1. Proposta per
UNA CARTA DEGLI ABITANTI
E DEL
WELFARE AMBIENTALE
Gabriele Righetto
TITOLO “per la costruzione di una carta dell’abitante”
A) La condizione dell’abitante
Le persone non sono sul pianeta in astratto: esse abitano dei luoghi
precisi, vivono in rapporto a famiglia, conoscenti, amici, esprimono una
rete di relazioni attraverso le quali si consolida il vissuto della comunità e
il vissuto di più comunità prossime. Anche le comunità prendono la loro
identità non solo da quello che fanno e aspirano fare, dalla carica ideale e
progettuale, ma anche dal fatto di essere presenti in forme attive nei
luoghi.
I luoghi, le comunità e le persone possono rappresentare fenomeni senza
connessione se manca o è debole la capacità e la condizione del decidere
sulla gestione della qualità dei luoghi stessi per la dimensione
socioambientale che presentano e la rete relazionale che esprimono.
Stare e vivere nei luoghi in cui operano le comunità significa poter
esprimere attivamente dei processi di partecipazione.
Il rapporto delle persone attivo, responsabile, coinvolto, codecisionale e
partecipativo con i luoghi, le persone e le comunità con cui si interagisce,
segna i tratti forti della condizione abitante.
La presente Carta intende offrire
- un profilo di identità,
- un quadro di dinamiche di diritti e doveri
- uno scenario di indicazioni sui processi operativi perché la condizione
di abitante sia effettiva e attiva e non un generico ‘stare’ nei luoghi.
B) Le finalità
Vi è un patrimonio consolidato del welfare sociosanitario dal quale si sono
derivati ed elaborati diritti e doveri del cittadino.
In tempi più recenti, in campo socio-ambientale ha preso consistenza l’idea
del valore della preservazione non solo dell’integrità e della salute
dell’ecosistema ma si è preso anche coscienza che questa dimensione
interessa ed è imprescindibile per il benessere e la salute delle persone.
Le due storie/vicende del welfare sociosanitario e di welfare
socioambientale presentano andamenti non integrati, talvolta dissonanti,
eppure emergono congiuntamente aspetti significativi per una loro
integrazione. Affiora cioè la domanda di definizione e azione di un welfare
ambientale.
2. I due welfare possono convergere in una comune filosofia di sostenibilità.
Si ravvisa l’opportunità di esprimere tale integrazione mediante proposte e
linee guida utili a costruire all’interno delle comunità locali uno strumento
orientativo per gli interventi integrati del sociale, ambientale e sanitario.
Tale strumento viene denominato:
“Carta dell’abitante. Verso un welfare sostenibile”.
Il presente documento non costituisce l’effettiva Carta dell’Abitante, perché
essa va redatta con il contributo partecipativo degli abitanti di luoghi in cui
vive e si manifesta direttamente la Comunità Locale.
Qui si forniscono soltanto alcune linee guida mediante le quali individuare le
questioni e i problemi da sviluppare e organizzare in sintonia con la
dimensione degli abitanti contestualizzati.
La Carta si fonda sulla valorizzazione delle risorse umane,
relazionali e ambientali presenti nei luoghi e a favore della qualità di
vita degli abitanti.
Sono pertanto in interazione
o Luoghi
o Comunità
o Abitanti
LUOGHI
Con luogo si intendono quelle dimensioni spaziali ed ambientali in cui
avvengono processi e gestioni, si manifestano fenomeni naturali ed
ecosistemici specifici, costruzioni e impianti umani operano in interazione, si
forma un insieme interdipendente e strettamente correlato di elementi
storici, evolutivi, ecosistemici e dinamiche attuali.
I luoghi sono realtà territoriali circoscritte, con relazioni con territorialità più
vaste mediante le quali entrano in relazione in forme diverse a seconda di
ruoli, funzioni e collaborazioni.
I luoghi sono organizzazioni territoriali dotate di una loro identità, contenuti
in determinanti ambientali e in cui alcune comunità convivono in forme
collegate, aperte ad una potenziale intesa, ma sottoposte anche
all’emergere di conflitti e disagi da comporre in forme d’intesa, patti e
accordi.
COMUNITÀ
La comunità è un insieme di aggregazioni umane che vivono riferite a
luoghi nei quali esplicano le loro forme di vita, elaborano organizzazioni,
usano risorse presenti nei luoghi stessi o fanno pervenire risorse da altrove,
si danno regole per concordare su come far convivere vari gruppi diversi in
medesimi luoghi, attuano forme di dialogo intergenerazionale, si prendono
cura della comunità medesima e dei gruppi e soggetti in essa operanti,
stabiliscono le forme d’uso, tutela e valorizzazione del loro territorio e
ambiente, affrontano il problema della gestione dell’insieme sociale e
ambientale determinando le dinamiche attuali e prospettando le condizioni
attraverso cui si transiti a stati e dinamiche future.
3. ABITANTI
Gli Abitanti sono persone che vivono e frequentano i luoghi della comunità,
partecipano alla vita sociale, traggono dai luoghi e dal territorio le risorse
per vivere, attivare e sviluppare processi di apprendimento individuale e
sociale, si prendono cura di componenti umane e materiali dei luoghi a cui si
rapportano, esprimono una loro decisionalità individuale e coordinata in
gruppi più o meno organizzati, sono aperti a forme di decisionalità estesa
che possano interessare l’intero assetto dei luoghi e della vita organizzata
della comunità, mettono in dialogo-cooperazione il patrimonio della
tradizione e dell’innovazione. Mentre i cittadini sono soggetti che
appartengono a realtà sociali e territoriali in quanto dotate di diritti civili,
legittimità a presenza ed azione in termini giuridici, gli Abitanti sono
qualcosa di più se si esprimono come soggetti attivi e operanti in propri
luoghi di cui sono responsabili e di cui godono le positività o subiscono i
disagi da superare.
Sono anche qualcosa di più degli utenti i quali assumono la configurazione di
utilizzatori di risorse, impianti e servizi senza che l’atto d’uso implichi il farsi
carico dei luoghi in cui trovano risorse e servizi e senza prendersi cura della
comunità che è detentrice, curatrice e gerente delle risorse, luoghi e servizi
stessi
Quando la decisionalità a carattere ampio avviene mediante forme di
condivisione, scelte maturate attraverso processi di conoscenza e
acquisizione di competenze emersi da confronto, elaborazione comune di
progetti, superamento di conflitti, accordo su modalità di gestione, allora le
dinamiche che si attivano sono caratterizzate da fenomeni di partecipazione.
Gli Abitanti partecipi esprimono atteggiamenti e comportamenti solidali per il
proprio ambiente e comunità in prospettiva di sostenibilità. Tali prospettive
si risolvono se c’è intesa e si lavora “sentendosi plurale” in riferimento ad
ambiente e comunità locale. Il comportamento attivo e partecipe si traduce
in comportamenti che esprimono concretamente la presa in carico e cura, la
diffusione di solidarietà e la cura comunitaria dell’ambiente, il tutto in clima
di responsabilità e competenza.
La Carta dell’Abitante si rivela strumento efficace quando, riferita ai luoghi
specifici di una Comunità locale insediata, è in grado di definire e governare
i processi che attivano la costruzione sociale dei Luoghi, della Comunità e
l’autopromozione degli Abitanti stessi.
C) C. Le finalità
La Carta dell’abitante vuol segnalare la necessità di processi gestionali e di
vita integrata in cui le prospettive di welfare sociosanitario e ambientale
concorrono ad un congiunto innalzamento delle dinamiche evolutive della
Comunità e dei Luoghi in un rapporto significativo e significante.
4. La carta è destinata a coloro che svolgono funzioni di responsabilità sociale
in processi richiedenti il coinvolgimento attivo dei soggetti locali.
L’elaborazione partecipata di una Carta dell’abitante è orientata al
mantenimento e all’uso sostenibile delle risorse, all’evoluzione dei modelli di
vita, al miglioramento organizzativo e gestionale.
La Carta sollecita la promozione di azioni integrate in campo ambientale,
sociale e sanitario.
L’elaborazione della Carta dell’Abitante mira a mettere in luce e rendere
praticabili e operabili i diritti e doveri di una comunità locale (gruppi,
istituzioni e soggetti…)
Riconosciuta l’importanza dei diritti universali di cittadinanza, la Carta
insisterà sulla rilevanza di individuare e praticare i diritti e i doveri di una
comunità locale nella sua articolazione di soggetti organizzati e nella
condizione di persone, ossia nell’identificazione di abitanti attivi.
Le istituzioni, oltre a garantire il diritto dei cittadini ad avere servizi che
rispondono ai bisogni fondamentali, devono promuovere diritti e doveri
dell’abitante, ossia rispetto della cura del proprio ambiente in termini
sostenibili e soluzione dei problemi della comunità in un’ottica partecipativa
e solidale.
Tale ottica mette in attivazione atteggiamenti di responsabilità e
competenza.
La responsabilità si esprime nel conoscere i propri luoghi e le esigenze e
aspettative degli abitanti, nell’attivare un evoluto processo di apprendimento
sociale che conduca a decisionalità mature, ossia sostenute dall’esplorazione
e indagine delle situazioni concrete e nell’acquisizione di strumenti e
organizzazioni operativi che diano ai problemi una risposta in grado di
incidere in modo sostenibile sulle strutture e non solo sui sintomi.
Il raggiungimento di responsabilità e competenza apre a scenari di fiducia
condivisa e di presa in carico e atteggiamenti aperti all’aver cura degli
aspetti sociosanitari e socioambientali congiuntamente.
L’abitante di luoghi con appartenenza partecipativa alla comunità
(diversamente dal generico cittadino o utente) è consapevole che la sua
responsabilità e presa in carico hanno un riferimento locale diretto, ma che
la condizione storica attuale non consente all’abitante di avere solo una
circoscritta dimensione locale.
I sistemi di interdipendenza economica, il supporto delle attività economiche
e dei servizi su materiali e risorse provenienti da tutto il pianeta, la rete di
trasporti che permette di gestire anche lunghe distanze e apre ad una
mobilità estesa, le dotazioni tecnologiche, e in particolare quelle digitali e
telematiche, configurano un quadro di appartenenza globale e mondiale.
5. I processi di trasformazione, resi ancora più incidenti con l’affermarsi della
prospettiva biodigitale diffusa, interagiscono con fattori ambientali che non
si limitano a ripercussioni su ecosistemi di estensione locale, ma incidono
sulle dinamiche che interessano le risorse basilari del pianeta intero, quali
l’acqua, l’aria, il suolo, l’energia e l’assetto complesso e interdipendente del
clima.
Per tale motivo l’abitante contemporaneo è congiuntamente locale, globale e
responsabile ecologico. In tale senso la condizione è riconoscibile come
status di abitante ecoglocale.
La Carta locale dell’Abitante dovrà contenere la consapevolezza della
specificità di Abitante ecoglobale in relazione alla caratterizzazione
identitaria dei propri Luoghi e della propria Comunità, senza rinserrarsi in
ottiche e pratiche localistiche, ossia di concezione dei luoghi e della
Comunità come fenomeni chiusi.
La Carta pertanto non solo metterà in luce gli strumenti per prendere
coscienza della continua evoluzione del rapporto ecoglocale, ma, oltre
all’apprendimento cognitivo sociale, individuerà le procedure e le pratiche
per esercitare tale condizione secondo operatività che facilitino i contatti e le
collaborazioni con Luoghi e Comunità diverse e lontane, comprese le nuove
socialità in rete, le Web Communities e le forme glocali di interazione nel
telelavoro, telesplorazione e telecollaborazione.
Oltre a riconoscere lo statuto dei luoghi come gestione a valorizzare e non
distruggere le risorse locali e lo specifico sociale e fisico della propria
comunità, la Carta dell’Abitante prevede le forme e le organizzazioni idonee
a farsi rete con altri luoghi e altre comunità, sempre in un’ottica di incentivo
alla sostenibilità, promozione del benessere, attivazione dell’aver cura e
superamento di conflitti e settorialità.
La condizione di abitante che ha un profilo identitario ben più articolato ed
esteso di cittadino e utente non è un dato di partenza, semmai è legato
all’esito di un processo di responsabilizzazione della persona. Una persona
non è originariamente un abitante, bensì acquisisce lo status e il diritto di
essere abitante. La Carta dell’Abitante indicherà pertanto non solo le
modalità mediante le quali si esercita la condizione di abitante responsabile,
competente, partecipativo, attivo in termini di sostenibilità e cura della
Comunità e dei Luoghi, ma anche promuoverà le forme attive e
organizzative per far progredire ad abitanti dei soggetti che siano solo nella
condizione di cittadini o utenti o genericamente stanti in un luogo.
Le condizioni diverse di utenti, stanti, cittadini e abitanti danno accesso ad
un rapporto attivo di diritti e doveri diversi che la Carta dell’Abitante locale
dovrebbe essere in grado di indicare con una certa chiarezza.
La condizione dell’abitante che esercita propri diritti e doveri dipende dal
contesto sociale e ambientale in cui si trova e cioè dal livello di evoluzione
delle istituzioni esistenti, della cultura diffusa, della facilitazione all’accesso
6. di risorse e servizi, dello stato dell’ambiente, delle forme di organizzazioni
formali ed informali di gruppi, della condizione economica complessiva.
Qualunque sia il livello e lo stato dinamico dei Luoghi e della Comunità
l’Abitante dovrebbe sentirsi orientato in senso autonomo e attivo a forme di
partecipazione.
La Carta dell’Abitante dovrebbe proporre le forme mediante le quali
incentivare la partecipazione autopromossa e motivata dell’Abitante a
processi partecipativi di indagine, decisione, gestione.
Da questo punto di vista la Carta dell’Abitante potrebbe costituire una sorta
di strumento di autoconoscenza e riconoscimento di identità per la
Comunità che utilizza e promuove la carta stessa.
Mediante la Carta la Comunità può stabilire la distanza tra la condizione
partecipativa ideale e quella effettiva in atto nella quale essa si trova. Dalla
coscienza del gap esistente potrebbe ricavare le linee di intervento per
autopromuoversi ed autoevoloversi in un quadro di conoscenza dei propri
limiti, conflitti e inefficienze.
Alcuni soggetti sociali possono esprimere meglio l’azione di
autoconsapevolezza e promozione per i livelli di decisionalità e di
autorganizzazione raggiunti.
Tali soggetti vanno individuati negli attori istituzionali, enti locali, aziende
speciali del sociale, del sanitario, dell’edilizia, dell’informazione e
comunicazione, nel terzo settore, nella scuola e università, nei pianificatori
di vario tipo e livello, negli imprenditori e operatori economici,
amministratori e dirigenti, volontariato, nei mediologi.
Secondo il loro status socioambientale e di capacità di farsi carico di
questioni di benessere sociale e di salute essi possono svolgere ruoli
diversificati mirando congiuntamente a far emergere una condizione di
Comunità partecipe.
Le Comunità attuali spesso posseggono già strumenti con cui gestiscono
territorio ed erogazione di servizi.
I Piani regolatori e la pianificazione territoriale e ambientale in genere da un
lato e la programmazione sociosanitaria dall’altro, specie con l’affermarsi dei
piani di zona e dei Piani d’azione, sembrano aver maturato al loro interno
l’avvicinamento al concetto e pratica di gestione territoriale, ma quelli
ambientali e territoriali non sempre hanno una esplicita attenzione per
questioni di benessere sociale, promozione della salute, innalzamento della
qualità della vita (welfare ambientale) e gli strumenti di pianificazione
sociosanitaria mostrano poco interesse e cura effettivi per l’organizzazione
dei servizi rispettando la conformazione e la qualità dei Luoghi e delle
comunità insediate.
Per questi la territorialità può limitarsi ad una semplice perimetrazione di
ambito territoriale, senza porsi il problema della sua articolazione
qualificativa al suo interno.
La carta dell’Abitante dovrà invece segnalare l’impegno perché l’ambientale
e il territoriale siano maggiormente dotati di attenzioni e strumenti per il
7. sociale con orientamento al benessere delle persone e delle comunità,
mentre gli strumenti di pianificazione sociosanitaria dovranno segnalare un
impegno sul campo della qualità ambientale e dell’organizzazione territoriale
dei luoghi.
Ma soprattutto la Carta dell’Abitante dovrà suggerire le forme
operative per l’integrazione di Welfare sociosanitario e welfare
ambientale in un’ottica integrata di Welfare sostenibile e promosso
mediante forme partecipative.
Le separatezze e le distonie tra i due campi di welfare dipendono anche
dallo stato di forte settorialità delle varie azioni, con la conseguenza che
l’informazione e la comunicazione stesse risultano barrierate tra enti,
soggetti, gruppi e istituzioni che dovrebbero dialogare e collaborare fra loro.
L’informazione sugli strumenti di gestione e promozione di Welfare
sostenibile deve venire veicolata e promossa in modo da creare le
condizioni atte a far sì che il più alto numero di soggetti abitanti si
sentano membri attivi, competenti, responsabili, partecipativi e
codecisionali.
Laddove i saperi e le competenze specialistiche soffrono di maggiore
settorialità e insufficiente interdipendenza collaborativa, la carta dovrebbe
segnalare le forme per il cambiamento e suggerire l’offerta di risorse e
occasioni perché gli operatori di settore si aprano ad una logica ecosistemica
ed interdisciplinare.
Questo vale soprattutto per il ruolo svolto dai tecnici e dagli operatori
sociali, sanitari, ambientali e territoriali.
La Carta dovrebbe contribuire ad indicare le modalità per raggiungere
un’adeguata percezione rassicurante che i beni di vario tipo vissuti
come indispensabili e auspicabili non verranno a mancare nei Luoghi della
Comunità, per cui la comunità potrà orientare le sue azioni partecipative allo
sviluppo dei vari ambiti, indicati di seguito come percorsi guida gratificanti.
AMBITI:
- economico (nel quale le persone abitanti collaborano e codecidono
per produrre ed acquisire ricchezza interagendo con il brano
socioambientale di appartenenza comune, attuano trasformazioni di
materiali o organizzazione di servizi in forma sostenibile. Il processo
economico dovrebbe mirare a condurre a condizioni sempre più
evolute della ricchezza del capitale economico, sociale e di natura).
- relazionale (le persone abitanti percepiscono come vitale e
soddisfacente fare e vivere cose insieme, in luoghi che non deturpano
la positività dei rapporti)
- cognitivo (i contesti e le relazioni sociali espandono l’identità e la
consapevolezza e competenza delle persone abitanti sia mediante
acquisizione sia attraverso scambio di competenze e dotazioni
differenziate e produttive fino alla forma di scambio altruistica, ossia
8. all’esperienza del poter scambiare il senso del sovrabbondante e del
rinnovante in una concezione dell’accoglienza, non essendo vincolati
alla sola visione del necessario come regola del vivere, aperti ad una
prospettiva progettuale e non piattamente esecutiva). E’ inoltre
cognitivamente importante avere informazioni adeguate e continue
relative ai luoghi per orientare azioni congruenti
emozionale (luoghi e persone abitanti contribuiscono nella
-
produzione di atmosfere di presenza, attività o prolungamento
relazionale e cognitivo a sostegno di uno stato motivazionale orientato
a mantenere o rafforzare rapporti con brani territoriali e persone e
gruppi interagenti con la territorialità comune)
morale (persone abitanti e luoghi contribuiscono insieme a verificare
-
l’atto della costruzione di condizioni esistenziali positive fondate su
progetti e orientamenti valoriali in rafforzamento del senso e della
pratica del vivere)
politico (si percepisce che si concorda con persone abitanti, gruppi ad
-
agire su luoghi per dare un’organizzazione più efficiente dal punto di
vista complessivo, mirata ad un insieme di vantaggi materiali e
immateriali condivisi in quanto positivi e auspicabili oppure si
concorda per ridurre e contrastare l’azione di altri che rafforzano
legami sociali e uso di brani territoriali secondo prospettive e gestioni
considerate portatrici di negatività e deprivazione di ricchezza sociale)
estetico (i brani territoriali nel loro insieme e nella loro specificità
-
sollecitano percezioni, sinestesie, rappresentazioni e stati relazionali
che attivano condizioni di piacere assieme ad una condivisione con
molte altre persone abitanti o frequentatori saltuari che tendono ad
incrementare tale stato, non solo immettendo sempre nuovi elementi
estetici, ma anche tutelando e ripristinando quelli che possono correre
pericolo di dequalificazione e degrado siano essi naturalistici o artefatti
pregevoli)
ecologico (l’insieme dei luoghi di appartenenza frequentati in forme
-
ricorrenti è sentita come una proiezione del sé e il sé si sente parte
integrata con il tutto territoriale, per cui emerge una dinamica di
azioni sostenibili che mirano a salvaguardare i rapporti ecosistemici
relativi sia alle connessioni delle biodiversità, sia alle specificità
geologiche e microclimatiche sia agli equilibri del tecnosistema, tutti
reinterpretati continuamente secondo una gestione evoluta di
sostenibilità territoriale e sociale, compreso il governo del ricambio
demografico e delle migrazioni ed immigrazioni.
La Carta deve mirare a fornire strumenti per tenere sotto controllo l’insieme
complessivo degli ambiti, ma anche il rapporto tra economia e spesa sociale
nell’assunto che la valorizzazione ambientale può produrre nuove economie
locali tali da connettersi poi con l’extraterritoriale in termini di acquisizione
di maggiori risorse, servizi ed economie di scala, comprese politiche di
risparmio energetico e abbattimento di forme di spreco ambientale.
9. La valorizzazione del locale aperto a scenari ecoglocali dovrebbe essere
sostenuto dalla Carta dell’Abitante con indicazioni a far rete nelle forme più
varie, innovative e creative. I sistemi partecipativi e la messa in dialogo di
comunità, abitanti e progettualità sui luoghi possono attivarsi se i soggetti
sociali partecipativi si mettono in rete e si scambiano, favorendo un
“catalogo” di ciò che funziona, permette il dialogo, sostiene l’innovazione.
La Carta dell’Abitante può anche fornire una serie di esempi di buone
pratiche realizzate (progettazione partecipata, Agende 21, piani di zona,
contratti di quartiere, sistemi formativi e informativi promozionali di
comunità e gruppi e attori sociali ) che determino livelli evolutivi della
partecipazione e della decisionalità ….
L’indicazione di buone pratiche deve servire non solo ad indicare esempi
praticabili, ma anche a segnare il disegno tensionale che una comunità
intende gestire dotandosi di una Carta dell’Abitante.
La Carta dell’Abitante elaborata autonomamente da ogni Comunità abitante
in luoghi integrati si configura come offerta di linee guida, non come
strumento contenente elementi prescrittivi e astratti. Le Linee Guida mirano
all’integrazione dei fattori sociosanitari e socioambientali, individuano e
stabiliscono limiti che sollecitano scenari nuovi e auspicabili ma direttamente
riferiti alla situazione specifica e concreta dei luoghi e comunità di
riferimento.
Quello che rende le linee guida non un generico esercizio astratto è
l’attuazione di conseguenti azioni sociali partecipate e gestionali in un
quadro di voluta e consapevole sostenibilità contestualizzata.
La maturità di una comunità ecoglocale si riconosce anche nella capacità di
far sintesi dei fattori sociosanitari e socioambientali per raggiungere la
garanzia di un realistico e non rinunciatario stato di welfare ambientale
minimo e sostenibile.
Tali livelli si raggiungono se si conduce avanti un metodo chiaro e
organizzato, articolato nelle tre connotazioni di esplorazione,
progettazione, gestione partecipative nella costruzione
dell’apprendimento sociale e costruzione sociale dei luoghi.
10. RIGHETTO
Le 4 variabili delle differenze: risorse, modelli di vita, gestione,
1.
strumentazioni
Rapporto tempo/spazio: l’abitante ha tempi e spazi specifici, la sua
2.
appartenenza ha limiti e perimetrazioni. La sua responsabilità diretta
è nello specifico della spazialità e temporalità (glocale)
Campi di operatività della Carta (vedi p. 8) anche secondo le diverse
3.
caratteristiche degli abitanti…che devono indicare forme di
connessione e interazione tra sociosanitario e socioambientale
Tipologia delle relazioni (l’abitante non è sulle cose ma sulle
4.
relazioni) in rif al luogo: economico, relazionale, morale, politico,
estetico, ecologico
TITOLO
“per la costruzione di una carta dell’abitante”
o La condizione dell’abitante
o Le finalità
• lo statuto dei luoghi (valori fondamentali)
• lo sviluppo delle relazioni sociali e della solidarietà
(comunità)
• complessità ecosistemica nella costruzione del welfare e del
territorio
• la partecipazione quale strumento
• standard di qualità socioambientale che si vogliono
raggiungere
o Gli strumenti e le azioni
• rivisitazione delle procedure di formazione di piani e bilanci
• rivisitazione delle proprie procedure operative
o Come intervenire verso gli altri soggetti pubblici presenti sul
territorio
o Formazione degli operatori (tecnici, facilitatori, altri enti….)
o Fare rete con altre comunità che praticano la costruzione sociale
del territorio
o La costruzione partecipata della Carta (come allegato allo statuto,
come forum…).
11. TITOLO
“PER LA COSTRUZIONE DI UNA CARTA DELL’ABITANTE”
A) La condizione dell’abitante
Le persone oggi presentano dei processi di mobilità non poche volte
cospicui, eppure tutte presentano un carattere prevalente di abitante, ossia
di riferimento privilegiato e continuo con luoghi specifici.
La collocazione delle persone-abitanti è individuabile especificabile in una
parte della terra o meglio ancora di una regione “spazio per vivere” in cui
una parte cospicua di esse sono presenti con lunga continuità, esperiscono e
curano una serie di relazioni personali, familiari, interpersonali e sociali
rivelando conoscenze e interazioni forti e condivise.
Tutto questo è vissuto percorrendo e interagendo con parti ricorrenti della
porzione di territorio in cui si consolida un’esperienza comune di
permanenza e di uso conosciuto, competente e coinvolto in un territorio di
elezione o di persistenza-permanenza.
Tale contesto è un luogo o una rete di luoghi (locus), ossia un territorio
specifico in cui è desiderabile e/o vantaggioso e/o attraente e/o utile
permanere e svolgere delle attività. Il locus è una permanenza
socioambientale che si valuta e dove il rapporto mantiene più o meno degli
alti livelli di sostenibilità esistenziale. Ossia dove si vive una adeguata
percezione
- che i beni di vario tipo vissuti come indispensabili e auspicabili non
verranno a mancare,
- dove le certezze non negano un tasso anche minimale di atteso e
mistero,
- dove esistono risorse che continuano a fornire vantaggi
- dove tende ad essere gratificante un certo numero di rapporti
interpersonali.
I rapporti significativi di un locus sono vari e per lo più rivestono
caratteristiche
- economiche (persone-abitanti con cui si collabora ed interagisce per
produrre ed acquisire ricchezza proprio interagendo con il brano di
appartenenza comune)
- relazionali (persone con cui è vitale e soddisfacente fare e vivere
cose insieme, in luoghi che non deturpano la positività dei rapporti)
- cognitivo (contesti e relazioni sociali che espandono l’identità e il
sentore della persona sia come acquisizione sia come scambio fino alla
forma oblativa, ossia all’esperienza del poter scambiare il senso del
sovrabbondante e del rinnovante in una concezione dell’accoglienza,
non essendo vincolati alla sola visione del necessario)
- emozionale (luoghi e persone che contribuiscono a produrre
atmosfere di presenza, attività o prolungamento relazionale e
cognitivo che sostengono uno stato motivazionale orientato a
mantenere o rafforzare rapporti con brani territoriali e persone e
gruppi interagenti con la territorialità comune)
12. morale (persone e luoghi in cui si sente e si verifica che si stanno
-
costruendo condizioni esistenziali positive fondate su progetti e
orientamenti valoriali che rafforzano il senso e la pratica del vivere)
politico (si percepisce che si concorda con persone, gruppi ad agire
-
su luoghi per dare un’organizzazione più efficiente dal punto di vista
complessivo orientata ad un insieme di vantaggi materiali e
immateriali che si condividono come positivi e auspicabili o per ridurre
l’azione di altri che rafforzano legami sociali e uso di brani territoriali
secondo prospettive e gestioni che si considerano portatrici di
negatività e deprivazione di ricchezza sociale)
estetico (i brani territoriali nel loro insieme e nella loro specificità
-
sollecitano percezioni, sinestesie, rappresentazioni e stati relazionali
che attivano condizioni di piacere assieme ad una condivisione con
molte altre persone che tendono ad incrementare tale stato, non solo
immettendo sempre nuovi elementi estetici, ma anche tutelando e
ripristinando quelli che possono correre pericolo di dequalificazione e
degrado siano essi naturalistici o artefatti pregevoli)
ecologico (l’insieme della terra di appartenenza ricorrente è sentita
-
come una proiezione del sé e il sé si sente parte integrata con il tutto
territoriale, per cui vi è una vita di azioni sostenibili che tengono a
salvaguardare i rapporti ecosistemici che toccano sia le connessioni
delle biodiversità, sia le specificità geologiche e microclimatiche sia gli
equilibri del tecnosistema che reinterpretano continuamente la
gestione evoluta di sostenibilità territoriale e sociale.
Se il locus è oggetto di welfare lo è in quanto elemento indispensabile della
vita di persone che
- partecipano alla comunità,
- si relazionano e godono dell’ecosistema e tecnosistema di
appartenenza
- sono afferenti ad una vita familiare
- sono componenti di gruppi sociali
- sono abitanti, ossia ‘hanno frequentativamente’ un rapporto
coinvolgente con i luoghi
- esprimono un rapporto più o meno attivo, partecipativo e democratico
con le istituzioni
- sono parte attiva nella produzione e sviluppo della dotazione di
ricchezza e risorse e nell’impegno contro la povertà.
l’organizzazione dei luoghi è strutturata per gli abitanti in
-
luoghi per l’abitazione
in reti e servizi per la residenza
impianti per la mobilità (strade, stazioni e mezzi)
in luoghi per il vissuto socioambientale dell’intorno
abitativo
in luoghi per la partecipazione alla decisionalità e
comprensione sociale dei luoghi afferenti alla residenza
13. luoghi per leisure (attività motoria, ricreativa,
socializzante, culturale, di rapporto con il territorio aperto)
in luoghi in cui si riequilibra la distribuzione delle risorse e
della ricchezza socioambientale
Tutti questi luoghi richiedono un welfare ambientale per renderli vivibili e
per praticare l’evoluzione del
- benessere biofisico,
- socioeconomico e
cognitivo-relazionale.