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AMIANTO O ASBESTO In greco Amianto significa immacolato e incorruttibile  In latino Asbesto significa perpetuo e inestinguibile.  Già gli Egizi lo utilizzavano  nei tessuti per l’imbalsamazione delle mummie e nel vasellame in cui conservavano i cibi
Il Milione: mantello di lana di salamandra
AMIANTO O ASBESTO Convegno “ Amianto a Trieste: 40 anni di esposizione ” - 2002  Lorenzo Tomatis: “ lo storico romano Plinio ricorda che   gli schiavi che lavoravano questo materiale, estratto dalla terra, con cui si facevano gli stoppini delle lampade al tempo dei romani ed era amianto, si dovevano proteggere con delle mascherine fatte con la parete della vescica delle pecore messe davanti al viso per evitare i disturbi respiratori che a questi schiavi venivano col tempo”.  ( Amianto passato presente futuro – atti dei convegni 2002-2003,  a cura dell'ASSOCIAZIONE ESPOSTI AMIANTO REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA O.N.L.U.S., Edizioni Parnaso - Trieste, 2004, pg. 19)
STORIA 1877 : Scoperta di vasti giacimenti ad Asbestos in  Quebec . Importanti giacimenti anche in  Sudafrica   (crocidolite, crisotilo, amosite),  Russia   (crisotilo),  Stati Uniti  (crisotilo),  Australia  (crocidolite) e  Finlandia   (antofillite), ne favorì la diffusione e l’uso su vasta scala. La actinolite e la tremolite erano meno importanti  dal punto di vista commerciale. Fino al 1930, sono state usate quantità relativamente ridotte ( 338.783 tonnellate nel 1930 ), ma i quantitativi sono andati progressivamente aumentando nei decenni successivi ... …  fino a raggiungere le  5.159.000 tonnellate nel 1978 .
USO dell’AMIANTO  Gli usi dell’amianto sono cresciuti progressivamente fino agli anni ’40,  per poi “esplodere” negli anni ’50 e ’60 e nella prima metà degli anni ’70. Lo sviluppo dei  trasporti  e l'espansione  edilizia  sono state tra le cause trainanti di questa crescita. Ma l'impulso principale è venuto dall'associazione con gli  usi tecnologici del vapore , soprattutto quando quest’ultimo veniva prodotto a servizio di lavorazioni industriali richiedenti temperature di esercizio elevate.  Per temperature di esercizio relativamente modeste, infatti, erano sufficienti, le lane minerali artificiali; per temperature progressivamente più elevate si rendevano necessari prima l’amianto crisotilo, poi, per le condizioni estreme, gli amianti anfibolici (la più usata era la crocidolite). Fino al decennio tra la metà degli anni ’70 e la metà degli anni ’80 del secolo scorso, l’amianto era, in questo campo, un materiale poco o per nulla sostituibile.
USO dell’AMIANTO  Durante gli anni ’80 del secolo scorso si sono resi disponibili sul mercato materiali (ad esempio, il filamento continuo di vetro e le fibre ceramiche) che hanno progressivamente ridotto la diffusione dei coibenti termici a base di amianto; soprattutto, sono andati marcatamente riducendosi (malgrado il maggior costo dei materiali sostitutivi) gli usi degli amianti anfibolici, per la loro pericolosità particolarmente ben documentata e diffusamente nota. Ma l'uso industriale dell'amianto ha anche sfruttato le sue qualità ignifughe (barriere anti-fiamma) e fonoassorbenti (soprattutto in funzione anti-rombo nei mezzi di trasporto).
PRODUZIONE AMIANTO  1969: produzione mondiale il Canada 45,9%  l’URSS con il 26,8%,  il Sudafrica con il 7,9%,  la Cina con il 5%;  altri paesi (USA, Brasile e Australia) seguivano con quote minori. Oggi: il 92% della produzione del minerale si concentra in pochi Stati che, in ordine di quantità, sono la Russia, la Cina, il Canada,  il Kazakhistan, il Brasile e lo Zimbabwe,  i cui primi tre forniscono circa il 70%  dell'amianto usato nel mondo.   Il Canada: più del 95% dell'amianto che produce è destinato ad essere esportato ai Paesi in via di sviluppo, soprattutto in Asia.
IL CONSUMO di AMIANTO  Nella graduatoria dei consumi pro-capite,  nei Paesi in via di sviluppo,  che stanno ora vivendo la loro rivoluzione industriale,  l'uso dell'amianto sembra una "tappa obbligata" e conferma  la correlazione industrializzazione-amianto .  A differenza che negli Stati produttori, dove sono presenti anche nazioni evolute,  l'uso dell'amianto è oggi massiccio soprattutto nei Paesi in cui i diritti civili sono meno riconosciuti e ci sono meno tutele per i lavoratori.   Anche in tale "classifica" primeggia la Russia, seguita da Thailandia, Corea del Sud e Kazakhistan.
L’Amianto in ITALIA  1917: apertura a Balangero (provincia di Torino) di una cava a cielo aperto di asbesto, la maggiore di tutta l'Europa Occidentale.  Le produzioni della cava, minime fino agli inizi degli anni Cinquanta, decollano, in concomitanza con il boom economico e industriale italiano, fino a raggiungere il massimo nel 1976-1979 (150.000 tonnellate estratte), mantenendosi sostenute anche negli anni successivi, fino alla sua chiusura, nel 1990; il diagramma produttivo della cava corrisponde all'utilizzo dell'amianto in Italia. Ma il nostro Paese abbisognava di quantità superiori di amianto rispetto alle capacità produttive interne e, quindi, importava il minerale, soprattutto dal Sudafrica, dall'Australia (che allora erano Paesi esportatori di amianto di primo ordine) e dal Canada.
USO dell’AMIANTO nel MONDO Il futuro  E' difficile fare previsioni;  molto dipenderà dalla diffusione ed applicazione internazionale delle conoscenze mediche,  ma anche dalla capacità di mobilitazione dei lavoratori e degli ecologisti che spingono per il bando dell'amianto,  in contrapposizione agli interessi delle grandi multinazionali che lo commerciano e delle aziende che lo usano.
Industria di fabbricazione di manufatti in cemento-amianto Industria dei trasporti (navale,   aeronautica, ferroviaria,   automobilistica) Industrie con importanti consumi di energia e di calore  ( idroelettrica,   chimica, plastica, metallurgica, raffinerie, vetrerie, ceramica e laterizi, alimentare, distillerie, zuccherifici, fonderie, ecc.) Industria tessile dell’asbesto Altre (cartiere, elettriche, artigianali, manutenzioni,  ecc.) Principali industrie che hanno impiegato amianto
Industria di fabbricazione di manufatti in cemento-amianto Ha rappresentato il settore di più largo impiego di amianto a livello planetario (assorbendone quasi il 70% della produzione mondiale).  L'uso di tali materiali si è diffuso su gran parte del territorio. Nell'edilizia, infatti, venne utilizzato come prodotto spruzzato per i rivestimenti, nelle coperture e tettoie (notissima la multinazionale Eternit, da cui deriva il nome del materiale), nelle tubazioni in cemento-amianto degli acquedotti (soprattutto nel periodo 1945-1975), in prefabbricati, nella posa di intonaci, nelle contro-soffittature, nei pavimenti in vinil-amianto. Impiego dell’amianto a livello industriale
Industria navale, aeronautica e ferroviaria:  rivestimenti coibentanti termici ed acustici, antincendio, Industria automobilistica:  guarnizioni per freni e frizioni, applicazioni coibentanti e barriere anti-fiamma, soprattutto nelle condotte per impianti elettrici. I coibenti maggiormente utilizzati, soprattutto nel caso di tubazioni o di apparecchi ove era indispensabile il contenimento delle dispersioni di calore, erano costituiti da materassini, feltri e cordoni in amianto. Data l'elevata resistenza meccanica e chimica, poteva anche essere usato nella finitura dei rivestimenti coibenti sotto forma di intonaco protettivo. Particolarmente gravi furono gli effetti dell’applicazione a spruzzo dell'asbesto in tali usi. Un’altra modalità d’uso come coibente, per la protezione degli ambienti interni, era costituita da cartoni pressati, pannelli posti nelle intercapedini tra le tappezzerie interne e le lamiere protettive esterne. Impiego dell’amianto a livello industriale
Industria materie plastiche:  additivi, rinforzante per manufatti; Industria chimica:  filtri e guarnizioni per varie funzioni, resine termoindurenti e termoplastiche; Industria metallurgica:  schermi e indumenti protettivi, coibentazioni di forni, caldaie, etc.; Industria tessile dell’asbesto:  produzione di   tessuti, nastri, funi, filati, tendaggi, tappezzerie. Altre attività ad esposizione minore: Cartiere (carte, cartoni),   panifici (forni),   isolanti elettrici, pitture e vernici, talco; Industrie del tabacco, delle telecomunicazioni, degli ascensori;  Lavorazioni artigianali, anche non industriali (gioielli, vasi...), maschere antigas, filtri dei liquori e enologici;  Manutenzione impianti termici di edifici pubblici (ospedali, scuole, palestre...) e privati. Impiego dell’amianto a livello industriale
L’AMIANTO e le navi Due le attività con esposizione ad amianto - attività marittime:  l'impiego del minerale sulle navi ha esposto (ed espone tuttora) i marittimi all'inalazione delle fibre (visti i ritardi e le difficoltà incontrate nella bonifica sulle imbarcazioni). Ci sono differenze di esposizione all'interno della categoria: maggiormente a rischio risultano i lavoratori della sala macchine e gli addetti alla loro ispezione, manutenzione, riparazione. - attività portuale:  in Italia ci furono importanti stazioni di arrivo per l'importazione del minerale. Fino agli anni Settanta il trasporto del minerale avveniva attraverso sacchi di iuta o scatoloni di cartone che non impedivano al minerale di disperdere le sue fibre nell'ambiente, esponendo i portuali a gravi rischi. Con l'introduzione dei container la situazione migliorò.
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Principali impieghi industriali dell’amianto
Settore Cantieri Navali - Fincantieri  stabilimenti in Monfalcone (Gorizia), Marghera (Venezia), Sestri Ponente (Genova), Riva Trigoso (Genova), Muggiano (La Spezia), Ancona e Palermo  è stata la maggiore industria navale nell'impiego di amianto.  Tali cantieri occupano oggi circa 7500 dipendenti; in passato impiegavano organici ben più consistenti. - Cantieri navali dell'Arsenale Militare Marittimo  Taranto e La Spezia occupano complessivamente 4500 dipendenti - Cantieri navali minori  Trieste, Livorno, Civitavecchia, Messina.   Industrie che hanno usato amianto in Italia
Produzione di manufatti di cemento-amianto  - Eternit, vera multinazionale del settore.  Il principale stabilimento ha operato in Casale Monferrato (Alessandria) tra il 1907 e il 1986, impegnando complessivamente circa 5000 dipendenti. Questa zona rappresenta la principale area geografica italiana caratterizzata da diffusa contaminazione ambientale.  Un altro importante stabilimento Eternit era attivo a Brolo (Sicilia). - Fibronit Stabilimenti a Bari e a Broni (Pavia)  - Ceramit a Frosinone  - Materit a Matera.   Industrie che hanno usato amianto in Italia
Centrali termoelettriche (ex-Enel)  Diffuse in tutta l'Italia, in particolare al Centro-Nord. Settore Siderurgico - Breda con le sue produzioni molto diversificate (rotabili, parti di aerei, meccanica, portoni...) Principali stabilimenti: Sesto San Giovanni (Milano), Brescia, Pistoia, Padova, Marghera. - Ansaldo (simile alla Breda per lavorazioni e produzioni)  Principali stabilimenti: Genova, Monfalcone, Trieste. Officine Grandi Riparazioni delle Ferrovie dello Stato   (produzione e riparazione mezzi rotabili). Petrolchimici Principali stabilimenti: Marghera, Brindisi, Ravenna e Gela.   Industrie che hanno usato amianto in Italia
Raffinerie  Industrie della gomma e di materie plastiche Stabilimenti chimici -  Montedison ed Enichem di Crotone. Acciaierie  -  Tra le più importanti l'Ilva di Taranto. Settore tessile  -  Società Italiana Amiantifera (SIA): stabilimento di Grugliasco (Torino). Porti (scalo per le importazioni di amianto)  Trieste, Venezia e Ravenna in testa, ma anche quelli in prossimità dei vari cantieri navali (Palermo, Ancona, Genova, Livorno, Napoli, Taranto) e degli altri grandi stabilimenti in cui veniva impiegato l'amianto (Brindisi, Bari).   Industrie che hanno usato amianto in Italia
- Fincantieri a Castellammare di Stabia (Napoli)  - Cantieri navali di Napoli e Pozzuoli Area industriale di Bagnoli - Ilva (siderurgia) e Eternit (produzione cemento-amianto)  - Sacelit di Volla - produzione cemento-amianto - Montefibre di Acerra – produzione filati - Officine Grandi Riparazioni delle Ferrovie dello Stato  (prima a Pietrarsa e Granili per la riparazione rispettivamente di locomotive a vapore e di vetture e poi a S. Maria La Bruna) - Filema di Caserta e Sofer di Pozzuoli  (produzione tipo Breda e Ansaldo) Costruzione dei prefabbricati che hanno ospitato le popolazioni terremotate dell'Irpinia, successivamente all'evento sismico del 1980. Industrie che hanno usato amianto in Campania
Comparti con probabile presenza di amianto e numero di addetti (dati al ‘91)   Unità Locali  Addetti  N.  % su tot.  N°  % su tot. COMPARTI
CAREX CAREX è un sistema informativo internazionale sulle esposizioni professionali a cancerogeni noti e sospetti, realizzato con il supporto del programma “L’Europa contro il cancro” dell’Unione Europea. Fornisce stime del numero di esposti per Paese, attività industriale e agente. Esposizione ad amianto Anno  1991  2001 Esposti  350.000  76.000 Categorie esposte al 2001 Edilizia  70.000 Manutenzione mezzi trasporto  2.600 Trasporto su terra  2.000 Addetti elettricità e gas  1.000 Trasporto su acqua  500
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Origini e impiego dell'amianto

  • 1. AMIANTO O ASBESTO In greco Amianto significa immacolato e incorruttibile In latino Asbesto significa perpetuo e inestinguibile. Già gli Egizi lo utilizzavano nei tessuti per l’imbalsamazione delle mummie e nel vasellame in cui conservavano i cibi
  • 2. Il Milione: mantello di lana di salamandra
  • 3. AMIANTO O ASBESTO Convegno “ Amianto a Trieste: 40 anni di esposizione ” - 2002 Lorenzo Tomatis: “ lo storico romano Plinio ricorda che gli schiavi che lavoravano questo materiale, estratto dalla terra, con cui si facevano gli stoppini delle lampade al tempo dei romani ed era amianto, si dovevano proteggere con delle mascherine fatte con la parete della vescica delle pecore messe davanti al viso per evitare i disturbi respiratori che a questi schiavi venivano col tempo”. ( Amianto passato presente futuro – atti dei convegni 2002-2003, a cura dell'ASSOCIAZIONE ESPOSTI AMIANTO REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA O.N.L.U.S., Edizioni Parnaso - Trieste, 2004, pg. 19)
  • 4. STORIA 1877 : Scoperta di vasti giacimenti ad Asbestos in Quebec . Importanti giacimenti anche in Sudafrica (crocidolite, crisotilo, amosite), Russia (crisotilo), Stati Uniti (crisotilo), Australia (crocidolite) e Finlandia (antofillite), ne favorì la diffusione e l’uso su vasta scala. La actinolite e la tremolite erano meno importanti dal punto di vista commerciale. Fino al 1930, sono state usate quantità relativamente ridotte ( 338.783 tonnellate nel 1930 ), ma i quantitativi sono andati progressivamente aumentando nei decenni successivi ... … fino a raggiungere le 5.159.000 tonnellate nel 1978 .
  • 5. USO dell’AMIANTO Gli usi dell’amianto sono cresciuti progressivamente fino agli anni ’40, per poi “esplodere” negli anni ’50 e ’60 e nella prima metà degli anni ’70. Lo sviluppo dei trasporti e l'espansione edilizia sono state tra le cause trainanti di questa crescita. Ma l'impulso principale è venuto dall'associazione con gli usi tecnologici del vapore , soprattutto quando quest’ultimo veniva prodotto a servizio di lavorazioni industriali richiedenti temperature di esercizio elevate. Per temperature di esercizio relativamente modeste, infatti, erano sufficienti, le lane minerali artificiali; per temperature progressivamente più elevate si rendevano necessari prima l’amianto crisotilo, poi, per le condizioni estreme, gli amianti anfibolici (la più usata era la crocidolite). Fino al decennio tra la metà degli anni ’70 e la metà degli anni ’80 del secolo scorso, l’amianto era, in questo campo, un materiale poco o per nulla sostituibile.
  • 6. USO dell’AMIANTO Durante gli anni ’80 del secolo scorso si sono resi disponibili sul mercato materiali (ad esempio, il filamento continuo di vetro e le fibre ceramiche) che hanno progressivamente ridotto la diffusione dei coibenti termici a base di amianto; soprattutto, sono andati marcatamente riducendosi (malgrado il maggior costo dei materiali sostitutivi) gli usi degli amianti anfibolici, per la loro pericolosità particolarmente ben documentata e diffusamente nota. Ma l'uso industriale dell'amianto ha anche sfruttato le sue qualità ignifughe (barriere anti-fiamma) e fonoassorbenti (soprattutto in funzione anti-rombo nei mezzi di trasporto).
  • 7. PRODUZIONE AMIANTO 1969: produzione mondiale il Canada 45,9% l’URSS con il 26,8%, il Sudafrica con il 7,9%, la Cina con il 5%; altri paesi (USA, Brasile e Australia) seguivano con quote minori. Oggi: il 92% della produzione del minerale si concentra in pochi Stati che, in ordine di quantità, sono la Russia, la Cina, il Canada, il Kazakhistan, il Brasile e lo Zimbabwe, i cui primi tre forniscono circa il 70% dell'amianto usato nel mondo. Il Canada: più del 95% dell'amianto che produce è destinato ad essere esportato ai Paesi in via di sviluppo, soprattutto in Asia.
  • 8. IL CONSUMO di AMIANTO Nella graduatoria dei consumi pro-capite, nei Paesi in via di sviluppo, che stanno ora vivendo la loro rivoluzione industriale, l'uso dell'amianto sembra una "tappa obbligata" e conferma la correlazione industrializzazione-amianto . A differenza che negli Stati produttori, dove sono presenti anche nazioni evolute, l'uso dell'amianto è oggi massiccio soprattutto nei Paesi in cui i diritti civili sono meno riconosciuti e ci sono meno tutele per i lavoratori. Anche in tale "classifica" primeggia la Russia, seguita da Thailandia, Corea del Sud e Kazakhistan.
  • 9. L’Amianto in ITALIA 1917: apertura a Balangero (provincia di Torino) di una cava a cielo aperto di asbesto, la maggiore di tutta l'Europa Occidentale. Le produzioni della cava, minime fino agli inizi degli anni Cinquanta, decollano, in concomitanza con il boom economico e industriale italiano, fino a raggiungere il massimo nel 1976-1979 (150.000 tonnellate estratte), mantenendosi sostenute anche negli anni successivi, fino alla sua chiusura, nel 1990; il diagramma produttivo della cava corrisponde all'utilizzo dell'amianto in Italia. Ma il nostro Paese abbisognava di quantità superiori di amianto rispetto alle capacità produttive interne e, quindi, importava il minerale, soprattutto dal Sudafrica, dall'Australia (che allora erano Paesi esportatori di amianto di primo ordine) e dal Canada.
  • 10. USO dell’AMIANTO nel MONDO Il futuro E' difficile fare previsioni; molto dipenderà dalla diffusione ed applicazione internazionale delle conoscenze mediche, ma anche dalla capacità di mobilitazione dei lavoratori e degli ecologisti che spingono per il bando dell'amianto, in contrapposizione agli interessi delle grandi multinazionali che lo commerciano e delle aziende che lo usano.
  • 11. Industria di fabbricazione di manufatti in cemento-amianto Industria dei trasporti (navale, aeronautica, ferroviaria, automobilistica) Industrie con importanti consumi di energia e di calore ( idroelettrica, chimica, plastica, metallurgica, raffinerie, vetrerie, ceramica e laterizi, alimentare, distillerie, zuccherifici, fonderie, ecc.) Industria tessile dell’asbesto Altre (cartiere, elettriche, artigianali, manutenzioni, ecc.) Principali industrie che hanno impiegato amianto
  • 12. Industria di fabbricazione di manufatti in cemento-amianto Ha rappresentato il settore di più largo impiego di amianto a livello planetario (assorbendone quasi il 70% della produzione mondiale). L'uso di tali materiali si è diffuso su gran parte del territorio. Nell'edilizia, infatti, venne utilizzato come prodotto spruzzato per i rivestimenti, nelle coperture e tettoie (notissima la multinazionale Eternit, da cui deriva il nome del materiale), nelle tubazioni in cemento-amianto degli acquedotti (soprattutto nel periodo 1945-1975), in prefabbricati, nella posa di intonaci, nelle contro-soffittature, nei pavimenti in vinil-amianto. Impiego dell’amianto a livello industriale
  • 13. Industria navale, aeronautica e ferroviaria: rivestimenti coibentanti termici ed acustici, antincendio, Industria automobilistica: guarnizioni per freni e frizioni, applicazioni coibentanti e barriere anti-fiamma, soprattutto nelle condotte per impianti elettrici. I coibenti maggiormente utilizzati, soprattutto nel caso di tubazioni o di apparecchi ove era indispensabile il contenimento delle dispersioni di calore, erano costituiti da materassini, feltri e cordoni in amianto. Data l'elevata resistenza meccanica e chimica, poteva anche essere usato nella finitura dei rivestimenti coibenti sotto forma di intonaco protettivo. Particolarmente gravi furono gli effetti dell’applicazione a spruzzo dell'asbesto in tali usi. Un’altra modalità d’uso come coibente, per la protezione degli ambienti interni, era costituita da cartoni pressati, pannelli posti nelle intercapedini tra le tappezzerie interne e le lamiere protettive esterne. Impiego dell’amianto a livello industriale
  • 14. Industria materie plastiche: additivi, rinforzante per manufatti; Industria chimica: filtri e guarnizioni per varie funzioni, resine termoindurenti e termoplastiche; Industria metallurgica: schermi e indumenti protettivi, coibentazioni di forni, caldaie, etc.; Industria tessile dell’asbesto: produzione di tessuti, nastri, funi, filati, tendaggi, tappezzerie. Altre attività ad esposizione minore: Cartiere (carte, cartoni), panifici (forni), isolanti elettrici, pitture e vernici, talco; Industrie del tabacco, delle telecomunicazioni, degli ascensori; Lavorazioni artigianali, anche non industriali (gioielli, vasi...), maschere antigas, filtri dei liquori e enologici; Manutenzione impianti termici di edifici pubblici (ospedali, scuole, palestre...) e privati. Impiego dell’amianto a livello industriale
  • 15. L’AMIANTO e le navi Due le attività con esposizione ad amianto - attività marittime: l'impiego del minerale sulle navi ha esposto (ed espone tuttora) i marittimi all'inalazione delle fibre (visti i ritardi e le difficoltà incontrate nella bonifica sulle imbarcazioni). Ci sono differenze di esposizione all'interno della categoria: maggiormente a rischio risultano i lavoratori della sala macchine e gli addetti alla loro ispezione, manutenzione, riparazione. - attività portuale: in Italia ci furono importanti stazioni di arrivo per l'importazione del minerale. Fino agli anni Settanta il trasporto del minerale avveniva attraverso sacchi di iuta o scatoloni di cartone che non impedivano al minerale di disperdere le sue fibre nell'ambiente, esponendo i portuali a gravi rischi. Con l'introduzione dei container la situazione migliorò.
  • 16.
  • 17. Settore Cantieri Navali - Fincantieri stabilimenti in Monfalcone (Gorizia), Marghera (Venezia), Sestri Ponente (Genova), Riva Trigoso (Genova), Muggiano (La Spezia), Ancona e Palermo è stata la maggiore industria navale nell'impiego di amianto. Tali cantieri occupano oggi circa 7500 dipendenti; in passato impiegavano organici ben più consistenti. - Cantieri navali dell'Arsenale Militare Marittimo Taranto e La Spezia occupano complessivamente 4500 dipendenti - Cantieri navali minori Trieste, Livorno, Civitavecchia, Messina. Industrie che hanno usato amianto in Italia
  • 18. Produzione di manufatti di cemento-amianto - Eternit, vera multinazionale del settore. Il principale stabilimento ha operato in Casale Monferrato (Alessandria) tra il 1907 e il 1986, impegnando complessivamente circa 5000 dipendenti. Questa zona rappresenta la principale area geografica italiana caratterizzata da diffusa contaminazione ambientale. Un altro importante stabilimento Eternit era attivo a Brolo (Sicilia). - Fibronit Stabilimenti a Bari e a Broni (Pavia) - Ceramit a Frosinone - Materit a Matera. Industrie che hanno usato amianto in Italia
  • 19. Centrali termoelettriche (ex-Enel) Diffuse in tutta l'Italia, in particolare al Centro-Nord. Settore Siderurgico - Breda con le sue produzioni molto diversificate (rotabili, parti di aerei, meccanica, portoni...) Principali stabilimenti: Sesto San Giovanni (Milano), Brescia, Pistoia, Padova, Marghera. - Ansaldo (simile alla Breda per lavorazioni e produzioni) Principali stabilimenti: Genova, Monfalcone, Trieste. Officine Grandi Riparazioni delle Ferrovie dello Stato (produzione e riparazione mezzi rotabili). Petrolchimici Principali stabilimenti: Marghera, Brindisi, Ravenna e Gela. Industrie che hanno usato amianto in Italia
  • 20. Raffinerie Industrie della gomma e di materie plastiche Stabilimenti chimici - Montedison ed Enichem di Crotone. Acciaierie - Tra le più importanti l'Ilva di Taranto. Settore tessile - Società Italiana Amiantifera (SIA): stabilimento di Grugliasco (Torino). Porti (scalo per le importazioni di amianto) Trieste, Venezia e Ravenna in testa, ma anche quelli in prossimità dei vari cantieri navali (Palermo, Ancona, Genova, Livorno, Napoli, Taranto) e degli altri grandi stabilimenti in cui veniva impiegato l'amianto (Brindisi, Bari). Industrie che hanno usato amianto in Italia
  • 21. - Fincantieri a Castellammare di Stabia (Napoli) - Cantieri navali di Napoli e Pozzuoli Area industriale di Bagnoli - Ilva (siderurgia) e Eternit (produzione cemento-amianto) - Sacelit di Volla - produzione cemento-amianto - Montefibre di Acerra – produzione filati - Officine Grandi Riparazioni delle Ferrovie dello Stato (prima a Pietrarsa e Granili per la riparazione rispettivamente di locomotive a vapore e di vetture e poi a S. Maria La Bruna) - Filema di Caserta e Sofer di Pozzuoli (produzione tipo Breda e Ansaldo) Costruzione dei prefabbricati che hanno ospitato le popolazioni terremotate dell'Irpinia, successivamente all'evento sismico del 1980. Industrie che hanno usato amianto in Campania
  • 22. Comparti con probabile presenza di amianto e numero di addetti (dati al ‘91) Unità Locali Addetti N. % su tot. N° % su tot. COMPARTI
  • 23. CAREX CAREX è un sistema informativo internazionale sulle esposizioni professionali a cancerogeni noti e sospetti, realizzato con il supporto del programma “L’Europa contro il cancro” dell’Unione Europea. Fornisce stime del numero di esposti per Paese, attività industriale e agente. Esposizione ad amianto Anno 1991 2001 Esposti 350.000 76.000 Categorie esposte al 2001 Edilizia 70.000 Manutenzione mezzi trasporto 2.600 Trasporto su terra 2.000 Addetti elettricità e gas 1.000 Trasporto su acqua 500
  • 24. CAREX
  • 25. CAREX