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L’editoriale
               N
                              atura e popoli che valicano i confini e si riversano in un
                              ambiente altro. Questo numero di marzo-aprile si fa attraversare
                              dal tema mettendo in fila storie ed esperienze.
               Uno tsunami annunciato eppure devastante nel Giappone che in tutto il
               mondo è simbolo di prevenzione e preparazione sul rischio sismico, e
               che per questo tsunami deve affrontare una crisi nucleare. Un altro mare,
               il Mediterraneo, che consente a migliaia di persone in fuga dalla guerra di
               approdare in salvo sulle coste italiane ma può essere fatale per chi viene
               colto da una tempesta nella traversata. E l’esperienza della nostra
               protezione civile che interviene per contribuire al monitoraggio delle
               radiazioni su Tokyo e si impegna in Africa e in Italia a gestire l’emergenza
               umanitaria che investe migranti e profughi.
               Dal 6 aprile 2011 l’Italia ha una giornata nazionale dedicata alle vittime
               del terremoto in Abruzzo e di tutte le catastrofi che hanno colpito il nostro
               Paese. Dall’analisi e valutazione della gestione dell’emergenza aquilana il
               Dipartimento ha fatto nascere e sta sperimentando diversi progetti: ne
               anticipiamo alcuni, insieme al resoconto dei progetti realizzati grazie alle
               donazioni italiane ed estere, tra cui c’è il nuovo Auditorium dell’Aquila
               donato dal Giappone. E un altro caso di terremoto accompagnato da un
               maremoto propone questo bimestre la sezione Storie ripercorrendo quello
               che nell’Italia giolittiana colpì Reggio Calabria e Messina e la lezione che
               ne è derivata per le attività di soccorso e ricostruzione.
               In chiusura, come di consueto, trovate le segnalazioni di progetti,
               esperienze e iniziative dal territorio e dal Dipartimento. Pagine che questo
               secondo numero della rivista propone già abbastanza ricche e complete
               dei riferimenti da contattare per chi voglia ricevere maggiori informazioni
               o avviare una collaborazione. Ci auguriamo che queste sezioni diventino
               nel tempo uno strumento di lavoro comune e contribuiscano a scambiare
               buone pratiche e alimentare il dibattito sugli strumenti più efficaci per
               diffondere la cultura di protezione civile. Ringraziamo tutti coloro che ci
               hanno scritto su magazine@protezionecivile.it e sulla pagina facebook
               della rivista, diamo spazio come di consueto in questa versione su carta a
               una testimonianza che ci avete mandato, e invitiamo volontari e istituzioni
               a proseguire la consultazione anche on-line con altri contributi sul sito
               istituzionale del Dipartimento, www.protezionecivile.gov.it




               P R OT E Z ION E C I V I L E
               MAGAZINE UFFICIALE DEL DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE
               Anno 1 n. 2                     Redazione                  Fotografie
               marzo/aprile 2011               Vincenzo Arena             Daniele Di Pietro
                                               Sara Babusci               Paolo Vaccari
               Pubblicazione bimestrale        Valeria Bernabei           Matteo Valente
               iscritta al Registro degli      Francesca Dottarelli       Gino Viani
               Operatori della Comunicazione   Mariacristina Giovannini
               al n. 20383 del 6.12.2010       Sara Iacoboni
                                               Elena Lombardo
               Editore                         Francesca Patti            Contatti
               Presidenza del Consiglio        Marianna Schiavon          Servizio Comunicazione
               dei Ministri-Dipartimento       Cristina Spatola           e relazioni con il pubblico
               della Protezione Civile         Veronica Tretter
                                                                          00189 - Roma Via Vitorchiano, 2
               Direttore responsabile          Art Director               www.protezionecivile.gov.it
               Barbara Altomonte               Maurilio Silvestri         magazine@protezionecivile.it
2 In questo numero


             Editoriale                     1    Dal Dipartimento
                                                           “Mia Vita”: il rischio vulcanico    34
                                                              nei Paesi in via di sviluppo
     Primo piano
      Il Servizio Nazionale impegnato       4    “Mia Vita”: il contributo del Dipartimento    34
           nell’emergenza umanitaria
                                                      Progetto Morfeo: l’osservazione della    35
L’attuazione del Piano di accoglienza,      8        terra per la gestione del rischio frane
                impegni e prospettive
                                                             In Olanda dal 6 all’8 maggio      35
                   Terremoto Giappone:      10            esercitazione dei moduli europei
                il contributo dell’Italia                               di protezione civile


      11 maggio: terremoto a Roma?          12              Comunità resiliente: scambio       36
                                                                   con esperti USA e UK

                      Focus                          Volontariato: in arrivo il regolamento    36
         Terremoto in Abruzzo: analisi      16      sulla tutela della salute e la sicurezza
          e valutazione della gestione                                  sui luoghi di lavoro
                      dell’emergenza
                                                          Prevenzione del rischio sismico:     37
Finalizzati tutti i fondi delle donazioni   22                 gli studi di microzonazione


                                                                “Informa, forma e gioca”:      37
                       Storie                        studenti a scuola di protezione civile
                          Il terremoto
               e il maremoto del 1908       26                      Giornate di formazione     37
                                                      per la protezione civile della Liguria
Dal territorio
                  “ScienzAperta 2011”:         38                 Ancona, settima edizione       41
        un mese di eventi nelle sedi Ingv                       “Expo Progetto Emergenza”


            Ingv, educazione ambientale:       38                   Montemurlo e il sistema      41
                un concorso per le scuole                          locale di protezione civile


Ricordando l’ultima eruzione del Vesuvio       38         Bolzano, terza edizione della fiera     38
                                                              internazionale “Civil Protect”
         Università di Bologna, convegno       39
su percezione e comunicazione del rischio            Viterbo, “Chi soccorre il soccorritore?”:   42
                                                    convegno sulla psicologia d’emergenza
  “Medical response to major incidents”:       39
    al San Raffaele di Milano congresso                        San Giorgio al Liri, supporto     43
        sulla risposta medica ai disastri             psicosociale per vittime e soccorritori


     In Friuli una esercitazione regionale     40        Bronzi di Riace: basi antisismiche      43
                                                              per proteggerli dai terremoti
          Gorizia, alle radici dei terremoti   40
                    in Friuli Venezia Giulia               Monte Compatri, un’esercitazione      43
                                                            comunale di protezione civile per
Friuli, rintocchi di campane per avvertire     40   i vent’anni dell’associazione “Beta ‘91”
             i cittadini in caso di calamità


             Architetti Emilia-Romagna:
       da marzo un corso per la gestione
                                               41                                                          c
                                                                                                      Normativa
                                                                                                      pag. 44

         tecnica dell’emergenza sismica                                                               Lettera

                                                                                                           u
                                                                                                      pag. 48
2 Primo Piano




Il Servizio
Nazionale
impegnato
nell’emergenza
umanitaria
Dal 15 aprile operativo
il Piano per l’accoglienza
dei migranti



A
         nche il Servizio Nazionale della Prote-
         zione Civile è attivato per l’emergenza
         umanitaria legata agli sbarchi sulle
coste italiane di cittadini dei Paesi del Nord
Africa. Situazione resa ancora più critica dal
conflitto in corso in Libia e dall’evoluzione de-
gli assetti politico-sociali nei paesi della fascia
del Maghreb e in Egitto. Il Capo Dipartimen-
to della Protezione Civile, Franco Gabrielli, è
stato nominato Commissario delegato per
realizzare gli interventi necessari a fronteggiare
l’emergenza. Dal 15 aprile è operativo il Pia-
no nazionale per l’accoglienza dei migranti, che
definisce la risposta operativa del Sistema di
protezione civile all’emergenza umanitaria, con
l’obiettivo di assicurare la prima accoglienza
e l’assistenza ai profughi e ai migranti norda-
fricani che hanno chiesto il permesso di sog-
giorno temporaneo per motivi umanitari.


4
in Sicilia.
                                                                                                               In questa pagina

                                                                                                               sbarchi di migranti
                                                                                                               e nella successiva,




Foto di Vito Manzari (flickr.com/vitomanzari), rilasciata sotto la licenza Creative Commons-Attribuzione 2.0
                                                                                                                                     5
2 Primo Piano




                                                                                                          Foto di Sara Prestianni (flickr.com/noborder), rilasciata sotto la licenza Creative Commons-Attribuzione 2.0
U Le tappe dell’emergenza                            ordinaria della Conferenza Unificata, Gover-
I primi giorni di febbraio sbarcano sull’isola       no, Regioni, Province Autonome ed Enti lo-
di Lampedusa migliaia di migranti provenienti        cali definiscono una prima condivisa strate-
dai Paesi del Nord Africa, e in particolare dal-     gia di intervento per accogliere i migranti in
la fascia del Maghreb e dall’Egitto. Gli sbar-       arrivo che, si stima, potrebbero essere circa
chi proseguono nei giorni successivi, favori-        50mila. Il 6 aprile viene richiesto ufficialmente
ti anche dal clima di grave instabilità politi-      l’intervento del Sistema di protezione civile per
ca di gran parte dei Paesi nordafricani. Il 12       pianificare e gestire l’accoglienza dei profu-
febbraio viene dichiarato lo stato d’emergenza       ghi e dei migranti arrivati dai Paesi del Nord
e vengono adottate le prime misure straor-           Africa. Sulla base di questo mandato il Di-
dinarie per accogliere e assistere i migranti.       partimento della Protezione Civile attiva un ta-
Ma la situazione continua a peggiorare: le           volo di lavoro con le Direzioni di protezione
strutture di accoglienza sono al collasso e gli      civile regionali, i rappresentanti dell’Upi-
sbarchi non accennano a diminuire. Per af-           Unione delle province d’Italia e dell’Anci - As-
frontare l’emergenza serve uno sforzo comune         sociazione nazionale dei comuni Italiani per
e l’impegno solidale di tutto il Paese e di tut-     definire il coinvolgimento delle amministra-
te le istituzioni. Il 30 marzo, nella seduta stra-   zioni regionali e locali. Il tavolo di lavoro pre-


6
7




dispone un Piano per la gestione dell’acco-           destini, o di accoglienza nelle varie Regioni.
glienza, oltre che dei profughi, anche dei mi-        I migranti vengono accolti sul territorio na-
granti arrivati in Italia tra il 1° gennaio e il 5    zionale secondo principi di modularità ed
aprile ai quali viene riconosciuto il permes-         equa distribuzione: il numero che ogni Re-
so temporaneo di soggiorno, in base all’art.          gione ospita è definito sulla base del rapporto
20 del Testo unico sull’immigrazione. Il Pia-         di uno straniero ogni mille abitanti. Il nume-
no prevede per ogni Regione diverse fasi di           ro dei migranti ospitati è quindi proporzionale
attuazione e garantisce un’equa distribuzio-          alla popolazione residente di ogni Regione.
ne dei migranti sul territorio nazionale. Il 13       È escluso l’Abruzzo, ancora impegnato ad as-
aprile il Capo Dipartimento della Protezione          sistere i cittadini colpiti dal terremoto del 6
Civile viene nominato Commissario delegato.           aprile 2009. Nella distribuzione vengono te-
                                                      nute in considerazione anche le assegnazioni
U Il Piano per l’accoglienza dei migranti             alle Regioni precedenti all’attuazione del
Il Piano si basa su una gestione condivisa del-       Piano, così da garantire in ogni fase un’equa
l’accoglienza dei flussi migratori per i quali è      distribuzione. Ai migranti che richiedono il
stato dichiarato lo stato di emergenza e              permesso temporaneo di soggiorno – come
coinvolge il Dipartimento della Protezione Ci-        previsto dall’art. 20 del Testo unico sull’im-
vile, le Amministrazioni regionali e delle Pro-       migrazione – sono garantiti da subito vitto, al-
vince Autonome, gli Enti locali e altri soggetti      loggio e assistenza sanitaria di base. Ai ri-
appartenenti al Servizio Nazionale. È propo-          chiedenti asilo e ai minori non accompagnati
sto un modello di accoglienza modulare, per           è garantita l’assistenza prevista dalla nor-
garantire assistenza a un massimo di 50mila           mativa nazionale che attua le convenzioni in-
migranti in strutture dedicate. Non è previ-          ternazionali. A coordinare le misure previste
sto che i migranti assistiti siano ospitati in ten-   dal Piano è il Commissario delegato, che si
de o altre strutture temporanee. Dal Piano na-        avvale del Dipartimento della Protezione Ci-
zionale derivano poi i diversi piani regionali        vile, in cui viene istituito un gruppo di sup-
per attuare le misure di assistenza previste          porto organizzato per funzioni. In ogni Re-
a livello locale. Destinazioni e strutture sono       gione è istituita una struttura simile per il co-
individuate secondo criteri stabiliti dalle ca-       ordinamento dell’assistenza sul territorio.
bine di regia regionali e dalle intese con Pro-       Possono partecipare alle attività di gestione
vince e Comuni, in stretto raccordo con le            dell’accoglienza, alle fasi di trasferimento e
Prefetture. L’assistenza sanitaria e di primo         assegnazione alle strutture regionali anche le
ristoro viene assicurata a tutti, quindi anche        organizzazioni di volontariato di protezione ci-
ai migranti che continuano ad arrivare dopo           vile. Con l’attivazione del Servizio Nazionale
il 5 aprile. Dopo la prima accoglienza, sono          è prevista, infatti, anche la mobilitazione del
le autorità competenti ad avviare le procedure        volontariato, secondo modalità e procedure
per il rimpatrio, nel caso di immigrati clan-         definite a livello locale.
2 Primo Piano




L’attuazione del Piano di accoglienza,
            impegni e prospettive




                            []
                                        Franco Gabrielli,
                                       Capo Dipartimento
                                    e Commissario delegato
U A due settimane dal-                   per l’emergenza               La seconda fase è rivolta ai
    l’attivazione, qual è il                umanitaria,                richiedenti asilo e ai mino-
    bilancio del Piano?               fa il punto su quanto            renni non accompagnati,
Nei primi dieci giorni ci            realizzato finora e sui            che saranno assistiti se-
siamo presi cura dei mi-                 prossimi passi.               condo lo speciale regime
granti tunisini che, ricevu-                                           previsto dalla legge e di-
to il permesso di soggiorno                                            stribuiti proporzionalmente
per motivi umanitari, hanno richiesto assi-         sul territorio sempre secondo il Piano. Sono
stenza. Va ricordato che si tratta di liberi cit-   persone che fuggono dai territori in guerra e
tadini che possono andare all'estero o rima-        devono essere accolte e tutelate da subito. Con
nere sul territorio nazionale sostenendosi con      la collaborazione di tutti gli attori istituziona-
le proprie forze. A quanti lo richiedono, il Pia-   li coinvolti dobbiamo esser pronti a comple-
no assicura vitto, alloggio, assistenza sanitaria   tare in tempi anche rapidi il primo modulo da
di base, secondo un criterio concordato di          diecimila persone del Piano. Se gli sbarchi di
equa distribuzione sul territorio. In questa pri-   profughi dall’Africa subsahariana prosegui-
ma fase tutte le Regioni e Province Autono-         ranno, dovremo poter gestire in modo re-
me – eccetto l'Abruzzo, tuttora impegnato nel-      sponsabile e solidale sempre nuovi arrivi.
la gestione dell'emergenza terremoto – han-
no individuato sistemazioni per la propria quo-     U Come si integra questa “fase due” con la
ta di un primo gruppo di circa 2mila migranti.         rete già esistente?
Una quota che sull’intero territorio italiano      Il nostro obiettivo è mantenere il più possi-
non è stata ancora saturata, ma anzi dai 970       bile l’architettura di competenze esistente tra
assistiti di metà di aprile è passata agli at-     Ministero dell’Interno, Ministero del Lavoro,
tuali 700. Questa fase quindi si è pratica-        Enti locali e associazioni che ordinaria-
mente conclusa.                                    mente si occupano di questi temi. Attraver-
                                                   so questa rete si potranno via via distribui-
U   Ora come Commissario delegato ha chiesto re sul territorio nella proporzione definita dal
    alle Regioni e ai soggetti interessati di pre- Piano le persone ospitate nei centri per i ri-
    pararsi a una seconda fase.                    chiedenti asilo.


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U È un’organizzazione complessa, come                parazione un’ordinanza con ulteriori stanzia-
    viene garantita?                                 menti. Posti aggiuntivi per il Sistema di pro-
Con la disponibilità diffusa e concorde di tut-      tezione per i richiedenti asilo e rifugiati do-
te le istituzioni coinvolte. Il Comitato di co-      vrebbero essere reperiti e finanziati. Infine, il
ordinamento previsto nell'ordinanza di prote-        Governo si è impegnato a sensibilizzare le Isti-
zione civile che mi nomina Commissario de-           tuzioni europee per affrontare l’emergenza con
legato è composto dal Direttore della Direzione      gli altri Stati membri.
centrale per l’immigrazione del Dipartimento
di pubblica sicurezza e dal Capo Dipartimento        U Qual è il ruolo del volontariato di protezione
per le libertà civili e l’immigrazione del Mini-      civile in questa partita?
stero dell'Interno, da un rappresentante del-    Capillare e fondamentale come sempre. Le or-
la Regione coordinatrice della Commissione       ganizzazioni si sono rese disponibili a parte-
speciale protezione civile della Conferenza del- cipare nel quadro dell'intero Sistema di pro-
le Regioni e delle Province Autonome, uno del-   tezione civile. Il Dipartimento può così, a li-
l’Anci e uno dell’Upi. Il Commissario delega-    vello nazionale, dare stabilità all’intervento di
to si avvale del Dipartimento della Protezione   medici e infermieri volontari che operano sul-
Civile e di un contingente del Ministero del-    le motovedette della Capitaneria di porto e del-
l’Interno. I Presidenti delle Regioni designa-   la Guardia Costiera per dare soccorso e assi-
no i soggetti attuatori che individuano le strut-stenza ai migranti in arrivo a Lampedusa e può
ture e i soggetti per l’accoglienza dei migranti attivare le organizzazioni per allestire o inte-
e gestiscono gli interventi necessari. Nei casi  grare strutture straordinarie in punti critici,
                                                 come a Ventimiglia. A livello territoriale, le or-
in cui i soggetti attuatori assicurino la sola in-
dividuazione delle strutture, la gestione del-   ganizzazioni di volontariato sono parte inte-
l'assistenza può essere garantita dai Prefetti   grante dei sistemi regionali: le autorità loca-
interessati.                                     li attivano il volontariato di concerto con le ar-
                                                                  ticolazioni periferiche del Mi-
U Ci sono risorse sufficienti per l’attuazio-                         nistero dell'Interno e le Re-
    ne del Piano?                                                    gioni, e possono mobilitare
Il Governo, con la firma dell'accordo del 6 apri-                         organizzazioni umanitarie
le, si è impegnato a garantire le risorse ne-                               e sociali, oltre che di
cessarie. L’ordinanza n. 3933 stanzia 30 mi-                                  protezione civile.
lioni di euro per l’emergenza e per i minori
stranieri autorizza il Ministero del Lavoro a
corrispondere un contributo ai Comuni. Ri-
sorse pluriennali sosterranno le case fa-
miglia attraverso i Comuni, e per gli inter-
venti del Commissario delegato è in pre-
2 Primo Piano




Terremoto
Giappone:
il contributo
dell’Italia
Inviati due team di esperti
a supporto
dell’Ambasciata italiana




A
         lle 14.46 dell’11 marzo 2011 un terre-       annegati per la forza dello tsunami. I danni alle
         moto di magnitudo 8.9 colpisce il Giap-      infrastrutture sono ingenti. Undici centrali
         pone settentrionale. L’epicentro viene lo-   nucleari vengono disattivate automaticamen-
calizzato in mare, vicino alla costa nord orien-      te a causa del sisma. L’impianto di Fukushima
tale di Honsu, l’isola più grande del Giappone,       Dai-Chi subisce i danni maggiori, con rilascio
a circa 130 chilometri dalla città di Sendai e        di radioattività nell’atmosfera. L’incidente rag-
373 chilometri da Tokyo. La scossa innesca uno        giunge il massimo livello di gravità previsto. È
tsunami con onde di oltre dieci metri che col-        emergenza nucleare.
pisce un tratto della costa del Tohoku lungo 400      Fin dalle prime ore successive al terremoto il
chilometri. Le prefetture maggiormente inte-          Sistema di protezione civile mette a disposi-
ressate sono Iwate, Miyagi e Fukushima. La po-        zione i propri uomini e mezzi per intervenire
tenza dello tsunami è impressionante: l’area          direttamente nelle zone colpite con team spe-
sommersa è estesa quasi quanto la città di To-        cializzati. In un primo momento le autorità
kyo. In alcuni casi l’acqua penetra nell’entro-       giapponesi decidono di accettare le offerte di
terra fino a oltre 20 chilometri. I danni e gli ef-    aiuto provenienti dai Paesi geograficamente
fetti del maremoto sono impressionanti. Ad un         più vicini, come Stati Uniti, Nuova Zelanda e
mese dall’evento si contano oltre 13mila mor-         Corea del Sud. A tre giorni dal sisma, il 15
ti e 14mila dispersi: oltre il 90 per cento sono      marzo, parte per il Giappone il primo team ita-


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                                                          Giappone, un centro      delle Nazioni Unite per de-
                                                          abitato della costa
                                                          distrutto dallo tsunami. finire il quadro della situa-
                                                                                   zione e delle esigenze. Alla
                                                                                   fine di marzo parte per il
                                                              Giappone un nuovo gruppo di esperti, coor-
                                                              dinato sempre dal Dipartimento. Ai funzionari
                                                              del Dipartimento, dei Vigili del Fuoco e del-
                                                              l’Ispra si unisce un esperto del Ministero del-
                                                              la Salute. Anche stavolta l’attività del team si
                                                              concentra nell’area metropolitana di Tokyo. I
                                                              tecnici proseguono con le attività di monito-
                                                              raggio della radioattività nell’ambiente nella
                                                              zona dell’ambasciata e in altri punti della cit-
                                                              tà, dove vivono molti italiani. Si mettono a di-
                                                              sposizione dei connazionali per dare infor-
                                                              mazioni sui livelli di radioattività, sui rischi e
                                                              le eventuali misure di radioprotezione da adot-
Foto di Leo Salinas-U.S. Military Forces (flickr.com/dvids),
rilasciata sotto la licenza Creative Commons-Attribuzione 2.0 tare. Il frutto di questo lavoro è il vademecum
                                                              con le misure precauzionali da adottare in
liano di esperti di valutazione e gestione del- caso di rischio radiologico messo a disposi-
le emergenze, composto da funzionari del Di- zione della popolazione.
partimento della Protezione Civile, dei Vigili del
Fuoco e dell’Ispra-Istituto superiore per la pro-
tezione e la ricerca ambientale. La missione IL NUCLEARE IN ITALIA
è coordinata dal Dipartimento in collabora- Dopo l’incidente di Chernobyl del 1986 e il
zione con il Ministero degli Affari Esteri. Col referendum del 1987 l’Italia interrompe l’attività
passare dei giorni a preoccupare maggior- delle proprie centrali ed elabora una prima versione
mente è il rischio radiologico legato alla si- del Piano nazionale per le emergenze radiologiche.
tuazione della centrale di Fukushima. Il team Nonostante la chiusura delle centrali l’attenzione al
rimane in Giappone quasi una settimana, con- rischio nucleare resta alta, soprattutto per la
centrando le proprie attività nella zona di To- presenza di impianti in territorio estero a meno di
kyo, in supporto all’Ambasciata italiana. I tec- 200 chilometri dal confine nazionale. La versione
nici effettuano una serie di rilevazioni per ve- attuale del Piano, approvato nel marzo 2010,
rificare i livelli di radioattività dell’aria. Durante individua e disciplina le misure per fronteggiare gli
la permanenza a Tokyo la squadra italiana ri- incidenti che avvengono in impianti nucleari al di
mane in costante contatto con le autorità giap- fuori del nostro Paese, che richiedono azioni di
ponesi, le squadre europee e il coordinamento intervento coordinate a livello nazionale.
2 Primo Piano




                                                    terremoti del passato. Sappiamo quali sono le
                                                    aree del nostro Paese interessate da elevata
                                                    sismicità, per frequenza e intensità dei terre-
                                                    moti, e quindi dove è più probabile che si ve-



11 maggio:
                                                    rifichi un evento sismico di forte intensità, ma
                                                    non è possibile stabilire con esattezza il mo-
                                                    mento in cui si verificherà. Anche la Com-
                                                    missione internazionale di sismologi, istituita

terremoto                                           dal Capo Dipartimento della Protezione Civi-
                                                    le, dopo il terremoto in Abruzzo del 6 aprile

a Roma?                                             2009, ha ribadito queste conclusioni. Solo in
                                                    Italia, ogni giorno si verificano decine di ter-
                                                    remoti e più di diecimila ogni anno, di cui la
Le risposte del Dipartimento                        quasi totalità appena percepiti, senza alcun ef-
                                                    fetto sulle costruzioni. Prevedere che avven-
                                                    ga genericamente un terremoto in un’area re-
                                                    lativamente vasta è spesso una previsione
                                                    scontata, se non si precisa anche la magnitudo
                                                    e non si circoscrive adeguatamente l’area (ad
                                                    esempio in un raggio di 10-20 chilometri). Pre-



C
        ontinua in rete e sui media il dibattito visioni di questo tipo non hanno alcuna utili-
        sulla possibilità che si verifichi un ter- tà per fini di protezione civile.
        remoto a Roma l’11 maggio 2011 o che
sia possibile prevedere il luogo e la data esat- U Chi è Raffaele Bendandi?
ti di un terremoto. Il Dipartimento della Pro-           È vero che ha previsto un terremoto
tezione Civile ha preparato alcune risposte alle         a Roma per l’11 maggio 2011?
domande più frequenti.                              Raffaele Bendandi è un astronomo e sismologo
                                                    autodidatta, nato nel 1893 e morto nel 1979.
U È possibile prevedere i terremoti?                In risposta alle voci su un terremoto previsto
Ad oggi non ci sono metodi riconosciuti dal- da Bendandi per l’11 maggio 2011, Paola La-
la scienza con i quali sia possibile prevedere gorio, Presidente dell’istituzione culturale La
il tempo ed il luogo esatti in cui avverrà il pros- Bendandiana e custode di tutti i documenti del
simo terremoto. A stretto rigore, non è possi- sismologo, ha puntualizzato in numerose in-
bile né prevedere né escludere una data piut- terviste e dichiarazioni che nei documenti di
tosto che un’altra, sia questa l’11 maggio, l’11 Bendandi relativi al 2011 non si trova alcun ri-
giugno, o altre. L’unica previsione possibile è ferimento a luoghi o date precise, come quel-
di tipo statistico, basata sulla conoscenza dei li riportati in rete. Anche gli amministratori del-


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la pagina facebook de La Bendandiana, tra cui         e S, variazioni delle caratteristiche magnetiche
la stessa Paola Lagorio, sostengono che negli         ed elettriche delle rocce e dell’atmosfera;
scritti di Bendandi non sia citata né la data         • precursori sismologici: prima di un grosso
dell’11 maggio, né la città di Roma.                  terremoto si possono verificare una serie di mi-
                                                      crotremori, rilevabili solo attraverso gli stru-
U Chi elabora metodi per prevedere                    menti, o un cambiamento nella distribuzione
    i terremoti può sottoporli a una                  della sismicità;
    valutazione scientifica?                           • precursori geodetici: modifiche nella quo-
La prima e indispensabile valutazione di un me-       ta, nella posizione, nell’inclinazione di parti del-
todo di previsione è data dalla sua pubblicazione     la superficie del suolo e nella velocità degli spo-
su una rivista scientifica internazionale, che lo      stamenti misurati;
sottoponga alla revisione critica di scienziati       • precursori geochimici: variazione della
competenti in materia. Molte previsioni pseu-         concentrazione nelle acque sotterranee e nei
doscientifiche attualmente in circolazione non         gas al suolo di alcuni elementi chimici radio-
sono state sottoposte neanche a questa basi-          attivi, tra cui il gas radon;
lare forma di valutazione. Inoltre, chiunque pen-     • precursori idrologici: variazione del livello
si di aver messo a punto un metodo previsio-          della falda acquifera nel sottosuolo, misurata
nale e voglia testarlo scientificamente può            nei pozzi.
sottoporlo alla valutazione concreta e oggetti-
va dello CSEP-Collaboratory for the study of ear-     U I precursori sismici servono
thquake predictability, un laboratorio virtuale in-       a prevedere i terremoti?
ternazionale in grado di supportare una vasta         Negli ultimi anni la scienza ha fatto notevoli
gamma di esperimenti scientifici di previsione         progressi nello studio dei precursori sismici e
in più laboratori. Informazioni e contatti sono di-   in futuro lo studio sistematico potrebbe con-
sponibili sul sito www.cseptesting.org. Ad oggi,      sentire di prevedere in maniera più o meno
nessuno che si dica capace di fare previsioni         precisa il momento in cui si può verificare un
puntuali sul giorno, il luogo e l’intensità di un     terremoto. Tuttavia, la validazione empirica dei
futuro terremoto in Italia ha sottoposto i suoi       precursori è risultata finora infruttuosa, spe-
esperimenti allo Csep.                                cie per scopi operativi di protezione civile.
                                                      L’analisi condotta dalla Commissione inter-
U Cosa sono i precursori sismici?                     nazionale sulla previsione dei terremoti per
Sono parametri fisici e/o chimici che subiscono        conto della Protezione Civile ha evidenziato gli
modifiche prima di un terremoto. La ricerca            stessi risultati. Nel campo della ricerca sui pre-
sui precursori sismici si è concentrata princi-       cursori c’è ancora molto da fare, sia in termi-
palmente su:                                          ni di sviluppo metodologico, sia di validazio-
• precursori geofisici: anomalie delle velocità        ne statistica dei risultati, prima di una loro rea-
e delle caratteristiche delle onde sismiche P         le applicabilità in chiave operativa. Particola-
2 Primo Piano




re attenzione va dedicata anche ai falsi allar-       la loro zona dopo alcune decine di secondi. Di-
mi, che possono risultare dannosi.                    versa è la situazione dell’Italia, dove le carat-
                                                      teristiche di sismicità del territorio rendono di
U Il Giappone ha un sistema di previsione             difficile applicazione questi sistemi di allerta-
     ed allerta per i terremoti?                      mento. Infatti, le zone in cui il terremoto può
     È possibile adottare lo stesso sistema           originarsi con maggiore probabilità si trovano
     in Italia?                                       spesso a pochi chilometri da aree densamente
Alcune notizie circolate sul terremoto dell’11        abitate. Il tempo di propagazione è quasi istan-
marzo 2011 hanno dato l’impressione che in            taneo e rende di scarsa efficacia i sistemi di
Giappone funzioni un sistema di previsione del-       early warning. La ricerca scientifica sta spe-
le scosse sismiche. In realtà, neanche in Giap-       rimentando l’utilizzabilità di questi sistemi ma,
pone vengono previsti i terremoti, ma esiste un       al momento, l’unica difesa per il nostro Pae-
sistema di allertamento precoce della popo-           se resta la prevenzione.
lazione, early warning, basato sull’invio di sms.
Nell’istante in cui viene registrata dalla rete si-   U Roma è una città ad alto rischio
smica una scossa di terremoto che supera un                sismico? Quali sono le caratteristiche
valore di magnitudo stabilito, il sistema avvi-            della sismicità della città?
sa la popolazione, che ha alcune decine di se-        Roma è caratterizzata da una modesta si-
condi per mettersi al sicuro in funzione della        smicità, determinata soprattutto dai risenti-
distanza dall’epicentro. Il tempo medio di per-       menti dei terremoti con epicentro nell’area dei
correnza si può stimare in circa 20/25 secondi        Castelli romani e di quelli più violenti con epi-
per 100 km e dipende dall’energia del terre-          centro nell’Appennino abruzzese e umbro.
moto, dalle caratteristiche dell’evento e da          Questa sismicità non è però trascurabile, per
quelle dei terreni. Ciò che viene previsto non        l’elevato valore dei beni monumentali e ar-
è quindi il terremoto, ma il momento in cui,          chitettonici della città e per la vulnerabilità del
dopo la scossa, gli effetti del sisma potranno        patrimonio edilizio.
raggiungere gli insediamenti umani. L’allarme         Possiamo distinguere:
preventivo consente di interrompere l’eroga-          • una sismicità di origine locale. Riguarda
zione di servizi e attività che potrebbero co-        l’area compresa in un raggio di 15 chilome-
stituire un pericolo e permette alla popolazione      tri dal centro ed è caratterizzata da una fre-
di raggiungere le aree di raccolta. L’efficacia        quenza piuttosto scarsa, magnitudo inferiori
dell’allertamento dipende da quanto ci tro-           a 5.0, corrispondenti a intensità epicentrali del
viamo distanti dall’epicentro: se è a molti chi-      VI-VII grado della scala macrosismica Mcs-
lometri dalle zone abitate, come general-             Mercalli Cancani Sieberg e profondità ipo-
mente avviene in Giappone, dopo la scossa è           centrali molto modeste (<cinque km);
possibile avvisare la popolazione che gli effetti     • una sismicità di aree prossime a Roma.
si stanno propagando e che raggiungeranno             Queste aree sono i centri sismici dei Colli Al-


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bani, dove si verificano terremoti molto fre-       • tipologia delle strutture (le strutture in mu-
quenti con magnitudo massime intorno a 5.0         ratura sono normalmente più vulnerabili di
e intensità epicentrali che in alcuni casi han-    quelle in cemento armato);
no raggiunto l’VIII grado della scala Mercalli,    • età (più le strutture sono vecchie, maggiore
e quelli del litorale tirrenico, sedi di terremo-  è la vulnerabilità);
ti poco frequenti, ma a volte di entità rilevan-   • tipo di progettazione (se antisismica o no,
ti, che in un caso hanno in un caso raggiun-       ovviamente questo vale per le costruzioni più
to il V-VI grado;                                  moderne);
• una sismicità di aree dell’Appennino Cen-        • interventi di ristrutturazione che l’edificio
trale. A distanze comprese tra 60 e 130 chi-       o il singolo appartamento hanno subito nel
lometri circa da Roma, sono presenti impor-        tempo (spesso, per migliorarne la funzionali-
tanti aree sismogenetiche. I più forti risenti-    tà si aprono porte e si eliminano ampie por-
menti sismici osservati nella città di intensità   zioni di muratura con effetti deleteri sulla si-
massima del VII-VIII grado MCS sono dovuti         curezza sismica nel caso di struttura in mu-
proprio ai terremoti che si sono verificati in que- ratura).
ste aree. Le aree più rilevanti sono quelle del-   Anche se un’analisi completa del livello di si-
l’aquilano e del Fucino, in cui hanno avuto ori-   curezza sismica di una struttura può essere
gine terremoti di magnitudo intorno a 7.0 e in-    fatta solo da un professionista esperto, in base
tensità epicentrali del XI grado Mercalli.         a questi elementi e alla classificazione sismi-
                                                   ca del proprio Comune un cittadino può ca-
U La casa dove abito può resistere a un pire se si trova potenzialmente in condizioni
     terremoto?                                    di rischio elevato o no e, eventualmente, pren-
In un Comune classificato come sismico è ob- dere i provvedimenti necessari.
bligatorio rispettare le norme antisismiche. Pri-
ma di tutto, è importante conoscere l’anno di
costruzione del proprio edificio e confrontar-




                                                     []
lo con l’anno in cui il Comune è stato classi-                          Sul sito
ficato come sismico per la prima volta. Se la                   www.protezionecivile.it
costruzione è successiva, è molto probabile                     trovate anche il test
che l’edificio sia stato realizzato con criteri an-               “Rischio sismico e
tisismici e, quindi, abbia una buona resistenza                  prevenzione. Sei in
ai terremoti attesi statisticamente in quel Co-                 campo, in panchina
mune. Anche edifici non progettati con crite-                      o in tribuna?” per
ri antisismici possono avere una discreta o buo-                mettere alla prova le
na resistenza al sisma e occorre valutarne la                  vostre conoscenze sul
vulnerabilità.                                                     rischio sismico.
La vulnerabilità di un edificio dipende da:
2 Focus




16
Terremoto in       Il 6 aprile 2011 è la Giornata della
                     memoria dedicata alle vittime del
       Abruzzo:      terremoto in Abruzzo del 2009 e di
                     tutte le calamità naturali che
         analisi e   hanno colpito l'Italia.
                     In questo numero dedichiamo un
     valutazione     approfondimento al lavoro di
                     analisi e valutazione avviato dal
 della gestione      Dipartimento della Protezione
                     Civile sulla gestione
dell’emergenza       dell’emergenza in Abruzzo
2 Focus




I
     l 25 giugno 2010 il Dipartimento della Pro-
     tezione Civile ha istituito un gruppo di la-
     voro per analizzare e valutare la gestione
dell'emergenza terremoto in Abruzzo tra il 6
aprile 2009 e il 31 gennaio 2010.
L’obiettivo dell'iniziativa è stato esaminare il mo-
dello adottato dal Dipartimento per coordina-
re il Servizio Nazionale della Protezione Civile
in emergenza. Ogni attività, realizzata da un in-
sieme complesso di organizzazioni, strutture e
persone ha infatti bisogno di una valutazione
e di una verifica comune dei risultati raggiun-
ti. Per questo, il Dipartimento ha raccolto le
esperienze dei propri dipendenti, dei volonta-
ri, degli operatori di Regioni, Province, Comuni,
Strutture operative, ordini professionali e im-
prese. Tra gli strumenti utilizzati, ha aperto una
consultazione sul proprio sito web.
I punti di forza e di debolezza che emerge-
ranno dal gruppo di lavoro serviranno al Di-           e alberghi, Realizzazione di insediamenti e
partimento per gestire con sempre maggiore             strutture temporanee, Contact center e Uffi-
tempestività, efficienza ed efficacia le attivi-         cio relazioni con il pubblico, Agibilità, Rap-
tà per le future emergenze di protezione ci-           porto con gli enti locali, con le altre ammini-
vile. Dal soccorso alla popolazione all’allesti-       strazioni e con i cittadini, Sistema di comando
mento delle aree di accoglienza, dalla mes-            e controllo. Alcuni dei progetti per queste aree
sa in sicurezza del territorio alle verifiche di        sono già in corso d’opera, altri sono in pro-
agibilità, dalla salvaguardia dei beni cultura-        gramma ma devono ancora essere avviati, al-
li alla realizzazione e gestione di soluzioni abi-     tri ancora sono da definire.
tative temporanee.                                     Nelle pagine che seguono presentiamo alcu-
Lo scorso ottobre, il gruppo di lavoro ha pre-         ne delle iniziative intraprese dal Dipartimen-
sentato i primi risultati dell’analisi che ha pre-     to in questi mesi. Per l’area Gestione delle vit-
visto l’individuazione di nove aree tematiche          time e dei feriti sono state concordate da Di-
e la definizione, per ciascuna di queste, di           partimento e Regioni le modalità per l’invio di
progetti per superare le criticità. In partico-        moduli sanitari regionali. Per la categoria
lare, le aree tematiche sono: Attività norma-          Aree di accoglienza e alberghi, è stato attiva-
tiva e gestione operativa, Gestione delle vit-         to un tavolo di lavoro per definire procedure
time e dei feriti, Donazioni, Aree di accoglienza      condivise di organizzazione dei campi. Per


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                                                        In questa pagina,
                                                        interventi sanitari
                                                        di soccorso a Terex
                                                        2010, esercitazione
                                                        internazionale sul
                                                        rischio sismico.
                                                        Pagg. 16-17:         lonna mobile regionale. Gli
                                                        lo Sportello per
                                                        il cittadino nella   Msr sono già stati sperimentati
                                                        caserma della Guardia
                                                                             durante l’esercitazione Terex e
                                                        di Finanza di Coppito.

                                                                             comprendono anche i Pma-
                                                                             Posti medici avanzati, le strut-
                                                        ture sanitarie da campo che hanno la funzio-
                                                        ne di fare il primo trattamento delle vittime e
                                                        organizzare l’evacuazione sanitaria dei feriti ne-
                                                        gli ospedali specializzati. Le procedure per l’in-
                                                        vio degli Msr-Moduli sanitari regionali, già
                                                        condivise con il Gruppo tecnico delle Regio-
                                                        ni/Pa Sanità, ora verranno sottoposte all’ap-
                                                        provazione della Conferenza Stato Regioni ed
                                                        Unificata. All’invio di Pma, corrisponde la pia-
                                                        nificazione dell’evacuazione aerea delle vittime,
                                                        basata su una stretta collaborazione tra per-
                                                        sonale aeronautico e personale del Servizio sa-
                                                        nitario regionale.
                                                        Dall’esperienza in Abruzzo si è compresa an-
l’area Relazioni con il pubblico è prevista la          che l’importanza di garantire la continuità del-
sperimentazione di un Contact Center in gra-            l’assistenza sanitaria dopo la prima emergen-
do di gestire la comunicazione con i cittadini          za. A questo proposito sono già stati speri-
in ordinario e in emergenza.                            mentati durante l’esercitazione Terex 2010 i
                                                        Pass-Presidi di assistenza socio sanitaria, che
U I soccorsi sanitari in emergenza                      sostituiscono temporaneamente le strutture sa-
Rendere più efficiente l’organizzazione dei soc-         nitarie territoriali danneggiate dalle calamità e
corsi sanitari utilizzando le risorse disponibili sul   prevedono l’impiego dei sanitari locali.
territorio: è questa una delle principali linee di      Oltre all’organizzazione dei soccorsi sanitari sul
attività che il Dipartimento della Protezione Ci-       territorio, l’Italia sta adeguando le caratteristi-
vile ha impostato dopo i primi risultati emersi dal-    che dei propri moduli sanitari agli standard in-
la valutazione dell’esperienza in Abruzzo.              dividuati dalla Commissione europea per i mo-
La realizzazione di quest’obiettivo si è con-           duli europei di protezione civile. Ad oggi, del-
cretizzata nella definizione di procedure comuni         le cinque strutture sanitarie registrate in Europa,
tra Dipartimento e Regioni per l’invio in tem-          tre sono italiane: l’ospedale da campo del-
pi rapidi di Msr-Moduli sanitari regionali che          l’Associazione Nazionale Alpini e i Pma con uni-
sono la componente sanitaria con personale              tà chirurgica del Gruppo chirurgia d’urgenza
qualificato di cui si dovrebbe dotare ogni co-           di Pisa e della Regione Marche.
2 Focus




U Un modello per la gestione                         U Comunicazione in ordinario
     delle aree di accoglienza                           e in emergenza
Una delle attività più complesse e delicate nel- L’esperienza pilota dello sportello al cittadino
l'emergenza terremoto in Abruzzo è stato ge- all’Aquila è stata il modello di riferimento per
stire le aree di accoglienza. Proprio per que- la progettazione di un Contact Center di pro-
sto il Dipartimento della Protezione Civile ha tezione civile. Il progetto prevede infatti il tra-
avviato un tavolo di lavoro che, a partire dal- sferimento su scala nazionale del format spe-
le esperienze di tutte le persone coinvolte, ha rimentato in Abruzzo. Il Contact Center della
l'obiettivo di definire procedure e indicazioni protezione civile gestirà su piattaforma infor-
comuni per l'organizzazione di un'area di ac- matica la comunicazione in ordinario, cioè le
coglienza.                                           richieste o segnalazioni dei cittadini che arri-
Il progetto si basa su un metodo “partecipa- vano al Dipartimento della Protezione Civile per
to” che ha previsto il coinvolgimento, fin dal- telefono, email o lettera; inoltre gestirà la co-
le prime fasi, del Comune del-                                       municazione di emergenza e la




                                [ ]
l’Aquila e degli altri comuni             Il Contact Center          comunicazione di servizio che
colpiti dal terremoto, delle re-                 gestirà             verrà attivata sulla base di
gioni e delle organizzazioni              la comunicazione           specifiche esigenze, ad es. in-
nazionali di volontariato pre-             in ordinario e la         vio di sms. Il Contact Center
senti nei campi.                            comunicazione            raccoglierà, soprattutto attra-
La prima fase si è conclusa con              in emergenza            verso un numero verde dedi-
l’organizzazione di un workshop                                      cato, le segnalazioni e le ri-
per condividere con i partecipanti i dati emer- chieste dei cittadini e fornirà loro chiarimenti
si dai primi incontri e dalle risposte ad un que- e informazioni. Il numero verde sarà in funzione
stionario sulla partecipazione all’emergenza ter- dai primi di giugno e sarà attivo da lunedì al ve-
remoto. Al termine del workshop, le esperienze nerdì dalle 9 alle 18. Fuori orario di servizio, en-
e le proposte sono state raccolte nella “Carta trerà in funzione una casella vocale, a cui il cit-
dell’Aquila” che sintetizza i contributi in quat- tadino potrà lasciare il proprio messaggio e i ri-
tro aree tematiche: dalla pianificazione all’al- ferimenti per poter essere contattato. Gli ope-
lestimento, dalla gestione ordinaria alla chiu- ratori del Contact Center risponderanno sulle
sura di un’area di accoglienza.                      questioni di competenza del Dipartimento, rac-
Questo documento è stato il punto di parten- coglieranno le richieste e le segnalazioni dei cit-
za per individuare gli ambiti su cui concorda- tadini e li ricontatteranno in caso di domande
re procedure e regole comuni per la gestione specifiche, che richiedono approfondimenti per
di un'area di accoglienza, che una volta con- la risposta. Il servizio seguirà procedure di ge-
divise con le altre regioni, verranno diffuse con stione elaborate e condivise tra gli uffici del Di-
corsi di formazione alle strutture del Servizio Na- partimento e risponderà ai requisiti delineati nel-
zionale della Protezione Civile.                     la Carta dei servizi del Contact Center.


20
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Composizione del gruppo di lavoro                        Uno strumento sul web per raccontare
e metodologia di analisi                                 la propria esperienza in Abruzzo
     er l’analisi e la valutazione della gestione            a consultazione on-line è stato uno degli strumenti
P    dell'emergenza terremoto in Abruzzo è stato
istituito un Gruppo di lavoro, coordinato dal
                                                         L   con cui il gruppo di lavoro ha raccolto il contributo
                                                         di volontari, operatori di Regioni, Province, Comuni,
Capo Dipartimento della Protezione Civile                strutture operative, ordini professionali e imprese.
e strutturato in due Unità.                              Il questionario pubblicato sul sito web del Dipartimento
La prima è l'Unità di indirizzo e coordinamento,         dall’1 ottobre al 31 dicembre 2010 è stato compilato
costituita dal direttore dell'Ufficio Emergenze, dal      da 2.300 persone. I risultati: circa il 50 per cento di chi
direttore dell'Ufficio Rischio sismico e vulcanico, da    ha compilato il questionario ha lavorato nella gestione
un rappresentante del Corpo nazionale dei Vigili del     e nell’allestimento delle aree di accoglienza, il 15 per
Fuoco, da uno delle Forze Armate e da uno del            cento ha partecipato alla gestione dei centri operativi,
Sistema di protezione civile delle Regioni e delle       l’11 per cento ha prestato soccorso alla popolazione.
Province Autonome. La seconda è l'Unità di sintesi,      Il 50 per cento di chi ha risposto al questionario
coordinata dal dirigente del Servizio Diffusione della   apparteneva a una struttura di volontariato. Rilevante
conoscenza di protezione civile.                         anche la quota di personale delle regioni (10 per cento)
Il gruppo può richiedere il coinvolgimento nelle         e della Croce Rossa (10 per cento). La quasi totalità dei
proprie attività dei rappresentanti delle                partecipanti ha operato a L’Aquila. Riguardo la
istituzioni territoriali, dei referenti delle            provenienza regionale, il 15 per cento era del Lazio,
organizzazioni di volontariato, dei comitati e delle     seguito da Piemonte, Veneto e Toscana con il 9 per
associazioni di cittadini, di enti e                     cento. Il 65 per cento di chi ha risposto aveva già
amministrazioni pubbliche e private che hanno            partecipato in passato ad altre attività di protezione
partecipato alla gestione dell'emergenza. Inoltre,       civile. In generale è stata apprezzata la macchina
può servirsi della collaborazione di Atenei e            organizzativa messa in campo per fronteggiare
istituti di ricerca italiani competenti per              l’emergenza, e l’esperienza in Abruzzo è stata giudicata
analizzare e sintetizzare le proprie attività.           molto positiva dal 75 per cento, abbastanza dal 22 per
La metodologia del gruppo di lavoro ha previsto l’uso    cento. Tuttavia sono state individuate alcune criticità
di diversi strumenti per raccogliere informazioni,       nella collaborazione e coordinamento tra enti e forze in
indicazioni utili e suggerimenti da chi ha contribuito   campo, nell'organizzazione dei campi e nella
alle diverse fasi del lavoro in Abruzzo: riunioni        preparazione, a volte non adeguata, del personale
interne; compilazione di una scheda sintetica da         locale. Le proposte migliorative puntavano quindi a
parte di ogni funzione della Di.coma.C; incontri con i   rafforzare il coordinamento tra enti, migliorare la
singoli responsabili delle attività del Dipartimento     gestione dei campi e specializzare gli operatori.
della Protezione civile; riunioni allargate a            A questo proposito il Dipartimento ha già attivato un
rappresentanti di enti e amministrazioni;                gruppo di lavoro tra Regioni e associazioni di
questionario on-line per raccogliere suggerimenti da     volontariato che ha l’obiettivo di delineare e diffondere
chi ha partecipato all'emergenza abruzzese.              procedure per uniformare la gestione dei campi.
2 Focus




                                                    aprile 2009, il Dipartimento della Protezione
Finalizzati                                         Civile è stato autorizzato ad aprire uno o più
                                                    conti correnti bancari a favore delle popola-
tutti i fondi                                       zioni colpite.
                                                    Tutti si sono mobilitati per dimostrare la loro
delle donazioni                                     vicinanza e solidarietà alle vittime del terre-

I progetti sono stati approvati                     moto e in due anni sono stati versati oltre 67
                                                    milioni di euro. Insieme all’apertura dei con-
dal Comitato dei Garanti                            ti correnti, così come fatto nel 2004 per lo Sri
                                                    Lanka, è stato istituito un Comitato dei Garanti



I
    l 7 aprile 2011, a due anni dal terremoto       per vigilare sulla trasparenza e la corretta ge-
    che ha colpito l’Abruzzo, il Comitato dei Ga-   stione delle donazioni. Il comitato si è riuni-
    ranti ha cessato la sua attività. Le risorse    to regolarmente per approvare di volta in vol-
raccolte attraverso le donazioni, iniziate nel      ta nuovi progetti presentati e lo stato di
2009, sono state infatti tutte destinate ai pro-    avanzamento di quelli in corso.
getti approvati dal Comitato.                       Oltre alla solidarietà nazionale, diversi Paesi
Pochi giorni dopo il terremoto che ha colpi-        stranieri hanno dato il loro sostegno alla ripresa
to l’Abruzzo, con l’ordinanza n. 3754 del 9         post terremoto, contribuendo alla realizzazio-


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ne di opere o interventi di recupero di beni cul- ni, iniziate il 29 settembre 2009, sono dura-
turali dell'Aquila, danneggiati dal terremoto del te complessivamente cinque mesi.
6 aprile 2009.                                      Nell’ottica della ripresa socio culturale del-
                                                    l’Abruzzo è stato fondamentale anche l’impe-
U Donazioni internazionali                          gno nel campo dell’istruzione. Il 15 settembre
Le donazioni di Russia, Canada, Francia, Ka- 2009 è stato inaugurato l’asilo di Onna
zakistan, Germania, Giappone, Israele, Sul- (1.540.000 euro), un’iniziativa finalizzata sul c/c
tanato del Brunei ed Estonia hanno finanziato Porta a porta, insieme alla biblioteca Irma Ca-
progetti quali: il restauro di Palazzo Ardin- stri Vespa (130.000 euro) che si trova presso
ghelli e della Chiesa di San Gregorio Magno, la scuola primaria Giovanni XXIII.
la realizzazione del Centro polifunzionale di Il 14 dicembre 2009 ha riaperto anche il ples-
Coppito, il restauro della Chiesa di Santa Ma- so scolastico di Arsita (1.382.252,51 euro), che
ria del Suffragio, il recupero della Chiesa di ospita 90 bambini ed è dotato di palestra, la-
San Biagio in Amiternum e dell’oratorio di boratori didattici e sale multimediali. Tra le ri-
San Giuseppe dei Minimi, la realizzazione strutturazioni di edifici scolastici va ricordata
dell’Auditorium Conservatorio A. Casella, anche la Scuola di Barete, finanziata del Se-
del Centro polifunzionale per universitari di nato della Repubblica Italiana (869.000 euro).
Pile e il ripristino delle funzionalità dell’ac- Un’altra importante tappa è stata la riapertu-
celeratore lineare.                                 ra dell’asilo nido Casetta Fantasia finanziato
Attualmente i progetti finanziati dalle donazioni dall’Istituto Postetelegrafonici, ente di previ-
gestite dal Dipartimento della Protezione Ci- denza del gruppo Poste Italiane. Il 30 No-
vile sono tutti completati o in via di comple- vembre 2009 è stato inaugurato il Musp - Mo-
tamento. Il Comitato ha individuato anche al- duli ad uso scolastico provvisorio dell’asilo Ca-
tri progetti che per la loro realizzazione ne- setta Fantasia, ma una parte dei fondi dona-
cessitano del concorso delle istituzioni e de- ti sono stati destinati al ripristino del preesi-
gli enti presenti sul territorio e quindi vengo- stente edificio in muratura della scuola, che
no affidati direttamente al Commissario per la è stato inaugurato il 12 maggio 2010.
ricostruzione.                                      Non va trascurata inoltre la distribuzione di
                                                    buoni sconto sui libri di testo: un contributo di
U Progetti realizzati                               25 euro per acquistare materiale didattico per
Tra i più importanti progetti terminati c’è il pro- gli iscritti alla scuola primaria, 100 euro per i
getto Case-Complessi antisismici sostenibili libri delle medie e 130 euro per quelli delle su-
ecocompatibili, a cui sono stati destinati periori. L’impegno sul fronte istruzione ha in-
38.590.634,54 euro. Il progetto si è conclu- teressato sia gli studenti della scuola dell’ob-
so con la costruzione di 185 edifici, per un to- bligo, sia gli studenti universitari, come testi-
tale di 4.449 appartamenti che ospitano monia il centro polifunzionale per studenti a
14.657 abitanti. Le consegne delle abitazio- Coppito (3.500.000 euro), finanziato con do-
2 Focus




nazione del Governo del Canada.                       Nel 2011 è iniziata anche l’erogazione dei pri-
Diversi progetti sono stati messi in campo per        mi crediti dell’iniziativa microcredito per
la popolazione, sia in ambito sanitario (1.337.190    l’Abruzzo (5.000.000 euro), che si realizza gra-
euro), sia per ripristinare varie strutture attive    zie alla convenzione con il Consorzio Etimos.
sul territorio prima del terremoto. Tra queste        L’obiettivo del progetto è garantire i finanzia-
c’è la Casa Dono di Gesù (1.000.000 euro),            menti che le banche stanno concedendo a mi-
destinata al sostegno delle persone affette da        cro imprese, imprese sociali e famiglie colpi-
dipendenza, completata nel settembre 2010.            te dal terremoto, senza chiedere altre garan-
A un anno dal terremoto ha riaperto anche la          zie patrimoniali o personali. Sul sito www.mi-
mensa di Celestino V (3.106.681,96 euro), cen-        crocreditoabruzzo.it è possibile consultare i dati
tro di accoglienza per i poveri dell'Aquila. L'in-    aggiornati sull’andamento del progetto.
tero complesso comprende, oltre alla mensa            Sono in via di completamento anche il di-
per i poveri, la nuova chiesa di S. Bernardino,       spositivo per il reparto di radiochirurgia del-
gli alloggi e il convento dei frati minori. La men-   l’Ospedale San Salvatore (338.400 euro) e il
sa è stata realizzata grazie alle donazioni dei       Poliambulatorio di Paganica (800.000 euro).
lettori del quotidiano Il Centro, mentre le altre
strutture sono state finanziate con le risorse ge-     U Progetti da affidare al Commissario
stite dal Dipartimento della Protezione Civile.            delegato per la ricostruzione
Sempre in ambito sociale è stata ideata la crea-      Tra i progetti che per la loro realizzazione ne-
zione di un “villaggio della cultura e della so-      cessitano del concorso delle istituzioni e de-
lidarietà” (162.333,70 euro), uno spazio co-          gli enti locali, ci sono il ripristino dell’impian-
mune dove 14 associazioni di volontariato, riu-       to sportivo S. Gregorio (180.000 euro), il Par-
nite nella cosiddetta "Piazza delle Associazio-       co Nuova Socialità a Piazza d’Armi (500.000
ni" possono collocare le proprie sedi provvisorie.    euro), il Centro disabili di Pagliare di Sassa
                                                      (1.200.000 euro), il Ripristino della multisa-
U Progetti in corso                                   la Garden (633.000 euro) e i progetti riguar-
Sono in via di completamento i lavori per l’Au-       danti i beni culturali come il recupero del-
ditorium Conservatorio A. Casella (859.000            l’Oratorio di S. Giuseppe dei Minimi e il Tea-
euro) finanziato quasi totalmente dal Gover-           tro stabile d’Abruzzo.
no del Giappone e dal Comune dell’Aquila e            Tra questi una grande importanza per la cit-
progettato dall’architetto giapponese Shigeru         tà riveste il progetto Parco Nuova Socialità, che
Ban. Si avviano al termine anche i lavori per         si inserisce nel più ampio piano di sistema-
il Centro polifunzionale per universitari di          zione di Piazza d’Armi, area alle porte della cit-
Pile (1.800.000 euro), un centro giovanile            tà, che comprende: un mercato temporaneo,
composto da una mensa, un bar e alcune aule           un teatro e il Parco Nuova Socialità, luogo di
modulari per lo studio e la socializzazione, non-     incontro e aggregazione per i cittadini aquilani.
ché uffici e servizi.                                  L’ordine degli architetti della provincia del-


24
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                                                                  PROGETTI DEL DIPARTIMENTO
                                                                  DELLA PROTEZIONE CIVILE
                                                                  u Progetto Case
                                                                  u Scuola di Arsita
                                                                  u Assistenza alla popolazione
                                                                  u Asilo di Onna
                                                                  u Biblioteca Irma Castri Vespa
                                                                  u Ripristino funzionalità della struttura
                                                                      Casa Dono di Gesù
l'Aquila ha espresso l’inten-               Sopra, la mensa di

zione di bandire un concorso
                                       Celestino V, riaperta un
                                       anno dopo il terremoto
                                                                  u Sostegno all’istruzione
internazionale, patrocinato e
                                             del 6 aprile 2009.
                                           A pag. 22, la scuola
                                                                  u Complesso Celestino V
sponsorizzato dall'Unione In-
                                             materna di Onna,
                                        dedicata alla memoria     u Scuola di Barete
                                             della studentessa
ternazionale Architetti, per                  Giulia Carnevale.   u Piazza delle associazioni di volontariato
progettare l’area di Piazza                                       u Centro polifunzionale per studenti a Coppito
d’Armi attraverso un bando                                        u Ripristino asilo nido Casetta fantasia
Unesco. Le opere vincitrici saranno realizza-
te con risorse economiche del Comune del-
                                                                  u Auditorium Conservatorio A. Casella IN CORSO
l’Aquila.
                                                                  u Centro polifunzionale per universitari a Pile
                                                                      IN CORSO
Nell’ambito dei beni culturali il progetto di re-
cupero dell’Oratorio di S. Giuseppe dei Minimi                    u Iniziative di microcredito e microfinanza IN CORSO
è stato finanziato con donazione della Re-                        u Dispositivo per il reparto di radiochirurgia
                                                                      dell’Ospedale San Salvatore IN CORSO
pubblica del Kazakistan (1.700.000 euro).
L’Oratorio è parte integrante del Complesso                       u Poliambulatorio Paganica IN CORSO
di San Biagio di Amiternum, insieme al-
l’omonima chiesa. Il progetto di recupero del-                    PROGETTI DA AFFIDATI
la Chiesa di S. Biagio è stato finanziato con                     AL COMMISSARIO DELEGATO
donazione della Fondazione Roma, mentre                           PER LA RICOSTRUZIONE
il restauro dell’Oratorio con donazione del go-
verno del Kazakistan. Infine, il Teatro Stabi-
                                                                  u Ripristino impianto sportivo S. Gregorio
le d’Abruzzo, finanziato con donazione c/c                        u Parco Nuova Socialità a Piazza d’Armi
Porta a Porta (1.600.000 euro) comprende                          u Centro disabili Pagliare di Sassa
tre livelli di intervento: uno strutturale, uno sul-              u Ripristino multisala Garden
la mobilia, e uno sull’impiantistica. Il recupero                 u Recupero dell’Oratorio di S. Giuseppe dei Minimi
degli affreschi è stato assegnato a tecnici de-
                                                                  u Teatro Stabile d’Abruzzo
signati dal Comune dell’Aquila.
2 Storie


Una sezione dedicata agli        Uno sguardo al passato che
eventi che hanno segnato         è anche occasione di riflessione
la storia italiana e che,        sui temi di previsione
al contempo, hanno contribuito   e prevenzione dei rischi e sulla
alla nascita e all’evoluzione    capacità del Sistema di
di una cultura condivisa         protezione civile di rispondere
di protezione civile.            efficacemente alle emergenze.




                Il terremoto
                e il maremoto del 1908
                Alle ore 5.20 una violenta scossa
                sismica colpisce Sicilia orientale
                e Calabria meridionale


              “
                         Un attimo della potenza degli elementi ha flagellato due nobilissime
                         province – nobilissime e care – abbattendo molti secoli di opere e di
                civiltà. Non è soltanto una sventura della gente italiana; è una sventura della
                umanità, sicché il grido pietoso scoppiava al di qua e al di là delle Alpi e dei
                mari, fondendo e confondendo, in una gara di sacrificio e di fratellanza, ogni
                persona, ogni classe, ogni nazionalità. È la pietà dei vivi che tenta la rivin-
                cita dell’umanità sulle violenze della terra. Forse non è ancor completo, nei
                nostri intelletti, il terribile quadro, né preciso il concetto della grande sven-
                tura, né ancor siamo in grado di misurare le proporzioni dell’abisso, dal cui
                fondo spaventoso vogliamo risorgere. Sappiamo che il danno è im-
                menso, e che grandi e immediate provvidenze sono necessarie 1


                                                                                        ”
                       lle ore 5.20 del 28 dicembre 1908 una violentissima scossa di magni-

              A        tudo 7.2 colpisce la Sicilia orientale e la Calabria meridionale. In 40
                       secondi il sisma distrugge quasi completamente il tessuto urbano del-
la città di Messina e provoca danni molto gravi su di un’area di circa 6mila chilometri qua-
drati. La maggior parte della popolazione è sorpresa dal terremoto nel sonno. Enorme, ma
incerto, il numero delle vittime, che studi recenti stimano attorno alle 80mila persone.
    Pochi minuti più tardi, un maremoto travolge entrambe le coste dello Stretto. Dappri-
ma il mare si ritira dalla linea della battigia, poi invade l’entroterra con violente ondate suc-



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cessive. Lo tsunami aggrava enormemente le distruzioni provocate dal terremoto e provo-
ca nuove vittime tra le persone sopravvissute ai crolli che, proprio correndo verso il mare,
cercavano una via di salvezza.
     Sulla costa siciliana le onde raggiungono un’altezza massima compresa tra i 6 e i 9,5 me-
tri, con un picco di 11,70 metri a Sant’Alessio siculo in Provincia di Messina, mentre sulla
costa calabrese sono rilevate altezze massime comprese tra i 6 e gli 11 metri, con un picco
di 13 metri a Pellaro in Provincia di Reggio Calabria.
     Abitazioni, palazzi pubblici, luoghi di culto: ogni edificio è gravemente danneggiato o di-
strutto e, secondo i dati del Ministero dei Lavori Pubblici resi disponibili nel 1912, a Mes-
sina sarebbero soltanto due le case a non subire alcun danno. Tra le Province di Messina,
Reggio Calabria e Catanzaro, che all’epoca comprendeva anche l’attuale Provincia di Vibo
Valentia, sono oltre 40mila le case distrutte, 33mila le inagibili e 68mila quelle lesionate.
     In Calabria il sisma ha effetti devastanti su tutto il versante occidentale del massiccio del-
l’Aspromonte, in un’area più estesa di quella siciliana. La Provincia di Reggio Calabria, come quel-
la di Messina, è duramente colpita con danni equivalenti al X e XI grado della scala Mercalli.
     Le vie di comunicazione sono impraticabili, le strade e le ferrovie distrutte, le linee te-
legrafiche e telefoniche interrotte anche a causa della rottura dei cavi sottomarini provoca-
ta dallo tsunami. Per la gravità degli effetti sul territorio e per le incalcolabili perdite uma-
ne, il terremoto di Reggio e Messina è stato spesso paragonato a una ‘guerra persa’: una pa-
gina drammatica della storia nazionale che ha sradicato le quotidiane certezze dei soprav-
vissuti e cambiato irrevocabilmente le abitudini e il comune sentire della popolazione col-
pita. Tra gli effetti indotti dal sisma, i principali riguardano la distruzione, spesso comple-
ta, di opifici e stabilimenti industriali.
     I danni al patrimonio non chiariscono fino in fondo l’impatto del terremoto calabro-mes-
sinese sull’economia nazionale, in parte compensato dalla transizione della società italiana
verso una economia industriale moderna.
     Sul territorio, le conseguenze del sisma si traducono prevalentemente in arretratezza e
stagnazione economica, in un’area già precedentemente segnata da queste problematiche.
Per alcune aree il terremoto comporta il potenziamento di attività sino ad allora seconda-
rie o la transizione verso nuovi comparti economici.

U LA PRIMA EMERGENZA, I SOCCORSI E I PROVVEDIMENTI
    È urgente che il tempo non passi invano; è necessario che il lavoro sia intensificato. Oc-
corrono truppe in grande quantità, poiché quelle che erano qui di guarnigione sono scom-
parse per due terzi. Ogni indugio potrebbe avere conseguenze gravissime, vi è timore di un’epi-
demia tra i superstiti. È necessario provvedere ai feriti, metà della popolazione si è rifugia-
ta nei dintorni, bisogna allontanare subito l’altra metà2.
   Il primo telegramma inviato dalle aree terremotate raggiunge il Presidente del Consiglio
Giovanni Giolitti alle 18.30 del 28 dicembre. Sino ad allora, solo notizie parziali che lasciano
Roma all’oscuro del dramma per molte ore.
2 Storie




                                                                                                      Stereofotografia di “Underwood & Underwood” (commons.wikimedia.org)
In questa pagina
e nelle successive,
                Nella serata del 28 dicembre, appresa la gravità dell’accaduto e convocato d’ur-
i devastanti effetti del
terremoto del 1908
                genza un Consiglio dei Ministri, sono emanate le prime direttive e mobilitate
sulle città di Messina
e Reggio Calabria.
                le unità militari. I militari sopravvissuti nella città di Messina si impegnano nei
                primi interventi in attesa delle truppe di rinforzo.
La Marina militare – data l’impossibilità di raggiungere via terra le zone colpite dal sisma –
ricopre un ruolo fondamentale per il trasporto sia delle truppe e dei beni di soccorso sia dei
profughi e dei feriti.
     Il Governo dispone l’invio delle unità navali della cosiddetta “Divisione Volante”, compo-
sta dalle corazzate Regina Elena, Napoli e dall’incrociatore Vittorio Emanuele, che si trova-
vano in navigazione verso le Baleari. Sono già ancorate nel porto di Messina, sede della pri-
ma squadriglia torpediniere della Regia Marina, le torpediniere Saffo, Serpente, Scorpione, Spi-
ca e l’incrociatore Piemonte.
     Il porto di Messina è una delle principali basi nazionali di rifornimento della flotta nava-
le italiana e sono i marinai, per primi, a scavare tra le macerie per salvare i sopravvissuti, alla
luce dei proiettori della nave Piemonte.
     Il 2 gennaio 1909, Vittorio Emanuele III firma il decreto di nomina a regio commissario del
generale Francesco Mazza, comandante del XII Corpo d’Armata di stanza a Palermo. Con lo



28
Autore sconosciuto (© Ingv-Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia)                                                                                                               29




                                                                             stesso provvedimento dichiara lo stato d’assedio e istituisce un tribunale straordinario di guer-
                                                                             ra con poteri territorio sulle città e circondari di Messina, Reggio e sugli altri territori colpiti del-
                                                                             la Calabria. La gestione dell’emergenza è dunque affidata all’autorità militare e l’assistenza alle
                                                                             popolazioni colpite alla solidarietà nazionale, attraverso l’opera dei comitati di soccorso.
                                                                                 Nel 1908 non esiste ancora, infatti, un modello di coordinamento degli interventi e le com-
                                                                             missioni nominate dal Governo hanno il solo compito di amministrare la contabilità dei costi e
                                                                             gestire i fondi stanziati dal Regno o raccolti grazie alla beneficenza privata.
                                                                                 Le calamità naturali rientrano ancora nella categoria delle ‘spese impreviste’ e quindi non è
                                                                             disposto dallo Stato alcun sostegno alle popolazioni colpite – al di fuori delle ‘opere di benefi-
                                                                             cenza’ – né un piano di ricostruzione delle abitazioni distrutte dal terremoto.
                                                                                 La base operativa per lo smistamento degli aiuti è allestita a Napoli. I materiali diretti in Ca-
                                                                             labria sono trasportati su linea ferrata fino alle stazioni praticabili e poi via terra o via mare sino
                                                                             a destinazione. Le merci dirette a Messina sono trasportate via mare e trasferite in un deposito
                                                                             allestito dal Genio militare.

                                                                             (1) Dalla relazione al Senato del Regno sul terremoto di Messina e Reggio (Roma, 1909)
                                                                             (2) Dal rapporto del ministro dei Lavori Pubblici Pietro Bertolini (Messina, 1908)
2 Storie


    L’Italia intera è profondamente colpita dalla notizia del dramma e da ogni parte del Pae-
se accorrono medici, ingegneri, operai, tecnici, insegnanti per prestare volontariamente opera
di soccorso nelle zone colpite dal sisma e dal maremoto. Alla solidarietà nazionale, organizza-
ta inizialmente dalla Croce Rossa, si aggiunge quella dei numerosi comitati locali per la rac-
colta di fondi, ma anche di viveri e di indumenti.
    Il Regio Commissario Mazza nomina suoi delegati il generale Achille Mazzitelli per la zona
di Reggio Calabria e il generale Cesare Tarditi per il circondario di Palmi.
    Tra i compiti ai quali deve provvedere il Regio Commissario vi è l’impiego razionale e co-
ordinato delle forze militari che erano affluite e continuavano ad arrivare nell’area dello Stret-
to. A partire dalle prime ore del 29 dicembre e nei giorni seguenti, infatti, erano affluiti via ter-
ra e via mare interi reggimenti, ma soprattutto reparti zappatori delle divisioni militari di Mes-
sina, Palermo, Catanzaro, Bari, Napoli, Torino e Roma. L’indicazione generale data alle trup-
pe appena giunte a Messina è quella di indirizzare gli sforzi alla ricerca ed al salvataggio dei vi-
venti ancora sepolti sotto le macerie, al trasporto e prima cura dei feriti presso i posti di medi-
cazione e al trasporto e seppellimento degli innumerevoli cadaveri che affiorano dalle macerie.
    Il 29 dicembre 1908, a poche ore dal terremoto, il Governo istituisce con regio decreto un
Comitato centrale di soccorso che ha tra i suoi compiti anche il censimento dei profughi pro-
venienti da Messina, Reggio e dalle aree colpite della Calabria. Migliaia di persone ferite sono
allontanate dai territori colpiti, trasportate via terra o via mare. Il flusso dei profughi messi-
nesi si riversa prevalentemente in altre aree della regione siciliana, mentre il flusso dei profu-
ghi calabresi è diretto in gran parte a Napoli. Il 14 febbraio 1909, su tutta l’area colpita dal
terremoto, cessa lo stato d’assedio militare e si torna ai poteri civili. Nel mese di marzo pren-
de il via, in base alla disponibilità degli alloggi, il rimpatrio dei profughi ospitati nell’Italia cen-
tro-settentrionale.

U LE SOLUZIONI ABITATIVE: I VILLAGGI BARACCATI
    Il problema abitativo è una questione aperta e urgente nelle mani delle autorità coinvol-
te nella gestione dell’emergenza. L’approvvigionamento dei mezzi e dei materiali necessari e
la costruzione dei ricoveri sono gestiti sin dal principio dal Ministero dei Lavori Pubblici, co-
stituzione attraverso l’istituzione di Uffici speciali per i baraccamenti, con il compito di dare
indirizzo unitario agli interventi.
    La sistemazione individuata dalle autorità consiste in baraccamenti dal carattere semi-sta-
bile, i cosiddetti “villaggi baraccati”. Una soluzione abitativa a medio termine compatibile con
i tempi necessari per la definizione di piani regolatori e di norme tecniche di costruzione e, al
contempo, adatta a garantire una rapida ripresa della vita civile.
    La tipologia costruttiva scelta è il ‘sistema baraccato’ , cioè edifici intelaiati con struttura
portante in legno che offre buone garanzie di sicurezza e rapidità di esecuzione. Questo sistema
consente anche una migliore integrazione delle abitazioni provvisorie nel contesto territoria-
le, data la scarsa diffusione nelle zone terremotate di muratura, ferro e cemento armato.
    Il reperimento del legname necessario per la costruzione delle abitazioni è affidato all’Uf-



30
Autore sconosciuto (commons.wikimedia.org)                                                                                                              31




                                             ficio approvvigionamenti delle Ferrovie dello Stato. Il trasporto dei materiali nelle zone ter-
                                             remotate è organizzato via mare e trasferito a terra tramite enormi zattere di legno trainate
                                             da piroscafi e barche di pescatori a causa dell’impraticabilità dei porti.
                                                 I ‘villaggi baraccati’ sono allestiti nei comuni colpiti dal sisma e sono costituiti da quasi 68mila
                                             abitazioni e oltre 200 padiglioni ad uso pubblico.
                                                 La distribuzione di acqua potabile nei villaggi, lo scolo delle acque piovane e la realizza-
                                             zione di pozzi neri sono organizzate di concerto con la Direzione generale della sanità.
                                                 Il 13 luglio 1910, con la legge n. 466, i baraccamenti e le aree su cui sorgono sono ce-
                                             duti ai comuni, mentre passano allo Stato le strutture sino ad allora impiegate come edifi-
                                             ci pubblici. Lo Stato si assume l’onere della ricostruzione dei propri edifici e – grazie a una
                                             tassa addizionale sulle imposte – anche Comuni, Province e istituzioni di pubblica beneficenza
                                             sono in grado di ripristinare i fabbricati di proprio interesse.
                                                 È invece lasciata all’iniziativa privata, con il concorso dello Stato, la ricostruzione delle case
                                             distrutte o danneggiate. Per i cittadini, di fatto, le soluzioni abitative provvisorie diventano
                                             un ostacolo alla ricostruzione vera e propria e restano a lungo gli unici, precari, aggregatori
                                             della ripresa economica e sociale. Solo alcuni anni più tardi, lo Stato avvia un programma or-
                                             ganico di ricostruzione, per la realizzazione di case economiche e popolari.
2 Storie


   U        LA RICOSTRUZIONE
     Il divieto di innalzare palazzi oltre i dieci metri, la larghezza minima di dieci metri delle stra-
de, il veto di edificazione su pendii e aree paludose: sono alcune delle principali norme per la
ricostruzione individuate da una commissione di esperti costituita in seguito al terremoto del
1908. La ricostruzione di Reggio e Messina si colloca in un momento particolare della nostra
storia e della storia urbanistica e architettonica italiana, anche in rapporto alle prime norme
del 1907 sull’impiego del cemento armato nelle costruzioni.
     Sono del 1911 i primi piani regolatori delle nuove Reggio Calabria e Messina e del 1913 le
norme tecniche e amministrative definitivamente approvate per la ricostruzione. La ricostru-
zione vera e propria, tuttavia, inizia solo dopo la pausa imposta dalla prima guerra mondiale.
     Negli anni Venti viene finalmente dato il via all’opera di sbaraccamento e a un imponente
programma di costruzione di edilizia economia e popolare e di opere pubbliche.
     Messina rinasce con larghe strade, grandi piazze e viali nell’antico insediamento urbano e
nuovi quartieri. Si ingrandisce fino a inglobare un buon numero di quelli che una volta erano
i villaggi che attorniavano il centro urbano. Il porto, il sistema ferroviario sono potenziati e vie-
ne ricostruita la famosa “Palazzata” con criteri antisismici.
     Sotto la spinta del movimento modernista, si sperimentano nuovi metodi e criteri per la pro-
gettazione e la realizzazione dell’edilizia abitativa. In questo contesto, Reggio Calabria costi-
tuisce un unicum nel panorama europeo contemporaneo: progetto pilota di ricostruzione in un’area
fortemente sismica, negli anni successivi al terremoto diventa una città-laboratorio nel campo
dell’ingegneria e dell’architettura.
     La ricostruzione vera e propria prende il via tra il 1919 e il 1922. L’edilizia abitativa di Reg-
gio è interamente progettata in base al modello strutturale del “telaio denso”, una struttura mu-
raria con telaio in cemento armato. Il patrimonio edilizio di Reggio Calabria costituisce una pa-
gina importante della storia dell’architettura, anche grazie alla ricca documentazione proget-
tuale, omogenea e sistematica, che riguarda centinaia di edifici

U BENI CULTURALI E TERREMOTO
    Il terremoto del 1908 provoca danni irreparabili al patrimonio storico e artistico di Messi-
na e Reggio Calabria. Le due città dello Stretto, già segnate in precedenza da terremoti distruttivi,
perdono irrimediabilmente la loro identità urbanistica. Di fronte a una catastrofe di propor-
zioni enormi per la popolazione, la perdita dei beni culturali passa comprensibilmente in se-
condo piano agli occhi dei contemporanei ed è spesso un tema appena accennato nelle crona-
che e nei documenti dell’epoca. La volontà di verificare i danni al patrimonio artistico-cultu-
rale è tuttavia testimoniata dall’invio di funzionari nei principali centri colpiti dal terremoto,
disposto dal ministro della Pubblica Istruzione Luigi Rava. Il quadro dei monumenti colpiti –
in una prima fase parziale e poco dettagliato – si arricchisce con il passare dei mesi anche gra-
zie alle ricognizioni sul campo da parte di studiosi ed esperti. Si acquisisce così una progressi-
va consapevolezza delle perdite, che permette di delineare gli effetti del terremoto su quasi 300
edifici monumentali nelle città dello Stretto. È corposa la percentuale di edifici storici rilevan-



32
33


ti –tra il 24 e il 35 per cento a Messina e tra il 20 e il 30 per cento a Reggio – che pur ripor-
tando danni consistenti non subisce crolli. I piani regolatori post-terremoto, però, non tengo-
no conto della conservazione dei beni architettonici danneggiati al punto che la realizzazione
dei nuovi assetti ne comporta in molti casi la demolizione

U DOPO IL 1908. L’EVOLUZIONE DEL MODELLO DI INTERVENTO
     Dopo il terremoto del 1908 lo Stato rivede le procedure di intervento nelle calamità pub-
bliche. Per la prima volta il Governo provvede all’acquisto e alla fornitura di legnami, alla co-
struzione delle abitazioni provvisorie, alla realizzazione delle opere igieniche, alla riparazione
delle opere pubbliche, alla costruzione delle case economiche e popolari.
     Allo stesso modo lo Stato si fa carico degli espropri e delle occupazioni delle aree di inte-
resse pubblico, della sistemazione dei porti di Messina e Reggio Calabria, del recupero delle ope-
re d’arte e concorre finanziariamente alla costruzione e alla riparazione degli edifici di uso pub-
blico non statale, dai fabbricati per le scuole agli istituti di pubblica beneficenza.
     Grazie a questo nuovo modello di intervento pubblico lo Stato è pronto ad affrontare, con
richiami e adeguamenti delle norme precedenti, le grandi emergenze che interessano il terri-
torio nazionale negli anni a venire, e in particolare il terremoto di Avezzano del 1915.
     Successivamente, la legge n. 2389 del 1926 regolamenta le competenze delle diverse am-
ministrazioni dello Stato in caso di emergenza e affida al ministro dei Lavori Pubblici la dire-
zione dei servizi di soccorso nella zona colpita. Al prefetto è invece affidato il coordinamento
dei servizi in attesa dell’arrivo del ministro. La legge rappresenta dunque un passo importan-
te per la definizione di un efficace modello di intervento in caso di calamità, ulteriormente svi-
luppato – molti anni dopo – dalla legge n. 996 del 1970, che affida al Ministero dell’Interno
la direzione e il coordinamento di tutte le attività svolte dallo Stato in caso di calamità. Il 29
aprile del 1982 è istituito, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Dipartimento del-
la Protezione Civile e per la prima volta le funzioni di coordinamento in emergenza sono at-
tribuite a una struttura sovraministeriale.
     Si delinea così un modello efficace, basato sul principio di sussidiarietà, che trova compi-
mento nel 1992 con la nascita del Servizio Nazionale della Protezione Civile: un sistema ca-
ratterizzato dalla capacità di attivare i diversi organi dello Stato, con ruoli e compiti specifici,
e in base ai modelli di intervento previsti dalla pianificazione di emergenza a livello naziona-
le, regionale e locale.



BIBLIOGRAFIA
• G. Bertolaso, E. Boschi, E. Guidoboni, G. Valensise (a cura di), Il terremoto e il maremoto del 28 dicembre 1908. Analisi sismologica,
impatto, prospettive, Ingv-Dpc, Roma-Bologna 2008
• S. Castenetto, M. Sebastiano, F. Pizzaroni, La gestione dell’emergenza nel terremoto calabro-siculo del 28 dicembre 1908, Dpc 2008
• E. D’Angelis, Italiani con gli stivali. La protezione civile nella penisola dei grandi rischi, Legambiente, Ravenna 2009
• AA.VV., Terremoto Calabro Messinese 1908/2008, Dpc-Ingv, Alinari-Sole 24ore 2008
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Magazine Protezione Civile - Anno 1 - n. 2 - Marzo-Aprile 2011

  • 1.
  • 2.
  • 3. L’editoriale N atura e popoli che valicano i confini e si riversano in un ambiente altro. Questo numero di marzo-aprile si fa attraversare dal tema mettendo in fila storie ed esperienze. Uno tsunami annunciato eppure devastante nel Giappone che in tutto il mondo è simbolo di prevenzione e preparazione sul rischio sismico, e che per questo tsunami deve affrontare una crisi nucleare. Un altro mare, il Mediterraneo, che consente a migliaia di persone in fuga dalla guerra di approdare in salvo sulle coste italiane ma può essere fatale per chi viene colto da una tempesta nella traversata. E l’esperienza della nostra protezione civile che interviene per contribuire al monitoraggio delle radiazioni su Tokyo e si impegna in Africa e in Italia a gestire l’emergenza umanitaria che investe migranti e profughi. Dal 6 aprile 2011 l’Italia ha una giornata nazionale dedicata alle vittime del terremoto in Abruzzo e di tutte le catastrofi che hanno colpito il nostro Paese. Dall’analisi e valutazione della gestione dell’emergenza aquilana il Dipartimento ha fatto nascere e sta sperimentando diversi progetti: ne anticipiamo alcuni, insieme al resoconto dei progetti realizzati grazie alle donazioni italiane ed estere, tra cui c’è il nuovo Auditorium dell’Aquila donato dal Giappone. E un altro caso di terremoto accompagnato da un maremoto propone questo bimestre la sezione Storie ripercorrendo quello che nell’Italia giolittiana colpì Reggio Calabria e Messina e la lezione che ne è derivata per le attività di soccorso e ricostruzione. In chiusura, come di consueto, trovate le segnalazioni di progetti, esperienze e iniziative dal territorio e dal Dipartimento. Pagine che questo secondo numero della rivista propone già abbastanza ricche e complete dei riferimenti da contattare per chi voglia ricevere maggiori informazioni o avviare una collaborazione. Ci auguriamo che queste sezioni diventino nel tempo uno strumento di lavoro comune e contribuiscano a scambiare buone pratiche e alimentare il dibattito sugli strumenti più efficaci per diffondere la cultura di protezione civile. Ringraziamo tutti coloro che ci hanno scritto su magazine@protezionecivile.it e sulla pagina facebook della rivista, diamo spazio come di consueto in questa versione su carta a una testimonianza che ci avete mandato, e invitiamo volontari e istituzioni a proseguire la consultazione anche on-line con altri contributi sul sito istituzionale del Dipartimento, www.protezionecivile.gov.it P R OT E Z ION E C I V I L E MAGAZINE UFFICIALE DEL DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE Anno 1 n. 2 Redazione Fotografie marzo/aprile 2011 Vincenzo Arena Daniele Di Pietro Sara Babusci Paolo Vaccari Pubblicazione bimestrale Valeria Bernabei Matteo Valente iscritta al Registro degli Francesca Dottarelli Gino Viani Operatori della Comunicazione Mariacristina Giovannini al n. 20383 del 6.12.2010 Sara Iacoboni Elena Lombardo Editore Francesca Patti Contatti Presidenza del Consiglio Marianna Schiavon Servizio Comunicazione dei Ministri-Dipartimento Cristina Spatola e relazioni con il pubblico della Protezione Civile Veronica Tretter 00189 - Roma Via Vitorchiano, 2 Direttore responsabile Art Director www.protezionecivile.gov.it Barbara Altomonte Maurilio Silvestri magazine@protezionecivile.it
  • 4. 2 In questo numero Editoriale 1 Dal Dipartimento “Mia Vita”: il rischio vulcanico 34 nei Paesi in via di sviluppo Primo piano Il Servizio Nazionale impegnato 4 “Mia Vita”: il contributo del Dipartimento 34 nell’emergenza umanitaria Progetto Morfeo: l’osservazione della 35 L’attuazione del Piano di accoglienza, 8 terra per la gestione del rischio frane impegni e prospettive In Olanda dal 6 all’8 maggio 35 Terremoto Giappone: 10 esercitazione dei moduli europei il contributo dell’Italia di protezione civile 11 maggio: terremoto a Roma? 12 Comunità resiliente: scambio 36 con esperti USA e UK Focus Volontariato: in arrivo il regolamento 36 Terremoto in Abruzzo: analisi 16 sulla tutela della salute e la sicurezza e valutazione della gestione sui luoghi di lavoro dell’emergenza Prevenzione del rischio sismico: 37 Finalizzati tutti i fondi delle donazioni 22 gli studi di microzonazione “Informa, forma e gioca”: 37 Storie studenti a scuola di protezione civile Il terremoto e il maremoto del 1908 26 Giornate di formazione 37 per la protezione civile della Liguria
  • 5. Dal territorio “ScienzAperta 2011”: 38 Ancona, settima edizione 41 un mese di eventi nelle sedi Ingv “Expo Progetto Emergenza” Ingv, educazione ambientale: 38 Montemurlo e il sistema 41 un concorso per le scuole locale di protezione civile Ricordando l’ultima eruzione del Vesuvio 38 Bolzano, terza edizione della fiera 38 internazionale “Civil Protect” Università di Bologna, convegno 39 su percezione e comunicazione del rischio Viterbo, “Chi soccorre il soccorritore?”: 42 convegno sulla psicologia d’emergenza “Medical response to major incidents”: 39 al San Raffaele di Milano congresso San Giorgio al Liri, supporto 43 sulla risposta medica ai disastri psicosociale per vittime e soccorritori In Friuli una esercitazione regionale 40 Bronzi di Riace: basi antisismiche 43 per proteggerli dai terremoti Gorizia, alle radici dei terremoti 40 in Friuli Venezia Giulia Monte Compatri, un’esercitazione 43 comunale di protezione civile per Friuli, rintocchi di campane per avvertire 40 i vent’anni dell’associazione “Beta ‘91” i cittadini in caso di calamità Architetti Emilia-Romagna: da marzo un corso per la gestione 41 c Normativa pag. 44 tecnica dell’emergenza sismica Lettera u pag. 48
  • 6. 2 Primo Piano Il Servizio Nazionale impegnato nell’emergenza umanitaria Dal 15 aprile operativo il Piano per l’accoglienza dei migranti A nche il Servizio Nazionale della Prote- zione Civile è attivato per l’emergenza umanitaria legata agli sbarchi sulle coste italiane di cittadini dei Paesi del Nord Africa. Situazione resa ancora più critica dal conflitto in corso in Libia e dall’evoluzione de- gli assetti politico-sociali nei paesi della fascia del Maghreb e in Egitto. Il Capo Dipartimen- to della Protezione Civile, Franco Gabrielli, è stato nominato Commissario delegato per realizzare gli interventi necessari a fronteggiare l’emergenza. Dal 15 aprile è operativo il Pia- no nazionale per l’accoglienza dei migranti, che definisce la risposta operativa del Sistema di protezione civile all’emergenza umanitaria, con l’obiettivo di assicurare la prima accoglienza e l’assistenza ai profughi e ai migranti norda- fricani che hanno chiesto il permesso di sog- giorno temporaneo per motivi umanitari. 4
  • 7. in Sicilia. In questa pagina sbarchi di migranti e nella successiva, Foto di Vito Manzari (flickr.com/vitomanzari), rilasciata sotto la licenza Creative Commons-Attribuzione 2.0 5
  • 8. 2 Primo Piano Foto di Sara Prestianni (flickr.com/noborder), rilasciata sotto la licenza Creative Commons-Attribuzione 2.0 U Le tappe dell’emergenza ordinaria della Conferenza Unificata, Gover- I primi giorni di febbraio sbarcano sull’isola no, Regioni, Province Autonome ed Enti lo- di Lampedusa migliaia di migranti provenienti cali definiscono una prima condivisa strate- dai Paesi del Nord Africa, e in particolare dal- gia di intervento per accogliere i migranti in la fascia del Maghreb e dall’Egitto. Gli sbar- arrivo che, si stima, potrebbero essere circa chi proseguono nei giorni successivi, favori- 50mila. Il 6 aprile viene richiesto ufficialmente ti anche dal clima di grave instabilità politi- l’intervento del Sistema di protezione civile per ca di gran parte dei Paesi nordafricani. Il 12 pianificare e gestire l’accoglienza dei profu- febbraio viene dichiarato lo stato d’emergenza ghi e dei migranti arrivati dai Paesi del Nord e vengono adottate le prime misure straor- Africa. Sulla base di questo mandato il Di- dinarie per accogliere e assistere i migranti. partimento della Protezione Civile attiva un ta- Ma la situazione continua a peggiorare: le volo di lavoro con le Direzioni di protezione strutture di accoglienza sono al collasso e gli civile regionali, i rappresentanti dell’Upi- sbarchi non accennano a diminuire. Per af- Unione delle province d’Italia e dell’Anci - As- frontare l’emergenza serve uno sforzo comune sociazione nazionale dei comuni Italiani per e l’impegno solidale di tutto il Paese e di tut- definire il coinvolgimento delle amministra- te le istituzioni. Il 30 marzo, nella seduta stra- zioni regionali e locali. Il tavolo di lavoro pre- 6
  • 9. 7 dispone un Piano per la gestione dell’acco- destini, o di accoglienza nelle varie Regioni. glienza, oltre che dei profughi, anche dei mi- I migranti vengono accolti sul territorio na- granti arrivati in Italia tra il 1° gennaio e il 5 zionale secondo principi di modularità ed aprile ai quali viene riconosciuto il permes- equa distribuzione: il numero che ogni Re- so temporaneo di soggiorno, in base all’art. gione ospita è definito sulla base del rapporto 20 del Testo unico sull’immigrazione. Il Pia- di uno straniero ogni mille abitanti. Il nume- no prevede per ogni Regione diverse fasi di ro dei migranti ospitati è quindi proporzionale attuazione e garantisce un’equa distribuzio- alla popolazione residente di ogni Regione. ne dei migranti sul territorio nazionale. Il 13 È escluso l’Abruzzo, ancora impegnato ad as- aprile il Capo Dipartimento della Protezione sistere i cittadini colpiti dal terremoto del 6 Civile viene nominato Commissario delegato. aprile 2009. Nella distribuzione vengono te- nute in considerazione anche le assegnazioni U Il Piano per l’accoglienza dei migranti alle Regioni precedenti all’attuazione del Il Piano si basa su una gestione condivisa del- Piano, così da garantire in ogni fase un’equa l’accoglienza dei flussi migratori per i quali è distribuzione. Ai migranti che richiedono il stato dichiarato lo stato di emergenza e permesso temporaneo di soggiorno – come coinvolge il Dipartimento della Protezione Ci- previsto dall’art. 20 del Testo unico sull’im- vile, le Amministrazioni regionali e delle Pro- migrazione – sono garantiti da subito vitto, al- vince Autonome, gli Enti locali e altri soggetti loggio e assistenza sanitaria di base. Ai ri- appartenenti al Servizio Nazionale. È propo- chiedenti asilo e ai minori non accompagnati sto un modello di accoglienza modulare, per è garantita l’assistenza prevista dalla nor- garantire assistenza a un massimo di 50mila mativa nazionale che attua le convenzioni in- migranti in strutture dedicate. Non è previ- ternazionali. A coordinare le misure previste sto che i migranti assistiti siano ospitati in ten- dal Piano è il Commissario delegato, che si de o altre strutture temporanee. Dal Piano na- avvale del Dipartimento della Protezione Ci- zionale derivano poi i diversi piani regionali vile, in cui viene istituito un gruppo di sup- per attuare le misure di assistenza previste porto organizzato per funzioni. In ogni Re- a livello locale. Destinazioni e strutture sono gione è istituita una struttura simile per il co- individuate secondo criteri stabiliti dalle ca- ordinamento dell’assistenza sul territorio. bine di regia regionali e dalle intese con Pro- Possono partecipare alle attività di gestione vince e Comuni, in stretto raccordo con le dell’accoglienza, alle fasi di trasferimento e Prefetture. L’assistenza sanitaria e di primo assegnazione alle strutture regionali anche le ristoro viene assicurata a tutti, quindi anche organizzazioni di volontariato di protezione ci- ai migranti che continuano ad arrivare dopo vile. Con l’attivazione del Servizio Nazionale il 5 aprile. Dopo la prima accoglienza, sono è prevista, infatti, anche la mobilitazione del le autorità competenti ad avviare le procedure volontariato, secondo modalità e procedure per il rimpatrio, nel caso di immigrati clan- definite a livello locale.
  • 10. 2 Primo Piano L’attuazione del Piano di accoglienza, impegni e prospettive [] Franco Gabrielli, Capo Dipartimento e Commissario delegato U A due settimane dal- per l’emergenza La seconda fase è rivolta ai l’attivazione, qual è il umanitaria, richiedenti asilo e ai mino- bilancio del Piano? fa il punto su quanto renni non accompagnati, Nei primi dieci giorni ci realizzato finora e sui che saranno assistiti se- siamo presi cura dei mi- prossimi passi. condo lo speciale regime granti tunisini che, ricevu- previsto dalla legge e di- to il permesso di soggiorno stribuiti proporzionalmente per motivi umanitari, hanno richiesto assi- sul territorio sempre secondo il Piano. Sono stenza. Va ricordato che si tratta di liberi cit- persone che fuggono dai territori in guerra e tadini che possono andare all'estero o rima- devono essere accolte e tutelate da subito. Con nere sul territorio nazionale sostenendosi con la collaborazione di tutti gli attori istituziona- le proprie forze. A quanti lo richiedono, il Pia- li coinvolti dobbiamo esser pronti a comple- no assicura vitto, alloggio, assistenza sanitaria tare in tempi anche rapidi il primo modulo da di base, secondo un criterio concordato di diecimila persone del Piano. Se gli sbarchi di equa distribuzione sul territorio. In questa pri- profughi dall’Africa subsahariana prosegui- ma fase tutte le Regioni e Province Autono- ranno, dovremo poter gestire in modo re- me – eccetto l'Abruzzo, tuttora impegnato nel- sponsabile e solidale sempre nuovi arrivi. la gestione dell'emergenza terremoto – han- no individuato sistemazioni per la propria quo- U Come si integra questa “fase due” con la ta di un primo gruppo di circa 2mila migranti. rete già esistente? Una quota che sull’intero territorio italiano Il nostro obiettivo è mantenere il più possi- non è stata ancora saturata, ma anzi dai 970 bile l’architettura di competenze esistente tra assistiti di metà di aprile è passata agli at- Ministero dell’Interno, Ministero del Lavoro, tuali 700. Questa fase quindi si è pratica- Enti locali e associazioni che ordinaria- mente conclusa. mente si occupano di questi temi. Attraver- so questa rete si potranno via via distribui- U Ora come Commissario delegato ha chiesto re sul territorio nella proporzione definita dal alle Regioni e ai soggetti interessati di pre- Piano le persone ospitate nei centri per i ri- pararsi a una seconda fase. chiedenti asilo. 8
  • 11. 9 U È un’organizzazione complessa, come parazione un’ordinanza con ulteriori stanzia- viene garantita? menti. Posti aggiuntivi per il Sistema di pro- Con la disponibilità diffusa e concorde di tut- tezione per i richiedenti asilo e rifugiati do- te le istituzioni coinvolte. Il Comitato di co- vrebbero essere reperiti e finanziati. Infine, il ordinamento previsto nell'ordinanza di prote- Governo si è impegnato a sensibilizzare le Isti- zione civile che mi nomina Commissario de- tuzioni europee per affrontare l’emergenza con legato è composto dal Direttore della Direzione gli altri Stati membri. centrale per l’immigrazione del Dipartimento di pubblica sicurezza e dal Capo Dipartimento U Qual è il ruolo del volontariato di protezione per le libertà civili e l’immigrazione del Mini- civile in questa partita? stero dell'Interno, da un rappresentante del- Capillare e fondamentale come sempre. Le or- la Regione coordinatrice della Commissione ganizzazioni si sono rese disponibili a parte- speciale protezione civile della Conferenza del- cipare nel quadro dell'intero Sistema di pro- le Regioni e delle Province Autonome, uno del- tezione civile. Il Dipartimento può così, a li- l’Anci e uno dell’Upi. Il Commissario delega- vello nazionale, dare stabilità all’intervento di to si avvale del Dipartimento della Protezione medici e infermieri volontari che operano sul- Civile e di un contingente del Ministero del- le motovedette della Capitaneria di porto e del- l’Interno. I Presidenti delle Regioni designa- la Guardia Costiera per dare soccorso e assi- no i soggetti attuatori che individuano le strut-stenza ai migranti in arrivo a Lampedusa e può ture e i soggetti per l’accoglienza dei migranti attivare le organizzazioni per allestire o inte- e gestiscono gli interventi necessari. Nei casi grare strutture straordinarie in punti critici, come a Ventimiglia. A livello territoriale, le or- in cui i soggetti attuatori assicurino la sola in- dividuazione delle strutture, la gestione del- ganizzazioni di volontariato sono parte inte- l'assistenza può essere garantita dai Prefetti grante dei sistemi regionali: le autorità loca- interessati. li attivano il volontariato di concerto con le ar- ticolazioni periferiche del Mi- U Ci sono risorse sufficienti per l’attuazio- nistero dell'Interno e le Re- ne del Piano? gioni, e possono mobilitare Il Governo, con la firma dell'accordo del 6 apri- organizzazioni umanitarie le, si è impegnato a garantire le risorse ne- e sociali, oltre che di cessarie. L’ordinanza n. 3933 stanzia 30 mi- protezione civile. lioni di euro per l’emergenza e per i minori stranieri autorizza il Ministero del Lavoro a corrispondere un contributo ai Comuni. Ri- sorse pluriennali sosterranno le case fa- miglia attraverso i Comuni, e per gli inter- venti del Commissario delegato è in pre-
  • 12. 2 Primo Piano Terremoto Giappone: il contributo dell’Italia Inviati due team di esperti a supporto dell’Ambasciata italiana A lle 14.46 dell’11 marzo 2011 un terre- annegati per la forza dello tsunami. I danni alle moto di magnitudo 8.9 colpisce il Giap- infrastrutture sono ingenti. Undici centrali pone settentrionale. L’epicentro viene lo- nucleari vengono disattivate automaticamen- calizzato in mare, vicino alla costa nord orien- te a causa del sisma. L’impianto di Fukushima tale di Honsu, l’isola più grande del Giappone, Dai-Chi subisce i danni maggiori, con rilascio a circa 130 chilometri dalla città di Sendai e di radioattività nell’atmosfera. L’incidente rag- 373 chilometri da Tokyo. La scossa innesca uno giunge il massimo livello di gravità previsto. È tsunami con onde di oltre dieci metri che col- emergenza nucleare. pisce un tratto della costa del Tohoku lungo 400 Fin dalle prime ore successive al terremoto il chilometri. Le prefetture maggiormente inte- Sistema di protezione civile mette a disposi- ressate sono Iwate, Miyagi e Fukushima. La po- zione i propri uomini e mezzi per intervenire tenza dello tsunami è impressionante: l’area direttamente nelle zone colpite con team spe- sommersa è estesa quasi quanto la città di To- cializzati. In un primo momento le autorità kyo. In alcuni casi l’acqua penetra nell’entro- giapponesi decidono di accettare le offerte di terra fino a oltre 20 chilometri. I danni e gli ef- aiuto provenienti dai Paesi geograficamente fetti del maremoto sono impressionanti. Ad un più vicini, come Stati Uniti, Nuova Zelanda e mese dall’evento si contano oltre 13mila mor- Corea del Sud. A tre giorni dal sisma, il 15 ti e 14mila dispersi: oltre il 90 per cento sono marzo, parte per il Giappone il primo team ita- 10
  • 13. 11 Giappone, un centro delle Nazioni Unite per de- abitato della costa distrutto dallo tsunami. finire il quadro della situa- zione e delle esigenze. Alla fine di marzo parte per il Giappone un nuovo gruppo di esperti, coor- dinato sempre dal Dipartimento. Ai funzionari del Dipartimento, dei Vigili del Fuoco e del- l’Ispra si unisce un esperto del Ministero del- la Salute. Anche stavolta l’attività del team si concentra nell’area metropolitana di Tokyo. I tecnici proseguono con le attività di monito- raggio della radioattività nell’ambiente nella zona dell’ambasciata e in altri punti della cit- tà, dove vivono molti italiani. Si mettono a di- sposizione dei connazionali per dare infor- mazioni sui livelli di radioattività, sui rischi e le eventuali misure di radioprotezione da adot- Foto di Leo Salinas-U.S. Military Forces (flickr.com/dvids), rilasciata sotto la licenza Creative Commons-Attribuzione 2.0 tare. Il frutto di questo lavoro è il vademecum con le misure precauzionali da adottare in liano di esperti di valutazione e gestione del- caso di rischio radiologico messo a disposi- le emergenze, composto da funzionari del Di- zione della popolazione. partimento della Protezione Civile, dei Vigili del Fuoco e dell’Ispra-Istituto superiore per la pro- tezione e la ricerca ambientale. La missione IL NUCLEARE IN ITALIA è coordinata dal Dipartimento in collabora- Dopo l’incidente di Chernobyl del 1986 e il zione con il Ministero degli Affari Esteri. Col referendum del 1987 l’Italia interrompe l’attività passare dei giorni a preoccupare maggior- delle proprie centrali ed elabora una prima versione mente è il rischio radiologico legato alla si- del Piano nazionale per le emergenze radiologiche. tuazione della centrale di Fukushima. Il team Nonostante la chiusura delle centrali l’attenzione al rimane in Giappone quasi una settimana, con- rischio nucleare resta alta, soprattutto per la centrando le proprie attività nella zona di To- presenza di impianti in territorio estero a meno di kyo, in supporto all’Ambasciata italiana. I tec- 200 chilometri dal confine nazionale. La versione nici effettuano una serie di rilevazioni per ve- attuale del Piano, approvato nel marzo 2010, rificare i livelli di radioattività dell’aria. Durante individua e disciplina le misure per fronteggiare gli la permanenza a Tokyo la squadra italiana ri- incidenti che avvengono in impianti nucleari al di mane in costante contatto con le autorità giap- fuori del nostro Paese, che richiedono azioni di ponesi, le squadre europee e il coordinamento intervento coordinate a livello nazionale.
  • 14. 2 Primo Piano terremoti del passato. Sappiamo quali sono le aree del nostro Paese interessate da elevata sismicità, per frequenza e intensità dei terre- moti, e quindi dove è più probabile che si ve- 11 maggio: rifichi un evento sismico di forte intensità, ma non è possibile stabilire con esattezza il mo- mento in cui si verificherà. Anche la Com- missione internazionale di sismologi, istituita terremoto dal Capo Dipartimento della Protezione Civi- le, dopo il terremoto in Abruzzo del 6 aprile a Roma? 2009, ha ribadito queste conclusioni. Solo in Italia, ogni giorno si verificano decine di ter- remoti e più di diecimila ogni anno, di cui la Le risposte del Dipartimento quasi totalità appena percepiti, senza alcun ef- fetto sulle costruzioni. Prevedere che avven- ga genericamente un terremoto in un’area re- lativamente vasta è spesso una previsione scontata, se non si precisa anche la magnitudo e non si circoscrive adeguatamente l’area (ad esempio in un raggio di 10-20 chilometri). Pre- C ontinua in rete e sui media il dibattito visioni di questo tipo non hanno alcuna utili- sulla possibilità che si verifichi un ter- tà per fini di protezione civile. remoto a Roma l’11 maggio 2011 o che sia possibile prevedere il luogo e la data esat- U Chi è Raffaele Bendandi? ti di un terremoto. Il Dipartimento della Pro- È vero che ha previsto un terremoto tezione Civile ha preparato alcune risposte alle a Roma per l’11 maggio 2011? domande più frequenti. Raffaele Bendandi è un astronomo e sismologo autodidatta, nato nel 1893 e morto nel 1979. U È possibile prevedere i terremoti? In risposta alle voci su un terremoto previsto Ad oggi non ci sono metodi riconosciuti dal- da Bendandi per l’11 maggio 2011, Paola La- la scienza con i quali sia possibile prevedere gorio, Presidente dell’istituzione culturale La il tempo ed il luogo esatti in cui avverrà il pros- Bendandiana e custode di tutti i documenti del simo terremoto. A stretto rigore, non è possi- sismologo, ha puntualizzato in numerose in- bile né prevedere né escludere una data piut- terviste e dichiarazioni che nei documenti di tosto che un’altra, sia questa l’11 maggio, l’11 Bendandi relativi al 2011 non si trova alcun ri- giugno, o altre. L’unica previsione possibile è ferimento a luoghi o date precise, come quel- di tipo statistico, basata sulla conoscenza dei li riportati in rete. Anche gli amministratori del- 12
  • 15. 13 la pagina facebook de La Bendandiana, tra cui e S, variazioni delle caratteristiche magnetiche la stessa Paola Lagorio, sostengono che negli ed elettriche delle rocce e dell’atmosfera; scritti di Bendandi non sia citata né la data • precursori sismologici: prima di un grosso dell’11 maggio, né la città di Roma. terremoto si possono verificare una serie di mi- crotremori, rilevabili solo attraverso gli stru- U Chi elabora metodi per prevedere menti, o un cambiamento nella distribuzione i terremoti può sottoporli a una della sismicità; valutazione scientifica? • precursori geodetici: modifiche nella quo- La prima e indispensabile valutazione di un me- ta, nella posizione, nell’inclinazione di parti del- todo di previsione è data dalla sua pubblicazione la superficie del suolo e nella velocità degli spo- su una rivista scientifica internazionale, che lo stamenti misurati; sottoponga alla revisione critica di scienziati • precursori geochimici: variazione della competenti in materia. Molte previsioni pseu- concentrazione nelle acque sotterranee e nei doscientifiche attualmente in circolazione non gas al suolo di alcuni elementi chimici radio- sono state sottoposte neanche a questa basi- attivi, tra cui il gas radon; lare forma di valutazione. Inoltre, chiunque pen- • precursori idrologici: variazione del livello si di aver messo a punto un metodo previsio- della falda acquifera nel sottosuolo, misurata nale e voglia testarlo scientificamente può nei pozzi. sottoporlo alla valutazione concreta e oggetti- va dello CSEP-Collaboratory for the study of ear- U I precursori sismici servono thquake predictability, un laboratorio virtuale in- a prevedere i terremoti? ternazionale in grado di supportare una vasta Negli ultimi anni la scienza ha fatto notevoli gamma di esperimenti scientifici di previsione progressi nello studio dei precursori sismici e in più laboratori. Informazioni e contatti sono di- in futuro lo studio sistematico potrebbe con- sponibili sul sito www.cseptesting.org. Ad oggi, sentire di prevedere in maniera più o meno nessuno che si dica capace di fare previsioni precisa il momento in cui si può verificare un puntuali sul giorno, il luogo e l’intensità di un terremoto. Tuttavia, la validazione empirica dei futuro terremoto in Italia ha sottoposto i suoi precursori è risultata finora infruttuosa, spe- esperimenti allo Csep. cie per scopi operativi di protezione civile. L’analisi condotta dalla Commissione inter- U Cosa sono i precursori sismici? nazionale sulla previsione dei terremoti per Sono parametri fisici e/o chimici che subiscono conto della Protezione Civile ha evidenziato gli modifiche prima di un terremoto. La ricerca stessi risultati. Nel campo della ricerca sui pre- sui precursori sismici si è concentrata princi- cursori c’è ancora molto da fare, sia in termi- palmente su: ni di sviluppo metodologico, sia di validazio- • precursori geofisici: anomalie delle velocità ne statistica dei risultati, prima di una loro rea- e delle caratteristiche delle onde sismiche P le applicabilità in chiave operativa. Particola-
  • 16. 2 Primo Piano re attenzione va dedicata anche ai falsi allar- la loro zona dopo alcune decine di secondi. Di- mi, che possono risultare dannosi. versa è la situazione dell’Italia, dove le carat- teristiche di sismicità del territorio rendono di U Il Giappone ha un sistema di previsione difficile applicazione questi sistemi di allerta- ed allerta per i terremoti? mento. Infatti, le zone in cui il terremoto può È possibile adottare lo stesso sistema originarsi con maggiore probabilità si trovano in Italia? spesso a pochi chilometri da aree densamente Alcune notizie circolate sul terremoto dell’11 abitate. Il tempo di propagazione è quasi istan- marzo 2011 hanno dato l’impressione che in taneo e rende di scarsa efficacia i sistemi di Giappone funzioni un sistema di previsione del- early warning. La ricerca scientifica sta spe- le scosse sismiche. In realtà, neanche in Giap- rimentando l’utilizzabilità di questi sistemi ma, pone vengono previsti i terremoti, ma esiste un al momento, l’unica difesa per il nostro Pae- sistema di allertamento precoce della popo- se resta la prevenzione. lazione, early warning, basato sull’invio di sms. Nell’istante in cui viene registrata dalla rete si- U Roma è una città ad alto rischio smica una scossa di terremoto che supera un sismico? Quali sono le caratteristiche valore di magnitudo stabilito, il sistema avvi- della sismicità della città? sa la popolazione, che ha alcune decine di se- Roma è caratterizzata da una modesta si- condi per mettersi al sicuro in funzione della smicità, determinata soprattutto dai risenti- distanza dall’epicentro. Il tempo medio di per- menti dei terremoti con epicentro nell’area dei correnza si può stimare in circa 20/25 secondi Castelli romani e di quelli più violenti con epi- per 100 km e dipende dall’energia del terre- centro nell’Appennino abruzzese e umbro. moto, dalle caratteristiche dell’evento e da Questa sismicità non è però trascurabile, per quelle dei terreni. Ciò che viene previsto non l’elevato valore dei beni monumentali e ar- è quindi il terremoto, ma il momento in cui, chitettonici della città e per la vulnerabilità del dopo la scossa, gli effetti del sisma potranno patrimonio edilizio. raggiungere gli insediamenti umani. L’allarme Possiamo distinguere: preventivo consente di interrompere l’eroga- • una sismicità di origine locale. Riguarda zione di servizi e attività che potrebbero co- l’area compresa in un raggio di 15 chilome- stituire un pericolo e permette alla popolazione tri dal centro ed è caratterizzata da una fre- di raggiungere le aree di raccolta. L’efficacia quenza piuttosto scarsa, magnitudo inferiori dell’allertamento dipende da quanto ci tro- a 5.0, corrispondenti a intensità epicentrali del viamo distanti dall’epicentro: se è a molti chi- VI-VII grado della scala macrosismica Mcs- lometri dalle zone abitate, come general- Mercalli Cancani Sieberg e profondità ipo- mente avviene in Giappone, dopo la scossa è centrali molto modeste (<cinque km); possibile avvisare la popolazione che gli effetti • una sismicità di aree prossime a Roma. si stanno propagando e che raggiungeranno Queste aree sono i centri sismici dei Colli Al- 14
  • 17. 15 bani, dove si verificano terremoti molto fre- • tipologia delle strutture (le strutture in mu- quenti con magnitudo massime intorno a 5.0 ratura sono normalmente più vulnerabili di e intensità epicentrali che in alcuni casi han- quelle in cemento armato); no raggiunto l’VIII grado della scala Mercalli, • età (più le strutture sono vecchie, maggiore e quelli del litorale tirrenico, sedi di terremo- è la vulnerabilità); ti poco frequenti, ma a volte di entità rilevan- • tipo di progettazione (se antisismica o no, ti, che in un caso hanno in un caso raggiun- ovviamente questo vale per le costruzioni più to il V-VI grado; moderne); • una sismicità di aree dell’Appennino Cen- • interventi di ristrutturazione che l’edificio trale. A distanze comprese tra 60 e 130 chi- o il singolo appartamento hanno subito nel lometri circa da Roma, sono presenti impor- tempo (spesso, per migliorarne la funzionali- tanti aree sismogenetiche. I più forti risenti- tà si aprono porte e si eliminano ampie por- menti sismici osservati nella città di intensità zioni di muratura con effetti deleteri sulla si- massima del VII-VIII grado MCS sono dovuti curezza sismica nel caso di struttura in mu- proprio ai terremoti che si sono verificati in que- ratura). ste aree. Le aree più rilevanti sono quelle del- Anche se un’analisi completa del livello di si- l’aquilano e del Fucino, in cui hanno avuto ori- curezza sismica di una struttura può essere gine terremoti di magnitudo intorno a 7.0 e in- fatta solo da un professionista esperto, in base tensità epicentrali del XI grado Mercalli. a questi elementi e alla classificazione sismi- ca del proprio Comune un cittadino può ca- U La casa dove abito può resistere a un pire se si trova potenzialmente in condizioni terremoto? di rischio elevato o no e, eventualmente, pren- In un Comune classificato come sismico è ob- dere i provvedimenti necessari. bligatorio rispettare le norme antisismiche. Pri- ma di tutto, è importante conoscere l’anno di costruzione del proprio edificio e confrontar- [] lo con l’anno in cui il Comune è stato classi- Sul sito ficato come sismico per la prima volta. Se la www.protezionecivile.it costruzione è successiva, è molto probabile trovate anche il test che l’edificio sia stato realizzato con criteri an- “Rischio sismico e tisismici e, quindi, abbia una buona resistenza prevenzione. Sei in ai terremoti attesi statisticamente in quel Co- campo, in panchina mune. Anche edifici non progettati con crite- o in tribuna?” per ri antisismici possono avere una discreta o buo- mettere alla prova le na resistenza al sisma e occorre valutarne la vostre conoscenze sul vulnerabilità. rischio sismico. La vulnerabilità di un edificio dipende da:
  • 19. Terremoto in Il 6 aprile 2011 è la Giornata della memoria dedicata alle vittime del Abruzzo: terremoto in Abruzzo del 2009 e di tutte le calamità naturali che analisi e hanno colpito l'Italia. In questo numero dedichiamo un valutazione approfondimento al lavoro di analisi e valutazione avviato dal della gestione Dipartimento della Protezione Civile sulla gestione dell’emergenza dell’emergenza in Abruzzo
  • 20. 2 Focus I l 25 giugno 2010 il Dipartimento della Pro- tezione Civile ha istituito un gruppo di la- voro per analizzare e valutare la gestione dell'emergenza terremoto in Abruzzo tra il 6 aprile 2009 e il 31 gennaio 2010. L’obiettivo dell'iniziativa è stato esaminare il mo- dello adottato dal Dipartimento per coordina- re il Servizio Nazionale della Protezione Civile in emergenza. Ogni attività, realizzata da un in- sieme complesso di organizzazioni, strutture e persone ha infatti bisogno di una valutazione e di una verifica comune dei risultati raggiun- ti. Per questo, il Dipartimento ha raccolto le esperienze dei propri dipendenti, dei volonta- ri, degli operatori di Regioni, Province, Comuni, Strutture operative, ordini professionali e im- prese. Tra gli strumenti utilizzati, ha aperto una consultazione sul proprio sito web. I punti di forza e di debolezza che emerge- ranno dal gruppo di lavoro serviranno al Di- e alberghi, Realizzazione di insediamenti e partimento per gestire con sempre maggiore strutture temporanee, Contact center e Uffi- tempestività, efficienza ed efficacia le attivi- cio relazioni con il pubblico, Agibilità, Rap- tà per le future emergenze di protezione ci- porto con gli enti locali, con le altre ammini- vile. Dal soccorso alla popolazione all’allesti- strazioni e con i cittadini, Sistema di comando mento delle aree di accoglienza, dalla mes- e controllo. Alcuni dei progetti per queste aree sa in sicurezza del territorio alle verifiche di sono già in corso d’opera, altri sono in pro- agibilità, dalla salvaguardia dei beni cultura- gramma ma devono ancora essere avviati, al- li alla realizzazione e gestione di soluzioni abi- tri ancora sono da definire. tative temporanee. Nelle pagine che seguono presentiamo alcu- Lo scorso ottobre, il gruppo di lavoro ha pre- ne delle iniziative intraprese dal Dipartimen- sentato i primi risultati dell’analisi che ha pre- to in questi mesi. Per l’area Gestione delle vit- visto l’individuazione di nove aree tematiche time e dei feriti sono state concordate da Di- e la definizione, per ciascuna di queste, di partimento e Regioni le modalità per l’invio di progetti per superare le criticità. In partico- moduli sanitari regionali. Per la categoria lare, le aree tematiche sono: Attività norma- Aree di accoglienza e alberghi, è stato attiva- tiva e gestione operativa, Gestione delle vit- to un tavolo di lavoro per definire procedure time e dei feriti, Donazioni, Aree di accoglienza condivise di organizzazione dei campi. Per 18
  • 21. 19 In questa pagina, interventi sanitari di soccorso a Terex 2010, esercitazione internazionale sul rischio sismico. Pagg. 16-17: lonna mobile regionale. Gli lo Sportello per il cittadino nella Msr sono già stati sperimentati caserma della Guardia durante l’esercitazione Terex e di Finanza di Coppito. comprendono anche i Pma- Posti medici avanzati, le strut- ture sanitarie da campo che hanno la funzio- ne di fare il primo trattamento delle vittime e organizzare l’evacuazione sanitaria dei feriti ne- gli ospedali specializzati. Le procedure per l’in- vio degli Msr-Moduli sanitari regionali, già condivise con il Gruppo tecnico delle Regio- ni/Pa Sanità, ora verranno sottoposte all’ap- provazione della Conferenza Stato Regioni ed Unificata. All’invio di Pma, corrisponde la pia- nificazione dell’evacuazione aerea delle vittime, basata su una stretta collaborazione tra per- sonale aeronautico e personale del Servizio sa- nitario regionale. Dall’esperienza in Abruzzo si è compresa an- l’area Relazioni con il pubblico è prevista la che l’importanza di garantire la continuità del- sperimentazione di un Contact Center in gra- l’assistenza sanitaria dopo la prima emergen- do di gestire la comunicazione con i cittadini za. A questo proposito sono già stati speri- in ordinario e in emergenza. mentati durante l’esercitazione Terex 2010 i Pass-Presidi di assistenza socio sanitaria, che U I soccorsi sanitari in emergenza sostituiscono temporaneamente le strutture sa- Rendere più efficiente l’organizzazione dei soc- nitarie territoriali danneggiate dalle calamità e corsi sanitari utilizzando le risorse disponibili sul prevedono l’impiego dei sanitari locali. territorio: è questa una delle principali linee di Oltre all’organizzazione dei soccorsi sanitari sul attività che il Dipartimento della Protezione Ci- territorio, l’Italia sta adeguando le caratteristi- vile ha impostato dopo i primi risultati emersi dal- che dei propri moduli sanitari agli standard in- la valutazione dell’esperienza in Abruzzo. dividuati dalla Commissione europea per i mo- La realizzazione di quest’obiettivo si è con- duli europei di protezione civile. Ad oggi, del- cretizzata nella definizione di procedure comuni le cinque strutture sanitarie registrate in Europa, tra Dipartimento e Regioni per l’invio in tem- tre sono italiane: l’ospedale da campo del- pi rapidi di Msr-Moduli sanitari regionali che l’Associazione Nazionale Alpini e i Pma con uni- sono la componente sanitaria con personale tà chirurgica del Gruppo chirurgia d’urgenza qualificato di cui si dovrebbe dotare ogni co- di Pisa e della Regione Marche.
  • 22. 2 Focus U Un modello per la gestione U Comunicazione in ordinario delle aree di accoglienza e in emergenza Una delle attività più complesse e delicate nel- L’esperienza pilota dello sportello al cittadino l'emergenza terremoto in Abruzzo è stato ge- all’Aquila è stata il modello di riferimento per stire le aree di accoglienza. Proprio per que- la progettazione di un Contact Center di pro- sto il Dipartimento della Protezione Civile ha tezione civile. Il progetto prevede infatti il tra- avviato un tavolo di lavoro che, a partire dal- sferimento su scala nazionale del format spe- le esperienze di tutte le persone coinvolte, ha rimentato in Abruzzo. Il Contact Center della l'obiettivo di definire procedure e indicazioni protezione civile gestirà su piattaforma infor- comuni per l'organizzazione di un'area di ac- matica la comunicazione in ordinario, cioè le coglienza. richieste o segnalazioni dei cittadini che arri- Il progetto si basa su un metodo “partecipa- vano al Dipartimento della Protezione Civile per to” che ha previsto il coinvolgimento, fin dal- telefono, email o lettera; inoltre gestirà la co- le prime fasi, del Comune del- municazione di emergenza e la [ ] l’Aquila e degli altri comuni Il Contact Center comunicazione di servizio che colpiti dal terremoto, delle re- gestirà verrà attivata sulla base di gioni e delle organizzazioni la comunicazione specifiche esigenze, ad es. in- nazionali di volontariato pre- in ordinario e la vio di sms. Il Contact Center senti nei campi. comunicazione raccoglierà, soprattutto attra- La prima fase si è conclusa con in emergenza verso un numero verde dedi- l’organizzazione di un workshop cato, le segnalazioni e le ri- per condividere con i partecipanti i dati emer- chieste dei cittadini e fornirà loro chiarimenti si dai primi incontri e dalle risposte ad un que- e informazioni. Il numero verde sarà in funzione stionario sulla partecipazione all’emergenza ter- dai primi di giugno e sarà attivo da lunedì al ve- remoto. Al termine del workshop, le esperienze nerdì dalle 9 alle 18. Fuori orario di servizio, en- e le proposte sono state raccolte nella “Carta trerà in funzione una casella vocale, a cui il cit- dell’Aquila” che sintetizza i contributi in quat- tadino potrà lasciare il proprio messaggio e i ri- tro aree tematiche: dalla pianificazione all’al- ferimenti per poter essere contattato. Gli ope- lestimento, dalla gestione ordinaria alla chiu- ratori del Contact Center risponderanno sulle sura di un’area di accoglienza. questioni di competenza del Dipartimento, rac- Questo documento è stato il punto di parten- coglieranno le richieste e le segnalazioni dei cit- za per individuare gli ambiti su cui concorda- tadini e li ricontatteranno in caso di domande re procedure e regole comuni per la gestione specifiche, che richiedono approfondimenti per di un'area di accoglienza, che una volta con- la risposta. Il servizio seguirà procedure di ge- divise con le altre regioni, verranno diffuse con stione elaborate e condivise tra gli uffici del Di- corsi di formazione alle strutture del Servizio Na- partimento e risponderà ai requisiti delineati nel- zionale della Protezione Civile. la Carta dei servizi del Contact Center. 20
  • 23. 21 Composizione del gruppo di lavoro Uno strumento sul web per raccontare e metodologia di analisi la propria esperienza in Abruzzo er l’analisi e la valutazione della gestione a consultazione on-line è stato uno degli strumenti P dell'emergenza terremoto in Abruzzo è stato istituito un Gruppo di lavoro, coordinato dal L con cui il gruppo di lavoro ha raccolto il contributo di volontari, operatori di Regioni, Province, Comuni, Capo Dipartimento della Protezione Civile strutture operative, ordini professionali e imprese. e strutturato in due Unità. Il questionario pubblicato sul sito web del Dipartimento La prima è l'Unità di indirizzo e coordinamento, dall’1 ottobre al 31 dicembre 2010 è stato compilato costituita dal direttore dell'Ufficio Emergenze, dal da 2.300 persone. I risultati: circa il 50 per cento di chi direttore dell'Ufficio Rischio sismico e vulcanico, da ha compilato il questionario ha lavorato nella gestione un rappresentante del Corpo nazionale dei Vigili del e nell’allestimento delle aree di accoglienza, il 15 per Fuoco, da uno delle Forze Armate e da uno del cento ha partecipato alla gestione dei centri operativi, Sistema di protezione civile delle Regioni e delle l’11 per cento ha prestato soccorso alla popolazione. Province Autonome. La seconda è l'Unità di sintesi, Il 50 per cento di chi ha risposto al questionario coordinata dal dirigente del Servizio Diffusione della apparteneva a una struttura di volontariato. Rilevante conoscenza di protezione civile. anche la quota di personale delle regioni (10 per cento) Il gruppo può richiedere il coinvolgimento nelle e della Croce Rossa (10 per cento). La quasi totalità dei proprie attività dei rappresentanti delle partecipanti ha operato a L’Aquila. Riguardo la istituzioni territoriali, dei referenti delle provenienza regionale, il 15 per cento era del Lazio, organizzazioni di volontariato, dei comitati e delle seguito da Piemonte, Veneto e Toscana con il 9 per associazioni di cittadini, di enti e cento. Il 65 per cento di chi ha risposto aveva già amministrazioni pubbliche e private che hanno partecipato in passato ad altre attività di protezione partecipato alla gestione dell'emergenza. Inoltre, civile. In generale è stata apprezzata la macchina può servirsi della collaborazione di Atenei e organizzativa messa in campo per fronteggiare istituti di ricerca italiani competenti per l’emergenza, e l’esperienza in Abruzzo è stata giudicata analizzare e sintetizzare le proprie attività. molto positiva dal 75 per cento, abbastanza dal 22 per La metodologia del gruppo di lavoro ha previsto l’uso cento. Tuttavia sono state individuate alcune criticità di diversi strumenti per raccogliere informazioni, nella collaborazione e coordinamento tra enti e forze in indicazioni utili e suggerimenti da chi ha contribuito campo, nell'organizzazione dei campi e nella alle diverse fasi del lavoro in Abruzzo: riunioni preparazione, a volte non adeguata, del personale interne; compilazione di una scheda sintetica da locale. Le proposte migliorative puntavano quindi a parte di ogni funzione della Di.coma.C; incontri con i rafforzare il coordinamento tra enti, migliorare la singoli responsabili delle attività del Dipartimento gestione dei campi e specializzare gli operatori. della Protezione civile; riunioni allargate a A questo proposito il Dipartimento ha già attivato un rappresentanti di enti e amministrazioni; gruppo di lavoro tra Regioni e associazioni di questionario on-line per raccogliere suggerimenti da volontariato che ha l’obiettivo di delineare e diffondere chi ha partecipato all'emergenza abruzzese. procedure per uniformare la gestione dei campi.
  • 24. 2 Focus aprile 2009, il Dipartimento della Protezione Finalizzati Civile è stato autorizzato ad aprire uno o più conti correnti bancari a favore delle popola- tutti i fondi zioni colpite. Tutti si sono mobilitati per dimostrare la loro delle donazioni vicinanza e solidarietà alle vittime del terre- I progetti sono stati approvati moto e in due anni sono stati versati oltre 67 milioni di euro. Insieme all’apertura dei con- dal Comitato dei Garanti ti correnti, così come fatto nel 2004 per lo Sri Lanka, è stato istituito un Comitato dei Garanti I l 7 aprile 2011, a due anni dal terremoto per vigilare sulla trasparenza e la corretta ge- che ha colpito l’Abruzzo, il Comitato dei Ga- stione delle donazioni. Il comitato si è riuni- ranti ha cessato la sua attività. Le risorse to regolarmente per approvare di volta in vol- raccolte attraverso le donazioni, iniziate nel ta nuovi progetti presentati e lo stato di 2009, sono state infatti tutte destinate ai pro- avanzamento di quelli in corso. getti approvati dal Comitato. Oltre alla solidarietà nazionale, diversi Paesi Pochi giorni dopo il terremoto che ha colpi- stranieri hanno dato il loro sostegno alla ripresa to l’Abruzzo, con l’ordinanza n. 3754 del 9 post terremoto, contribuendo alla realizzazio- 22
  • 25. 23 ne di opere o interventi di recupero di beni cul- ni, iniziate il 29 settembre 2009, sono dura- turali dell'Aquila, danneggiati dal terremoto del te complessivamente cinque mesi. 6 aprile 2009. Nell’ottica della ripresa socio culturale del- l’Abruzzo è stato fondamentale anche l’impe- U Donazioni internazionali gno nel campo dell’istruzione. Il 15 settembre Le donazioni di Russia, Canada, Francia, Ka- 2009 è stato inaugurato l’asilo di Onna zakistan, Germania, Giappone, Israele, Sul- (1.540.000 euro), un’iniziativa finalizzata sul c/c tanato del Brunei ed Estonia hanno finanziato Porta a porta, insieme alla biblioteca Irma Ca- progetti quali: il restauro di Palazzo Ardin- stri Vespa (130.000 euro) che si trova presso ghelli e della Chiesa di San Gregorio Magno, la scuola primaria Giovanni XXIII. la realizzazione del Centro polifunzionale di Il 14 dicembre 2009 ha riaperto anche il ples- Coppito, il restauro della Chiesa di Santa Ma- so scolastico di Arsita (1.382.252,51 euro), che ria del Suffragio, il recupero della Chiesa di ospita 90 bambini ed è dotato di palestra, la- San Biagio in Amiternum e dell’oratorio di boratori didattici e sale multimediali. Tra le ri- San Giuseppe dei Minimi, la realizzazione strutturazioni di edifici scolastici va ricordata dell’Auditorium Conservatorio A. Casella, anche la Scuola di Barete, finanziata del Se- del Centro polifunzionale per universitari di nato della Repubblica Italiana (869.000 euro). Pile e il ripristino delle funzionalità dell’ac- Un’altra importante tappa è stata la riapertu- celeratore lineare. ra dell’asilo nido Casetta Fantasia finanziato Attualmente i progetti finanziati dalle donazioni dall’Istituto Postetelegrafonici, ente di previ- gestite dal Dipartimento della Protezione Ci- denza del gruppo Poste Italiane. Il 30 No- vile sono tutti completati o in via di comple- vembre 2009 è stato inaugurato il Musp - Mo- tamento. Il Comitato ha individuato anche al- duli ad uso scolastico provvisorio dell’asilo Ca- tri progetti che per la loro realizzazione ne- setta Fantasia, ma una parte dei fondi dona- cessitano del concorso delle istituzioni e de- ti sono stati destinati al ripristino del preesi- gli enti presenti sul territorio e quindi vengo- stente edificio in muratura della scuola, che no affidati direttamente al Commissario per la è stato inaugurato il 12 maggio 2010. ricostruzione. Non va trascurata inoltre la distribuzione di buoni sconto sui libri di testo: un contributo di U Progetti realizzati 25 euro per acquistare materiale didattico per Tra i più importanti progetti terminati c’è il pro- gli iscritti alla scuola primaria, 100 euro per i getto Case-Complessi antisismici sostenibili libri delle medie e 130 euro per quelli delle su- ecocompatibili, a cui sono stati destinati periori. L’impegno sul fronte istruzione ha in- 38.590.634,54 euro. Il progetto si è conclu- teressato sia gli studenti della scuola dell’ob- so con la costruzione di 185 edifici, per un to- bligo, sia gli studenti universitari, come testi- tale di 4.449 appartamenti che ospitano monia il centro polifunzionale per studenti a 14.657 abitanti. Le consegne delle abitazio- Coppito (3.500.000 euro), finanziato con do-
  • 26. 2 Focus nazione del Governo del Canada. Nel 2011 è iniziata anche l’erogazione dei pri- Diversi progetti sono stati messi in campo per mi crediti dell’iniziativa microcredito per la popolazione, sia in ambito sanitario (1.337.190 l’Abruzzo (5.000.000 euro), che si realizza gra- euro), sia per ripristinare varie strutture attive zie alla convenzione con il Consorzio Etimos. sul territorio prima del terremoto. Tra queste L’obiettivo del progetto è garantire i finanzia- c’è la Casa Dono di Gesù (1.000.000 euro), menti che le banche stanno concedendo a mi- destinata al sostegno delle persone affette da cro imprese, imprese sociali e famiglie colpi- dipendenza, completata nel settembre 2010. te dal terremoto, senza chiedere altre garan- A un anno dal terremoto ha riaperto anche la zie patrimoniali o personali. Sul sito www.mi- mensa di Celestino V (3.106.681,96 euro), cen- crocreditoabruzzo.it è possibile consultare i dati tro di accoglienza per i poveri dell'Aquila. L'in- aggiornati sull’andamento del progetto. tero complesso comprende, oltre alla mensa Sono in via di completamento anche il di- per i poveri, la nuova chiesa di S. Bernardino, spositivo per il reparto di radiochirurgia del- gli alloggi e il convento dei frati minori. La men- l’Ospedale San Salvatore (338.400 euro) e il sa è stata realizzata grazie alle donazioni dei Poliambulatorio di Paganica (800.000 euro). lettori del quotidiano Il Centro, mentre le altre strutture sono state finanziate con le risorse ge- U Progetti da affidare al Commissario stite dal Dipartimento della Protezione Civile. delegato per la ricostruzione Sempre in ambito sociale è stata ideata la crea- Tra i progetti che per la loro realizzazione ne- zione di un “villaggio della cultura e della so- cessitano del concorso delle istituzioni e de- lidarietà” (162.333,70 euro), uno spazio co- gli enti locali, ci sono il ripristino dell’impian- mune dove 14 associazioni di volontariato, riu- to sportivo S. Gregorio (180.000 euro), il Par- nite nella cosiddetta "Piazza delle Associazio- co Nuova Socialità a Piazza d’Armi (500.000 ni" possono collocare le proprie sedi provvisorie. euro), il Centro disabili di Pagliare di Sassa (1.200.000 euro), il Ripristino della multisa- U Progetti in corso la Garden (633.000 euro) e i progetti riguar- Sono in via di completamento i lavori per l’Au- danti i beni culturali come il recupero del- ditorium Conservatorio A. Casella (859.000 l’Oratorio di S. Giuseppe dei Minimi e il Tea- euro) finanziato quasi totalmente dal Gover- tro stabile d’Abruzzo. no del Giappone e dal Comune dell’Aquila e Tra questi una grande importanza per la cit- progettato dall’architetto giapponese Shigeru tà riveste il progetto Parco Nuova Socialità, che Ban. Si avviano al termine anche i lavori per si inserisce nel più ampio piano di sistema- il Centro polifunzionale per universitari di zione di Piazza d’Armi, area alle porte della cit- Pile (1.800.000 euro), un centro giovanile tà, che comprende: un mercato temporaneo, composto da una mensa, un bar e alcune aule un teatro e il Parco Nuova Socialità, luogo di modulari per lo studio e la socializzazione, non- incontro e aggregazione per i cittadini aquilani. ché uffici e servizi. L’ordine degli architetti della provincia del- 24
  • 27. 25 PROGETTI DEL DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE u Progetto Case u Scuola di Arsita u Assistenza alla popolazione u Asilo di Onna u Biblioteca Irma Castri Vespa u Ripristino funzionalità della struttura Casa Dono di Gesù l'Aquila ha espresso l’inten- Sopra, la mensa di zione di bandire un concorso Celestino V, riaperta un anno dopo il terremoto u Sostegno all’istruzione internazionale, patrocinato e del 6 aprile 2009. A pag. 22, la scuola u Complesso Celestino V sponsorizzato dall'Unione In- materna di Onna, dedicata alla memoria u Scuola di Barete della studentessa ternazionale Architetti, per Giulia Carnevale. u Piazza delle associazioni di volontariato progettare l’area di Piazza u Centro polifunzionale per studenti a Coppito d’Armi attraverso un bando u Ripristino asilo nido Casetta fantasia Unesco. Le opere vincitrici saranno realizza- te con risorse economiche del Comune del- u Auditorium Conservatorio A. Casella IN CORSO l’Aquila. u Centro polifunzionale per universitari a Pile IN CORSO Nell’ambito dei beni culturali il progetto di re- cupero dell’Oratorio di S. Giuseppe dei Minimi u Iniziative di microcredito e microfinanza IN CORSO è stato finanziato con donazione della Re- u Dispositivo per il reparto di radiochirurgia dell’Ospedale San Salvatore IN CORSO pubblica del Kazakistan (1.700.000 euro). L’Oratorio è parte integrante del Complesso u Poliambulatorio Paganica IN CORSO di San Biagio di Amiternum, insieme al- l’omonima chiesa. Il progetto di recupero del- PROGETTI DA AFFIDATI la Chiesa di S. Biagio è stato finanziato con AL COMMISSARIO DELEGATO donazione della Fondazione Roma, mentre PER LA RICOSTRUZIONE il restauro dell’Oratorio con donazione del go- verno del Kazakistan. Infine, il Teatro Stabi- u Ripristino impianto sportivo S. Gregorio le d’Abruzzo, finanziato con donazione c/c u Parco Nuova Socialità a Piazza d’Armi Porta a Porta (1.600.000 euro) comprende u Centro disabili Pagliare di Sassa tre livelli di intervento: uno strutturale, uno sul- u Ripristino multisala Garden la mobilia, e uno sull’impiantistica. Il recupero u Recupero dell’Oratorio di S. Giuseppe dei Minimi degli affreschi è stato assegnato a tecnici de- u Teatro Stabile d’Abruzzo signati dal Comune dell’Aquila.
  • 28. 2 Storie Una sezione dedicata agli Uno sguardo al passato che eventi che hanno segnato è anche occasione di riflessione la storia italiana e che, sui temi di previsione al contempo, hanno contribuito e prevenzione dei rischi e sulla alla nascita e all’evoluzione capacità del Sistema di di una cultura condivisa protezione civile di rispondere di protezione civile. efficacemente alle emergenze. Il terremoto e il maremoto del 1908 Alle ore 5.20 una violenta scossa sismica colpisce Sicilia orientale e Calabria meridionale “ Un attimo della potenza degli elementi ha flagellato due nobilissime province – nobilissime e care – abbattendo molti secoli di opere e di civiltà. Non è soltanto una sventura della gente italiana; è una sventura della umanità, sicché il grido pietoso scoppiava al di qua e al di là delle Alpi e dei mari, fondendo e confondendo, in una gara di sacrificio e di fratellanza, ogni persona, ogni classe, ogni nazionalità. È la pietà dei vivi che tenta la rivin- cita dell’umanità sulle violenze della terra. Forse non è ancor completo, nei nostri intelletti, il terribile quadro, né preciso il concetto della grande sven- tura, né ancor siamo in grado di misurare le proporzioni dell’abisso, dal cui fondo spaventoso vogliamo risorgere. Sappiamo che il danno è im- menso, e che grandi e immediate provvidenze sono necessarie 1 ” lle ore 5.20 del 28 dicembre 1908 una violentissima scossa di magni- A tudo 7.2 colpisce la Sicilia orientale e la Calabria meridionale. In 40 secondi il sisma distrugge quasi completamente il tessuto urbano del- la città di Messina e provoca danni molto gravi su di un’area di circa 6mila chilometri qua- drati. La maggior parte della popolazione è sorpresa dal terremoto nel sonno. Enorme, ma incerto, il numero delle vittime, che studi recenti stimano attorno alle 80mila persone. Pochi minuti più tardi, un maremoto travolge entrambe le coste dello Stretto. Dappri- ma il mare si ritira dalla linea della battigia, poi invade l’entroterra con violente ondate suc- 26
  • 29. 27 cessive. Lo tsunami aggrava enormemente le distruzioni provocate dal terremoto e provo- ca nuove vittime tra le persone sopravvissute ai crolli che, proprio correndo verso il mare, cercavano una via di salvezza. Sulla costa siciliana le onde raggiungono un’altezza massima compresa tra i 6 e i 9,5 me- tri, con un picco di 11,70 metri a Sant’Alessio siculo in Provincia di Messina, mentre sulla costa calabrese sono rilevate altezze massime comprese tra i 6 e gli 11 metri, con un picco di 13 metri a Pellaro in Provincia di Reggio Calabria. Abitazioni, palazzi pubblici, luoghi di culto: ogni edificio è gravemente danneggiato o di- strutto e, secondo i dati del Ministero dei Lavori Pubblici resi disponibili nel 1912, a Mes- sina sarebbero soltanto due le case a non subire alcun danno. Tra le Province di Messina, Reggio Calabria e Catanzaro, che all’epoca comprendeva anche l’attuale Provincia di Vibo Valentia, sono oltre 40mila le case distrutte, 33mila le inagibili e 68mila quelle lesionate. In Calabria il sisma ha effetti devastanti su tutto il versante occidentale del massiccio del- l’Aspromonte, in un’area più estesa di quella siciliana. La Provincia di Reggio Calabria, come quel- la di Messina, è duramente colpita con danni equivalenti al X e XI grado della scala Mercalli. Le vie di comunicazione sono impraticabili, le strade e le ferrovie distrutte, le linee te- legrafiche e telefoniche interrotte anche a causa della rottura dei cavi sottomarini provoca- ta dallo tsunami. Per la gravità degli effetti sul territorio e per le incalcolabili perdite uma- ne, il terremoto di Reggio e Messina è stato spesso paragonato a una ‘guerra persa’: una pa- gina drammatica della storia nazionale che ha sradicato le quotidiane certezze dei soprav- vissuti e cambiato irrevocabilmente le abitudini e il comune sentire della popolazione col- pita. Tra gli effetti indotti dal sisma, i principali riguardano la distruzione, spesso comple- ta, di opifici e stabilimenti industriali. I danni al patrimonio non chiariscono fino in fondo l’impatto del terremoto calabro-mes- sinese sull’economia nazionale, in parte compensato dalla transizione della società italiana verso una economia industriale moderna. Sul territorio, le conseguenze del sisma si traducono prevalentemente in arretratezza e stagnazione economica, in un’area già precedentemente segnata da queste problematiche. Per alcune aree il terremoto comporta il potenziamento di attività sino ad allora seconda- rie o la transizione verso nuovi comparti economici. U LA PRIMA EMERGENZA, I SOCCORSI E I PROVVEDIMENTI È urgente che il tempo non passi invano; è necessario che il lavoro sia intensificato. Oc- corrono truppe in grande quantità, poiché quelle che erano qui di guarnigione sono scom- parse per due terzi. Ogni indugio potrebbe avere conseguenze gravissime, vi è timore di un’epi- demia tra i superstiti. È necessario provvedere ai feriti, metà della popolazione si è rifugia- ta nei dintorni, bisogna allontanare subito l’altra metà2. Il primo telegramma inviato dalle aree terremotate raggiunge il Presidente del Consiglio Giovanni Giolitti alle 18.30 del 28 dicembre. Sino ad allora, solo notizie parziali che lasciano Roma all’oscuro del dramma per molte ore.
  • 30. 2 Storie Stereofotografia di “Underwood & Underwood” (commons.wikimedia.org) In questa pagina e nelle successive, Nella serata del 28 dicembre, appresa la gravità dell’accaduto e convocato d’ur- i devastanti effetti del terremoto del 1908 genza un Consiglio dei Ministri, sono emanate le prime direttive e mobilitate sulle città di Messina e Reggio Calabria. le unità militari. I militari sopravvissuti nella città di Messina si impegnano nei primi interventi in attesa delle truppe di rinforzo. La Marina militare – data l’impossibilità di raggiungere via terra le zone colpite dal sisma – ricopre un ruolo fondamentale per il trasporto sia delle truppe e dei beni di soccorso sia dei profughi e dei feriti. Il Governo dispone l’invio delle unità navali della cosiddetta “Divisione Volante”, compo- sta dalle corazzate Regina Elena, Napoli e dall’incrociatore Vittorio Emanuele, che si trova- vano in navigazione verso le Baleari. Sono già ancorate nel porto di Messina, sede della pri- ma squadriglia torpediniere della Regia Marina, le torpediniere Saffo, Serpente, Scorpione, Spi- ca e l’incrociatore Piemonte. Il porto di Messina è una delle principali basi nazionali di rifornimento della flotta nava- le italiana e sono i marinai, per primi, a scavare tra le macerie per salvare i sopravvissuti, alla luce dei proiettori della nave Piemonte. Il 2 gennaio 1909, Vittorio Emanuele III firma il decreto di nomina a regio commissario del generale Francesco Mazza, comandante del XII Corpo d’Armata di stanza a Palermo. Con lo 28
  • 31. Autore sconosciuto (© Ingv-Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) 29 stesso provvedimento dichiara lo stato d’assedio e istituisce un tribunale straordinario di guer- ra con poteri territorio sulle città e circondari di Messina, Reggio e sugli altri territori colpiti del- la Calabria. La gestione dell’emergenza è dunque affidata all’autorità militare e l’assistenza alle popolazioni colpite alla solidarietà nazionale, attraverso l’opera dei comitati di soccorso. Nel 1908 non esiste ancora, infatti, un modello di coordinamento degli interventi e le com- missioni nominate dal Governo hanno il solo compito di amministrare la contabilità dei costi e gestire i fondi stanziati dal Regno o raccolti grazie alla beneficenza privata. Le calamità naturali rientrano ancora nella categoria delle ‘spese impreviste’ e quindi non è disposto dallo Stato alcun sostegno alle popolazioni colpite – al di fuori delle ‘opere di benefi- cenza’ – né un piano di ricostruzione delle abitazioni distrutte dal terremoto. La base operativa per lo smistamento degli aiuti è allestita a Napoli. I materiali diretti in Ca- labria sono trasportati su linea ferrata fino alle stazioni praticabili e poi via terra o via mare sino a destinazione. Le merci dirette a Messina sono trasportate via mare e trasferite in un deposito allestito dal Genio militare. (1) Dalla relazione al Senato del Regno sul terremoto di Messina e Reggio (Roma, 1909) (2) Dal rapporto del ministro dei Lavori Pubblici Pietro Bertolini (Messina, 1908)
  • 32. 2 Storie L’Italia intera è profondamente colpita dalla notizia del dramma e da ogni parte del Pae- se accorrono medici, ingegneri, operai, tecnici, insegnanti per prestare volontariamente opera di soccorso nelle zone colpite dal sisma e dal maremoto. Alla solidarietà nazionale, organizza- ta inizialmente dalla Croce Rossa, si aggiunge quella dei numerosi comitati locali per la rac- colta di fondi, ma anche di viveri e di indumenti. Il Regio Commissario Mazza nomina suoi delegati il generale Achille Mazzitelli per la zona di Reggio Calabria e il generale Cesare Tarditi per il circondario di Palmi. Tra i compiti ai quali deve provvedere il Regio Commissario vi è l’impiego razionale e co- ordinato delle forze militari che erano affluite e continuavano ad arrivare nell’area dello Stret- to. A partire dalle prime ore del 29 dicembre e nei giorni seguenti, infatti, erano affluiti via ter- ra e via mare interi reggimenti, ma soprattutto reparti zappatori delle divisioni militari di Mes- sina, Palermo, Catanzaro, Bari, Napoli, Torino e Roma. L’indicazione generale data alle trup- pe appena giunte a Messina è quella di indirizzare gli sforzi alla ricerca ed al salvataggio dei vi- venti ancora sepolti sotto le macerie, al trasporto e prima cura dei feriti presso i posti di medi- cazione e al trasporto e seppellimento degli innumerevoli cadaveri che affiorano dalle macerie. Il 29 dicembre 1908, a poche ore dal terremoto, il Governo istituisce con regio decreto un Comitato centrale di soccorso che ha tra i suoi compiti anche il censimento dei profughi pro- venienti da Messina, Reggio e dalle aree colpite della Calabria. Migliaia di persone ferite sono allontanate dai territori colpiti, trasportate via terra o via mare. Il flusso dei profughi messi- nesi si riversa prevalentemente in altre aree della regione siciliana, mentre il flusso dei profu- ghi calabresi è diretto in gran parte a Napoli. Il 14 febbraio 1909, su tutta l’area colpita dal terremoto, cessa lo stato d’assedio militare e si torna ai poteri civili. Nel mese di marzo pren- de il via, in base alla disponibilità degli alloggi, il rimpatrio dei profughi ospitati nell’Italia cen- tro-settentrionale. U LE SOLUZIONI ABITATIVE: I VILLAGGI BARACCATI Il problema abitativo è una questione aperta e urgente nelle mani delle autorità coinvol- te nella gestione dell’emergenza. L’approvvigionamento dei mezzi e dei materiali necessari e la costruzione dei ricoveri sono gestiti sin dal principio dal Ministero dei Lavori Pubblici, co- stituzione attraverso l’istituzione di Uffici speciali per i baraccamenti, con il compito di dare indirizzo unitario agli interventi. La sistemazione individuata dalle autorità consiste in baraccamenti dal carattere semi-sta- bile, i cosiddetti “villaggi baraccati”. Una soluzione abitativa a medio termine compatibile con i tempi necessari per la definizione di piani regolatori e di norme tecniche di costruzione e, al contempo, adatta a garantire una rapida ripresa della vita civile. La tipologia costruttiva scelta è il ‘sistema baraccato’ , cioè edifici intelaiati con struttura portante in legno che offre buone garanzie di sicurezza e rapidità di esecuzione. Questo sistema consente anche una migliore integrazione delle abitazioni provvisorie nel contesto territoria- le, data la scarsa diffusione nelle zone terremotate di muratura, ferro e cemento armato. Il reperimento del legname necessario per la costruzione delle abitazioni è affidato all’Uf- 30
  • 33. Autore sconosciuto (commons.wikimedia.org) 31 ficio approvvigionamenti delle Ferrovie dello Stato. Il trasporto dei materiali nelle zone ter- remotate è organizzato via mare e trasferito a terra tramite enormi zattere di legno trainate da piroscafi e barche di pescatori a causa dell’impraticabilità dei porti. I ‘villaggi baraccati’ sono allestiti nei comuni colpiti dal sisma e sono costituiti da quasi 68mila abitazioni e oltre 200 padiglioni ad uso pubblico. La distribuzione di acqua potabile nei villaggi, lo scolo delle acque piovane e la realizza- zione di pozzi neri sono organizzate di concerto con la Direzione generale della sanità. Il 13 luglio 1910, con la legge n. 466, i baraccamenti e le aree su cui sorgono sono ce- duti ai comuni, mentre passano allo Stato le strutture sino ad allora impiegate come edifi- ci pubblici. Lo Stato si assume l’onere della ricostruzione dei propri edifici e – grazie a una tassa addizionale sulle imposte – anche Comuni, Province e istituzioni di pubblica beneficenza sono in grado di ripristinare i fabbricati di proprio interesse. È invece lasciata all’iniziativa privata, con il concorso dello Stato, la ricostruzione delle case distrutte o danneggiate. Per i cittadini, di fatto, le soluzioni abitative provvisorie diventano un ostacolo alla ricostruzione vera e propria e restano a lungo gli unici, precari, aggregatori della ripresa economica e sociale. Solo alcuni anni più tardi, lo Stato avvia un programma or- ganico di ricostruzione, per la realizzazione di case economiche e popolari.
  • 34. 2 Storie U LA RICOSTRUZIONE Il divieto di innalzare palazzi oltre i dieci metri, la larghezza minima di dieci metri delle stra- de, il veto di edificazione su pendii e aree paludose: sono alcune delle principali norme per la ricostruzione individuate da una commissione di esperti costituita in seguito al terremoto del 1908. La ricostruzione di Reggio e Messina si colloca in un momento particolare della nostra storia e della storia urbanistica e architettonica italiana, anche in rapporto alle prime norme del 1907 sull’impiego del cemento armato nelle costruzioni. Sono del 1911 i primi piani regolatori delle nuove Reggio Calabria e Messina e del 1913 le norme tecniche e amministrative definitivamente approvate per la ricostruzione. La ricostru- zione vera e propria, tuttavia, inizia solo dopo la pausa imposta dalla prima guerra mondiale. Negli anni Venti viene finalmente dato il via all’opera di sbaraccamento e a un imponente programma di costruzione di edilizia economia e popolare e di opere pubbliche. Messina rinasce con larghe strade, grandi piazze e viali nell’antico insediamento urbano e nuovi quartieri. Si ingrandisce fino a inglobare un buon numero di quelli che una volta erano i villaggi che attorniavano il centro urbano. Il porto, il sistema ferroviario sono potenziati e vie- ne ricostruita la famosa “Palazzata” con criteri antisismici. Sotto la spinta del movimento modernista, si sperimentano nuovi metodi e criteri per la pro- gettazione e la realizzazione dell’edilizia abitativa. In questo contesto, Reggio Calabria costi- tuisce un unicum nel panorama europeo contemporaneo: progetto pilota di ricostruzione in un’area fortemente sismica, negli anni successivi al terremoto diventa una città-laboratorio nel campo dell’ingegneria e dell’architettura. La ricostruzione vera e propria prende il via tra il 1919 e il 1922. L’edilizia abitativa di Reg- gio è interamente progettata in base al modello strutturale del “telaio denso”, una struttura mu- raria con telaio in cemento armato. Il patrimonio edilizio di Reggio Calabria costituisce una pa- gina importante della storia dell’architettura, anche grazie alla ricca documentazione proget- tuale, omogenea e sistematica, che riguarda centinaia di edifici U BENI CULTURALI E TERREMOTO Il terremoto del 1908 provoca danni irreparabili al patrimonio storico e artistico di Messi- na e Reggio Calabria. Le due città dello Stretto, già segnate in precedenza da terremoti distruttivi, perdono irrimediabilmente la loro identità urbanistica. Di fronte a una catastrofe di propor- zioni enormi per la popolazione, la perdita dei beni culturali passa comprensibilmente in se- condo piano agli occhi dei contemporanei ed è spesso un tema appena accennato nelle crona- che e nei documenti dell’epoca. La volontà di verificare i danni al patrimonio artistico-cultu- rale è tuttavia testimoniata dall’invio di funzionari nei principali centri colpiti dal terremoto, disposto dal ministro della Pubblica Istruzione Luigi Rava. Il quadro dei monumenti colpiti – in una prima fase parziale e poco dettagliato – si arricchisce con il passare dei mesi anche gra- zie alle ricognizioni sul campo da parte di studiosi ed esperti. Si acquisisce così una progressi- va consapevolezza delle perdite, che permette di delineare gli effetti del terremoto su quasi 300 edifici monumentali nelle città dello Stretto. È corposa la percentuale di edifici storici rilevan- 32
  • 35. 33 ti –tra il 24 e il 35 per cento a Messina e tra il 20 e il 30 per cento a Reggio – che pur ripor- tando danni consistenti non subisce crolli. I piani regolatori post-terremoto, però, non tengo- no conto della conservazione dei beni architettonici danneggiati al punto che la realizzazione dei nuovi assetti ne comporta in molti casi la demolizione U DOPO IL 1908. L’EVOLUZIONE DEL MODELLO DI INTERVENTO Dopo il terremoto del 1908 lo Stato rivede le procedure di intervento nelle calamità pub- bliche. Per la prima volta il Governo provvede all’acquisto e alla fornitura di legnami, alla co- struzione delle abitazioni provvisorie, alla realizzazione delle opere igieniche, alla riparazione delle opere pubbliche, alla costruzione delle case economiche e popolari. Allo stesso modo lo Stato si fa carico degli espropri e delle occupazioni delle aree di inte- resse pubblico, della sistemazione dei porti di Messina e Reggio Calabria, del recupero delle ope- re d’arte e concorre finanziariamente alla costruzione e alla riparazione degli edifici di uso pub- blico non statale, dai fabbricati per le scuole agli istituti di pubblica beneficenza. Grazie a questo nuovo modello di intervento pubblico lo Stato è pronto ad affrontare, con richiami e adeguamenti delle norme precedenti, le grandi emergenze che interessano il terri- torio nazionale negli anni a venire, e in particolare il terremoto di Avezzano del 1915. Successivamente, la legge n. 2389 del 1926 regolamenta le competenze delle diverse am- ministrazioni dello Stato in caso di emergenza e affida al ministro dei Lavori Pubblici la dire- zione dei servizi di soccorso nella zona colpita. Al prefetto è invece affidato il coordinamento dei servizi in attesa dell’arrivo del ministro. La legge rappresenta dunque un passo importan- te per la definizione di un efficace modello di intervento in caso di calamità, ulteriormente svi- luppato – molti anni dopo – dalla legge n. 996 del 1970, che affida al Ministero dell’Interno la direzione e il coordinamento di tutte le attività svolte dallo Stato in caso di calamità. Il 29 aprile del 1982 è istituito, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Dipartimento del- la Protezione Civile e per la prima volta le funzioni di coordinamento in emergenza sono at- tribuite a una struttura sovraministeriale. Si delinea così un modello efficace, basato sul principio di sussidiarietà, che trova compi- mento nel 1992 con la nascita del Servizio Nazionale della Protezione Civile: un sistema ca- ratterizzato dalla capacità di attivare i diversi organi dello Stato, con ruoli e compiti specifici, e in base ai modelli di intervento previsti dalla pianificazione di emergenza a livello naziona- le, regionale e locale. BIBLIOGRAFIA • G. Bertolaso, E. Boschi, E. Guidoboni, G. Valensise (a cura di), Il terremoto e il maremoto del 28 dicembre 1908. Analisi sismologica, impatto, prospettive, Ingv-Dpc, Roma-Bologna 2008 • S. Castenetto, M. Sebastiano, F. Pizzaroni, La gestione dell’emergenza nel terremoto calabro-siculo del 28 dicembre 1908, Dpc 2008 • E. D’Angelis, Italiani con gli stivali. La protezione civile nella penisola dei grandi rischi, Legambiente, Ravenna 2009 • AA.VV., Terremoto Calabro Messinese 1908/2008, Dpc-Ingv, Alinari-Sole 24ore 2008