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IPOTERMIA TERAPEUTICA NEL
TRATTAMENTO DELLA SINDROME
    POST ARRESTO CARDIACO




          Dott.ssa Lavinia Fattorini
 U.O.C. Anestesia Terapia Intensiva Analgesia
         Area Vasta 2 - ospedale Jesi
Unici 3 trattamenti che migliorano
   outcome nell'arresto cardiaco
              (evidenza I)
• Basic Life Support:

 ✴ Timing (prima possibile)

 ✴ Qualità

• DEFIBRILLAZIONE PRECOCE

 ✴ Timing (prima possibile)

 ✴ Qualità (defibrillazione bifasica interrompe quasi tutte FV
   per 4-5 sec.)

• IPOTERMIA LIEVE (32°-34°C)
Obiettivo dello studio:
•sopravvivenza alla dimissione
•sopravvivenza ad 1 anno
•sopravvivenza con buon outcome neurologico
851 pazienti
✴418 ACLS con farmaci
✴433 ACLS senza farmaci
• DANNO NEUROLOGICO POST
 ANOSSICO
• DISFUNZIONE MIOCARDICA POST
 ARRESTO CARDIACO
• REAZIONE INFIAMMATORIA SISTEMICA
 AL DANNO DA ISCHEMIA/
 RIPERFUSIONE ED L’EVENTUALE
 PERSISTERE DELLA CAUSA CHE HA
 PROVOCATO L’ARRESTO CARDIACO.
Come agisce l’ipotermia
PROSPETTIVA TEMPORALE DELL’INSULTO
 IPOSSICO-DANNO DA RIPERFUSIONE
PROTOCOLLO OPERATIVO IPOTERMIA TERAPEUTICA
NEL TRATTAMENTO DELLA SINDROME POST ARRESTO
                 CARDIACO


• RACCHIUDERE UN INSIEME DI
  INTERVENTI-RACCOMANDAZIONI
  (BUNDLE) CHE SE APPLICATI TUTTE
  INSIEME GARANTISCONO IL MIGLIOR
  RISULTATO CLINICO POSSIBILE.
• BUNDLE COSTITUITO:
  • NUMERO LIMITATO DI
    RACCOMANDAZIONI.
  • SEMPLICE DA RICORDARE E
    APPLICARE.
PUNTO 1 : INDICAZIONI

• L’IPOTERMIA SI APPLICA IN TUTTI I
  PAZIENTI RIANIMATI DA ARRESTO
  CARDIOCIRCOLATORIO (ACC),
  INDIPENDENTEMENTE DAL RITMO DI
  PRESENTAZIONE, CHE DOPO LA
  RIPRESA DEL CIRCOLO SPONTANEO
  (ROSC) MANTENGONO UNO STATO
  DI INCOSCIENZA (non eseguono
  comandi semplici)
PUNTO 2 : CRITERI DI ESCLUSIONE


• PZ CON COMPROMISSIONE
  NEUROLOGICA PREESISTENTE (ES.
  DEMENZE, PARKINSON ETC.)
• PZ AFFETTI DA PATOLOGIA TERMINALE
  (ASPETTATIVA DI VITA INFERIORE A 6
  MESI)
PUNTO 2: CONTROINDICAZIONI
           RELATIVE



• Tempo trascorso dal ROSC > 6 ore
• Lesione emorragica cerebrale
• Trauma / ustioni
• Coagulopatia primaria
PUNTO 3 : TEMPERATURA TARGET ,
  TEMPISTICA E MODALITÀ DI
     RAFFREDDAMENTO
PUNTO 3 : TEMPERATURA TARGET ,
      TEMPISTICA E MODALITÀ DI
         RAFFREDDAMENTO


• INDUZIONE:
• LA TEMPERATURA
  TARGET È DI 33° C.

• VA INDOTTA IL
  PRIMA POSSIBILE E
  NEL MINOR TEMPO.
PUNTO 3 : TEMPERATURA TARGET E
      TEMPISTICA E MODALITÀ DI
         RAFFREDDAMENTO



• MANTENIMENTO:
• DAL MOMENTO DEL
 RAGGIUNGIMENTO
 DELLA TEMPERATURA
 TARGET VA
 MANTENUTA 24 H.
PUNTO 3 : TEMPERATURA TARGET E
   TEMPISTICA E MODALITÀ DI
      RAFFREDDAMENTO

• RISCALDAMENTO:
• IL RIPRISTINO DELLA
 NORMOTERMIA ( 37° C) DEVE
 AVVENIRE IN NON MENO DI 8
 ORE CON UNA VELOCITÁ DI
 RISCALDAMENTO 0,4°C/h.
PUNTO 3 : TEMPERATURA TARGET E
   TEMPISTICA E MODALITÀ DI
      RAFFREDDAMENTO


• MIGLIOR RISULTATO IN TERMINI DI
  TEMPISTICA, SOPRATTUTTO NELLA
  FASE DI INDUZIONE, È DATO DALLA
  COMBINAZIONE DI PIÙ METODI DI
  RAFFREDDAMENTO (tecniche di
  superficie + metodi invasivi).
PUNTO 3 : TEMPERATURA TARGET E
  TEMPISTICA E MODALITÀ DI
     RAFFREDDAMENTO


• I DEVICE DEDICATI AL CONTROLLO
 DELLA TEMPERATURA CHE
 INTEGRANO DIRETTAMENTE LA
 TEMPERATURA DEL PAZIENTE SONO
 SICURI, AFFIDABILI E RIDUCONO IL
 CARICO DI LAVORO INFERMIERISTICO.
TECNICHE DI RAFFREDDAMENTO
TECNICHE DI RAFFREDDAMENTO



• LO SCOPO É IL RAGGIUNGIMENTO
 NEL PIÚ BREVE TEMPO POSSIBILE
 DELLA T. TARGET DI 33°C.

• LA TECNICA MIGLIORE É QUELLA
 CHE , A PARITÁ DI SICUREZZA PER IL
 PAZIENTE, MEGLIO SI ADATTA ALLE
 NECESSITÁ LOCALI E DEL PERSONALE.
MODALITÁ INDUZIONE IPOTERMIA


  SISTEMI NON INVASIVI:

• IMPACCHI
  GHIACCIATI:
  VELOCITÁ DI
  RAFFREDDAMENTO 0,9
  C°/h



                                Dipartimento di emergenza, Osp. Morgagni Pierantoni,
                                                     Azienda USL Forlì.
                          Therapeutic Hypothermia after cardiac arrest : The mediteranean-diet
                                        Italian style. Resuscitation 82(2011)637.
MODALITÁ INDUZIONE IPOTERMIA



•   SISTEMI INVASIVI

•   INFUSIONE EV. DI
    LIQUIDI FREDDI.

•   RINGER LATTATO A
    4°C 30 ML/KG (VEL.DI
    INFUSIONE 100 ML/
    MIN)
MODALITÁ INDUZIONE IPOTERMIA

•   SISTEMI INVASIVI

•   Infusione endovenosa di cristalloidi a 4°C ,Ringer
    lattato, 30 ml/kg in 30 min (vel di infusione 100 ml/
    min); velocità di raffreddamento 3.2°C/h.

•   Tecnica efficace,sicura, semplice, basso costo;
    applicabile in fase extraospedaliera, in Pronto
    Soccorso e dal personale infermieristico.

•   Utile nella fase di induzione.

•   Poco efficace nella fase di mantenimento.
    Resuscitation 2203;56:9-13; Resuscitation 2008;79:205-211; Circulation 2007;115;3064-3070;
    Circulation2005;112:715-719
MODALITÁ INDUZIONE IPOTERMIA


•   Arctic Sun (raffreddamento di
    superficie)

•   Simula il principio
    dell’immersione in acqua.

•   velocità di raffreddamento 1
    °C/h

•   Riscaldamento controllato (0,05
    a 0,5°C/h)
MODALITÁ INDUZIONE IPOTERMIA


•   Arctic Sun (raffreddamento di
    superficie)

•   Simula il principio
    dell’immersione in acqua.

•   velocità di raffreddamento 1
    °C/h

•   Riscaldamento controllato (0,05
    a 0,5°C/h)
ARCTIC   SUN®


•   Centrale termica dove
    viene raffreddata
    l’acqua.

•   Placche che rivestono
    per il 40 % la
    superficie del
    paziente.

•   Garantito l’accesso ad
    aree critiche
    (collo,torace ,inguine)

•   Placche
    radiotrasparenti e
    latex free
ARCTIC     SUN®




Le placche vanno posizionate su cute integra; l’acqua
 scorre nelle placche ad alta velocità e a Pressione
                      negativa
ARCTIC SUN®




Ogni 8 ore (ogni cambio turno), le placche debbono
      essere staccate per controllare la cute.
ARCTIC       SUN®




  Connessione sonda T.
        esofagea e
T. vescicale alla macchina
MODALITÁ INDUZIONE IPOTERMIA


• Sistema invasivo
• Gastrolusi con liquidi freddi;somministrare
  tramite sonda nasogastrica acqua a 4°C
  500 ml ogni 15 min.
• utile in associazione ad altre tecniche per
  abbreviare il tempo di induzione in pazienti
  resistenti al raffreddamento (giovani, obesi)
PUNTO 4 : INIZIARE FASE DI
INDUZIONE, OVE POSSIBILE, IN
AMBIENTE EXTRAOSPEDALIERO
EXTRAOSPEDALIERO :RAFFREDDARE-
        RISCALDARE???




                     A. O. Santa Maria degli Angeli, Pordenone
A VOLTE È SCONTATO...
ALTRE VOLTE NON È COSÌ
     SCONTATO......
SELEZIONE DEL PAZIENTE,
            EXTRAOSPEDALIERO

•   NO
    ACR traumatico
    RICORDATE LA TRIADE MORTALE DEL
      TRAUMA: ACIDOSI, SHOCK, IPOTERMIA
•   SI
    ACR cardiogeno
    ACR asfittico
CHI ESCLUDERE SICURAMENTE....




• DEMENZE
• MALATTIE STADIO TERMINALE
 (aspettativa di vita < 6 mesi)
SELEZIONE DEL PAZIENTE,
                EXTRAOSPEDALIERO
•    Scelta netta, radicale. Ci sono segni di sofferenza
     cerebrale si o no?


• Se si procedi con il raffreddamento…comunque non è
    un processo irreversibile

• Non sono necessari farmaci nell’immediato post-ROSC
…se necessario procedere a sedazione, secondo:
    Autorizzazioni ad uso farmaci
    Esperienza
    Dotazione
QUANDO INIZIARE
            RAFFREDDAMENTO.....


•    Come sempre D (Disability), ma solo dopo:
• A airway gestione avanzata delle vie aeree IOT, LMA,
    TL

• B breathing VAM Goal : SaO2 > 95%; EtCO2 35
    mmHg

•C circulation Stabilizzazione Goal: PAM >
    70 mmHg
NON RITARDIAMO
 L’INGRESSO IN
    OSPEDALE


TREAT AND RUN........
IPOTERMIA
NELL’EXTRAOSPEDALIERO.....COME???


• Rimozione indumenti
• Impacchi ghiacciati su testa,collo,corpo,arti
  (vel. di raffreddamento 0,9°C)
• Spegnere riscaldamento,aprire i finestrini
• Somministrare liquidi freddi (cristalloidi a
  4°C 30 ml/kg)
IPOTERMIA
 NELL’EXTRAOSPEDALIERO.....COME???




Emcools Pad® velocità di raffreddamento 3,4 °C/h
MISURAZIONE TEMPERATURA
       EXTRAOSPEDALIERO


• Probabilmente la timpanica è la più
  utilizzata poco attendibile però in assenza
  di flusso arterioso timpanico

• Esofagea
• Tracheale il futuro?? TET con sonda
  una buona soluzione…… ma…..
....IL MODULO DELLA TEMPERATURA
                        DOV’È????




•   SpO2

•   NIBP

•   ECG

•   FC
IPOTERMIA NELLA FASE EXTRAOSPEDALIERA



•   Non abbiamo strumenti affidabili PER LA
    VALUTAZIONE DELLA TEMPERATURA CORPOREA
• Valutazione soggettiva della Temp. Corp.
• Difficile incorrere in iper-trattamento
• Non è un processo irreversibile
• L’ipotermia è sicura sopra in 30°C
HA SENSO INTRAPRENDERE L’IPOTERMIA
 ANCHE SE I TEMPI PER L’OSPEDALE SONO
              CONTENUTI?

•    Effetto lampadina:
    ★una volta accesa… basta continuare
    ★In PS troppi medici (= poche decisioni)
    ★Non è un processo irreversibile
• I colleghi del 118 Sono entusiasti!
•Sentono la necessità di offrire di più a questi
    pazienti
PUNTO 5: IN AMBIENTE INTRAOSPEDALIERO
TRATTAMENTO ATTIVO E STANDARDIZZATO
DELLA SINDROME POST ARRESTO CARDIACO


•   TRATTAMENTO DELLA CAUSA DELL’
    ARRESTO CARDIACO (trombolisi,
    rivascolarizzazione)
•   OTTIMIZZAZIONE DEI PARAMETRI
    FISIOLOGICI (scambi gassosi, emodinamica,
    omeostasi metabolica, equilibrio
    idroelettrolitico) NEL PIÙ BREVE TEMPO
    POSSIBILE .
•   IPOTERMIA MODERATA PER 24 H.
TRATTAMENTO DELLA CAUSA
    DELL’ARRESTO CARDIACO

• Collaborazione con il consulente
  Cardiologo.
• ECOCARDIO + ECG
• Se indicata trombolisi (RCP non
  controindica la trombolisi), TC encefalo a
  36 h.
• Terapia cardiologica “ad
  hoc” (cardioasa,eparina ecc)
EFFETTI SISTEMICI INDOTTI DALL’IPOTERMIA

APPARATO/SISTEMA        T°C                         EFFETTI

RISPOSTA FISIOLOGICA
                       30-35°C       BRIVIDO,VASOCOSTRIZIONE PERIFERICA
    ALL’IPOTERMIA



                                  ↓METABOLISMO,↓CONSUMO O2,↑METABOLISMO
   METABOLISMO         30-35°C
                                                 LIPIDICO




                                       ↓SECREZIONE INSULINA,↑INSULINO-
 NEUROENDOCRINO        30-35°C
                                  RESISTENZA,↑AMINE ENDOGENE (NORA -ADR.)


                       35-36°C       TACHICARDIA - AUMENTO P. ARTERIOSA

                        <35°C                    BRADICARDIA

                        < 34°C     RIDUZIONE DELLA GITTATA (20-25%), ↑PVC,↑R.
 CARDIOVASCOLARE                        VASC. PERIFERICHE E POLMONARI

                        <33°C      Modificazione ECG: ↑PR E PQ, allargamento QRS


                       <28-30°C               ↑ RISCHIO DI ARITMIE
EFFETTI SISTEMICI INDOTTI DALL’IPOTERMIA

APPARATO/SISTEMA    T°C                    EFFETTI

                              “DIURESI IPOTERMIA-INDOTTA”,
     RENALE         <35°C   ↑ritorno venoso ➯↑fattore natriuretico
                              atriale, ↓ADH, disfunzione tubulare

    EQUILIBRIO
                    <35°C             ↓K+,CA++, Mg++, P
  IDROELETTRICO
                    <35°C    ↓CONTA PLT, disfunzione piastrinica

                                alterazione dei fatt. della cascata
  EMATOLOGICO       <33°C           coagulativa, ↓conta WBC

                              ↓funzionalità Neutrofili e Macrofagi
                    <35°C
                             ↓motilità intestinale, ↑amilasi, ↑enzimi
GASTROINTESTINALE   <35°C
                                              epatici

                               RIDOTTA CLEARANCE DI VARI
                                      FARMACI (bloccanti
 FARMACOCINETICA    <35°C
                               neuromuscolari,propofol, fentanyl,
                             fenitoina, verapamil,Vapori anestetici)
PUNTO 6: DURANTE L’IPOTERMIA TERAPEUTICA
GARANTIRE UNA EFFICACE ANALGO-SEDAZIONE


• SEDAZIONE :EVITARE IL BRIVIDO
  Midazolam ev : 5 mg in bolo
  infusione continua 0,125 mg/Kg/h

• ± utilizzo fentanil ≤ 2mcg/Kg/h o
  remifentanil 0,075- 0,2 mcg/Kg/min .
• CURARIZZAZIONE:
  cis-atracurio ev.: bolo 0,2 mg/kg
  infusione continua 0,06-0,12 mg/Kg/h
MANTENIMENTO T. TARGET 33°C PER
           24 H


• Rimuovere i presidi di raffreddamento
  eccetto ArcticSun.
• Mantenere Sedazione + curarizzazione
• Mantenere impostata T. Target 33°C
FASE DI RISCALDAMENTO T. TARGET
               37°C
  Dopo 24 h dal raggiungimento della t. target
  di 33°C:
• Menù impostazioni “raggiungimento graduale
  t. target”.
• Menù principale reimpostare la v. di
  riscaldamento da “caldo massimo” a “0,4 °C/
  h”.
• Raggiunta la normotermia sospendere
  sedazione e curarizzazione.
PUNTO 7 : RIPRISTINATA LA
NORMOTERMIA EVITARE REBOUND
         TERMICO

• Se il paziente non da segni di ripresa
  neurologica:
• Mantenere in funzione per altri due gg.
  ArcticSun con T. Target di 37°C.
• Continuare trattamento INTENSIVO
• PROFILASSI Paracetamolo 1 gr x4/die
PUNTO 8: I PRINCIPALI INDICATORI
    CLINICI DI UN RECUPERO
NEUROLOGICO SFAVOREVOLE NON
SONO ATTENDIBILI NE VALIDATI NEI
    PAZIENTI SOTTOPOSTI AD
    IPOTERMIA TERAPEUTICA.
PUNTO 8: I PRINCIPALI INDICATORI
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SONO ATTENDIBILI NE VALIDATI NEI
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    IPOTERMIA TERAPEUTICA.


CONCLUSA L’IPOTERMIA NON DEVE VENIRE
              MENO IL
  TRATTAMENTO INTENSIVO CHE DEVE
  ESSERE PROTRATTO OLTRE LE 72 ORE
PROGNOSI POST RIANIMAZIONE

• Clinica (obbiettività neurologica-
  comorbidità-omeostasi d’organo)
• Neuroimmagini (TC-RMN encefalo)
• EEG
• Potenziali evocati somato sensoriali arto
  sup .( valutati in 4° giornata)
• Biomarker = enolasi neurono-specifica
  NSE (24-48-72 ore)
GRAZIE PER L’ATTENZIONE

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Ipotermia terapeutica

  • 1. IPOTERMIA TERAPEUTICA NEL TRATTAMENTO DELLA SINDROME POST ARRESTO CARDIACO Dott.ssa Lavinia Fattorini U.O.C. Anestesia Terapia Intensiva Analgesia Area Vasta 2 - ospedale Jesi
  • 2. Unici 3 trattamenti che migliorano outcome nell'arresto cardiaco (evidenza I) • Basic Life Support: ✴ Timing (prima possibile) ✴ Qualità • DEFIBRILLAZIONE PRECOCE ✴ Timing (prima possibile) ✴ Qualità (defibrillazione bifasica interrompe quasi tutte FV per 4-5 sec.) • IPOTERMIA LIEVE (32°-34°C)
  • 3. Obiettivo dello studio: •sopravvivenza alla dimissione •sopravvivenza ad 1 anno •sopravvivenza con buon outcome neurologico 851 pazienti ✴418 ACLS con farmaci ✴433 ACLS senza farmaci
  • 4.
  • 5.
  • 6.
  • 7.
  • 8. • DANNO NEUROLOGICO POST ANOSSICO • DISFUNZIONE MIOCARDICA POST ARRESTO CARDIACO • REAZIONE INFIAMMATORIA SISTEMICA AL DANNO DA ISCHEMIA/ RIPERFUSIONE ED L’EVENTUALE PERSISTERE DELLA CAUSA CHE HA PROVOCATO L’ARRESTO CARDIACO.
  • 10. PROSPETTIVA TEMPORALE DELL’INSULTO IPOSSICO-DANNO DA RIPERFUSIONE
  • 11.
  • 12. PROTOCOLLO OPERATIVO IPOTERMIA TERAPEUTICA NEL TRATTAMENTO DELLA SINDROME POST ARRESTO CARDIACO • RACCHIUDERE UN INSIEME DI INTERVENTI-RACCOMANDAZIONI (BUNDLE) CHE SE APPLICATI TUTTE INSIEME GARANTISCONO IL MIGLIOR RISULTATO CLINICO POSSIBILE. • BUNDLE COSTITUITO: • NUMERO LIMITATO DI RACCOMANDAZIONI. • SEMPLICE DA RICORDARE E APPLICARE.
  • 13. PUNTO 1 : INDICAZIONI • L’IPOTERMIA SI APPLICA IN TUTTI I PAZIENTI RIANIMATI DA ARRESTO CARDIOCIRCOLATORIO (ACC), INDIPENDENTEMENTE DAL RITMO DI PRESENTAZIONE, CHE DOPO LA RIPRESA DEL CIRCOLO SPONTANEO (ROSC) MANTENGONO UNO STATO DI INCOSCIENZA (non eseguono comandi semplici)
  • 14. PUNTO 2 : CRITERI DI ESCLUSIONE • PZ CON COMPROMISSIONE NEUROLOGICA PREESISTENTE (ES. DEMENZE, PARKINSON ETC.) • PZ AFFETTI DA PATOLOGIA TERMINALE (ASPETTATIVA DI VITA INFERIORE A 6 MESI)
  • 15. PUNTO 2: CONTROINDICAZIONI RELATIVE • Tempo trascorso dal ROSC > 6 ore • Lesione emorragica cerebrale • Trauma / ustioni • Coagulopatia primaria
  • 16. PUNTO 3 : TEMPERATURA TARGET , TEMPISTICA E MODALITÀ DI RAFFREDDAMENTO
  • 17. PUNTO 3 : TEMPERATURA TARGET , TEMPISTICA E MODALITÀ DI RAFFREDDAMENTO • INDUZIONE: • LA TEMPERATURA TARGET È DI 33° C. • VA INDOTTA IL PRIMA POSSIBILE E NEL MINOR TEMPO.
  • 18. PUNTO 3 : TEMPERATURA TARGET E TEMPISTICA E MODALITÀ DI RAFFREDDAMENTO • MANTENIMENTO: • DAL MOMENTO DEL RAGGIUNGIMENTO DELLA TEMPERATURA TARGET VA MANTENUTA 24 H.
  • 19. PUNTO 3 : TEMPERATURA TARGET E TEMPISTICA E MODALITÀ DI RAFFREDDAMENTO • RISCALDAMENTO: • IL RIPRISTINO DELLA NORMOTERMIA ( 37° C) DEVE AVVENIRE IN NON MENO DI 8 ORE CON UNA VELOCITÁ DI RISCALDAMENTO 0,4°C/h.
  • 20. PUNTO 3 : TEMPERATURA TARGET E TEMPISTICA E MODALITÀ DI RAFFREDDAMENTO • MIGLIOR RISULTATO IN TERMINI DI TEMPISTICA, SOPRATTUTTO NELLA FASE DI INDUZIONE, È DATO DALLA COMBINAZIONE DI PIÙ METODI DI RAFFREDDAMENTO (tecniche di superficie + metodi invasivi).
  • 21. PUNTO 3 : TEMPERATURA TARGET E TEMPISTICA E MODALITÀ DI RAFFREDDAMENTO • I DEVICE DEDICATI AL CONTROLLO DELLA TEMPERATURA CHE INTEGRANO DIRETTAMENTE LA TEMPERATURA DEL PAZIENTE SONO SICURI, AFFIDABILI E RIDUCONO IL CARICO DI LAVORO INFERMIERISTICO.
  • 23. TECNICHE DI RAFFREDDAMENTO • LO SCOPO É IL RAGGIUNGIMENTO NEL PIÚ BREVE TEMPO POSSIBILE DELLA T. TARGET DI 33°C. • LA TECNICA MIGLIORE É QUELLA CHE , A PARITÁ DI SICUREZZA PER IL PAZIENTE, MEGLIO SI ADATTA ALLE NECESSITÁ LOCALI E DEL PERSONALE.
  • 24. MODALITÁ INDUZIONE IPOTERMIA SISTEMI NON INVASIVI: • IMPACCHI GHIACCIATI: VELOCITÁ DI RAFFREDDAMENTO 0,9 C°/h Dipartimento di emergenza, Osp. Morgagni Pierantoni, Azienda USL Forlì. Therapeutic Hypothermia after cardiac arrest : The mediteranean-diet Italian style. Resuscitation 82(2011)637.
  • 25. MODALITÁ INDUZIONE IPOTERMIA • SISTEMI INVASIVI • INFUSIONE EV. DI LIQUIDI FREDDI. • RINGER LATTATO A 4°C 30 ML/KG (VEL.DI INFUSIONE 100 ML/ MIN)
  • 26. MODALITÁ INDUZIONE IPOTERMIA • SISTEMI INVASIVI • Infusione endovenosa di cristalloidi a 4°C ,Ringer lattato, 30 ml/kg in 30 min (vel di infusione 100 ml/ min); velocità di raffreddamento 3.2°C/h. • Tecnica efficace,sicura, semplice, basso costo; applicabile in fase extraospedaliera, in Pronto Soccorso e dal personale infermieristico. • Utile nella fase di induzione. • Poco efficace nella fase di mantenimento. Resuscitation 2203;56:9-13; Resuscitation 2008;79:205-211; Circulation 2007;115;3064-3070; Circulation2005;112:715-719
  • 27. MODALITÁ INDUZIONE IPOTERMIA • Arctic Sun (raffreddamento di superficie) • Simula il principio dell’immersione in acqua. • velocità di raffreddamento 1 °C/h • Riscaldamento controllato (0,05 a 0,5°C/h)
  • 28. MODALITÁ INDUZIONE IPOTERMIA • Arctic Sun (raffreddamento di superficie) • Simula il principio dell’immersione in acqua. • velocità di raffreddamento 1 °C/h • Riscaldamento controllato (0,05 a 0,5°C/h)
  • 29. ARCTIC SUN® • Centrale termica dove viene raffreddata l’acqua. • Placche che rivestono per il 40 % la superficie del paziente. • Garantito l’accesso ad aree critiche (collo,torace ,inguine) • Placche radiotrasparenti e latex free
  • 30. ARCTIC SUN® Le placche vanno posizionate su cute integra; l’acqua scorre nelle placche ad alta velocità e a Pressione negativa
  • 31. ARCTIC SUN® Ogni 8 ore (ogni cambio turno), le placche debbono essere staccate per controllare la cute.
  • 32. ARCTIC SUN® Connessione sonda T. esofagea e T. vescicale alla macchina
  • 33. MODALITÁ INDUZIONE IPOTERMIA • Sistema invasivo • Gastrolusi con liquidi freddi;somministrare tramite sonda nasogastrica acqua a 4°C 500 ml ogni 15 min. • utile in associazione ad altre tecniche per abbreviare il tempo di induzione in pazienti resistenti al raffreddamento (giovani, obesi)
  • 34. PUNTO 4 : INIZIARE FASE DI INDUZIONE, OVE POSSIBILE, IN AMBIENTE EXTRAOSPEDALIERO
  • 35. EXTRAOSPEDALIERO :RAFFREDDARE- RISCALDARE??? A. O. Santa Maria degli Angeli, Pordenone
  • 36. A VOLTE È SCONTATO...
  • 37. ALTRE VOLTE NON È COSÌ SCONTATO......
  • 38. SELEZIONE DEL PAZIENTE, EXTRAOSPEDALIERO • NO ACR traumatico RICORDATE LA TRIADE MORTALE DEL TRAUMA: ACIDOSI, SHOCK, IPOTERMIA • SI ACR cardiogeno ACR asfittico
  • 39. CHI ESCLUDERE SICURAMENTE.... • DEMENZE • MALATTIE STADIO TERMINALE (aspettativa di vita < 6 mesi)
  • 40. SELEZIONE DEL PAZIENTE, EXTRAOSPEDALIERO • Scelta netta, radicale. Ci sono segni di sofferenza cerebrale si o no? • Se si procedi con il raffreddamento…comunque non è un processo irreversibile • Non sono necessari farmaci nell’immediato post-ROSC …se necessario procedere a sedazione, secondo: Autorizzazioni ad uso farmaci Esperienza Dotazione
  • 41. QUANDO INIZIARE RAFFREDDAMENTO..... • Come sempre D (Disability), ma solo dopo: • A airway gestione avanzata delle vie aeree IOT, LMA, TL • B breathing VAM Goal : SaO2 > 95%; EtCO2 35 mmHg •C circulation Stabilizzazione Goal: PAM > 70 mmHg
  • 42. NON RITARDIAMO L’INGRESSO IN OSPEDALE TREAT AND RUN........
  • 43. IPOTERMIA NELL’EXTRAOSPEDALIERO.....COME??? • Rimozione indumenti • Impacchi ghiacciati su testa,collo,corpo,arti (vel. di raffreddamento 0,9°C) • Spegnere riscaldamento,aprire i finestrini • Somministrare liquidi freddi (cristalloidi a 4°C 30 ml/kg)
  • 44. IPOTERMIA NELL’EXTRAOSPEDALIERO.....COME??? Emcools Pad® velocità di raffreddamento 3,4 °C/h
  • 45. MISURAZIONE TEMPERATURA EXTRAOSPEDALIERO • Probabilmente la timpanica è la più utilizzata poco attendibile però in assenza di flusso arterioso timpanico • Esofagea • Tracheale il futuro?? TET con sonda una buona soluzione…… ma…..
  • 46. ....IL MODULO DELLA TEMPERATURA DOV’È???? • SpO2 • NIBP • ECG • FC
  • 47. IPOTERMIA NELLA FASE EXTRAOSPEDALIERA • Non abbiamo strumenti affidabili PER LA VALUTAZIONE DELLA TEMPERATURA CORPOREA • Valutazione soggettiva della Temp. Corp. • Difficile incorrere in iper-trattamento • Non è un processo irreversibile • L’ipotermia è sicura sopra in 30°C
  • 48. HA SENSO INTRAPRENDERE L’IPOTERMIA ANCHE SE I TEMPI PER L’OSPEDALE SONO CONTENUTI? • Effetto lampadina: ★una volta accesa… basta continuare ★In PS troppi medici (= poche decisioni) ★Non è un processo irreversibile • I colleghi del 118 Sono entusiasti! •Sentono la necessità di offrire di più a questi pazienti
  • 49. PUNTO 5: IN AMBIENTE INTRAOSPEDALIERO TRATTAMENTO ATTIVO E STANDARDIZZATO DELLA SINDROME POST ARRESTO CARDIACO • TRATTAMENTO DELLA CAUSA DELL’ ARRESTO CARDIACO (trombolisi, rivascolarizzazione) • OTTIMIZZAZIONE DEI PARAMETRI FISIOLOGICI (scambi gassosi, emodinamica, omeostasi metabolica, equilibrio idroelettrolitico) NEL PIÙ BREVE TEMPO POSSIBILE . • IPOTERMIA MODERATA PER 24 H.
  • 50. TRATTAMENTO DELLA CAUSA DELL’ARRESTO CARDIACO • Collaborazione con il consulente Cardiologo. • ECOCARDIO + ECG • Se indicata trombolisi (RCP non controindica la trombolisi), TC encefalo a 36 h. • Terapia cardiologica “ad hoc” (cardioasa,eparina ecc)
  • 51. EFFETTI SISTEMICI INDOTTI DALL’IPOTERMIA APPARATO/SISTEMA T°C EFFETTI RISPOSTA FISIOLOGICA 30-35°C BRIVIDO,VASOCOSTRIZIONE PERIFERICA ALL’IPOTERMIA ↓METABOLISMO,↓CONSUMO O2,↑METABOLISMO METABOLISMO 30-35°C LIPIDICO ↓SECREZIONE INSULINA,↑INSULINO- NEUROENDOCRINO 30-35°C RESISTENZA,↑AMINE ENDOGENE (NORA -ADR.) 35-36°C TACHICARDIA - AUMENTO P. ARTERIOSA <35°C BRADICARDIA < 34°C RIDUZIONE DELLA GITTATA (20-25%), ↑PVC,↑R. CARDIOVASCOLARE VASC. PERIFERICHE E POLMONARI <33°C Modificazione ECG: ↑PR E PQ, allargamento QRS <28-30°C ↑ RISCHIO DI ARITMIE
  • 52. EFFETTI SISTEMICI INDOTTI DALL’IPOTERMIA APPARATO/SISTEMA T°C EFFETTI “DIURESI IPOTERMIA-INDOTTA”, RENALE <35°C ↑ritorno venoso ➯↑fattore natriuretico atriale, ↓ADH, disfunzione tubulare EQUILIBRIO <35°C ↓K+,CA++, Mg++, P IDROELETTRICO <35°C ↓CONTA PLT, disfunzione piastrinica alterazione dei fatt. della cascata EMATOLOGICO <33°C coagulativa, ↓conta WBC ↓funzionalità Neutrofili e Macrofagi <35°C ↓motilità intestinale, ↑amilasi, ↑enzimi GASTROINTESTINALE <35°C epatici RIDOTTA CLEARANCE DI VARI FARMACI (bloccanti FARMACOCINETICA <35°C neuromuscolari,propofol, fentanyl, fenitoina, verapamil,Vapori anestetici)
  • 53. PUNTO 6: DURANTE L’IPOTERMIA TERAPEUTICA GARANTIRE UNA EFFICACE ANALGO-SEDAZIONE • SEDAZIONE :EVITARE IL BRIVIDO Midazolam ev : 5 mg in bolo infusione continua 0,125 mg/Kg/h • ± utilizzo fentanil ≤ 2mcg/Kg/h o remifentanil 0,075- 0,2 mcg/Kg/min . • CURARIZZAZIONE: cis-atracurio ev.: bolo 0,2 mg/kg infusione continua 0,06-0,12 mg/Kg/h
  • 54. MANTENIMENTO T. TARGET 33°C PER 24 H • Rimuovere i presidi di raffreddamento eccetto ArcticSun. • Mantenere Sedazione + curarizzazione • Mantenere impostata T. Target 33°C
  • 55.
  • 56. FASE DI RISCALDAMENTO T. TARGET 37°C Dopo 24 h dal raggiungimento della t. target di 33°C: • Menù impostazioni “raggiungimento graduale t. target”. • Menù principale reimpostare la v. di riscaldamento da “caldo massimo” a “0,4 °C/ h”. • Raggiunta la normotermia sospendere sedazione e curarizzazione.
  • 57. PUNTO 7 : RIPRISTINATA LA NORMOTERMIA EVITARE REBOUND TERMICO • Se il paziente non da segni di ripresa neurologica: • Mantenere in funzione per altri due gg. ArcticSun con T. Target di 37°C. • Continuare trattamento INTENSIVO • PROFILASSI Paracetamolo 1 gr x4/die
  • 58.
  • 59. PUNTO 8: I PRINCIPALI INDICATORI CLINICI DI UN RECUPERO NEUROLOGICO SFAVOREVOLE NON SONO ATTENDIBILI NE VALIDATI NEI PAZIENTI SOTTOPOSTI AD IPOTERMIA TERAPEUTICA.
  • 60. PUNTO 8: I PRINCIPALI INDICATORI CLINICI DI UN RECUPERO NEUROLOGICO SFAVOREVOLE NON SONO ATTENDIBILI NE VALIDATI NEI PAZIENTI SOTTOPOSTI AD IPOTERMIA TERAPEUTICA. CONCLUSA L’IPOTERMIA NON DEVE VENIRE MENO IL TRATTAMENTO INTENSIVO CHE DEVE ESSERE PROTRATTO OLTRE LE 72 ORE
  • 61. PROGNOSI POST RIANIMAZIONE • Clinica (obbiettività neurologica- comorbidità-omeostasi d’organo) • Neuroimmagini (TC-RMN encefalo) • EEG • Potenziali evocati somato sensoriali arto sup .( valutati in 4° giornata) • Biomarker = enolasi neurono-specifica NSE (24-48-72 ore)
  • 62.

Notas del editor

  1. \n
  2. \n
  3. \n
  4. \n
  5. l&amp;#x2019;anello finale della catena della sopravviveza &amp;#xE8; ricnosciuto il trattamento post rianimatorio mirato al ritorno del paziente ad una funzione cerebrale normale.\n
  6. \n
  7. \n
  8. \n
  9. meccanismo no si riduce alla semplice riduzione del metabolismo cerebrale,ma garantisce una maggiore resistenza al danno da riperfusione riducendo il rilascio di neurotrasmettitori eccittatori e radicali liberi, mitiga la disfunzione mitocondriale, effetto stabilizzante le membrane lipoproteiche ed ha una azione anti apoptotica. (sitema gaspasi enzimi proteolitici-ridusione espressione genica che codificano per l&amp;#x2019;apoptosi)ma agisce\n
  10. \n
  11. \n
  12. \n
  13. \n
  14. \n
  15. \n
  16. \n
  17. \n
  18. \n
  19. \n
  20. \n
  21. dispositivi dedicati all&amp;#x2019;ipotermia,si basano tutti su uno stesso principio: centrale termica, dove viene raffreddato un liquido o aria ed un sistema che interfaccia con il paziente in cui circola il mezzo refrigerante. raggiunta la t. target la macchina mantiene la t. prfissata e garanetisce un riscaldamento graduale.\n
  22. \n
  23. \n
  24. \n
  25. \n
  26. \n
  27. la centrale termica raffredda o riscalda acqua. \n
  28. sistema di interfaccia con il paziente costutuito da placche di tasferimento calore-energia: starto di idrogel adesivo a contatto con la cute, film sottile con una bassa R. termica, zona incui circola il liquidi, strato isolante esterno.\n
  29. \n
  30. \n
  31. \n
  32. \n
  33. \n
  34. \n
  35. \n
  36. \n
  37. \n
  38. \n
  39. \n
  40. \n
  41. \n
  42. \n
  43. brevettato universit&amp;#xE0; di Vienna;stesso principio dei raccoglitori ghiccio frigo. conservato in frigo, applicato al pz; contiene tra due superfici palstiche ghiaccio e cubi di grafite. molto efficace per l&amp;#x2019;induzione.\n
  44. \n
  45. \n
  46. \n
  47. \n
  48. Attivit&amp;#xE0; che devono andare in contemporanea,senza ritardi;trattare le condizioni che caratterizzano la sindrome post arresto cardiaco: ipotermia per il danno neurologico post anossico,disfunzione miocardica post arresto cardiaco, ottimizzazione dei parametri fisiologici per il trattamento della reazione infiammatoria sistemica da ischemia e riperfusione.\n
  49. \n
  50. \n
  51. \n
  52. \n
  53. \n
  54. \n
  55. \n
  56. \n
  57. 72 ORE PRECEDENTE CHIARO SPARTIACQUE PER UNA PROGNOSI NEGATIVA.\n
  58. 72 ORE PRECEDENTE CHIARO SPARTIACQUE PER UNA PROGNOSI NEGATIVA.\n
  59. \n
  60. \n