1. Creta è l’isola più grande dell’arcipelago greco. Si trova al
centro del Mar Mediterraneo.
Nonostante un territorio poco adatto all’agricoltura, la sua
posizione strategica e le abilità nella navigazione del popolo
hanno permesso lo sviluppo della civiltà cretese.
2. La civiltà cretese (detta anche
“minoica”) è nata e si è
sviluppata, nell’isola di Creta, a partire
dal 2300 a.C.
Durante il regno di Minosse era
diventata potente nella navigazione e
nel commercio.
Fra il 2300 e e il 1500 a.C., durante il
periodo di massimo splendore, i
Cretesi hanno costruito meravigliosi
palazzi nelle città-Stato
dell’isola, chiamate infatti città-palazzo.
Intorno al 1700, però, un violento
terremoto distrusse molte di queste
città, ricostruite fino al 1450, anno nel
quale passa sotto il controllo dei
Micenei.
3. All’inizio della propria storia i Cretesi
erano prevalentemente agricoltori, le
principali coltivazioni erano:
grano, orzo, viti e ulivi.
Da questi ultimi si ricavavano olio e
vino che venivano esportati nel
mediterraneo.
Importante era ovviamente la pesca
soprattutto nei territori costieri.
I Cretesi erano anche abili
artigiani, producevano: vasi in
ceramica, oggetti in bronzo, gioielli in
oro e argento e oggetti di lusso che
esportavano durante i propri viaggi
La maggiore fonte economica
era, infatti, rappresentata dal
commercio quasi esclusivamente
marittimo.
4. La civiltà Minoica non costituì mai uno
stato unitario.
Vi erano, invece, delle Città-Stato
autonome governate da un sovrano
(chiamato Minos) che risiedeva nel
palazzo, dal quale coordinava le attività
del territorio insieme ai suoi funzionari.
Questi erano maestosi edifici attorno ai
quali si sviluppava tutta la vita cittadina.
Da qui deriva la denominazione di Città-
Palazzo.
Nessuna delle Città-Palazzo
dell’isola, inoltre, disponeva di mura di
difesa. Probabilmente, infatti, essi non
temevano attacchi nemici data la
propria superiorità nel controllo
marattimo.
Le più importanti città erano:
Cnosso, Festo e Malia.
5. Il re comandava la flotta marina
e stabiliva le leggi. Pur non
essendo considerato una
divinità, era anche il capo
religioso e pertanto dirigeva le
cerimonie che non venivano
celebrate in templi o palazzi ma
in luoghi considerati sacri
(fiumi, laghi, grotte ecc.).
I funzionari controllavano le
merci nei magazzini, l’attività
degli artigiani e dirigevano i
commerci inoltre, a loro, i
contadini, dovevano
periodicamente consegnare i
raccolti.
6. I Cretesi svilupparono 3 tipi
di scrittura. Le prime due
utilizzate, quella geroglifica e
lineare A, non sono state
ancora interpretate, mentre il
terzo tipo, chiamata lineare B
(di tipo sillabico), è stato
decifrato ma non rappresenta
un utile fonte di informazione
perché sviluppata negli ultimi
anni della civiltà minoica. Il
compito di scrivere e
registrare era affidato agli
scribi che utilizzavano per
l’incisione delle tavolette di
argilla.
7. La religione minoica era
politeista e venerava
solo divinità
femminili, probabilmente
un’unica dea nelle sue
molteplici incarnazioni.
Questa era la «Dea
Madre» principalmente
simbolo di fertilità e
fecondità.
Attributi della dea erano il
serpente, simbolo legato
alla terra, la
colomba, simbolo della
fecondità, ed il Leone.
8. Il mito racconta che Minosse, re di Creta, avesse chiesto
all’architetto Dedalo di costruire un luogo da cui fosse
veramente difficile uscire.
Nel palazzo-labirinto nascose il Minotauro , un uomo con
la testa di toro, che si nutriva esclusivamente di carne
umana.
Quando Minosse conquistò Atene, una città greca, pretese
che ogni nove anni gli Ateniesi fornissero sette giovani e
sette fanciulle per sfamare il Minotauro.
Teseo , figlio del re di Atene, si unì a un gruppo di vittime
per andare a uccidere il mostro e liberare così la città di
Atene da questo tributo.
Arianna , figlia di Minosse , si innamorò di Teseo e lo aiutò:
gli dette una spada e un gomitolo da srotolare man mano
che avanzava nel labirinto. Riavvolgendolo, dopo aver
ucciso il Minotauro, Teseo ritrovò l’uscita e la salvezza.
Il mito del Minotauro spinse i Cretesi a usare il toro come
simbolo della forza e della potenza dell’isola.