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GRUPPO DI STUDIO SICUREZZA
            E AMBIENTE
   LE RECENTI NOVITA' IN MATERIA DI
NORMATIVA PER LA TUTELA DELL'AMBIENTE
                 Relatori:
           Avv. Mara CHILOSI
          Dott. Camillo FRANCO

          Mercoledì 16 novembre 2011
                  Ore 16.00

          Centro Produttività Veneto - Fondazione Giacomo Rumor
                           Area Gruppi di Studio
Fondazione Giacomo Rumor
    Centro Produttività Veneto

IL DECRETO 231 E I NUOVI
    REATI AMBIENTALI
    Art. 25-undecies D.lgs. 231/2001
              avv. Mara Chilosi
              a
               Partner di B&P Avvocati
           Largo Guido Donegani 2, Milano
                   Tel.
                   T l 02/65560496
          mara.chilosi@buttiandpartners.com
Il 231 in sintesi




•   Il D.lgs. 231/2001 colpisce la “colpa di organizzazione”,
    responsabilizzando gli enti per taluni reati commessi dalle persone
    fisiche operanti al loro interno (cd. “reati-presupposto”)
•   Quando viene accertato che il reato è stato commesso e che ciò è
    avvenuto nell’interesse o a vantaggio d ll’ t ( h può consistere
              t     ll’i t             t    i dell’ente (che ò         i t
    anche in un semplice risparmio), a quest’ultimo vengono
    comminate, a seconda dei casi, sanzioni pecuniarie e/o interdittive
•   L’unica difesa per l’ente è quella di dimostrare che l’illecito si è
    verificato a causa della violazione, da parte della persona fisica,
    delle “norme interne . Si tratta, in altre parole di dimostrare che
             norme interne”     tratta         parole,
    l’illecito si è consumato al di fuori della volontà dell’ente
•   Le “norme interne” prendono per l’appunto il nome di “Modello 231”
231 e ambiente




•   Tra i reati presupposto figurano, dal 16 agosto di quest’anno, alcuni
    “reati ambientali” (art 25-undecies) introdotti dal D lgs 121/2011
     reati ambientali (art. 25-undecies),                   D.lgs.
    in attuazione delle direttive 2008/99/CE e 2009/123/CE
•   Peraltro, alcune fattispecie di “rilevanza ambientale” già erano state
    attratte nell’“orbita 231” attraverso i reati di associazione per
      tt tt     ll’“ bit        tt             ti         i i
    delinquere e di truffa aggravata ai danni della PA (cfr. Cass. Pen.
    Sentenze 234/2011 e 15657/2011), nonché, in prospettiva,
    attraverso i reati informatici (SISTRI)
231 e ambiente




• In generale, le sanzioni previste in materia ambientale
  non appaiono – per diversi motivi, legati soprattutto ai
         pp           p                , g        p
  modelli sanzionatori adottati – sufficientemente efficaci ai
  fini della effettiva tutela del bene giuridico “ambiente”
• La discussione in tema tutela penale dell’ambiente:
   – Proposte di inserimento nel Codice Penale dei delitti contro
     l’ambiente
   – Convenzione di Strasburgo del 4/11/98
   – Direttiva 2008/99/CE del 19/11/2008 (da adottarsi entro il
     26/12/2010)
   – Legge delega 300/2000
   – Legge comunitaria 2009
Il D.lgs. 121/2011

Il D.lgs. 121/2011, in attuazione della delega contenuta nella legge
Comunitaria 2009 (art. 19):
• Modifica il Codice penale, introducendo due nuove fattispecie di
    reato in attuazione della Direttiva 2008/99/CE, ossia quella di
    Uccisione, distruzione, cattura, prelievo, detenzione di esemplari di
               ,            ,       ,p       ,                      p
    specie animali o vegetali selvatiche protette (art. 272-bis) e quella di
    Distruzione o deterioramento di habitat all’interno di un sito protetto
    (art.
    (art 733-bis)
• Apporta modifiche all’art. 260-bis D.lgs. 152/2006 (sanzioni
    SISTRI)
• Modifica il D.lgs. 231/2001, introducendo, tra i reati presupposto
    della responsabilità amministrative degli Enti, ALCUNI reati
    ambientali (art 25-undecies)
                 (art. 25 undecies)
• Il testo normativo appare poco qualitativo, per l’imprecisione del
    linguaggio (vd. ad es. art. 25-undecies, c. 7) e per altri aspetti di
    natura più sostanziale
Art. 25-undecies D.lgs. 231/2001


• Nuovi reati di cui agli artt. 272-bis e 733-bis c.p.
• Reati previsti dal D.lgs. 152/2006, segnatamente:
   – Alcuni reati previsti dalla normativa sugli scarichi di acque reflue (art. 137,
     c. 2, 3, 5/1-2, 11 e 13 D.lgs. 152/2006)
   – Diversi reati previsti dalla disciplina generale sui rifiuti (artt 256 c 1/a b
                                                                  (artt. 256, c. 1/a-b,
     3, 4, 5, 6 257, c. 1, 2, 258, c. 4/2, 259/1, 260, 260-bis, c. 6, 7/2-3, 8/1-2
     D.lgs. 152/2006)
   – U reato previsto dalla normativa sulle emissioni i atmosfera ( t 279 c.
     Un      t       i t d ll         ti     ll    i i i in t         f    (art. 279,
     5 D.lgs. 152/2006)
• Reati previsti dalla L. 150/1992 sul commercio di specie
         p                                             p
  animali e vegetali protette e di mammiferi e rettili
  pericolosi
• Reati previsti dalla L. 549/1993 recante misure a tutela
  dell’ozono stratosferico e dell’ambiente
• Reati previsti dal D.lgs. 202/2007 sull’inquinamento
  provocato dalle navi
231 e ambiente
                                                                                         scarichi di acque reflue
Articolo (D.lgs. 152/2006)       Fattispecie                             Sanzione per la persona fisica   Sanzione per l’ente

Art, 137, comma 2                Scarico di acque reflue                 Arresto                          Sanzione pecuniaria
                                 industriali contenenti sostanze                                          + sanzione interdittiva non
                                 pericolose (Tab. 5 e 3/A All 5
                                              (Tab         All.                                           superiore a 6 mesi
                                 Parte III) senza autorizzazione o
                                 con autorizzazione sospesa o
                                 revocata
Art. 137, comma 3                Scarico di acque reflue industriali     Arresto                          Sanzione pecuniaria
                                 contenenti sostanze pericolose
                                 (Tab. 5 e 3/A All. 5 Parte III) in
                                 violazione delle prescrizioni
                                 autorizzative o comunque
                                 impartite dall’Autorità competente
Art. 137
Art 137, comma 5 primo periodo
               5,                Scarico di acque reflue industriali     Arresto e ammenda                Sanzione pecuniaria
                                 con superamento dei limiti di
                                 scarico fissati dalle Tab. 3 e 4 All.
                                 5 Parte III in relazione alle
                                 sostanze pericolose di Tab. 5 All.
                                 5 Parte III ovvero dei limiti più
                                 restrittivi fissati dall’Autorità
                                 competente
Art. 137, comma 5, secondo       Scarico di acque reflue                 Arresto e ammenda                Sanzione pecuniaria
periodo                          industriali con superamento dei                                          + sanzione interdittiva non
                                 limiti di scarico fissati in                                             superiore a 6 mesi
                                 relazione alle sostanze
                                 pericolose di Tab. 3/A All. 5
                                 Parte III
Art. 137, comma 11               Violazione del divieto di scarico       Arresto                          Sanzione pecuniaria
                                 su suolo, sottosuolo e acque                                             + sanzione interdittiva non
                                 sotterranee                                                              superiore a 6 mesi

Art. 137, comma 13               Scarico in mare da parte di navi o      Arresto                          Sanzione pecuniaria
                                 aeromobili di sostanze o materiali
                                 vietati
231 e ambiente
                                                                                                         rifiuti e bonifiche

Articolo (D.lgs. 152/2006)   Fattispecie                               Sanzione per la persona fisica     Sanzione per l’ente

Art, 256, comma 1, lett. a   Gestione illecita di rifiuti non          Arresto o ammenda + confisca       Sanzione pecuniaria
                             pericolosi                                del mezzo di trasporto

Art. 256, comma 2, lett. b   Gestione illecita di rifiuti pericolosi   Arresto e ammenda + confisca del   Sanzione pecuniaria
                                                                       mezzo di trasporto

Art. 256
A t 256, comma 3/1           Discarica abusiva
                             Di    i    b i                            Arresto e ammenda + confisca e
                                                                       A      t       d       fi          Sanzione pecuniaria
                                                                                                          S   i         i i
                                                                       ripristino

Art. 256, comma 3/2          Discarica abusiva per rifiuti             Arresto e ammenda + confisca e     Sanzione pecuniaria
                             pericolosi                                ripristino                         + sanzione interdittiva non
                                                                                                          superiore a 6 mesi

Art. 256, comma 4            Inosservanza delle prescrizioni o         Le tre precedenti ridotte delle    Sanzione pecuniaria
                             assenza dei requisiti per                 metà
                             iscrizioni/comunicazioni

Art. 256, comma 5            Miscelazione vietata                      Arresto e ammenda                  Sanzione pecuniaria

Art. 256, comma 6/1          Deposito temporaneo illecito di           Arresto o ammenda                  Sanzione pecuniaria
                             rifiuti sanitari pericolosi

Art. 257, comma 1            Omessa comunicazione di                   Arresto o ammenda                  Sanzione pecuniaria
                             inquinamento. Omessa bonifica
                             con superamento delle CS
                                                   CSR


Art. 257, commi 1 e 2        Omessa bonifica con                       Arresto e ammenda                  Sanzione pecuniaria
                             superamento delle CSR per
                             inquinamento da sostanze
                             pericolose
Art. 258, comma 4/2          Predisposizione/utilizzo di               Reclusione                         Sanzione pecuniaria
                             certificato di analisi falso
231 e ambiente
                                                                                                   rifiuti e bonifiche

Articolo (D.lgs. 152/2006)   Fattispecie                          Sanzione per la persona fisica    Sanzione per l’ente

Art. 259/1                   Traffico illecito di rifiuti         Arresto e ammenda + confisca      Sanzione pecuniaria
                                                                  del mezzo di trasporto

Art. 260, commi 1 e 2        Attività organizzata per il          Reclusione + pene accessorie      Sanzione pecuniaria
                             traffico illecito di rifiuti                                           + sanzione interdittiva non
                                                                                                    superiore a 6 mesi
                                                                                                    (interdizione definitiva
                                                                                                    dall’esercizio dell’attività per gli
                                                                                                    enti stabilmente utilizzati allo
                                                                                                    scopo unico o prevalente di
                                                                                                    commettere il reato)

Art. 260-bis, comma 6        Predisposizione/utilizzo di          Reclusione                        Sanzione pecuniaria
                             certificato di analisi falso nel
                             SISTRI

Art. 260-bis, comma 7/2      Trasporto di rifiuti pericolosi      Reclusione                        Sanzione pecuniaria
                             senza la copia cartacea della
                             Scheda SISTRI – Area
                             movimentazione.

Art. 260-bis, comma 7/3      Utilizzo di certificato di analisi   Reclusione                        Sanzione pecuniaria
                             falso durante il trasporto
                                                   p


Art. 260-bis, comma 8/1-2    Trasporto di rifiuti con copia       Reclusione + fermo del veicolo    Sanzione pecuniaria
                             cartacea della Scheda SISTRI –
                             Area movimentazione
                             fraudolentemente alterata
231 e ambiente
                                                            inquinamento provocato dalle navi
Articolo                          Fattispecie                           Sanzione per la persona fisica   Sanzione per l’ente

Art. 8, comma 1 D.lgs. 202/2007   Versamento doloso in mare             Arresto e ammenda                Sanzione pecuniaria
                                  delle sostanze inquinanti di cui                                       + sanzione interdittiva non
                                  agli All. I e II alla Convenzione                                      superiore a 6 mesi
                                  Marpol 73/78                                                           (interdizione definitiva
                                                                                                         dall’esercizio dell’attività per gli
                                                                                                         enti stabilmente utilizzati allo
                                                                                                         scopo unico o prevalente di
                                                                                                         commettere il reato)
Art. 8, comma 2 D.lgs. 202/2007   Versamento doloso in mare             Arresto e ammenda                Sanzione pecuniaria
                                  delle sostanze inquinanti di cui                                       + sanzione interdittiva non
                                  agli All. I e II alla Convenzione                                      superiore a 6 mesi
                                  Marpol 73/78, con danni                                                (interdizione definitiva
                                  permanenti o di particolari                                            dall esercizio dell attività
                                                                                                         dall’esercizio dell’attività per gli
                                  gravità alle acque, a specie                                           enti stabilmente utilizzati allo
                                  animali o vegetali o a loro parti                                      scopo unico o prevalente di
                                                                                                         commettere il reato)
Art. 9, comma 1 D.lgs. 202/2007   Versamento colposo in mare            Ammenda                          Sanzione pecuniaria
                                  delle sostanze inquinanti di cui
                                  agli All. I e II alla Convenzione
                                  Marpol 73/78

Art. 9, comma 2 D.lgs. 202/2007   Versamento colposo in mare            Arresto e ammenda                Sanzione pecuniaria
                                  delle sostanze inquinanti di cui                                       + sanzione interdittiva non
                                  agli All I e II alla C
                                     li All.       ll Convenzione
                                                             i                                           superiore a 6 mesi
                                                                                                              i           i
                                  Marpol 73/78, con danni
                                  permanenti o di particolari gravità
                                  alle acque, a specie animali o
                                  vegetali o a loro parti
231 e ambiente
                                                                                                      altre fattispecie

Articolo                      Fattispecie                           Sanzione per la persona fisica    Sanzione per l’ente

Art. 727-bis c.p.             Uccisione, distruzione, cattura,      Arresto o ammenda/ Ammenda        Sanzione pecuniaria
                              prelievo, detenzione di esemplari
                              di specie animali o vegetali
                              selvatiche protette
Art. 733 bis c.p.
     733-bis                  Distruzione o deterioramento di       Arresto e ammenda                 Sanzione pecuniaria
                              habitat all’interno di un sito
                              protetto
Art. 279, comma 5             Emissioni in atmosfera con            Arresto                           Sanzione pecuniaria
D.lgs. 152/2006               superamento dei limiti, con
                              contestuale superamento dei
                              valori limite di qualità dell’aria
Art. 1, commi 1 e 2           Violazioni della prescrizioni         Arresto e ammenda                 Sanzione pecuniaria
Art. 2, commi 1 e 2           relative al commercio/detenzione      Arresto o ammenda
Art. 6, comma 4               di specie animali e vegetali in via   Reclusione/ Reclusione e multa
Art. 3-bis, comma 1
     3 bis,                   di estinzione o di specie animali     Arresto o ammenda
L. 150/1992                   selvatici che costituiscano
                              pericolo per la salute e
                              l’incolumità pubblica (cfr.
                              Regolamenti CE 338/1997 e
                              939/1997) e falsificazioni di
                              certificati/licenze/notifiche/
                              dichiarazioni/comunicazioni
                              previste dalla medesima
                              normativa
Art. 3, comma 6 L. 549/1993   Violazioni delle disposizioni in      Arresto e ammenda + revoca        Sanzione pecuniaria
                              merito alla cessazione e              autorizzazione/licenza nei casi
                              riduzione dell’impiego delle          più gravi
                              sostanze ozono-lesive (cfr.
                              Regolamento CE 3093/94)
231 e rifiuti: problematiche principali


•   Eccessiva severità relativamente alla inclusione, fra i reati
    presupposto,
    presupposto anche di fattispecie contravvenzionali concernenti
                                            contravvenzionali,
    violazioni colpose, formali e comunque indipendenti dalla
    potenzialità lesiva per l’ambiente o la salute umana, spesso
    estinguibili dalla persona fisica mediante oblazione; ciò soprattutto
    tenendo conto che la Direttiva 2008/99/CE prevede che la tutela
    penale dell’ambiente si estenda alle attività «illecite» e «poste in
    essere i t
             intenzionalmente o quanto meno per grave negligenza» e
                     i    l     t         t                        li
    che «provochino o possano provocare il decesso o lesioni gravi alle
    persone o danni rilevanti alla qualità dell’aria, alla qualità del suolo o
    alla qualità delle acque, ovvero alla fauna o alla flora»
•   Violazione dei principi di adeguatezza e proporzionalità
    (richiamati anche nell’art 19 della L comunitaria 2009 quali “principi
                          nell art.          L.                          principi
    e criteri direttivi specifici” di esercizio della delega) in relazione
    all’introduzione, tra i reati presupposto, di fattispecie punite in
    maniera meno grave di altre che invece sono escluse dal “catalogo” catalogo
    (es. art. 255, comma 3 vs art. 256, comma 1 lett. a) D.lgs. 152/2006)
231 e rifiuti: problematiche principali


• Problematiche connesse alla natura del richiamo a sanzioni
  incluse t i reati presupposto, contenuto in disposizioni
  i l        tra     ti        t      t     t i di      i i i
  sanzionatorie previste in norme speciali non espressamente
  richiamate e spesso riferite a condotte diverse (es. richiamo
  all’art. 256 D.lgs. 152/2006 contenuto nell’art. 16 del D.lgs.
  36/2003 relativo alla violazione dei criteri di accettabilità dei
  rifiuti in discarica)
• Presenza di “grandi assenti” rispetto alle infrazioni
  contemplate dalla Direttiva 2008/99/CE
• Assenza di un richiamo ai Sistemi di gestione ambientale
  (ISO 14001, EMAS) similare a quello contenuto nell’art 30
          14001                                       nell art. 30,
  comma 5 D.lgs. 81/08 relativamente ai reati colposi di
  omicidio e lesioni personali commessi con violazione delle
  regole antinfortunistiche
I “grandi assenti”

DIRETTIVA 2008/99/CE
• Art. 256, c. 2 e art. 255, c. 3 D.lgs. 152/2006, illecito abbandono di rifiuti
   (sorprendente soprattutto in relazione all’art. 192, c. 4)
                                              all art.
• Art. 29-quattordecies D.lgs. 152/2006, reati previsti dalla normativa IPPC
   (sorprendente soprattutto alla luce della inclusione dei reati stabiliti dalle
   normative settoriali)
• Art. 19 D.lgs. 133/2005, violazioni relative alla conduzione di impianti di
   incenerimento di rifiuti
• Art 16 D.lgs. 36/2003 violazioni relative ai criteri di accettabilità dei rifiuti in
   Art.    D lgs 36/2003,
   discarica
• Art. 10 D.lgs. 209/1999, violazioni relative ai divieti di utilizzo ed agli obblighi di
   decontaminazione
   decontamina ione e smaltimento di apparecchiat re contenenti PCB PCT
                                         apparecchiature                 PCB-PCT
• Art. 27 D.lgs. 334/1999, violazioni relative agli impianti a rischio di incidente
   rilevante
• Art. 13 D.lgs. 209/2003, violazioni relativa alla gestione dei veicoli fuori uso
CODICE PENALE
• Art. 434 c.p., Disastro ambientale
              p,
• Art. 635 c.p., Danneggiamento
231 e rifiuti: l’approccio per
                                         l’aggiornamento del Modello



•   I reati relativi alla gestione dei rifiuti sono molto “attenzionati”
    dalla magistratura ed agli organi di controllo ed è facile per i
    soggetti apicali dell’impresa vederseli contestare anche soltanto
        gg      p             p
    a titolo di concorso, in quanto si tratta di fattispecie
    contravvenzionali, il cui normale titolo di imputazione è la colpa,
    spesso connesse ad irregolarità commesse dagli operatori
    professionali cui i rifiuti vengono affidati
•   La giurisprudenza è molto rigorosa nella interpretazione del
    principio di “
       i i i      “corresponsabilità” di tutti i soggetti l
                                 bilità” t tti        tti lungo l fili
                                                                la filiera:
    «siffatte responsabilità si configurano anche a livello di semplice
    istigazione, determinazione, rafforzamento o facilitazione nella
    realizzazione degli illeciti commessi dai soggetti impegnati
    direttamente nella gestione dei rifiuti» (Cassazione penale n.
    32338 del 9 agosto 2007).
                     g           )
231 e rifiuti: l’approccio per
                                           l’aggiornamento del Modello



•   I reati ambientali sono stati introdotti nel “catalogo 231” con
    effetto dal 16 agosto e non è previsto un “periodo transitorio” per
    l’aggiornamento del Modello
       gg
•   E’ dunque opportuno partire, nell’aggiornamento del Modello ai
    reati ambientali, da quelli in materia di gestione dei rifiuti, e, tra
    questi,
    questi da quelli più “pesanti” in termini sanzionatori (discarica
                          pesanti
    abusiva, attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti), anche
    in considerazione del fatto che:
     – rispetto alle altre fattispecie ambientali, nella loro commissione il
       fattore umano è molto influente (ed è sui comportamenti delle
       persone che il Modello può essere davvero incisivo)
     – spesso essi sono determinati da comportamenti dei fornitori
     – le misure di prevenzione sono le medesime che per gli altri reati
       (vd. ad es. giurisprudenza sul confine tra abbandono di rifiuti e
       discarica abusiva)
231 e rifiuti: l’approccio per
                                         l’aggiornamento del Modello



•   Nell’adozione del Modello “Parte speciale ambiente” la presenza
    di un SGA certificato (ISO 14011 o EMAS) è un rilevante
    elemento di facilitazione; anzi, tale soluzioni organizzativa è
                                ;     ,                  g
    caldamente raccomandabile, pur in assenza di una norma
    similare all’art. 30, c. 5 D.lgs. 81/2008, e può ben rappresentare
    il contenuto di una misura di prevenzione del Modello dal
                                                       Modello,
    momento che la giurisprudenza ha già riconosciuto a questi
    standard il valore di “BAT”
•   Considerate l i
    C     id t le innumerevoli e non sempre “i
                                   li               “immediate” modalità
                                                            di t ”    d lità
    con cui i reati in materia di gestione dei rifiuti si realizzano (vd.
    giurisprudenza), l’assenza di un SGA rende la implementazione
    del Modello particolarmente gravosa
•   La mappatura dei rischi deve comunque essere effettuata , più
    che in altri ambiti, considerando attentamente la giurisprudenza
    e la normativa di settore, oltre che gli atti di indirizzi adottati
    dalle Autorità competenti
L’identificazione dei rischi




               Storia      Normativa


                                       Sentenze e
    Processi
                                        stampa



                     Rischio
                                              Norme
Funzioni            (inerente/                interne
                     residuo)
La casistica giurisprudenziale:
                                                  Gestione illecita di rifiuti
Reato                                             Casistica giurisprudenziale
Attività di gestione rifiuti non                  Attività di trasporto di rifiuti anche in via non
                                                  continuativa senza autorizzazione (cfr. Cass., sez. III,
autorizzata (art. 256, comma 1
   t i     t ( t 256             1,               13 aprile 2010, n. 21655; Cass., sez. III, 25.11.2008, n.
lettere a) e b) D.lgs. 152/2006)                  9465); conferimento di rifiuti da smaltire ad impresa
                                                  priva delle prescritte autorizzazioni (cfr. Cass., sez. III,
                                                  13 aprile 2010, n. 22034); trasporto di rifiuti propri non
«Chiunque effettua una attività di raccolta,
                                       raccolta   pericolosi con mezzi propri non autorizzati (cfr. Cass
                                                                                                   (cfr Cass.,
trasporto, recupero, smaltimento, commercio       sez. III, 25.11.2009, n. 8300); locazione di un terreno a
                                                  terzi non autorizzati allo svolgimento dell'attività di
ed intermediazione di rifiuti in mancanza della
                                                  smaltimento di rifiuti (cfr. Cass., sez. III, 9.7.2009, n.
prescritta autorizzazione, iscrizione o           36836); reflui stoccati in attesa di successivo
comunicazione di cui agli articoli 208 209
                                      208, 209,   smaltimento (cass sez III, 18 6 2009 n 35138);
                                                                 (cass., sez. III 18.6.2009, n.
210, 211, 212, 214, 215 e 216 è punito:           errata qualificazione di un rifiuto come sottoprodotto
a) con la pena dell'arresto da tre mesi a un      (cfr. Cass., sez. III, 28.1.2009, n. 10711); tardivo
anno o con l'ammenda da 2.600 euro a 26.000       smaltimento di rifiuti accumulati in deposito irregolare
                                                  dal rappresentante di una società subentrato nella
euro se si tratta di rifiuti non pericolosi;
                                                  gestione dell'impresa (cfr. Trib. Rovereto, 1.7.2008, n.
b) con la pena dell'arresto da sei mesi a due     256); movimentazioni di rifiuti con mezzi non
anni e con l’ammenda da 2.600 euro a 26.000       autorizzati cominciato in area privata ma destinati
euro se si tratta di rifiuti pericolosi»          all'esterno (cfr. Cass., sez. III, 19.12.2007, n. 5312);
                                                  trasporto di rifiuti diversi da quelli autorizzati (cfr.
                                                  Cass., sez. III, 6.11.2007, n. 43849); delega da parte
                                                  del titolare dell'autorizzazione di attività di gestione di
                                                  rifiuti a soggetti non autorizzati (cfr. Cass., sez. III,
                                                  15.5.2007, n. 24723)
La casistica giurisprudenziale:
                                 Attività organizzate per il traffico illecito
Reato                                                 Casistica giurisprudenziale
Attività organizzate per il traffico                  Gestione dei rifiuti svolta continuativamente in
                                                      violazione di autorizzazioni, in assenza di
illecito
ill it di rifiuti ( t 260 D l
           ifi ti (art.   D.lgs.                      autorizzazioni o con autorizzazioni palesemente
152/2006)                                             illegittime (cfr. Trib. Rieti, 1.2.2010, n. 17; Cass., sez.
                                                      III, 20.11.2007, n. 358); predisposizione di una, anche
                                                      rudimentale, organizzazione professionale per la
«Chiunque,
«Chiunque al fine di conseguire un ingiusto           gestione continuativa ed illegale di rifiuti (cfr Cass
                                                                                                    (cfr. Cass.,
profitto, con più operazioni e attraverso             sez. III, 3.11.2009, n. 46705); gestione di ingente
                                                      quantitativo di rifiuti, con operazioni aventi
l'allestimento di mezzi e attività continuative
                                                      singolarmente ad oggetto anche modiche quantità (cfr.
organizzate, cede, riceve, trasporta, esporta,        Cass., sez. III, 10.7.2008, n. 30847); l’ingiusto profitto
importa,
importa o comunque gestisce abusivamente              può essere rappresentato anche dalla semplice
ingenti quantitativi di rifiuti è punito con la       riduzione dei costi aziendali (cfr. Cass., sez. III,
reclusione da uno a sei anni.                         20.11.2007, n. 358; Cass., sez. IV, 2.7.2007, n. 28158)
Se si tratta di rifiuti ad alta radioattività si
applica la pena della reclusione da tre a otto
anni».

Spesso contestato in concorso con il reato di
associazione a delinquere con i reati relativi ai
                   delinquere,
FIR, con i reati di truffa associati ai titoli
abilitativi, con i reati di falso ad es.
relativamente alle dichiarazioni rese nelle
bollette doganali con il reato di traffico illecito
           doganali,
di rifiuti (spedizioni transfrontaliere), con il
reato di disastro
L’identificazione dei rischi



                                          Normativa
                          Storia        D.lgs. 152/06
                      No precedenti        Artt. 183
                                      Art. 256
                                      Art 256, comma 1
                                                          Sentenze e stampa
                                                           Sentenza Corte di
                                                              Cassazione 16
          Processi                                       febbraio 2010, n. 6266
                                                             (
                                                             (Rifiuti solidi -
        Magazzino e                                      Deposito temporaneo -
         spedizioni                                        Volume occupato -
                                                            Spazi vuoti - Non
                                                             contano – Peso
                                                         effettivo – Irrilevante)




  Funzioni
                                                                       Norme interne
Responsabile
 magazzino
                                Rischio                                    …
L’identificazione dei rischi
Misure di prevenzione:
senza SGA
I due livelli di normazione interna

•   Primo livello: Modello 231
     – Identificazione dei rischi
     – Programma di prevenzione
     – Misure per apicali + misure “cerniera”
     – Codice Etico
     – Sistema disciplinare
     – Nomina OdV
•   Secondo livello: SGA ISO 14001/EMAS
     – Politica
     – Manuale
     – Procedure
     – Istruzioni operative
     – Dichiarazione ambientale
Misure di prevenzione
                                            (con SGA): alcuni esempi
•   Adozione del SGA certificato (tipica “misura cerniera”)
•   Criteri di definizione del budget (es. criteri di scelta dei fornitori
    di servizi di gestione dei rifiuti: attenzione a non scendere sotto il
    prezzo di mercato!)
•   Procedure di qualificazione dei fornitori (es. iscrizione al SISTRI
    come requisito da verificare obbligatoriamente assieme alle
    autorizzazioni ed indipendentemente dalla presenza di un
    intermediario/commerciante; rotazione dei laboratori cui affidare
    le analisi di classificazione dei rifiuti)
•   Adozione di standard contrattuali per i servizi di gestione dei
    rifiuti
     ifi i
•   Individuazione dei rifiuti e sottoprodotti derivanti dal ciclo
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    produttivo ( evitare la g
                (da            gestione “estemporanea” e “casuale”
                                                 p
    dei sottoprodotti e la classificazione dei rifiuti sulla base dei
    “suggerimenti” dei fornitori)
•   Aggiornamento normativo e verifica dei requisiti normativi e
    traduzione in norme interne (attenzione alle spedizioni
    transfrontaliere)
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LE RECENTI NOVITA' IN MATERIA DI NORMATIVA PER LA TUTELA DELL'AMBIENTE

  • 1. GRUPPO DI STUDIO SICUREZZA E AMBIENTE LE RECENTI NOVITA' IN MATERIA DI NORMATIVA PER LA TUTELA DELL'AMBIENTE Relatori: Avv. Mara CHILOSI Dott. Camillo FRANCO Mercoledì 16 novembre 2011 Ore 16.00 Centro Produttività Veneto - Fondazione Giacomo Rumor Area Gruppi di Studio
  • 2. Fondazione Giacomo Rumor Centro Produttività Veneto IL DECRETO 231 E I NUOVI REATI AMBIENTALI Art. 25-undecies D.lgs. 231/2001 avv. Mara Chilosi a Partner di B&P Avvocati Largo Guido Donegani 2, Milano Tel. T l 02/65560496 mara.chilosi@buttiandpartners.com
  • 3. Il 231 in sintesi • Il D.lgs. 231/2001 colpisce la “colpa di organizzazione”, responsabilizzando gli enti per taluni reati commessi dalle persone fisiche operanti al loro interno (cd. “reati-presupposto”) • Quando viene accertato che il reato è stato commesso e che ciò è avvenuto nell’interesse o a vantaggio d ll’ t ( h può consistere t ll’i t t i dell’ente (che ò i t anche in un semplice risparmio), a quest’ultimo vengono comminate, a seconda dei casi, sanzioni pecuniarie e/o interdittive • L’unica difesa per l’ente è quella di dimostrare che l’illecito si è verificato a causa della violazione, da parte della persona fisica, delle “norme interne . Si tratta, in altre parole di dimostrare che norme interne” tratta parole, l’illecito si è consumato al di fuori della volontà dell’ente • Le “norme interne” prendono per l’appunto il nome di “Modello 231”
  • 4. 231 e ambiente • Tra i reati presupposto figurano, dal 16 agosto di quest’anno, alcuni “reati ambientali” (art 25-undecies) introdotti dal D lgs 121/2011 reati ambientali (art. 25-undecies), D.lgs. in attuazione delle direttive 2008/99/CE e 2009/123/CE • Peraltro, alcune fattispecie di “rilevanza ambientale” già erano state attratte nell’“orbita 231” attraverso i reati di associazione per tt tt ll’“ bit tt ti i i delinquere e di truffa aggravata ai danni della PA (cfr. Cass. Pen. Sentenze 234/2011 e 15657/2011), nonché, in prospettiva, attraverso i reati informatici (SISTRI)
  • 5. 231 e ambiente • In generale, le sanzioni previste in materia ambientale non appaiono – per diversi motivi, legati soprattutto ai pp p , g p modelli sanzionatori adottati – sufficientemente efficaci ai fini della effettiva tutela del bene giuridico “ambiente” • La discussione in tema tutela penale dell’ambiente: – Proposte di inserimento nel Codice Penale dei delitti contro l’ambiente – Convenzione di Strasburgo del 4/11/98 – Direttiva 2008/99/CE del 19/11/2008 (da adottarsi entro il 26/12/2010) – Legge delega 300/2000 – Legge comunitaria 2009
  • 6. Il D.lgs. 121/2011 Il D.lgs. 121/2011, in attuazione della delega contenuta nella legge Comunitaria 2009 (art. 19): • Modifica il Codice penale, introducendo due nuove fattispecie di reato in attuazione della Direttiva 2008/99/CE, ossia quella di Uccisione, distruzione, cattura, prelievo, detenzione di esemplari di , , ,p , p specie animali o vegetali selvatiche protette (art. 272-bis) e quella di Distruzione o deterioramento di habitat all’interno di un sito protetto (art. (art 733-bis) • Apporta modifiche all’art. 260-bis D.lgs. 152/2006 (sanzioni SISTRI) • Modifica il D.lgs. 231/2001, introducendo, tra i reati presupposto della responsabilità amministrative degli Enti, ALCUNI reati ambientali (art 25-undecies) (art. 25 undecies) • Il testo normativo appare poco qualitativo, per l’imprecisione del linguaggio (vd. ad es. art. 25-undecies, c. 7) e per altri aspetti di natura più sostanziale
  • 7. Art. 25-undecies D.lgs. 231/2001 • Nuovi reati di cui agli artt. 272-bis e 733-bis c.p. • Reati previsti dal D.lgs. 152/2006, segnatamente: – Alcuni reati previsti dalla normativa sugli scarichi di acque reflue (art. 137, c. 2, 3, 5/1-2, 11 e 13 D.lgs. 152/2006) – Diversi reati previsti dalla disciplina generale sui rifiuti (artt 256 c 1/a b (artt. 256, c. 1/a-b, 3, 4, 5, 6 257, c. 1, 2, 258, c. 4/2, 259/1, 260, 260-bis, c. 6, 7/2-3, 8/1-2 D.lgs. 152/2006) – U reato previsto dalla normativa sulle emissioni i atmosfera ( t 279 c. Un t i t d ll ti ll i i i in t f (art. 279, 5 D.lgs. 152/2006) • Reati previsti dalla L. 150/1992 sul commercio di specie p p animali e vegetali protette e di mammiferi e rettili pericolosi • Reati previsti dalla L. 549/1993 recante misure a tutela dell’ozono stratosferico e dell’ambiente • Reati previsti dal D.lgs. 202/2007 sull’inquinamento provocato dalle navi
  • 8. 231 e ambiente scarichi di acque reflue Articolo (D.lgs. 152/2006) Fattispecie Sanzione per la persona fisica Sanzione per l’ente Art, 137, comma 2 Scarico di acque reflue Arresto Sanzione pecuniaria industriali contenenti sostanze + sanzione interdittiva non pericolose (Tab. 5 e 3/A All 5 (Tab All. superiore a 6 mesi Parte III) senza autorizzazione o con autorizzazione sospesa o revocata Art. 137, comma 3 Scarico di acque reflue industriali Arresto Sanzione pecuniaria contenenti sostanze pericolose (Tab. 5 e 3/A All. 5 Parte III) in violazione delle prescrizioni autorizzative o comunque impartite dall’Autorità competente Art. 137 Art 137, comma 5 primo periodo 5, Scarico di acque reflue industriali Arresto e ammenda Sanzione pecuniaria con superamento dei limiti di scarico fissati dalle Tab. 3 e 4 All. 5 Parte III in relazione alle sostanze pericolose di Tab. 5 All. 5 Parte III ovvero dei limiti più restrittivi fissati dall’Autorità competente Art. 137, comma 5, secondo Scarico di acque reflue Arresto e ammenda Sanzione pecuniaria periodo industriali con superamento dei + sanzione interdittiva non limiti di scarico fissati in superiore a 6 mesi relazione alle sostanze pericolose di Tab. 3/A All. 5 Parte III Art. 137, comma 11 Violazione del divieto di scarico Arresto Sanzione pecuniaria su suolo, sottosuolo e acque + sanzione interdittiva non sotterranee superiore a 6 mesi Art. 137, comma 13 Scarico in mare da parte di navi o Arresto Sanzione pecuniaria aeromobili di sostanze o materiali vietati
  • 9. 231 e ambiente rifiuti e bonifiche Articolo (D.lgs. 152/2006) Fattispecie Sanzione per la persona fisica Sanzione per l’ente Art, 256, comma 1, lett. a Gestione illecita di rifiuti non Arresto o ammenda + confisca Sanzione pecuniaria pericolosi del mezzo di trasporto Art. 256, comma 2, lett. b Gestione illecita di rifiuti pericolosi Arresto e ammenda + confisca del Sanzione pecuniaria mezzo di trasporto Art. 256 A t 256, comma 3/1 Discarica abusiva Di i b i Arresto e ammenda + confisca e A t d fi Sanzione pecuniaria S i i i ripristino Art. 256, comma 3/2 Discarica abusiva per rifiuti Arresto e ammenda + confisca e Sanzione pecuniaria pericolosi ripristino + sanzione interdittiva non superiore a 6 mesi Art. 256, comma 4 Inosservanza delle prescrizioni o Le tre precedenti ridotte delle Sanzione pecuniaria assenza dei requisiti per metà iscrizioni/comunicazioni Art. 256, comma 5 Miscelazione vietata Arresto e ammenda Sanzione pecuniaria Art. 256, comma 6/1 Deposito temporaneo illecito di Arresto o ammenda Sanzione pecuniaria rifiuti sanitari pericolosi Art. 257, comma 1 Omessa comunicazione di Arresto o ammenda Sanzione pecuniaria inquinamento. Omessa bonifica con superamento delle CS CSR Art. 257, commi 1 e 2 Omessa bonifica con Arresto e ammenda Sanzione pecuniaria superamento delle CSR per inquinamento da sostanze pericolose Art. 258, comma 4/2 Predisposizione/utilizzo di Reclusione Sanzione pecuniaria certificato di analisi falso
  • 10. 231 e ambiente rifiuti e bonifiche Articolo (D.lgs. 152/2006) Fattispecie Sanzione per la persona fisica Sanzione per l’ente Art. 259/1 Traffico illecito di rifiuti Arresto e ammenda + confisca Sanzione pecuniaria del mezzo di trasporto Art. 260, commi 1 e 2 Attività organizzata per il Reclusione + pene accessorie Sanzione pecuniaria traffico illecito di rifiuti + sanzione interdittiva non superiore a 6 mesi (interdizione definitiva dall’esercizio dell’attività per gli enti stabilmente utilizzati allo scopo unico o prevalente di commettere il reato) Art. 260-bis, comma 6 Predisposizione/utilizzo di Reclusione Sanzione pecuniaria certificato di analisi falso nel SISTRI Art. 260-bis, comma 7/2 Trasporto di rifiuti pericolosi Reclusione Sanzione pecuniaria senza la copia cartacea della Scheda SISTRI – Area movimentazione. Art. 260-bis, comma 7/3 Utilizzo di certificato di analisi Reclusione Sanzione pecuniaria falso durante il trasporto p Art. 260-bis, comma 8/1-2 Trasporto di rifiuti con copia Reclusione + fermo del veicolo Sanzione pecuniaria cartacea della Scheda SISTRI – Area movimentazione fraudolentemente alterata
  • 11. 231 e ambiente inquinamento provocato dalle navi Articolo Fattispecie Sanzione per la persona fisica Sanzione per l’ente Art. 8, comma 1 D.lgs. 202/2007 Versamento doloso in mare Arresto e ammenda Sanzione pecuniaria delle sostanze inquinanti di cui + sanzione interdittiva non agli All. I e II alla Convenzione superiore a 6 mesi Marpol 73/78 (interdizione definitiva dall’esercizio dell’attività per gli enti stabilmente utilizzati allo scopo unico o prevalente di commettere il reato) Art. 8, comma 2 D.lgs. 202/2007 Versamento doloso in mare Arresto e ammenda Sanzione pecuniaria delle sostanze inquinanti di cui + sanzione interdittiva non agli All. I e II alla Convenzione superiore a 6 mesi Marpol 73/78, con danni (interdizione definitiva permanenti o di particolari dall esercizio dell attività dall’esercizio dell’attività per gli gravità alle acque, a specie enti stabilmente utilizzati allo animali o vegetali o a loro parti scopo unico o prevalente di commettere il reato) Art. 9, comma 1 D.lgs. 202/2007 Versamento colposo in mare Ammenda Sanzione pecuniaria delle sostanze inquinanti di cui agli All. I e II alla Convenzione Marpol 73/78 Art. 9, comma 2 D.lgs. 202/2007 Versamento colposo in mare Arresto e ammenda Sanzione pecuniaria delle sostanze inquinanti di cui + sanzione interdittiva non agli All I e II alla C li All. ll Convenzione i superiore a 6 mesi i i Marpol 73/78, con danni permanenti o di particolari gravità alle acque, a specie animali o vegetali o a loro parti
  • 12. 231 e ambiente altre fattispecie Articolo Fattispecie Sanzione per la persona fisica Sanzione per l’ente Art. 727-bis c.p. Uccisione, distruzione, cattura, Arresto o ammenda/ Ammenda Sanzione pecuniaria prelievo, detenzione di esemplari di specie animali o vegetali selvatiche protette Art. 733 bis c.p. 733-bis Distruzione o deterioramento di Arresto e ammenda Sanzione pecuniaria habitat all’interno di un sito protetto Art. 279, comma 5 Emissioni in atmosfera con Arresto Sanzione pecuniaria D.lgs. 152/2006 superamento dei limiti, con contestuale superamento dei valori limite di qualità dell’aria Art. 1, commi 1 e 2 Violazioni della prescrizioni Arresto e ammenda Sanzione pecuniaria Art. 2, commi 1 e 2 relative al commercio/detenzione Arresto o ammenda Art. 6, comma 4 di specie animali e vegetali in via Reclusione/ Reclusione e multa Art. 3-bis, comma 1 3 bis, di estinzione o di specie animali Arresto o ammenda L. 150/1992 selvatici che costituiscano pericolo per la salute e l’incolumità pubblica (cfr. Regolamenti CE 338/1997 e 939/1997) e falsificazioni di certificati/licenze/notifiche/ dichiarazioni/comunicazioni previste dalla medesima normativa Art. 3, comma 6 L. 549/1993 Violazioni delle disposizioni in Arresto e ammenda + revoca Sanzione pecuniaria merito alla cessazione e autorizzazione/licenza nei casi riduzione dell’impiego delle più gravi sostanze ozono-lesive (cfr. Regolamento CE 3093/94)
  • 13. 231 e rifiuti: problematiche principali • Eccessiva severità relativamente alla inclusione, fra i reati presupposto, presupposto anche di fattispecie contravvenzionali concernenti contravvenzionali, violazioni colpose, formali e comunque indipendenti dalla potenzialità lesiva per l’ambiente o la salute umana, spesso estinguibili dalla persona fisica mediante oblazione; ciò soprattutto tenendo conto che la Direttiva 2008/99/CE prevede che la tutela penale dell’ambiente si estenda alle attività «illecite» e «poste in essere i t intenzionalmente o quanto meno per grave negligenza» e i l t t li che «provochino o possano provocare il decesso o lesioni gravi alle persone o danni rilevanti alla qualità dell’aria, alla qualità del suolo o alla qualità delle acque, ovvero alla fauna o alla flora» • Violazione dei principi di adeguatezza e proporzionalità (richiamati anche nell’art 19 della L comunitaria 2009 quali “principi nell art. L. principi e criteri direttivi specifici” di esercizio della delega) in relazione all’introduzione, tra i reati presupposto, di fattispecie punite in maniera meno grave di altre che invece sono escluse dal “catalogo” catalogo (es. art. 255, comma 3 vs art. 256, comma 1 lett. a) D.lgs. 152/2006)
  • 14. 231 e rifiuti: problematiche principali • Problematiche connesse alla natura del richiamo a sanzioni incluse t i reati presupposto, contenuto in disposizioni i l tra ti t t t i di i i i sanzionatorie previste in norme speciali non espressamente richiamate e spesso riferite a condotte diverse (es. richiamo all’art. 256 D.lgs. 152/2006 contenuto nell’art. 16 del D.lgs. 36/2003 relativo alla violazione dei criteri di accettabilità dei rifiuti in discarica) • Presenza di “grandi assenti” rispetto alle infrazioni contemplate dalla Direttiva 2008/99/CE • Assenza di un richiamo ai Sistemi di gestione ambientale (ISO 14001, EMAS) similare a quello contenuto nell’art 30 14001 nell art. 30, comma 5 D.lgs. 81/08 relativamente ai reati colposi di omicidio e lesioni personali commessi con violazione delle regole antinfortunistiche
  • 15. I “grandi assenti” DIRETTIVA 2008/99/CE • Art. 256, c. 2 e art. 255, c. 3 D.lgs. 152/2006, illecito abbandono di rifiuti (sorprendente soprattutto in relazione all’art. 192, c. 4) all art. • Art. 29-quattordecies D.lgs. 152/2006, reati previsti dalla normativa IPPC (sorprendente soprattutto alla luce della inclusione dei reati stabiliti dalle normative settoriali) • Art. 19 D.lgs. 133/2005, violazioni relative alla conduzione di impianti di incenerimento di rifiuti • Art 16 D.lgs. 36/2003 violazioni relative ai criteri di accettabilità dei rifiuti in Art. D lgs 36/2003, discarica • Art. 10 D.lgs. 209/1999, violazioni relative ai divieti di utilizzo ed agli obblighi di decontaminazione decontamina ione e smaltimento di apparecchiat re contenenti PCB PCT apparecchiature PCB-PCT • Art. 27 D.lgs. 334/1999, violazioni relative agli impianti a rischio di incidente rilevante • Art. 13 D.lgs. 209/2003, violazioni relativa alla gestione dei veicoli fuori uso CODICE PENALE • Art. 434 c.p., Disastro ambientale p, • Art. 635 c.p., Danneggiamento
  • 16. 231 e rifiuti: l’approccio per l’aggiornamento del Modello • I reati relativi alla gestione dei rifiuti sono molto “attenzionati” dalla magistratura ed agli organi di controllo ed è facile per i soggetti apicali dell’impresa vederseli contestare anche soltanto gg p p a titolo di concorso, in quanto si tratta di fattispecie contravvenzionali, il cui normale titolo di imputazione è la colpa, spesso connesse ad irregolarità commesse dagli operatori professionali cui i rifiuti vengono affidati • La giurisprudenza è molto rigorosa nella interpretazione del principio di “ i i i “corresponsabilità” di tutti i soggetti l bilità” t tti tti lungo l fili la filiera: «siffatte responsabilità si configurano anche a livello di semplice istigazione, determinazione, rafforzamento o facilitazione nella realizzazione degli illeciti commessi dai soggetti impegnati direttamente nella gestione dei rifiuti» (Cassazione penale n. 32338 del 9 agosto 2007). g )
  • 17. 231 e rifiuti: l’approccio per l’aggiornamento del Modello • I reati ambientali sono stati introdotti nel “catalogo 231” con effetto dal 16 agosto e non è previsto un “periodo transitorio” per l’aggiornamento del Modello gg • E’ dunque opportuno partire, nell’aggiornamento del Modello ai reati ambientali, da quelli in materia di gestione dei rifiuti, e, tra questi, questi da quelli più “pesanti” in termini sanzionatori (discarica pesanti abusiva, attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti), anche in considerazione del fatto che: – rispetto alle altre fattispecie ambientali, nella loro commissione il fattore umano è molto influente (ed è sui comportamenti delle persone che il Modello può essere davvero incisivo) – spesso essi sono determinati da comportamenti dei fornitori – le misure di prevenzione sono le medesime che per gli altri reati (vd. ad es. giurisprudenza sul confine tra abbandono di rifiuti e discarica abusiva)
  • 18. 231 e rifiuti: l’approccio per l’aggiornamento del Modello • Nell’adozione del Modello “Parte speciale ambiente” la presenza di un SGA certificato (ISO 14011 o EMAS) è un rilevante elemento di facilitazione; anzi, tale soluzioni organizzativa è ; , g caldamente raccomandabile, pur in assenza di una norma similare all’art. 30, c. 5 D.lgs. 81/2008, e può ben rappresentare il contenuto di una misura di prevenzione del Modello dal Modello, momento che la giurisprudenza ha già riconosciuto a questi standard il valore di “BAT” • Considerate l i C id t le innumerevoli e non sempre “i li “immediate” modalità di t ” d lità con cui i reati in materia di gestione dei rifiuti si realizzano (vd. giurisprudenza), l’assenza di un SGA rende la implementazione del Modello particolarmente gravosa • La mappatura dei rischi deve comunque essere effettuata , più che in altri ambiti, considerando attentamente la giurisprudenza e la normativa di settore, oltre che gli atti di indirizzi adottati dalle Autorità competenti
  • 19. L’identificazione dei rischi Storia Normativa Sentenze e Processi stampa Rischio Norme Funzioni (inerente/ interne residuo)
  • 20. La casistica giurisprudenziale: Gestione illecita di rifiuti Reato Casistica giurisprudenziale Attività di gestione rifiuti non Attività di trasporto di rifiuti anche in via non continuativa senza autorizzazione (cfr. Cass., sez. III, autorizzata (art. 256, comma 1 t i t ( t 256 1, 13 aprile 2010, n. 21655; Cass., sez. III, 25.11.2008, n. lettere a) e b) D.lgs. 152/2006) 9465); conferimento di rifiuti da smaltire ad impresa priva delle prescritte autorizzazioni (cfr. Cass., sez. III, 13 aprile 2010, n. 22034); trasporto di rifiuti propri non «Chiunque effettua una attività di raccolta, raccolta pericolosi con mezzi propri non autorizzati (cfr. Cass (cfr Cass., trasporto, recupero, smaltimento, commercio sez. III, 25.11.2009, n. 8300); locazione di un terreno a terzi non autorizzati allo svolgimento dell'attività di ed intermediazione di rifiuti in mancanza della smaltimento di rifiuti (cfr. Cass., sez. III, 9.7.2009, n. prescritta autorizzazione, iscrizione o 36836); reflui stoccati in attesa di successivo comunicazione di cui agli articoli 208 209 208, 209, smaltimento (cass sez III, 18 6 2009 n 35138); (cass., sez. III 18.6.2009, n. 210, 211, 212, 214, 215 e 216 è punito: errata qualificazione di un rifiuto come sottoprodotto a) con la pena dell'arresto da tre mesi a un (cfr. Cass., sez. III, 28.1.2009, n. 10711); tardivo anno o con l'ammenda da 2.600 euro a 26.000 smaltimento di rifiuti accumulati in deposito irregolare dal rappresentante di una società subentrato nella euro se si tratta di rifiuti non pericolosi; gestione dell'impresa (cfr. Trib. Rovereto, 1.7.2008, n. b) con la pena dell'arresto da sei mesi a due 256); movimentazioni di rifiuti con mezzi non anni e con l’ammenda da 2.600 euro a 26.000 autorizzati cominciato in area privata ma destinati euro se si tratta di rifiuti pericolosi» all'esterno (cfr. Cass., sez. III, 19.12.2007, n. 5312); trasporto di rifiuti diversi da quelli autorizzati (cfr. Cass., sez. III, 6.11.2007, n. 43849); delega da parte del titolare dell'autorizzazione di attività di gestione di rifiuti a soggetti non autorizzati (cfr. Cass., sez. III, 15.5.2007, n. 24723)
  • 21. La casistica giurisprudenziale: Attività organizzate per il traffico illecito Reato Casistica giurisprudenziale Attività organizzate per il traffico Gestione dei rifiuti svolta continuativamente in violazione di autorizzazioni, in assenza di illecito ill it di rifiuti ( t 260 D l ifi ti (art. D.lgs. autorizzazioni o con autorizzazioni palesemente 152/2006) illegittime (cfr. Trib. Rieti, 1.2.2010, n. 17; Cass., sez. III, 20.11.2007, n. 358); predisposizione di una, anche rudimentale, organizzazione professionale per la «Chiunque, «Chiunque al fine di conseguire un ingiusto gestione continuativa ed illegale di rifiuti (cfr Cass (cfr. Cass., profitto, con più operazioni e attraverso sez. III, 3.11.2009, n. 46705); gestione di ingente quantitativo di rifiuti, con operazioni aventi l'allestimento di mezzi e attività continuative singolarmente ad oggetto anche modiche quantità (cfr. organizzate, cede, riceve, trasporta, esporta, Cass., sez. III, 10.7.2008, n. 30847); l’ingiusto profitto importa, importa o comunque gestisce abusivamente può essere rappresentato anche dalla semplice ingenti quantitativi di rifiuti è punito con la riduzione dei costi aziendali (cfr. Cass., sez. III, reclusione da uno a sei anni. 20.11.2007, n. 358; Cass., sez. IV, 2.7.2007, n. 28158) Se si tratta di rifiuti ad alta radioattività si applica la pena della reclusione da tre a otto anni». Spesso contestato in concorso con il reato di associazione a delinquere con i reati relativi ai delinquere, FIR, con i reati di truffa associati ai titoli abilitativi, con i reati di falso ad es. relativamente alle dichiarazioni rese nelle bollette doganali con il reato di traffico illecito doganali, di rifiuti (spedizioni transfrontaliere), con il reato di disastro
  • 22. L’identificazione dei rischi Normativa Storia D.lgs. 152/06 No precedenti Artt. 183 Art. 256 Art 256, comma 1 Sentenze e stampa Sentenza Corte di Cassazione 16 Processi febbraio 2010, n. 6266 ( (Rifiuti solidi - Magazzino e Deposito temporaneo - spedizioni Volume occupato - Spazi vuoti - Non contano – Peso effettivo – Irrilevante) Funzioni Norme interne Responsabile magazzino Rischio …
  • 25. I due livelli di normazione interna • Primo livello: Modello 231 – Identificazione dei rischi – Programma di prevenzione – Misure per apicali + misure “cerniera” – Codice Etico – Sistema disciplinare – Nomina OdV • Secondo livello: SGA ISO 14001/EMAS – Politica – Manuale – Procedure – Istruzioni operative – Dichiarazione ambientale
  • 26. Misure di prevenzione (con SGA): alcuni esempi • Adozione del SGA certificato (tipica “misura cerniera”) • Criteri di definizione del budget (es. criteri di scelta dei fornitori di servizi di gestione dei rifiuti: attenzione a non scendere sotto il prezzo di mercato!) • Procedure di qualificazione dei fornitori (es. iscrizione al SISTRI come requisito da verificare obbligatoriamente assieme alle autorizzazioni ed indipendentemente dalla presenza di un intermediario/commerciante; rotazione dei laboratori cui affidare le analisi di classificazione dei rifiuti) • Adozione di standard contrattuali per i servizi di gestione dei rifiuti ifi i • Individuazione dei rifiuti e sottoprodotti derivanti dal ciclo p produttivo ( evitare la g (da gestione “estemporanea” e “casuale” p dei sottoprodotti e la classificazione dei rifiuti sulla base dei “suggerimenti” dei fornitori) • Aggiornamento normativo e verifica dei requisiti normativi e traduzione in norme interne (attenzione alle spedizioni transfrontaliere)
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