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Un quadro culturale di riferimento
Breve storia della nuova economia
Globalizzazione, innovazione, società
La Sharing Economy: cosa e’
I driver della SE. I settori, le piattaforme
Il caso italiano: elementi di analisi del territorio
Best practices tra SE e social innovation
I modelli di progettazione
Sharing Economy e Social Innovation
★Davide Pellegrini
Associazione Italiana Sharing Economy
Scenari tra Complessità e Cambiamento
COMPLESSOVS COMPLICATO
Definizione di complessità
> La teoria dei sistemi emergenti
Definizione di complicazione
Cum Plexum - nodo, intreccio/ se sciogli non puoi decifrare
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COMPLESSOVS COMPLICATO
Definizione di complessità
> La teoria dei sistemi emergenti
Definizione di complicazione
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sistema possibile e
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alla complessità
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Definizione di complessità
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La complessità può essere interpretata
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COMPLESSOVS COMPLICATO
Gli esseri umani cercano di adattare la loro capacità di risoluzione
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più complesso, l’individuo elaborerà nuove strategie di
sopravvivenza. Esempio, cit. Tutto quello che fa male ti fa bene.
S. B. Johnson
Presi singolarmente, una formica o un neurone non sono
particolarmente intelligenti. Tuttavia, se un numero abbastanza
elevato di elementi così semplici interagisce e si auto-organizza,
può attivarsi un comportamento collettivo unitario, complesso,
intelligente. Se tale comportamento ha anche un valore
adattativo, ci troviamo di fronte a un fenomeno emergente.
S. B. Johnson
COMPLESSOVS COMPLICATO
Definizione di complessità
> L’interazione delle tre dimensioni
Definizione di complicazione
La complessità può essere interpretata
La complicazione va spiegata
La realtà richiede una capacità adattativa
Scenari tra Complessità e Cambiamento
STATICOVS DINAMICO
Conoscere vuol dire innanzi tutto NON SAPERE
Prima del processo di apprendimento, è fondamentale definire
l’approccio, perché:
La conoscenza non è fatta di verità o di nozioni
Il primo fattore utile all’esplorazione di nuove conoscenze è
l’accettazione dell’incertezza
Il modello di Lewin a tre stadi afferma che:
1 – scongelamento – gli individui si sganciano dalla routine abituale.
2 – apprendimento – si effettua la transizione dal modello di partenza al
tendere a un altro modello, con nuove prassi, relazioni, azioni.
3 – ricongelamento – si configura il nuovo modello e si torna a uno
stato di efficacia.
E’ corretto dire che esistono un equilibrio statico – in cui, cioé, la necessità
di innovazione è minore, ed un equilibrio dinamico, che prevede per
necessità un alto tasso di innovazione e, quindi, la continua creazione di
nuovi obiettivi da raggiungere.
MODELLO DI LEWIN
5 fasi reattive dell'individuo
La negazione/rifiuto (non è possibile!)
La rabbia (perché proprio a me?)
Il patteggiamento (salviamo il salvabile)
La depressione (non sarà più come prima)
L’accettazione (mettiamoci l'animo in pace)
I modelli derivati generalizzano e trasportano queste fasi reattive in ambiti diversi
da quello in cui il modello è nato (applicandolo per esempio all'ambito lavorativo)
evidenziando una forte analogia con i vari contesti nei quali l'individuo si trova di
fronte a cambiamenti che non comprende ritrovandosi ad essere soggetto passivo.
MODELLO DI KüBLER-ROSS
L’innovazione è cambiamento
LEGAMI FORTI VS LEGAMI DEBOLI
Mark Granovetter
Granovetter scrisse nel 1985 un articolo che è stato considerato il Manifesto della Nuova
Sociologia Economica: egli introduce una nuova concezione dell'attore economico, a metà
strada tra quella iposocializzata propria dell'economia e quella ipersocializzata di alcuni filoni
sociologici.
Granovetter sostiene: le relazioni personali sono integrate in reti sociali che generano fiducia
e che creano relazioni di scambio diverse da quelle della razionalità economica.
Questo approccio trova diverse applicazioni empiriche in differenti campi di indagine. Il primo
studio pionieristico, svolto dallo stesso Granovetter, riguarda l'influenza delle reti sociali nella
ricerca del lavoro. In un saggio, che è diventato un classico della sociologia, dal titolo La forza
dei legami deboli Granovetter dimostra che i soggetti inseriti in legami deboli, fatti cioè di
conoscenze amicali non troppo strette, hanno più possibilità di accesso ad informazioni e
quindi di potenziali posizioni lavorative di proprio interesse, rispetto a coloro che investono
socialmente soltanto nei legami forti, cioè i familiari, i parenti e gli amici intimi.
La Nuova Sociologia Economica ha avuto molta fortuna: è da questo filone che derivano gli
studi in Italia sui distretti industriali, sul capitale sociale, sull'economia informale ecc.
LEGAMI FORTI VS LEGAMI DEBOLI
UNA NUOVA ECONOMIA
Forme economiche difficilmente misurabili e che richiedono un ripensamento del valore economico dei beni e
servizi passando da forme di valore misurato a forme di valore percepito.Tale sforzo di studio econometrico è
reso necessario da fatto che forme di economia informale sono sempre più presenti anche in ragione
dell'evoluzione del cd. Web 2.0. Sono varie le attività che costituiscono elementi di un'economia informale:
prestito tra familiari o amici, offerta volontaria di lavoro o di aiuto, prestazioni gratuite rientranti nelle norme di
cortesia o nei rapporti di buon vicinato, tutte attività passibili (seppure con le dovute cautele) di valutazione in
termini monetari ma che, essendo in questo caso gratuite, non vengono contabilizzate nel PIL.
Le cautele da applicare a queste valutazioni non sono di poco conto in quanto se si analizza il fenomeno nella
sua profondità e vastità, la possibilità di valutazione in termini monetari diventa sempre più labile in
concomitanza con la crescente difficoltà di distinguere ciò che appartiene indiscutibilmente all'«economico» da
ciò che non gli appartiene. È infatti possibile impossibile valutare con certezza il volume d’affari dell'economia
domestica, dell'autoproduzione o dell'autoconsumo.
L'economia informale può essere descritta come quella che si sottrae ad almeno uno degli aspetti che
caratterizzano l'economia moderna (produzione orientata al profitto, effettuata tramite imprese basate sulla
divisione del lavoro e rispondente a norme giuridiche di diritto commerciale).
Infine è importante tenere conto del fatto che l'economia di mercato e l'economia informale non sono due
mondi separati e non comunicanti – anzi, si può rilevare come le condizioni dell'una influiscano su quelle
dell'altra, in un incastro di strutture spesso complementari. L'economia informale, non a caso, ha cominciato ad
attirare l'attenzione dei sociologi a partire dalle crisi economiche degli anni '70, che hanno dato un potente
impulso al diffondersi di attività economiche distaccate da quelle capitalistiche e industriali in senso stretto.
“Le relazioni personali sono integrate in reti sociali che generano fiducia e che
creano relazioni di scambio diverse da quelle della razionalità economica”.
Siamo in una nuova economia. Ripartiamo da qui.
Breve storia della new economy
THE NEW WORLD
Zygmut Bauman
Nei suoi ultimi lavori Bauman, grandeteorico della post-modernità dalla fine degli anni ’80, ha
inteso spiegare la postmodernità usando le metafore di modernità liquida e solida. Nei suoi
libri sostiene che l'incertezza che attanaglia la società moderna deriva dalla trasformazione
dei suoi protagonisti da produttori a consumatori. In particolare, egli lega tra loro concetti
quali il consumismo e la creazione di rifiuti umani, la globalizzazione e l'industria della paura, lo
smantellamento delle sicurezze e una vita liquida sempre più frenetica e costretta ad
adeguarsi alle attitudini del gruppo per non sentirsi esclusa, e così via.
L'esclusione sociale elaborata da Bauman non si basa più sull'estraneità al sistema produttivo
o sul non poter comprare l'essenziale, ma sul non poter comprare per sentirsi parte della
modernità. Secondo Bauman il povero, nella vita liquida, cerca di standardizzarsi agli schemi
comuni, ma si sente frustrato se non riesce a sentirsi come gli altri, cioè non sentirsi accettato
nel ruolo di consumatore. La critica alla mercificazione delle esistenze e all'omologazione
planetaria si fa spietata soprattutto in Vite di scarto, Dentro la globalizzazione e Homo
consumens.
LA SOCIETA’ LIQUIDA - 2000
Linux - 1991
Linus Torwald
Creative Commons - 2001
Lawrence Lessig
James Surowiecki
The wisdom of crowds - 2004
Torniamo a S. B. Johnson
Presi singolarmente, una formica o un neurone non sono
particolarmente intelligenti. Tuttavia, se un numero abbastanza
elevato di elementi così semplici interagisce e si auto-organizza,
può attivarsi un comportamento collettivo unitario, complesso,
intelligente. Se tale comportamento ha anche un valore
adattativo, ci troviamo di fronte a un fenomeno emergente.
Jimmy Wales
Un’intelligenza collettiva - 2006
The long tail theory - 2006
Chris Anderson
The wealth of networks - 2006
Yochai Benkler
L’economia della collaborazione - 2010
“How many of you own a power
drill? ...
That power drill will be used around
12 to 13 minutes in its entire
lifetime”
You don’t need a drill, you need a
hole in the wall.”
Rachel Botsman
DEFINIRE LA COLLABORAZIONE
Definizione di collaborazione:
Non è un modello economico
È sempre esistito in forme varie di scambio
È un modus comportamentale e sociale
LA REALTA’ FRAME CONDIVISO
INDIVIDUO
Dimensione professionale
Dimensione personale
Sfera relazionale
Contesto
i modelli istituzionali
- educazione e cultura
- stato familiare
- ceto socio-economico
gli schemi psico-emotivi
- convinzioni e valori
- idee e progetti
- aspettative e desideri
- sensazioni ed emozioni
ruolo professionale
- conoscenze
- competenze
- abilità progettuali ee organizzative
- abilità produttive
- abilità performative
schema di comportamento
- capacità relazionali
- capacità collaborative
vita sociale
dimensione
organizzativa
Mondo produttivo
relazione con il mercato
- individuazione del segmento di consumo
- design del prodotto/ servizio
- definizione della strategia commerciale
risposta al bisogno
- monitoraggio del territorio
- intercettazione del bisogno
- design delle soluzioni
- definizione dei modelli di intervento
Aree e temi
- politica
- economica
- cultura
- sistema sociale
- controllo e governo del territorio
INDIVIDUO
Dimensione professionale
Dimensione personale
Sfera relazionale
Contesto
politico,sociale,economicoeproduttivo
La realtà è un frame condiviso
La rappresentazione del sistema si accetta per convenzione
come la migliore delle interpretazioni possibili
IL PUNTO E’
La cultura capitalista e dell’iperconsumo è stato il nostro modello
dal secondo dopoguerra in poi.
Cosa succede quanto si frantuma un frame accettato per
convenzione?
NO GLOBAL - 2000
Nato alla fine degli anni ‘90in seguito alle contestazioni di Seattle
NO GLOBAL
ll movimento sorge alla fine degli anni novanta in parte come risposta a tensioni che si sono
accumulate dalla fine della guerra fredda, con la crisi dello stato sociale, la crisi dei partiti
politici di massa, la caduta delle barriere economiche tra gli stati, la delocalizzazione dei
comparti produttivi delle imprese, lo sfruttamento della manodopera nel terzo mondo, il
rafforzamento dei monopoli e del potere delle multinazionali, la progressiva perdita di
controllo politico da parte dei cittadini sul mondo economico finanziario.
No-global a raduno allo stadio Carlini durante i giorni del G8 di Genova del 2001 Il
movimento nasce e si sviluppa quindi con numerose iniziative di protesta contro i processi di
globalizzazione dell'economia e di tutto quanto a essa connesso, resi possibili dagli accordi sul
commercio internazionale, sanciti nell'ambito del WTO, e dalle scelte di parlamenti e governi,
questi ultimi riuniti in organismi quali il G8, nonché di alcune istituzioni internazionali come il
Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale.
Il movimento conia lo slogan "un altro mondo è possibile", tradotto e usato in tutte le lingue,
e si riunisce a partire dal gennaio 2001 ogni anno a Porto Alegre per il Forum Sociale
Mondiale, in contrapposizione con il Forum Economico Mondiale di Davos. Organizza dei
"contro-forum" in occasione di vertici internazionali e guadagna una crescente attenzione
mediatica.
controinform
azion
NO GLOBAL MANIFESTO
La Rinascita della
società civile
ambientalismosviluppo
sostenibile
consumo
critico
democrazia
diretta
partecipativa
pacifismo
boicottaggio
No Logo - 2000, Shock Economy - 2007
Naomi Klein
Making the future - 2012
Noam Chomsky
Il Re è nudo: lo svelamento, la denuncia, la difesa del pensiero libero
Da Anonymous a Wikileaks - dal 2007
LA SHARING ECONOMY
Un nuovo sistema possibile
GLI SCENARI
Macroscenario> La crisi > la globalizzazione come causa scatenante
L’autoreferenzialità della politica > la distanza ormai incolmabile tra i
dogmi e le teorie e la microeconomia reale
L’avvento delle nuove tecnologie sociali, dall’open source ai social network,
fino alle varie piattaforme di partecipazione
L’affermazione di tendenze all’autogoverno e alla contro-cultura politica
La crescita di un comportamento collettivo che guarda all’interazione, allo
scambio, alla partecipazione
L’obsolescenza delle tradizionali strutture di intermediazione del lavoro
(sindacati, associazioni di categoria, lobby)
La crescita di fenomeni micro-imprenditoriali di contro all’indebolimento
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La nascita di una consapevolezza legata alla valorizzazione del territorio
secondo una decentralizzazione glocale
Lo scenario in uno schema
IL VALORE IN PIU’ DELLA SE
SECONDO NESTA
DA:“12 MAKING SENSE OFTHE UK COLLABORATIVE ECONOMY”
Enabled by internet technologies.
Connecting distributed networks of people and/or assets.
Making use of the idling capacity of tangible and intangible assets.
Encouraging meaningful interactions and trust.
Embracing openness, inclusivity and the commons.
Aree di rottura con i modelli istituzionali
Nessun intermediario. La filiera corta
Le aree della SE
I servizi della SE
La tabella economica della sharing economy
Dal punto di vista razionale
Risparmio
Rispetto dell’ambiente
Possibilità di acquisire una modalità di lavoro flessibile
Maggiore praticità
Accesso diretto a servizi di buona qualità
I VANTAGGI DELLA SE
Dal punto di vista emotivo
La generosità di poter aiutare il prossimo
Il senso di appartenenza a una comunità e la sensazione di essere valorizzati
L’idea di fare qualcosa di innovativo contemporaneo
Il maggiore senso di responsabilità
Il sentirsi parte di un movimento di idee
I VANTAGGI DELLA SE
Approfondimenti: settori e business models
I modelli di business più utilizzati sul web
eBay
Amazon
Air bnb
Etsy
Linkedin
Skype
WeTransfer
Dropbox
Lynda
Ning
Kijiji
eBay
Trapit
Curata
Skebby
Docebo
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L’economia collaborativa
Il consumo collaborativo rimette in circolazione
beni e servizi prodotti e consumati in modalità
peer to peer
LA MOBILITA’
Differenti modelli di mobilità
OSPITALITA’ E TRAVEL
Differenti modelli di ospitalità
IL DESIGN
Differenti modelli di design
IL FOOD
Quasi tutti i progetti food sono in modalità P2P
GLI INPUT DELLA SE
Dal punto di vista dei prodotti
Quali sono le caratteristiche, i vantaggi e gli svantaggi dei prodotti
e servizi in modalità sharing economy?
MORFOLOGIA DELLA SE
Ci si appoggia in modo quasi esclusivo sull’ecosistema del web
I prodotti/servizi sono il risultato di processi bidirezionali, con una
forte percentuale di interazione e personalizzazione
MORFOLOGIA DELLA SE
Come da teoria della lunga coda operano secondo un principio di
diversificazione
Mirano alla saturazione di una nicchia ben precisa
Rappresentano delle economie di scopo: si riferiscono a bisogni
specifici per soddisfare i quali vengono realizzati prodotti/servizi
quasi personalizzati
MODALITA’ DI PRODUZIONE
Dalla produzione all’acquisto
Ci si registra tramite il proprio account Facebook, Twitter o Linkedin
Si può scegliere di pagare per il tramite di PayPal, formula sicura e
immediata
Grazie agli Open Data molte operazioni, oggi, risultano più
semplici e immediate e rappresentano uno stimolo all’uso di
piattaforme di consumo evolute.
OPEN DATA
I pionieri - mercati poco definiti, soluzioni sperimentali, gap da risolvere
I colonizzatori - mercati in crescita, prodotti maturi, soluzioni definite
Servizi e prodotti standardizzati, ottimizzazione dei processi di produzione,
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Sharing economy e social innovation

  • 1. Un quadro culturale di riferimento Breve storia della nuova economia Globalizzazione, innovazione, società La Sharing Economy: cosa e’ I driver della SE. I settori, le piattaforme Il caso italiano: elementi di analisi del territorio Best practices tra SE e social innovation I modelli di progettazione Sharing Economy e Social Innovation ★Davide Pellegrini Associazione Italiana Sharing Economy
  • 2. Scenari tra Complessità e Cambiamento
  • 3. COMPLESSOVS COMPLICATO Definizione di complessità > La teoria dei sistemi emergenti Definizione di complicazione Cum Plexum - nodo, intreccio/ se sciogli non puoi decifrare Cum Plicum - per comprenderlo devi spiegarlo
  • 4. COMPLESSOVS COMPLICATO Definizione di complessità > La teoria dei sistemi emergenti Definizione di complicazione Dato oggettivo Percezione soggettiva Capacità di orientamento e problem solving
  • 5. LA REALTA’ RIDOTTA A SCHEMA INDIVIDUO Dimensione professionale Dimensione personale Sfera relazionale Contesto La nostra azione è il movimento che dal n o s t r o m o n d o valoriale va verso la costruzione di un sistema possibile e condiviso Ci muoviamo dalla complessità come essenza percepita alla complessità come struttura
  • 6. COMPLESSOVS COMPLICATO Definizione di complessità > La definizione delle soluzioni Definizione di complicazione La complessità può essere interpretata La complicazione va spiegata
  • 7. COMPLESSOVS COMPLICATO Gli esseri umani cercano di adattare la loro capacità di risoluzione dei problemi al contesto. Se questo muta in una struttura sempre più complesso, l’individuo elaborerà nuove strategie di sopravvivenza. Esempio, cit. Tutto quello che fa male ti fa bene. S. B. Johnson
  • 8. Presi singolarmente, una formica o un neurone non sono particolarmente intelligenti. Tuttavia, se un numero abbastanza elevato di elementi così semplici interagisce e si auto-organizza, può attivarsi un comportamento collettivo unitario, complesso, intelligente. Se tale comportamento ha anche un valore adattativo, ci troviamo di fronte a un fenomeno emergente. S. B. Johnson
  • 9. COMPLESSOVS COMPLICATO Definizione di complessità > L’interazione delle tre dimensioni Definizione di complicazione La complessità può essere interpretata La complicazione va spiegata La realtà richiede una capacità adattativa
  • 10. Scenari tra Complessità e Cambiamento
  • 11. STATICOVS DINAMICO Conoscere vuol dire innanzi tutto NON SAPERE Prima del processo di apprendimento, è fondamentale definire l’approccio, perché: La conoscenza non è fatta di verità o di nozioni Il primo fattore utile all’esplorazione di nuove conoscenze è l’accettazione dell’incertezza
  • 12. Il modello di Lewin a tre stadi afferma che: 1 – scongelamento – gli individui si sganciano dalla routine abituale. 2 – apprendimento – si effettua la transizione dal modello di partenza al tendere a un altro modello, con nuove prassi, relazioni, azioni. 3 – ricongelamento – si configura il nuovo modello e si torna a uno stato di efficacia. E’ corretto dire che esistono un equilibrio statico – in cui, cioé, la necessità di innovazione è minore, ed un equilibrio dinamico, che prevede per necessità un alto tasso di innovazione e, quindi, la continua creazione di nuovi obiettivi da raggiungere. MODELLO DI LEWIN
  • 13. 5 fasi reattive dell'individuo La negazione/rifiuto (non è possibile!) La rabbia (perché proprio a me?) Il patteggiamento (salviamo il salvabile) La depressione (non sarà più come prima) L’accettazione (mettiamoci l'animo in pace) I modelli derivati generalizzano e trasportano queste fasi reattive in ambiti diversi da quello in cui il modello è nato (applicandolo per esempio all'ambito lavorativo) evidenziando una forte analogia con i vari contesti nei quali l'individuo si trova di fronte a cambiamenti che non comprende ritrovandosi ad essere soggetto passivo. MODELLO DI KüBLER-ROSS
  • 15. LEGAMI FORTI VS LEGAMI DEBOLI Mark Granovetter
  • 16. Granovetter scrisse nel 1985 un articolo che è stato considerato il Manifesto della Nuova Sociologia Economica: egli introduce una nuova concezione dell'attore economico, a metà strada tra quella iposocializzata propria dell'economia e quella ipersocializzata di alcuni filoni sociologici. Granovetter sostiene: le relazioni personali sono integrate in reti sociali che generano fiducia e che creano relazioni di scambio diverse da quelle della razionalità economica. Questo approccio trova diverse applicazioni empiriche in differenti campi di indagine. Il primo studio pionieristico, svolto dallo stesso Granovetter, riguarda l'influenza delle reti sociali nella ricerca del lavoro. In un saggio, che è diventato un classico della sociologia, dal titolo La forza dei legami deboli Granovetter dimostra che i soggetti inseriti in legami deboli, fatti cioè di conoscenze amicali non troppo strette, hanno più possibilità di accesso ad informazioni e quindi di potenziali posizioni lavorative di proprio interesse, rispetto a coloro che investono socialmente soltanto nei legami forti, cioè i familiari, i parenti e gli amici intimi. La Nuova Sociologia Economica ha avuto molta fortuna: è da questo filone che derivano gli studi in Italia sui distretti industriali, sul capitale sociale, sull'economia informale ecc. LEGAMI FORTI VS LEGAMI DEBOLI
  • 17. UNA NUOVA ECONOMIA Forme economiche difficilmente misurabili e che richiedono un ripensamento del valore economico dei beni e servizi passando da forme di valore misurato a forme di valore percepito.Tale sforzo di studio econometrico è reso necessario da fatto che forme di economia informale sono sempre più presenti anche in ragione dell'evoluzione del cd. Web 2.0. Sono varie le attività che costituiscono elementi di un'economia informale: prestito tra familiari o amici, offerta volontaria di lavoro o di aiuto, prestazioni gratuite rientranti nelle norme di cortesia o nei rapporti di buon vicinato, tutte attività passibili (seppure con le dovute cautele) di valutazione in termini monetari ma che, essendo in questo caso gratuite, non vengono contabilizzate nel PIL. Le cautele da applicare a queste valutazioni non sono di poco conto in quanto se si analizza il fenomeno nella sua profondità e vastità, la possibilità di valutazione in termini monetari diventa sempre più labile in concomitanza con la crescente difficoltà di distinguere ciò che appartiene indiscutibilmente all'«economico» da ciò che non gli appartiene. È infatti possibile impossibile valutare con certezza il volume d’affari dell'economia domestica, dell'autoproduzione o dell'autoconsumo. L'economia informale può essere descritta come quella che si sottrae ad almeno uno degli aspetti che caratterizzano l'economia moderna (produzione orientata al profitto, effettuata tramite imprese basate sulla divisione del lavoro e rispondente a norme giuridiche di diritto commerciale). Infine è importante tenere conto del fatto che l'economia di mercato e l'economia informale non sono due mondi separati e non comunicanti – anzi, si può rilevare come le condizioni dell'una influiscano su quelle dell'altra, in un incastro di strutture spesso complementari. L'economia informale, non a caso, ha cominciato ad attirare l'attenzione dei sociologi a partire dalle crisi economiche degli anni '70, che hanno dato un potente impulso al diffondersi di attività economiche distaccate da quelle capitalistiche e industriali in senso stretto.
  • 18. “Le relazioni personali sono integrate in reti sociali che generano fiducia e che creano relazioni di scambio diverse da quelle della razionalità economica”. Siamo in una nuova economia. Ripartiamo da qui.
  • 19. Breve storia della new economy
  • 21. Nei suoi ultimi lavori Bauman, grandeteorico della post-modernità dalla fine degli anni ’80, ha inteso spiegare la postmodernità usando le metafore di modernità liquida e solida. Nei suoi libri sostiene che l'incertezza che attanaglia la società moderna deriva dalla trasformazione dei suoi protagonisti da produttori a consumatori. In particolare, egli lega tra loro concetti quali il consumismo e la creazione di rifiuti umani, la globalizzazione e l'industria della paura, lo smantellamento delle sicurezze e una vita liquida sempre più frenetica e costretta ad adeguarsi alle attitudini del gruppo per non sentirsi esclusa, e così via. L'esclusione sociale elaborata da Bauman non si basa più sull'estraneità al sistema produttivo o sul non poter comprare l'essenziale, ma sul non poter comprare per sentirsi parte della modernità. Secondo Bauman il povero, nella vita liquida, cerca di standardizzarsi agli schemi comuni, ma si sente frustrato se non riesce a sentirsi come gli altri, cioè non sentirsi accettato nel ruolo di consumatore. La critica alla mercificazione delle esistenze e all'omologazione planetaria si fa spietata soprattutto in Vite di scarto, Dentro la globalizzazione e Homo consumens. LA SOCIETA’ LIQUIDA - 2000
  • 23. Creative Commons - 2001 Lawrence Lessig
  • 24. James Surowiecki The wisdom of crowds - 2004
  • 25. Torniamo a S. B. Johnson Presi singolarmente, una formica o un neurone non sono particolarmente intelligenti. Tuttavia, se un numero abbastanza elevato di elementi così semplici interagisce e si auto-organizza, può attivarsi un comportamento collettivo unitario, complesso, intelligente. Se tale comportamento ha anche un valore adattativo, ci troviamo di fronte a un fenomeno emergente.
  • 27. The long tail theory - 2006 Chris Anderson
  • 28. The wealth of networks - 2006 Yochai Benkler
  • 29. L’economia della collaborazione - 2010 “How many of you own a power drill? ... That power drill will be used around 12 to 13 minutes in its entire lifetime” You don’t need a drill, you need a hole in the wall.” Rachel Botsman
  • 30. DEFINIRE LA COLLABORAZIONE Definizione di collaborazione: Non è un modello economico È sempre esistito in forme varie di scambio È un modus comportamentale e sociale
  • 31. LA REALTA’ FRAME CONDIVISO INDIVIDUO Dimensione professionale Dimensione personale Sfera relazionale Contesto i modelli istituzionali - educazione e cultura - stato familiare - ceto socio-economico gli schemi psico-emotivi - convinzioni e valori - idee e progetti - aspettative e desideri - sensazioni ed emozioni ruolo professionale - conoscenze - competenze - abilità progettuali ee organizzative - abilità produttive - abilità performative schema di comportamento - capacità relazionali - capacità collaborative vita sociale dimensione organizzativa Mondo produttivo relazione con il mercato - individuazione del segmento di consumo - design del prodotto/ servizio - definizione della strategia commerciale risposta al bisogno - monitoraggio del territorio - intercettazione del bisogno - design delle soluzioni - definizione dei modelli di intervento Aree e temi - politica - economica - cultura - sistema sociale - controllo e governo del territorio
  • 32. INDIVIDUO Dimensione professionale Dimensione personale Sfera relazionale Contesto politico,sociale,economicoeproduttivo La realtà è un frame condiviso La rappresentazione del sistema si accetta per convenzione come la migliore delle interpretazioni possibili
  • 33. IL PUNTO E’ La cultura capitalista e dell’iperconsumo è stato il nostro modello dal secondo dopoguerra in poi. Cosa succede quanto si frantuma un frame accettato per convenzione?
  • 34. NO GLOBAL - 2000 Nato alla fine degli anni ‘90in seguito alle contestazioni di Seattle
  • 35. NO GLOBAL ll movimento sorge alla fine degli anni novanta in parte come risposta a tensioni che si sono accumulate dalla fine della guerra fredda, con la crisi dello stato sociale, la crisi dei partiti politici di massa, la caduta delle barriere economiche tra gli stati, la delocalizzazione dei comparti produttivi delle imprese, lo sfruttamento della manodopera nel terzo mondo, il rafforzamento dei monopoli e del potere delle multinazionali, la progressiva perdita di controllo politico da parte dei cittadini sul mondo economico finanziario. No-global a raduno allo stadio Carlini durante i giorni del G8 di Genova del 2001 Il movimento nasce e si sviluppa quindi con numerose iniziative di protesta contro i processi di globalizzazione dell'economia e di tutto quanto a essa connesso, resi possibili dagli accordi sul commercio internazionale, sanciti nell'ambito del WTO, e dalle scelte di parlamenti e governi, questi ultimi riuniti in organismi quali il G8, nonché di alcune istituzioni internazionali come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale. Il movimento conia lo slogan "un altro mondo è possibile", tradotto e usato in tutte le lingue, e si riunisce a partire dal gennaio 2001 ogni anno a Porto Alegre per il Forum Sociale Mondiale, in contrapposizione con il Forum Economico Mondiale di Davos. Organizza dei "contro-forum" in occasione di vertici internazionali e guadagna una crescente attenzione mediatica.
  • 36. controinform azion NO GLOBAL MANIFESTO La Rinascita della società civile ambientalismosviluppo sostenibile consumo critico democrazia diretta partecipativa pacifismo boicottaggio
  • 37. No Logo - 2000, Shock Economy - 2007 Naomi Klein
  • 38. Making the future - 2012 Noam Chomsky
  • 39. Il Re è nudo: lo svelamento, la denuncia, la difesa del pensiero libero Da Anonymous a Wikileaks - dal 2007
  • 40. LA SHARING ECONOMY Un nuovo sistema possibile
  • 41. GLI SCENARI Macroscenario> La crisi > la globalizzazione come causa scatenante L’autoreferenzialità della politica > la distanza ormai incolmabile tra i dogmi e le teorie e la microeconomia reale L’avvento delle nuove tecnologie sociali, dall’open source ai social network, fino alle varie piattaforme di partecipazione L’affermazione di tendenze all’autogoverno e alla contro-cultura politica La crescita di un comportamento collettivo che guarda all’interazione, allo scambio, alla partecipazione L’obsolescenza delle tradizionali strutture di intermediazione del lavoro (sindacati, associazioni di categoria, lobby) La crescita di fenomeni micro-imprenditoriali di contro all’indebolimento degli oligopoli e grossi gruppi industriali La nascita di una consapevolezza legata alla valorizzazione del territorio secondo una decentralizzazione glocale
  • 42. Lo scenario in uno schema
  • 43. IL VALORE IN PIU’ DELLA SE SECONDO NESTA DA:“12 MAKING SENSE OFTHE UK COLLABORATIVE ECONOMY” Enabled by internet technologies. Connecting distributed networks of people and/or assets. Making use of the idling capacity of tangible and intangible assets. Encouraging meaningful interactions and trust. Embracing openness, inclusivity and the commons.
  • 44. Aree di rottura con i modelli istituzionali
  • 45. Nessun intermediario. La filiera corta
  • 46.
  • 49.
  • 50. La tabella economica della sharing economy
  • 51. Dal punto di vista razionale Risparmio Rispetto dell’ambiente Possibilità di acquisire una modalità di lavoro flessibile Maggiore praticità Accesso diretto a servizi di buona qualità I VANTAGGI DELLA SE
  • 52. Dal punto di vista emotivo La generosità di poter aiutare il prossimo Il senso di appartenenza a una comunità e la sensazione di essere valorizzati L’idea di fare qualcosa di innovativo contemporaneo Il maggiore senso di responsabilità Il sentirsi parte di un movimento di idee I VANTAGGI DELLA SE
  • 53. Approfondimenti: settori e business models
  • 54. I modelli di business più utilizzati sul web
  • 63. Il consumo collaborativo rimette in circolazione beni e servizi prodotti e consumati in modalità peer to peer
  • 67.
  • 68.
  • 69.
  • 70. Differenti modelli di ospitalità
  • 72.
  • 73.
  • 76.
  • 77. Quasi tutti i progetti food sono in modalità P2P
  • 79. Dal punto di vista dei prodotti Quali sono le caratteristiche, i vantaggi e gli svantaggi dei prodotti e servizi in modalità sharing economy? MORFOLOGIA DELLA SE Ci si appoggia in modo quasi esclusivo sull’ecosistema del web I prodotti/servizi sono il risultato di processi bidirezionali, con una forte percentuale di interazione e personalizzazione
  • 80. MORFOLOGIA DELLA SE Come da teoria della lunga coda operano secondo un principio di diversificazione Mirano alla saturazione di una nicchia ben precisa Rappresentano delle economie di scopo: si riferiscono a bisogni specifici per soddisfare i quali vengono realizzati prodotti/servizi quasi personalizzati
  • 83. Ci si registra tramite il proprio account Facebook, Twitter o Linkedin Si può scegliere di pagare per il tramite di PayPal, formula sicura e immediata Grazie agli Open Data molte operazioni, oggi, risultano più semplici e immediate e rappresentano uno stimolo all’uso di piattaforme di consumo evolute. OPEN DATA
  • 84. I pionieri - mercati poco definiti, soluzioni sperimentali, gap da risolvere I colonizzatori - mercati in crescita, prodotti maturi, soluzioni definite Servizi e prodotti standardizzati, ottimizzazione dei processi di produzione, competizione sui mercati Se dovessimo definire gli attori che operano in questo tipo di economie: DOVE SI COLLOCA L’INNOVAZIONE
  • 85.
  • 86. I modelli di design: il Canvas Business Model