia e dovrebbe coinvolgere solo operatori che hanno rapporti
contrattuali diretti o con la PA o con il cittadino.
5.2
La PA deve assegnare gli appalti per la fornitura di servizi Internet a soggetti
che possano garantire adeguata connettività presso gli IXP
Le gare pubbliche per la fornitura di servizi di accesso o di hosting già oggi specificano che
l’aggiudicatario deve essere presente presso i principali IXP con velocità adeguata. Affinché
2
3. sia davvero garantita una connettività adeguata, il capitolato di gara dovrebbe anche
specificare chiaramente che l’aggiudicatario deve garantire che relazioni di peering siano in
essere con adeguata velocità trasmissiva presso gli IXP.
Le PA e l’Agenzia per l’Italia Digitale debbono verificare periodicamente che le condizioni in
base alle quali sono stati aggiudicati gli appalti siano sempre verificate.
6. Misurare la qualità dei servizi Internet
6.1
Un sistema di misura della qualità dell’Internet nazionale deve essere in grado
di misurare le prestazioni percepite effettivamente
Il sistema di misura della qualità delle linee ADSL messo in atto da AGCOM avrebbe tutti i
presupposti per produrre un indice di qualità che corrisponda alla “user experience” che hanno
gli utenti italiani quando accedono a contenuti italiani, ma solo a condizione che presso gli
IXP vengano realizzate un numero adeguato di relazioni di peering.
Se alcuni operatori hanno presenza presso uno o più IXP, ma non utilizzano tale presenza per
stabilire relazioni di peering con gli operatori compresenti, tutto il sistema di misura risulta
falsato, addirittura arrivando ad attribuire maggiori prestazioni a quegli operatori che non
attuano i peering apparentemente possibili.
6.2
Una misura della qualità ben strutturata può incentivare un migliore sistema di
peering tra tutti gli operatori nazionali
Gli IXP hanno visto con favore il sistema “Misura Internet” perché tende a favorire un
sistema di relazioni di peering sempre più completo tra operatori italiani, con immediato
vantaggio per tutti gli utenti. Al fine di informare correttamente gli utenti, anche nel caso di
anomalie transitorie o continuative, il sistema di misura andrebbe integrato con un
monitoraggio degli effettivi percorsi dei flussi di dati che originano e terminano tra gli
operatori che sono attualmente misurati.
Nautilus Mediterranean Exchange Point
3