4. Anca o art. coxo-femorale
• Enartrosi :
mov. flessione-estensione
abduzione-adduzione
intra ed extrarotazione
5. Muscoli anca
• Flessione L’ileopsoas, il pettineo, il tensore della fascia lata ed il sartorio sono i maggiori flessori
dell’anca. Tra questi muscoli il più potente è l’ileopsoas.
• Estensione. Il maggiore estensore della coscia è il muscolo grande gluteo che per quanto
riguarda la dimensione della sezione traversa, rappresenta il più grande muscolo isolato del
corpo.
• Abduzione. I principali abduttori della coscia sono il medio ed il piccolo gluteo.. Considerando la
loro posizione relativamente all’anca, la loro azione combinata eleva il trocantere e di
conseguenza abduce la coscia.
• Adduzione. I principali adduttori della coscia sono il pettineo e gli adduttori lungo, breve e
magno..
• Intrarotazione. I principali protagonisti di questa azione sono il medio gluteo ed il piccolo gluteo,
il tensore della fascia lata, il pettineo, gli adduttori lungo e breve e la porzione pubo-femorale del
grande adduttore.
• Extrarotazione I rotatori laterali della coscia costituiscono il gruppo funzionale più numeroso.
Il grande gluteo, il piriforme, il quadrato del femore e gli otturatori esterno ed interno,
sono i maggiori effettori di questo movimento.
7. Muscoli ginocchio
• Flessione : bicipite femorale, semitendinoso, semimembranoso, gracile,
sartorio, gastrocnemio, popliteo.
• Estensione: quadricipite femorale , costituito da tre vasti: il vasto mediale,
vasto laterale e vasto intermedio e dal retto femorale.
• Rotazione esterna della tibia: è controllata dal bicipite femorale. L’anatomia
ossea stessa porta la tibia in rotazione esterna durante l’estensione.
• Rotazione interna: popliteo, semitendinoso, semimembranoso, sartorio e
gracile. La rotazione della tibia è vincolata e può avvenire solo quando
il ginocchio è in flessione.
Affinchè il ginocchio possa effettuare tutti i movimenti correttamente, molti
muscoli devono lavorare rispettando un complesso sincronismo.
10. Muscoli piede
•Flessione della caviglia: un potente muscolo posteriore, il tricipite
della sura (formato profondamente dal muscolo soleo e
superficialmente dai muscoli gemelli);
•Estensione della caviglia: un gruppo di muscoli posti anteriormente
nella gamba, il muscolo tibiale anteriore e i muscoli estensori, che
sollevano la punta del piede ;
•Pronazione: due muscoli posti esternamente nella gamba, i peronei,
che sollevano il bordo esterno del piede;
•Supinazione: tre muscoli profondi i cui tendini passano sul lato
interno della caviglia, il muscolo tibiale posteriore e i muscoli flessori,
che sollevano il bordo interno del piede .
11. Sensibilità
• Esterocettiva = stimoli dall’ esterno
• Propriocettiva = permette di percepire e
riconoscere la posizione del proprio corpo nello
spazio e lo stato di contrazione dei propri
muscoli, anche senza il supporto della vista.
La propriocezione assume un'importanza
fondamentale nel complesso
meccanismo di controllo del movimento
12. Kinesiterapia
• Passiva: lavoro solo io;
• Attiva: lavora solo il paziente;
contro Resistenza;
• Attiva-assistita: durante il movimento
lavoriamo entrambi in tempi e modalità
differenti.
13. Perché si muove male?
• L’ ingranaggio è ( + o -)
bloccato (articolarità).
• L’ ingranaggio è libero
ma le corde non riescono
ad agire(forza muscolare).
• ……………………………
• …………………………………..
14. A cosa sto lavorando?
• articolarità:
Kt passiva o Kt attiva assistita?
• forza muscolare:
Kt attiva contrazione ma quale?
isometrica (stessa lunghezza/diverso tono)
o isotonica ( stesso tono /diversa lunghezza=spostamento)?
concentrica (stesso tono + accorciamento )
o eccentrica( stesso tono +allungamento)?
15. A nostro favore:
• Posizione delle mani: indica la direzione
del movimento.
• Forza del tocco e/o della resistenza: aiuta
o ostacola o blocca il movimento.
• Combinazioni di contrazioni diverse.
• Uso arto controlaterale.
• ……………………………………………
16. A nostro sfavore:
• compensi
necessario conoscerli
per evitarli o limitarli
• automatismi
17. Senza attenzione non c’è
apprendimento e senza
controllo la potenza è nulla.
controllo cosciente : gesto volontario
non cosciente : g. automatico
18.
19.
20. Tieni sempre presente:
• Quali muscoli sono coinvolti?
• Quale è la loro azione?
mm. mono o biarticolari?
mm. agonisti? antagonisti?
21. DEAMBULAZIONE
Maniera con cui si compie la locomozione
consueta nell’uomo.
E’ realizzata dal movimento alterno e ritmico di
propulsione dei due arti pelvici.
Il cammino si compone di passi.
Nel passo si distinguono la lunghezza e la durata.
Nello scambiare del passo il centro di gravità del
corpo subisce grandi e rapidi spostamenti, che
comportano oscillazioni di tutta la massa corporea.
22. DEAMBULAZIONE
• Appoggio: anca flessa;
ginocchio esteso;
piede appoggia tallone, poi punta.
• Carico: anca pos. intermedia;
ginocchio esteso;
piede in appoggio.
• Spinta: anca estesa;
ginocchio si flette;
piede stacca tallone poi punta.
• Sospensione: anca estesa flessa
ginocchio esteso flesso
piede flesso plantarmente flesso dorsalmente.
25. Schema del passo alterato:
va ricostruito!
• Fase di sospensione:…..
• Fase di appoggio:
CARICO: quanto si può caricare?
quanto il paz. carica?
26. Difficoltà crescenti=
instabilità crescenti
• Carico staticodinamico
• Su appoggio instabile bipodalico
monopodalico
• Ad occhi chiusi
• Eseguendo contemporaneamente più
gesti
• ………………
27. Artrosi dell’ anca
rigidità;
dolore alla regione inguinale;
dolore nell’alzarsi dopo aver mantenuto la
posizione seduta;
riduzione dello spazio tra la testa del femore ed
il bacino;
sclerosi (usura) della testa del femore e la
presenza di osteofiti (piccole calcificazioni
tipiche dell’artrosi).
28. Protesi anca
1^ giorno: cauta kt;
2^ /3^ giorno : kt+ sed bordo letto
+SE+impostazione passo;
29. Da evitare
Flettere anca oltre i 90°, intraruotare e
addurre.
Quindi NON è concesso:
•Sedersi su sedili bassi;
•Da seduti sporgersi in avanti;
•Accavallare le gambe;
•Coricarsi di fianco (solo con cuscino tra le
ginocchia).
32. Riassunto della puntata
precedente
• Leggere i referti, ascoltare il paziente, fare la
propria valutazione sempre.
• Patto di collaborazione operatore-paziente.
• Adattare gli esercizi alla situazione volta per
volta.
Ricercare sempre la comodità del paziente e
dell’ operatore.
Nell’ opporre resistenza utilizzare anche il
proprio peso.