Il Gruppo di Studio Ambiente e Sicurezza ha organizzato Mercoledì 16 novembre 2011 una conferenza gratuita intitolata: LE RECENTI NOVITA' IN MATERIA DI NORMATIVA PER LA TUTELA DELL'AMBIENTE
Durante l'incontro sono stati affrontati i seguenti temi:
1. l'estensione del D.lgs. 231/2001 all’ambiente e, in particolare, ai reati in materia di gestione dei rifiuti;
2. breve analisi della disciplina sulla responsabilità amministrativa degli enti e delle fattispecie di reato;
3. il modello per l’ambiente: aspetti operativi e rapporto con i SGA esistenti.
Relatori:
Avv. Mara CHILOSI, Avvocato presso lo studio B & P Avvocati, specializzata in materia ambientale.
Dott. Camillo FRANCO, Amministratore di SOGESCA Srl, è professionista ambientale dal 1989.
Nuove semplificazioni per il rilascio del certificato anticendio
LE RECENTI NOVITA' IN MATERIA DI NORMATIVA PER LA TUTELA DELL'AMBIENTE
1. GRUPPO DI STUDIO SICUREZZA
E AMBIENTE
LE RECENTI NOVITA' IN MATERIA DI
NORMATIVA PER LA TUTELA DELL'AMBIENTE
Relatori:
Avv. Mara CHILOSI
Dott. Camillo FRANCO
Mercoledì 16 novembre 2011
Ore 16.00
Centro Produttività Veneto - Fondazione Giacomo Rumor
Area Gruppi di Studio
2. Fondazione Giacomo Rumor
Centro Produttività Veneto
IL DECRETO 231 E I NUOVI
REATI AMBIENTALI
Art. 25-undecies D.lgs. 231/2001
avv. Mara Chilosi
a
Partner di B&P Avvocati
Largo Guido Donegani 2, Milano
Tel.
T l 02/65560496
mara.chilosi@buttiandpartners.com
3. Il 231 in sintesi
• Il D.lgs. 231/2001 colpisce la “colpa di organizzazione”,
responsabilizzando gli enti per taluni reati commessi dalle persone
fisiche operanti al loro interno (cd. “reati-presupposto”)
• Quando viene accertato che il reato è stato commesso e che ciò è
avvenuto nell’interesse o a vantaggio d ll’ t ( h può consistere
t ll’i t t i dell’ente (che ò i t
anche in un semplice risparmio), a quest’ultimo vengono
comminate, a seconda dei casi, sanzioni pecuniarie e/o interdittive
• L’unica difesa per l’ente è quella di dimostrare che l’illecito si è
verificato a causa della violazione, da parte della persona fisica,
delle “norme interne . Si tratta, in altre parole di dimostrare che
norme interne” tratta parole,
l’illecito si è consumato al di fuori della volontà dell’ente
• Le “norme interne” prendono per l’appunto il nome di “Modello 231”
4. 231 e ambiente
• Tra i reati presupposto figurano, dal 16 agosto di quest’anno, alcuni
“reati ambientali” (art 25-undecies) introdotti dal D lgs 121/2011
reati ambientali (art. 25-undecies), D.lgs.
in attuazione delle direttive 2008/99/CE e 2009/123/CE
• Peraltro, alcune fattispecie di “rilevanza ambientale” già erano state
attratte nell’“orbita 231” attraverso i reati di associazione per
tt tt ll’“ bit tt ti i i
delinquere e di truffa aggravata ai danni della PA (cfr. Cass. Pen.
Sentenze 234/2011 e 15657/2011), nonché, in prospettiva,
attraverso i reati informatici (SISTRI)
5. 231 e ambiente
• In generale, le sanzioni previste in materia ambientale
non appaiono – per diversi motivi, legati soprattutto ai
pp p , g p
modelli sanzionatori adottati – sufficientemente efficaci ai
fini della effettiva tutela del bene giuridico “ambiente”
• La discussione in tema tutela penale dell’ambiente:
– Proposte di inserimento nel Codice Penale dei delitti contro
l’ambiente
– Convenzione di Strasburgo del 4/11/98
– Direttiva 2008/99/CE del 19/11/2008 (da adottarsi entro il
26/12/2010)
– Legge delega 300/2000
– Legge comunitaria 2009
6. Il D.lgs. 121/2011
Il D.lgs. 121/2011, in attuazione della delega contenuta nella legge
Comunitaria 2009 (art. 19):
• Modifica il Codice penale, introducendo due nuove fattispecie di
reato in attuazione della Direttiva 2008/99/CE, ossia quella di
Uccisione, distruzione, cattura, prelievo, detenzione di esemplari di
, , ,p , p
specie animali o vegetali selvatiche protette (art. 272-bis) e quella di
Distruzione o deterioramento di habitat all’interno di un sito protetto
(art.
(art 733-bis)
• Apporta modifiche all’art. 260-bis D.lgs. 152/2006 (sanzioni
SISTRI)
• Modifica il D.lgs. 231/2001, introducendo, tra i reati presupposto
della responsabilità amministrative degli Enti, ALCUNI reati
ambientali (art 25-undecies)
(art. 25 undecies)
• Il testo normativo appare poco qualitativo, per l’imprecisione del
linguaggio (vd. ad es. art. 25-undecies, c. 7) e per altri aspetti di
natura più sostanziale
7. Art. 25-undecies D.lgs. 231/2001
• Nuovi reati di cui agli artt. 272-bis e 733-bis c.p.
• Reati previsti dal D.lgs. 152/2006, segnatamente:
– Alcuni reati previsti dalla normativa sugli scarichi di acque reflue (art. 137,
c. 2, 3, 5/1-2, 11 e 13 D.lgs. 152/2006)
– Diversi reati previsti dalla disciplina generale sui rifiuti (artt 256 c 1/a b
(artt. 256, c. 1/a-b,
3, 4, 5, 6 257, c. 1, 2, 258, c. 4/2, 259/1, 260, 260-bis, c. 6, 7/2-3, 8/1-2
D.lgs. 152/2006)
– U reato previsto dalla normativa sulle emissioni i atmosfera ( t 279 c.
Un t i t d ll ti ll i i i in t f (art. 279,
5 D.lgs. 152/2006)
• Reati previsti dalla L. 150/1992 sul commercio di specie
p p
animali e vegetali protette e di mammiferi e rettili
pericolosi
• Reati previsti dalla L. 549/1993 recante misure a tutela
dell’ozono stratosferico e dell’ambiente
• Reati previsti dal D.lgs. 202/2007 sull’inquinamento
provocato dalle navi
8. 231 e ambiente
scarichi di acque reflue
Articolo (D.lgs. 152/2006) Fattispecie Sanzione per la persona fisica Sanzione per l’ente
Art, 137, comma 2 Scarico di acque reflue Arresto Sanzione pecuniaria
industriali contenenti sostanze + sanzione interdittiva non
pericolose (Tab. 5 e 3/A All 5
(Tab All. superiore a 6 mesi
Parte III) senza autorizzazione o
con autorizzazione sospesa o
revocata
Art. 137, comma 3 Scarico di acque reflue industriali Arresto Sanzione pecuniaria
contenenti sostanze pericolose
(Tab. 5 e 3/A All. 5 Parte III) in
violazione delle prescrizioni
autorizzative o comunque
impartite dall’Autorità competente
Art. 137
Art 137, comma 5 primo periodo
5, Scarico di acque reflue industriali Arresto e ammenda Sanzione pecuniaria
con superamento dei limiti di
scarico fissati dalle Tab. 3 e 4 All.
5 Parte III in relazione alle
sostanze pericolose di Tab. 5 All.
5 Parte III ovvero dei limiti più
restrittivi fissati dall’Autorità
competente
Art. 137, comma 5, secondo Scarico di acque reflue Arresto e ammenda Sanzione pecuniaria
periodo industriali con superamento dei + sanzione interdittiva non
limiti di scarico fissati in superiore a 6 mesi
relazione alle sostanze
pericolose di Tab. 3/A All. 5
Parte III
Art. 137, comma 11 Violazione del divieto di scarico Arresto Sanzione pecuniaria
su suolo, sottosuolo e acque + sanzione interdittiva non
sotterranee superiore a 6 mesi
Art. 137, comma 13 Scarico in mare da parte di navi o Arresto Sanzione pecuniaria
aeromobili di sostanze o materiali
vietati
9. 231 e ambiente
rifiuti e bonifiche
Articolo (D.lgs. 152/2006) Fattispecie Sanzione per la persona fisica Sanzione per l’ente
Art, 256, comma 1, lett. a Gestione illecita di rifiuti non Arresto o ammenda + confisca Sanzione pecuniaria
pericolosi del mezzo di trasporto
Art. 256, comma 2, lett. b Gestione illecita di rifiuti pericolosi Arresto e ammenda + confisca del Sanzione pecuniaria
mezzo di trasporto
Art. 256
A t 256, comma 3/1 Discarica abusiva
Di i b i Arresto e ammenda + confisca e
A t d fi Sanzione pecuniaria
S i i i
ripristino
Art. 256, comma 3/2 Discarica abusiva per rifiuti Arresto e ammenda + confisca e Sanzione pecuniaria
pericolosi ripristino + sanzione interdittiva non
superiore a 6 mesi
Art. 256, comma 4 Inosservanza delle prescrizioni o Le tre precedenti ridotte delle Sanzione pecuniaria
assenza dei requisiti per metà
iscrizioni/comunicazioni
Art. 256, comma 5 Miscelazione vietata Arresto e ammenda Sanzione pecuniaria
Art. 256, comma 6/1 Deposito temporaneo illecito di Arresto o ammenda Sanzione pecuniaria
rifiuti sanitari pericolosi
Art. 257, comma 1 Omessa comunicazione di Arresto o ammenda Sanzione pecuniaria
inquinamento. Omessa bonifica
con superamento delle CS
CSR
Art. 257, commi 1 e 2 Omessa bonifica con Arresto e ammenda Sanzione pecuniaria
superamento delle CSR per
inquinamento da sostanze
pericolose
Art. 258, comma 4/2 Predisposizione/utilizzo di Reclusione Sanzione pecuniaria
certificato di analisi falso
10. 231 e ambiente
rifiuti e bonifiche
Articolo (D.lgs. 152/2006) Fattispecie Sanzione per la persona fisica Sanzione per l’ente
Art. 259/1 Traffico illecito di rifiuti Arresto e ammenda + confisca Sanzione pecuniaria
del mezzo di trasporto
Art. 260, commi 1 e 2 Attività organizzata per il Reclusione + pene accessorie Sanzione pecuniaria
traffico illecito di rifiuti + sanzione interdittiva non
superiore a 6 mesi
(interdizione definitiva
dall’esercizio dell’attività per gli
enti stabilmente utilizzati allo
scopo unico o prevalente di
commettere il reato)
Art. 260-bis, comma 6 Predisposizione/utilizzo di Reclusione Sanzione pecuniaria
certificato di analisi falso nel
SISTRI
Art. 260-bis, comma 7/2 Trasporto di rifiuti pericolosi Reclusione Sanzione pecuniaria
senza la copia cartacea della
Scheda SISTRI – Area
movimentazione.
Art. 260-bis, comma 7/3 Utilizzo di certificato di analisi Reclusione Sanzione pecuniaria
falso durante il trasporto
p
Art. 260-bis, comma 8/1-2 Trasporto di rifiuti con copia Reclusione + fermo del veicolo Sanzione pecuniaria
cartacea della Scheda SISTRI –
Area movimentazione
fraudolentemente alterata
11. 231 e ambiente
inquinamento provocato dalle navi
Articolo Fattispecie Sanzione per la persona fisica Sanzione per l’ente
Art. 8, comma 1 D.lgs. 202/2007 Versamento doloso in mare Arresto e ammenda Sanzione pecuniaria
delle sostanze inquinanti di cui + sanzione interdittiva non
agli All. I e II alla Convenzione superiore a 6 mesi
Marpol 73/78 (interdizione definitiva
dall’esercizio dell’attività per gli
enti stabilmente utilizzati allo
scopo unico o prevalente di
commettere il reato)
Art. 8, comma 2 D.lgs. 202/2007 Versamento doloso in mare Arresto e ammenda Sanzione pecuniaria
delle sostanze inquinanti di cui + sanzione interdittiva non
agli All. I e II alla Convenzione superiore a 6 mesi
Marpol 73/78, con danni (interdizione definitiva
permanenti o di particolari dall esercizio dell attività
dall’esercizio dell’attività per gli
gravità alle acque, a specie enti stabilmente utilizzati allo
animali o vegetali o a loro parti scopo unico o prevalente di
commettere il reato)
Art. 9, comma 1 D.lgs. 202/2007 Versamento colposo in mare Ammenda Sanzione pecuniaria
delle sostanze inquinanti di cui
agli All. I e II alla Convenzione
Marpol 73/78
Art. 9, comma 2 D.lgs. 202/2007 Versamento colposo in mare Arresto e ammenda Sanzione pecuniaria
delle sostanze inquinanti di cui + sanzione interdittiva non
agli All I e II alla C
li All. ll Convenzione
i superiore a 6 mesi
i i
Marpol 73/78, con danni
permanenti o di particolari gravità
alle acque, a specie animali o
vegetali o a loro parti
12. 231 e ambiente
altre fattispecie
Articolo Fattispecie Sanzione per la persona fisica Sanzione per l’ente
Art. 727-bis c.p. Uccisione, distruzione, cattura, Arresto o ammenda/ Ammenda Sanzione pecuniaria
prelievo, detenzione di esemplari
di specie animali o vegetali
selvatiche protette
Art. 733 bis c.p.
733-bis Distruzione o deterioramento di Arresto e ammenda Sanzione pecuniaria
habitat all’interno di un sito
protetto
Art. 279, comma 5 Emissioni in atmosfera con Arresto Sanzione pecuniaria
D.lgs. 152/2006 superamento dei limiti, con
contestuale superamento dei
valori limite di qualità dell’aria
Art. 1, commi 1 e 2 Violazioni della prescrizioni Arresto e ammenda Sanzione pecuniaria
Art. 2, commi 1 e 2 relative al commercio/detenzione Arresto o ammenda
Art. 6, comma 4 di specie animali e vegetali in via Reclusione/ Reclusione e multa
Art. 3-bis, comma 1
3 bis, di estinzione o di specie animali Arresto o ammenda
L. 150/1992 selvatici che costituiscano
pericolo per la salute e
l’incolumità pubblica (cfr.
Regolamenti CE 338/1997 e
939/1997) e falsificazioni di
certificati/licenze/notifiche/
dichiarazioni/comunicazioni
previste dalla medesima
normativa
Art. 3, comma 6 L. 549/1993 Violazioni delle disposizioni in Arresto e ammenda + revoca Sanzione pecuniaria
merito alla cessazione e autorizzazione/licenza nei casi
riduzione dell’impiego delle più gravi
sostanze ozono-lesive (cfr.
Regolamento CE 3093/94)
13. 231 e rifiuti: problematiche principali
• Eccessiva severità relativamente alla inclusione, fra i reati
presupposto,
presupposto anche di fattispecie contravvenzionali concernenti
contravvenzionali,
violazioni colpose, formali e comunque indipendenti dalla
potenzialità lesiva per l’ambiente o la salute umana, spesso
estinguibili dalla persona fisica mediante oblazione; ciò soprattutto
tenendo conto che la Direttiva 2008/99/CE prevede che la tutela
penale dell’ambiente si estenda alle attività «illecite» e «poste in
essere i t
intenzionalmente o quanto meno per grave negligenza» e
i l t t li
che «provochino o possano provocare il decesso o lesioni gravi alle
persone o danni rilevanti alla qualità dell’aria, alla qualità del suolo o
alla qualità delle acque, ovvero alla fauna o alla flora»
• Violazione dei principi di adeguatezza e proporzionalità
(richiamati anche nell’art 19 della L comunitaria 2009 quali “principi
nell art. L. principi
e criteri direttivi specifici” di esercizio della delega) in relazione
all’introduzione, tra i reati presupposto, di fattispecie punite in
maniera meno grave di altre che invece sono escluse dal “catalogo” catalogo
(es. art. 255, comma 3 vs art. 256, comma 1 lett. a) D.lgs. 152/2006)
14. 231 e rifiuti: problematiche principali
• Problematiche connesse alla natura del richiamo a sanzioni
incluse t i reati presupposto, contenuto in disposizioni
i l tra ti t t t i di i i i
sanzionatorie previste in norme speciali non espressamente
richiamate e spesso riferite a condotte diverse (es. richiamo
all’art. 256 D.lgs. 152/2006 contenuto nell’art. 16 del D.lgs.
36/2003 relativo alla violazione dei criteri di accettabilità dei
rifiuti in discarica)
• Presenza di “grandi assenti” rispetto alle infrazioni
contemplate dalla Direttiva 2008/99/CE
• Assenza di un richiamo ai Sistemi di gestione ambientale
(ISO 14001, EMAS) similare a quello contenuto nell’art 30
14001 nell art. 30,
comma 5 D.lgs. 81/08 relativamente ai reati colposi di
omicidio e lesioni personali commessi con violazione delle
regole antinfortunistiche
15. I “grandi assenti”
DIRETTIVA 2008/99/CE
• Art. 256, c. 2 e art. 255, c. 3 D.lgs. 152/2006, illecito abbandono di rifiuti
(sorprendente soprattutto in relazione all’art. 192, c. 4)
all art.
• Art. 29-quattordecies D.lgs. 152/2006, reati previsti dalla normativa IPPC
(sorprendente soprattutto alla luce della inclusione dei reati stabiliti dalle
normative settoriali)
• Art. 19 D.lgs. 133/2005, violazioni relative alla conduzione di impianti di
incenerimento di rifiuti
• Art 16 D.lgs. 36/2003 violazioni relative ai criteri di accettabilità dei rifiuti in
Art. D lgs 36/2003,
discarica
• Art. 10 D.lgs. 209/1999, violazioni relative ai divieti di utilizzo ed agli obblighi di
decontaminazione
decontamina ione e smaltimento di apparecchiat re contenenti PCB PCT
apparecchiature PCB-PCT
• Art. 27 D.lgs. 334/1999, violazioni relative agli impianti a rischio di incidente
rilevante
• Art. 13 D.lgs. 209/2003, violazioni relativa alla gestione dei veicoli fuori uso
CODICE PENALE
• Art. 434 c.p., Disastro ambientale
p,
• Art. 635 c.p., Danneggiamento
16. 231 e rifiuti: l’approccio per
l’aggiornamento del Modello
• I reati relativi alla gestione dei rifiuti sono molto “attenzionati”
dalla magistratura ed agli organi di controllo ed è facile per i
soggetti apicali dell’impresa vederseli contestare anche soltanto
gg p p
a titolo di concorso, in quanto si tratta di fattispecie
contravvenzionali, il cui normale titolo di imputazione è la colpa,
spesso connesse ad irregolarità commesse dagli operatori
professionali cui i rifiuti vengono affidati
• La giurisprudenza è molto rigorosa nella interpretazione del
principio di “
i i i “corresponsabilità” di tutti i soggetti l
bilità” t tti tti lungo l fili
la filiera:
«siffatte responsabilità si configurano anche a livello di semplice
istigazione, determinazione, rafforzamento o facilitazione nella
realizzazione degli illeciti commessi dai soggetti impegnati
direttamente nella gestione dei rifiuti» (Cassazione penale n.
32338 del 9 agosto 2007).
g )
17. 231 e rifiuti: l’approccio per
l’aggiornamento del Modello
• I reati ambientali sono stati introdotti nel “catalogo 231” con
effetto dal 16 agosto e non è previsto un “periodo transitorio” per
l’aggiornamento del Modello
gg
• E’ dunque opportuno partire, nell’aggiornamento del Modello ai
reati ambientali, da quelli in materia di gestione dei rifiuti, e, tra
questi,
questi da quelli più “pesanti” in termini sanzionatori (discarica
pesanti
abusiva, attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti), anche
in considerazione del fatto che:
– rispetto alle altre fattispecie ambientali, nella loro commissione il
fattore umano è molto influente (ed è sui comportamenti delle
persone che il Modello può essere davvero incisivo)
– spesso essi sono determinati da comportamenti dei fornitori
– le misure di prevenzione sono le medesime che per gli altri reati
(vd. ad es. giurisprudenza sul confine tra abbandono di rifiuti e
discarica abusiva)
18. 231 e rifiuti: l’approccio per
l’aggiornamento del Modello
• Nell’adozione del Modello “Parte speciale ambiente” la presenza
di un SGA certificato (ISO 14011 o EMAS) è un rilevante
elemento di facilitazione; anzi, tale soluzioni organizzativa è
; , g
caldamente raccomandabile, pur in assenza di una norma
similare all’art. 30, c. 5 D.lgs. 81/2008, e può ben rappresentare
il contenuto di una misura di prevenzione del Modello dal
Modello,
momento che la giurisprudenza ha già riconosciuto a questi
standard il valore di “BAT”
• Considerate l i
C id t le innumerevoli e non sempre “i
li “immediate” modalità
di t ” d lità
con cui i reati in materia di gestione dei rifiuti si realizzano (vd.
giurisprudenza), l’assenza di un SGA rende la implementazione
del Modello particolarmente gravosa
• La mappatura dei rischi deve comunque essere effettuata , più
che in altri ambiti, considerando attentamente la giurisprudenza
e la normativa di settore, oltre che gli atti di indirizzi adottati
dalle Autorità competenti
19. L’identificazione dei rischi
Storia Normativa
Sentenze e
Processi
stampa
Rischio
Norme
Funzioni (inerente/ interne
residuo)
20. La casistica giurisprudenziale:
Gestione illecita di rifiuti
Reato Casistica giurisprudenziale
Attività di gestione rifiuti non Attività di trasporto di rifiuti anche in via non
continuativa senza autorizzazione (cfr. Cass., sez. III,
autorizzata (art. 256, comma 1
t i t ( t 256 1, 13 aprile 2010, n. 21655; Cass., sez. III, 25.11.2008, n.
lettere a) e b) D.lgs. 152/2006) 9465); conferimento di rifiuti da smaltire ad impresa
priva delle prescritte autorizzazioni (cfr. Cass., sez. III,
13 aprile 2010, n. 22034); trasporto di rifiuti propri non
«Chiunque effettua una attività di raccolta,
raccolta pericolosi con mezzi propri non autorizzati (cfr. Cass
(cfr Cass.,
trasporto, recupero, smaltimento, commercio sez. III, 25.11.2009, n. 8300); locazione di un terreno a
terzi non autorizzati allo svolgimento dell'attività di
ed intermediazione di rifiuti in mancanza della
smaltimento di rifiuti (cfr. Cass., sez. III, 9.7.2009, n.
prescritta autorizzazione, iscrizione o 36836); reflui stoccati in attesa di successivo
comunicazione di cui agli articoli 208 209
208, 209, smaltimento (cass sez III, 18 6 2009 n 35138);
(cass., sez. III 18.6.2009, n.
210, 211, 212, 214, 215 e 216 è punito: errata qualificazione di un rifiuto come sottoprodotto
a) con la pena dell'arresto da tre mesi a un (cfr. Cass., sez. III, 28.1.2009, n. 10711); tardivo
anno o con l'ammenda da 2.600 euro a 26.000 smaltimento di rifiuti accumulati in deposito irregolare
dal rappresentante di una società subentrato nella
euro se si tratta di rifiuti non pericolosi;
gestione dell'impresa (cfr. Trib. Rovereto, 1.7.2008, n.
b) con la pena dell'arresto da sei mesi a due 256); movimentazioni di rifiuti con mezzi non
anni e con l’ammenda da 2.600 euro a 26.000 autorizzati cominciato in area privata ma destinati
euro se si tratta di rifiuti pericolosi» all'esterno (cfr. Cass., sez. III, 19.12.2007, n. 5312);
trasporto di rifiuti diversi da quelli autorizzati (cfr.
Cass., sez. III, 6.11.2007, n. 43849); delega da parte
del titolare dell'autorizzazione di attività di gestione di
rifiuti a soggetti non autorizzati (cfr. Cass., sez. III,
15.5.2007, n. 24723)
21. La casistica giurisprudenziale:
Attività organizzate per il traffico illecito
Reato Casistica giurisprudenziale
Attività organizzate per il traffico Gestione dei rifiuti svolta continuativamente in
violazione di autorizzazioni, in assenza di
illecito
ill it di rifiuti ( t 260 D l
ifi ti (art. D.lgs. autorizzazioni o con autorizzazioni palesemente
152/2006) illegittime (cfr. Trib. Rieti, 1.2.2010, n. 17; Cass., sez.
III, 20.11.2007, n. 358); predisposizione di una, anche
rudimentale, organizzazione professionale per la
«Chiunque,
«Chiunque al fine di conseguire un ingiusto gestione continuativa ed illegale di rifiuti (cfr Cass
(cfr. Cass.,
profitto, con più operazioni e attraverso sez. III, 3.11.2009, n. 46705); gestione di ingente
quantitativo di rifiuti, con operazioni aventi
l'allestimento di mezzi e attività continuative
singolarmente ad oggetto anche modiche quantità (cfr.
organizzate, cede, riceve, trasporta, esporta, Cass., sez. III, 10.7.2008, n. 30847); l’ingiusto profitto
importa,
importa o comunque gestisce abusivamente può essere rappresentato anche dalla semplice
ingenti quantitativi di rifiuti è punito con la riduzione dei costi aziendali (cfr. Cass., sez. III,
reclusione da uno a sei anni. 20.11.2007, n. 358; Cass., sez. IV, 2.7.2007, n. 28158)
Se si tratta di rifiuti ad alta radioattività si
applica la pena della reclusione da tre a otto
anni».
Spesso contestato in concorso con il reato di
associazione a delinquere con i reati relativi ai
delinquere,
FIR, con i reati di truffa associati ai titoli
abilitativi, con i reati di falso ad es.
relativamente alle dichiarazioni rese nelle
bollette doganali con il reato di traffico illecito
doganali,
di rifiuti (spedizioni transfrontaliere), con il
reato di disastro
22. L’identificazione dei rischi
Normativa
Storia D.lgs. 152/06
No precedenti Artt. 183
Art. 256
Art 256, comma 1
Sentenze e stampa
Sentenza Corte di
Cassazione 16
Processi febbraio 2010, n. 6266
(
(Rifiuti solidi -
Magazzino e Deposito temporaneo -
spedizioni Volume occupato -
Spazi vuoti - Non
contano – Peso
effettivo – Irrilevante)
Funzioni
Norme interne
Responsabile
magazzino
Rischio …
25. I due livelli di normazione interna
• Primo livello: Modello 231
– Identificazione dei rischi
– Programma di prevenzione
– Misure per apicali + misure “cerniera”
– Codice Etico
– Sistema disciplinare
– Nomina OdV
• Secondo livello: SGA ISO 14001/EMAS
– Politica
– Manuale
– Procedure
– Istruzioni operative
– Dichiarazione ambientale
26. Misure di prevenzione
(con SGA): alcuni esempi
• Adozione del SGA certificato (tipica “misura cerniera”)
• Criteri di definizione del budget (es. criteri di scelta dei fornitori
di servizi di gestione dei rifiuti: attenzione a non scendere sotto il
prezzo di mercato!)
• Procedure di qualificazione dei fornitori (es. iscrizione al SISTRI
come requisito da verificare obbligatoriamente assieme alle
autorizzazioni ed indipendentemente dalla presenza di un
intermediario/commerciante; rotazione dei laboratori cui affidare
le analisi di classificazione dei rifiuti)
• Adozione di standard contrattuali per i servizi di gestione dei
rifiuti
ifi i
• Individuazione dei rifiuti e sottoprodotti derivanti dal ciclo
p
produttivo ( evitare la g
(da gestione “estemporanea” e “casuale”
p
dei sottoprodotti e la classificazione dei rifiuti sulla base dei
“suggerimenti” dei fornitori)
• Aggiornamento normativo e verifica dei requisiti normativi e
traduzione in norme interne (attenzione alle spedizioni
transfrontaliere)