Una riflessione ragionata sull'innovazione e sulle trasformazioni sociali e culturali che, a partire dalla globalizzazione, hanno portato all'affermarsi dell'economia informale e delle forme di sharing economy e di servizi peer to peer.
1. Un quadro culturale di riferimento
Breve storia della nuova economia
Globalizzazione, innovazione, società
La Sharing Economy: cosa e’
I driver della SE. I settori, le piattaforme
Il caso italiano: elementi di analisi del territorio
Best practices tra SE e social innovation
I modelli di progettazione
Sharing Economy e Social Innovation
★Davide Pellegrini
Associazione Italiana Sharing Economy
3. COMPLESSOVS COMPLICATO
Definizione di complessità
> La teoria dei sistemi emergenti
Definizione di complicazione
Cum Plexum - nodo, intreccio/ se sciogli non puoi decifrare
Cum Plicum - per comprenderlo devi spiegarlo
4. COMPLESSOVS COMPLICATO
Definizione di complessità
> La teoria dei sistemi emergenti
Definizione di complicazione
Dato oggettivo
Percezione soggettiva
Capacità di orientamento e problem solving
5. LA REALTA’ RIDOTTA A SCHEMA
INDIVIDUO
Dimensione professionale
Dimensione personale
Sfera relazionale
Contesto
La nostra azione è il
movimento che dal
n o s t r o m o n d o
valoriale va verso la
costruzione di un
sistema possibile e
condiviso
Ci muoviamo dalla
complessità come
essenza percepita
alla complessità
come struttura
6. COMPLESSOVS COMPLICATO
Definizione di complessità
> La definizione delle soluzioni
Definizione di complicazione
La complessità può essere interpretata
La complicazione va spiegata
7. COMPLESSOVS COMPLICATO
Gli esseri umani cercano di adattare la loro capacità di risoluzione
dei problemi al contesto. Se questo muta in una struttura sempre
più complesso, l’individuo elaborerà nuove strategie di
sopravvivenza. Esempio, cit. Tutto quello che fa male ti fa bene.
S. B. Johnson
8. Presi singolarmente, una formica o un neurone non sono
particolarmente intelligenti. Tuttavia, se un numero abbastanza
elevato di elementi così semplici interagisce e si auto-organizza,
può attivarsi un comportamento collettivo unitario, complesso,
intelligente. Se tale comportamento ha anche un valore
adattativo, ci troviamo di fronte a un fenomeno emergente.
S. B. Johnson
9. COMPLESSOVS COMPLICATO
Definizione di complessità
> L’interazione delle tre dimensioni
Definizione di complicazione
La complessità può essere interpretata
La complicazione va spiegata
La realtà richiede una capacità adattativa
11. STATICOVS DINAMICO
Conoscere vuol dire innanzi tutto NON SAPERE
Prima del processo di apprendimento, è fondamentale definire
l’approccio, perché:
La conoscenza non è fatta di verità o di nozioni
Il primo fattore utile all’esplorazione di nuove conoscenze è
l’accettazione dell’incertezza
12. Il modello di Lewin a tre stadi afferma che:
1 – scongelamento – gli individui si sganciano dalla routine abituale.
2 – apprendimento – si effettua la transizione dal modello di partenza al
tendere a un altro modello, con nuove prassi, relazioni, azioni.
3 – ricongelamento – si configura il nuovo modello e si torna a uno
stato di efficacia.
E’ corretto dire che esistono un equilibrio statico – in cui, cioé, la necessità
di innovazione è minore, ed un equilibrio dinamico, che prevede per
necessità un alto tasso di innovazione e, quindi, la continua creazione di
nuovi obiettivi da raggiungere.
MODELLO DI LEWIN
13. 5 fasi reattive dell'individuo
La negazione/rifiuto (non è possibile!)
La rabbia (perché proprio a me?)
Il patteggiamento (salviamo il salvabile)
La depressione (non sarà più come prima)
L’accettazione (mettiamoci l'animo in pace)
I modelli derivati generalizzano e trasportano queste fasi reattive in ambiti diversi
da quello in cui il modello è nato (applicandolo per esempio all'ambito lavorativo)
evidenziando una forte analogia con i vari contesti nei quali l'individuo si trova di
fronte a cambiamenti che non comprende ritrovandosi ad essere soggetto passivo.
MODELLO DI KüBLER-ROSS
16. Granovetter scrisse nel 1985 un articolo che è stato considerato il Manifesto della Nuova
Sociologia Economica: egli introduce una nuova concezione dell'attore economico, a metà
strada tra quella iposocializzata propria dell'economia e quella ipersocializzata di alcuni filoni
sociologici.
Granovetter sostiene: le relazioni personali sono integrate in reti sociali che generano fiducia
e che creano relazioni di scambio diverse da quelle della razionalità economica.
Questo approccio trova diverse applicazioni empiriche in differenti campi di indagine. Il primo
studio pionieristico, svolto dallo stesso Granovetter, riguarda l'influenza delle reti sociali nella
ricerca del lavoro. In un saggio, che è diventato un classico della sociologia, dal titolo La forza
dei legami deboli Granovetter dimostra che i soggetti inseriti in legami deboli, fatti cioè di
conoscenze amicali non troppo strette, hanno più possibilità di accesso ad informazioni e
quindi di potenziali posizioni lavorative di proprio interesse, rispetto a coloro che investono
socialmente soltanto nei legami forti, cioè i familiari, i parenti e gli amici intimi.
La Nuova Sociologia Economica ha avuto molta fortuna: è da questo filone che derivano gli
studi in Italia sui distretti industriali, sul capitale sociale, sull'economia informale ecc.
LEGAMI FORTI VS LEGAMI DEBOLI
17. UNA NUOVA ECONOMIA
Forme economiche difficilmente misurabili e che richiedono un ripensamento del valore economico dei beni e
servizi passando da forme di valore misurato a forme di valore percepito.Tale sforzo di studio econometrico è
reso necessario da fatto che forme di economia informale sono sempre più presenti anche in ragione
dell'evoluzione del cd. Web 2.0. Sono varie le attività che costituiscono elementi di un'economia informale:
prestito tra familiari o amici, offerta volontaria di lavoro o di aiuto, prestazioni gratuite rientranti nelle norme di
cortesia o nei rapporti di buon vicinato, tutte attività passibili (seppure con le dovute cautele) di valutazione in
termini monetari ma che, essendo in questo caso gratuite, non vengono contabilizzate nel PIL.
Le cautele da applicare a queste valutazioni non sono di poco conto in quanto se si analizza il fenomeno nella
sua profondità e vastità, la possibilità di valutazione in termini monetari diventa sempre più labile in
concomitanza con la crescente difficoltà di distinguere ciò che appartiene indiscutibilmente all'«economico» da
ciò che non gli appartiene. È infatti possibile impossibile valutare con certezza il volume d’affari dell'economia
domestica, dell'autoproduzione o dell'autoconsumo.
L'economia informale può essere descritta come quella che si sottrae ad almeno uno degli aspetti che
caratterizzano l'economia moderna (produzione orientata al profitto, effettuata tramite imprese basate sulla
divisione del lavoro e rispondente a norme giuridiche di diritto commerciale).
Infine è importante tenere conto del fatto che l'economia di mercato e l'economia informale non sono due
mondi separati e non comunicanti – anzi, si può rilevare come le condizioni dell'una influiscano su quelle
dell'altra, in un incastro di strutture spesso complementari. L'economia informale, non a caso, ha cominciato ad
attirare l'attenzione dei sociologi a partire dalle crisi economiche degli anni '70, che hanno dato un potente
impulso al diffondersi di attività economiche distaccate da quelle capitalistiche e industriali in senso stretto.
18. “Le relazioni personali sono integrate in reti sociali che generano fiducia e che
creano relazioni di scambio diverse da quelle della razionalità economica”.
Siamo in una nuova economia. Ripartiamo da qui.
21. Nei suoi ultimi lavori Bauman, grandeteorico della post-modernità dalla fine degli anni ’80, ha
inteso spiegare la postmodernità usando le metafore di modernità liquida e solida. Nei suoi
libri sostiene che l'incertezza che attanaglia la società moderna deriva dalla trasformazione
dei suoi protagonisti da produttori a consumatori. In particolare, egli lega tra loro concetti
quali il consumismo e la creazione di rifiuti umani, la globalizzazione e l'industria della paura, lo
smantellamento delle sicurezze e una vita liquida sempre più frenetica e costretta ad
adeguarsi alle attitudini del gruppo per non sentirsi esclusa, e così via.
L'esclusione sociale elaborata da Bauman non si basa più sull'estraneità al sistema produttivo
o sul non poter comprare l'essenziale, ma sul non poter comprare per sentirsi parte della
modernità. Secondo Bauman il povero, nella vita liquida, cerca di standardizzarsi agli schemi
comuni, ma si sente frustrato se non riesce a sentirsi come gli altri, cioè non sentirsi accettato
nel ruolo di consumatore. La critica alla mercificazione delle esistenze e all'omologazione
planetaria si fa spietata soprattutto in Vite di scarto, Dentro la globalizzazione e Homo
consumens.
LA SOCIETA’ LIQUIDA - 2000
25. Torniamo a S. B. Johnson
Presi singolarmente, una formica o un neurone non sono
particolarmente intelligenti. Tuttavia, se un numero abbastanza
elevato di elementi così semplici interagisce e si auto-organizza,
può attivarsi un comportamento collettivo unitario, complesso,
intelligente. Se tale comportamento ha anche un valore
adattativo, ci troviamo di fronte a un fenomeno emergente.
29. L’economia della collaborazione - 2010
“How many of you own a power
drill? ...
That power drill will be used around
12 to 13 minutes in its entire
lifetime”
You don’t need a drill, you need a
hole in the wall.”
Rachel Botsman
30. DEFINIRE LA COLLABORAZIONE
Definizione di collaborazione:
Non è un modello economico
È sempre esistito in forme varie di scambio
È un modus comportamentale e sociale
31. LA REALTA’ FRAME CONDIVISO
INDIVIDUO
Dimensione professionale
Dimensione personale
Sfera relazionale
Contesto
i modelli istituzionali
- educazione e cultura
- stato familiare
- ceto socio-economico
gli schemi psico-emotivi
- convinzioni e valori
- idee e progetti
- aspettative e desideri
- sensazioni ed emozioni
ruolo professionale
- conoscenze
- competenze
- abilità progettuali ee organizzative
- abilità produttive
- abilità performative
schema di comportamento
- capacità relazionali
- capacità collaborative
vita sociale
dimensione
organizzativa
Mondo produttivo
relazione con il mercato
- individuazione del segmento di consumo
- design del prodotto/ servizio
- definizione della strategia commerciale
risposta al bisogno
- monitoraggio del territorio
- intercettazione del bisogno
- design delle soluzioni
- definizione dei modelli di intervento
Aree e temi
- politica
- economica
- cultura
- sistema sociale
- controllo e governo del territorio
32. INDIVIDUO
Dimensione professionale
Dimensione personale
Sfera relazionale
Contesto
politico,sociale,economicoeproduttivo
La realtà è un frame condiviso
La rappresentazione del sistema si accetta per convenzione
come la migliore delle interpretazioni possibili
33. IL PUNTO E’
La cultura capitalista e dell’iperconsumo è stato il nostro modello
dal secondo dopoguerra in poi.
Cosa succede quanto si frantuma un frame accettato per
convenzione?
34. NO GLOBAL - 2000
Nato alla fine degli anni ‘90in seguito alle contestazioni di Seattle
35. NO GLOBAL
ll movimento sorge alla fine degli anni novanta in parte come risposta a tensioni che si sono
accumulate dalla fine della guerra fredda, con la crisi dello stato sociale, la crisi dei partiti
politici di massa, la caduta delle barriere economiche tra gli stati, la delocalizzazione dei
comparti produttivi delle imprese, lo sfruttamento della manodopera nel terzo mondo, il
rafforzamento dei monopoli e del potere delle multinazionali, la progressiva perdita di
controllo politico da parte dei cittadini sul mondo economico finanziario.
No-global a raduno allo stadio Carlini durante i giorni del G8 di Genova del 2001 Il
movimento nasce e si sviluppa quindi con numerose iniziative di protesta contro i processi di
globalizzazione dell'economia e di tutto quanto a essa connesso, resi possibili dagli accordi sul
commercio internazionale, sanciti nell'ambito del WTO, e dalle scelte di parlamenti e governi,
questi ultimi riuniti in organismi quali il G8, nonché di alcune istituzioni internazionali come il
Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale.
Il movimento conia lo slogan "un altro mondo è possibile", tradotto e usato in tutte le lingue,
e si riunisce a partire dal gennaio 2001 ogni anno a Porto Alegre per il Forum Sociale
Mondiale, in contrapposizione con il Forum Economico Mondiale di Davos. Organizza dei
"contro-forum" in occasione di vertici internazionali e guadagna una crescente attenzione
mediatica.
36. controinform
azion
NO GLOBAL MANIFESTO
La Rinascita della
società civile
ambientalismosviluppo
sostenibile
consumo
critico
democrazia
diretta
partecipativa
pacifismo
boicottaggio
37. No Logo - 2000, Shock Economy - 2007
Naomi Klein
41. GLI SCENARI
Macroscenario> La crisi > la globalizzazione come causa scatenante
L’autoreferenzialità della politica > la distanza ormai incolmabile tra i
dogmi e le teorie e la microeconomia reale
L’avvento delle nuove tecnologie sociali, dall’open source ai social network,
fino alle varie piattaforme di partecipazione
L’affermazione di tendenze all’autogoverno e alla contro-cultura politica
La crescita di un comportamento collettivo che guarda all’interazione, allo
scambio, alla partecipazione
L’obsolescenza delle tradizionali strutture di intermediazione del lavoro
(sindacati, associazioni di categoria, lobby)
La crescita di fenomeni micro-imprenditoriali di contro all’indebolimento
degli oligopoli e grossi gruppi industriali
La nascita di una consapevolezza legata alla valorizzazione del territorio
secondo una decentralizzazione glocale
43. IL VALORE IN PIU’ DELLA SE
SECONDO NESTA
DA:“12 MAKING SENSE OFTHE UK COLLABORATIVE ECONOMY”
Enabled by internet technologies.
Connecting distributed networks of people and/or assets.
Making use of the idling capacity of tangible and intangible assets.
Encouraging meaningful interactions and trust.
Embracing openness, inclusivity and the commons.
51. Dal punto di vista razionale
Risparmio
Rispetto dell’ambiente
Possibilità di acquisire una modalità di lavoro flessibile
Maggiore praticità
Accesso diretto a servizi di buona qualità
I VANTAGGI DELLA SE
52. Dal punto di vista emotivo
La generosità di poter aiutare il prossimo
Il senso di appartenenza a una comunità e la sensazione di essere valorizzati
L’idea di fare qualcosa di innovativo contemporaneo
Il maggiore senso di responsabilità
Il sentirsi parte di un movimento di idee
I VANTAGGI DELLA SE
79. Dal punto di vista dei prodotti
Quali sono le caratteristiche, i vantaggi e gli svantaggi dei prodotti
e servizi in modalità sharing economy?
MORFOLOGIA DELLA SE
Ci si appoggia in modo quasi esclusivo sull’ecosistema del web
I prodotti/servizi sono il risultato di processi bidirezionali, con una
forte percentuale di interazione e personalizzazione
80. MORFOLOGIA DELLA SE
Come da teoria della lunga coda operano secondo un principio di
diversificazione
Mirano alla saturazione di una nicchia ben precisa
Rappresentano delle economie di scopo: si riferiscono a bisogni
specifici per soddisfare i quali vengono realizzati prodotti/servizi
quasi personalizzati
83. Ci si registra tramite il proprio account Facebook, Twitter o Linkedin
Si può scegliere di pagare per il tramite di PayPal, formula sicura e
immediata
Grazie agli Open Data molte operazioni, oggi, risultano più
semplici e immediate e rappresentano uno stimolo all’uso di
piattaforme di consumo evolute.
OPEN DATA
84. I pionieri - mercati poco definiti, soluzioni sperimentali, gap da risolvere
I colonizzatori - mercati in crescita, prodotti maturi, soluzioni definite
Servizi e prodotti standardizzati, ottimizzazione dei processi di produzione,
competizione sui mercati
Se dovessimo definire gli attori che operano in questo tipo di
economie:
DOVE SI COLLOCA L’INNOVAZIONE