1. IL FILM INDUSTRIALE
IL FILM INDUSTRIALE E' UN TESTO AUDIOVISIVO DI GENERE DOCUMENTARISTICO NATO A RIDOSSO
DEL PROCESSO DI INDUSTRIALIZZAZIONE E REALIZZATO AL'INTERNO E PER IL MONDO
PRODUTTIVO.
Definizione in base a:
− chi lo commissione (enti o industrie)
− contenuto (attività economico-produttive)
− scopi (divulgazione, istruzione, promozione)
− diffusione (interna o comunque limitata a festival o pubblicizzazione in manifestazioni)
Non dovrebbe essere, per sua natura, un documentario da presentare soprattutto al grande pubblico, durante una
proiezione di trattenimento, perché é strettamente professionale; pero assolve, presso il proprio pubblico, a un compito
preciso, che ha la sua funzione e la sua utilita nel mondo del lavoro.
Vi sono tuttavia film che riescono a coniugare la documentazione con lo spettacolo, e talvolta con la poesia visiva
grazie alla scelta di registi di provenienza cinematografica.
Un primo esempio Uno tra i primi documentari, dal titolo La corsa Susa Moncenisio, girato in Italia nel 1905
dall’Ambrosio Film di Torino, è un film avente come suo oggetto l’automobile. La FIAT, dal canto suo, sponsorizza
due film intorno agli anni 20: il primo, del 1922, tratta la nuova
linea di assemblaggio personalizzata per i clienti, una novità nell’industria europea.
Un altro film, tra i primi esemplari italiani a tema industriale, è Col ferro e col fuoco, realizzato nel 1926 per le
acciaierie dell’Ilva da Eugenio Fontana e Giuseppe Ceccarelli (lo storico della romanita anche noto come Ceccarius). Il
film descrive il processo di produzione del ferro, dalle cave alle fabbriche. Come già accennato, occorre ricordare che il
1924 è l’anno che segna la nascita dell’Istituto Luce che, d’ora in poi, supporta la produzione e la diffusione dei
documentari, anche industriali. .
Il tecnofilm presto si inseri nella produzione documentaristica con grande espansione negli anni Cinquanta e
Sessanta, anche per la protezione data dalle leggi al documentario in generale (sull’arte, sul folklore, turistico, agricolo,
sul lavoro). Venivano dati “premi di qualità” ai migliori documentari per favorirne la diffusione a scopi educativi e
didattici e si arrivo a produrne, in Italia, anche alcune centinaia all’anno.
Problemi: produttori improvvisati e non divulgazione del prodotto, assenza proiezioni pubbliche; la TV diventava un
concorrente, cambio di strategie comunicative aziendali.
Alcuni dei più grandi registi del cinema italiano sono anche stati autori di documentari industriali, testimoni dello
sviluppo del Paese durante il boom degli anni cinquanta-sessanta.
Attraverso la loro produzione si affronterà il tema dello sviluppo dell’industrializzazione in Italia,
esaminando soprattutto come si trasformi l’immaginario relativo alla grande industria nel nostro paese e come
evolva il linguaggio di comunicazione delle imprese.
Esempi celebri: alcuni enti e aziende trovarono opportuno realizzare documentari o cortometraggi di informazione e di
prestigio: si possono citare Uffici Turistici, la Olivetti che favori negli anni Sessanta lo sviluppo del film sull’arte, o
critofilm, con la efficace presenza di Carlo Ludovico Ragghianti; la Edison e poi Enel che produsse pellicole in cui
eccelse Ermanno Olmi, successivamente diventato reputato regista di film di finzione e con attori; e soprattutto l’Eni
che si valse di cineasti come Bernardo Bertolucci, autore di La via del petrolio (1966) e di Joris Ivens, di cui fu
proiettato nel 1961 alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia L’Italia non é un Paese Povero.
Tipologie di tecnofilm per Mario Verdone:
1. film scientifico industriale (per pubblico specializzato) o di divulgazione scientifica;
2. film di ricerca (fenomeni di interesse tecnico, allo scopo di permetterne l’esame analitico);
3. tecnofilm informativo (impiegato come mezzo per illustrare il ciclo produttivo di una industria, o il valore tecnico
delle installazioni, per presentare il prodotto e metterne in evidenza le caratteristiche tecnologiche e funzionali salienti;
4. tecnofilm didattico (di istruzione tecnica e di addestramento professionale);
5. film di documentazione sociale (sui servizi assistenziali, previdenziali, culturali e ricreativi attuati nell’interesse del
2. mondo del lavoro);
6. filmgiornale (di documentazione della vita aziendale, o di categoria);
7. film didattico antinfortunistico e sull’igiene del lavoro;
8. film pubblicitario
Il film industriale conserva numerose attinenze col genere documentaristico. è infatti questo il punto chiave su cui si
divide la critica: l’autonomia o meno del cinema industriale dal genere documentaristico e , di conseguenza, la
classificazione di genere o di sottogenere.
Nella letteratura più specialistica dedicata al film industriale si riconosce la volontà di affermare una
certa autonomia.
John Grierson. Egli lo definisce come «the creative treatment of actuality», ossia una elaborazione creativa della realtà
in cui vi è una compiutezza, una logica, una narrazione e un senso.