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Le infezioni opportunistiche
nel trapiantato di rene
Dr. Dino Sgarabotto
Il paziente immunocompromesso:
una sfida per il futuro
• Chemioterapia ed autotrapianto di midollo per
cancro, trapianto d’organo solido, terapie per
malattie autoimmuni e malattie reumatiche
determinano immunodeficienze di entità
variabile
• Questi pazienti vengono sempre più riaffidati ai
medici di medicina generale o necessitano di altre
competenze specialistiche senza che sia prevista
una preparazione specifica per l’immunodepresso
Rischio infettivo
• La terapia immunosoppressiva antirigetto non
è mirata e specifica
• Essa determina un rischio infettivo specifico
per i soggetti trapiantati
• Si aggiunge al rischio infettivo standard della
popolazioni sana di pari età
• Ridotta risposta T cellulare e indirettamente B
cellulare
Infezioni ed immunosoppressione
• Infezioni di comunità
– Polmonite di comunità
– Infezioni urinarie
– Influenza ed altre virosi stagionali, herpes zoster
• Infezioni opportunistiche (caratteristiche degli
immodepressi)
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– CMV e altre infezioni erpetiche
– Pneumocistosi polmonare
– Criptococcosi e altre micosi invasive
Risposta infiammatoria ridotta
• La terapia immunosoppressiva riduce:
– I sintomi ed i segni clinici
– Le alterazioni radiologiche
• La diagnosi precoce è più difficile ma resta la
chiave del successo terapeutico
• Spesso sono necessarie procedure
diagnostiche invasive
Rischio infettivo e
terapia immunosoppressiva
Immunesuppressed
Host
Immunesuppressed
Host
Ridotti segni clinici
• Azatioprina e Micofenolato sono associati a conte
leucocitarie più basse e febbre più bassa
• Alcune infezioni significative come una peritonite
possono presentarsi senza febbre e senza una
evidente peritonismo ma solo ileo paralitico
• Fino al 40% delle infezioni sono senza febbre
specie le infezioni fungine
• Fino al 22% delle febbri non hanno un’origine
infettiva
Clin Transplantation 1999; 13: 260–265; Clinical Infectious Diseases 1998; 26: 59-65
Terapia antimicrobica
nell’immunodepresso
• La terapia è spesso più complessa:
– per l’urgenza ad iniziare una terapia empirica
– per la frequenza delle tossicità da farmaci
– per le interazioni farmacologiche:
• L’inizio e la fine delle terapie antimicrobiche possono alterare i
livelli di ciclosporina, tacrolimus, everolimus, antifungini
(azolici) e altri farmaci
– il rigetto e la GVHD possono essere confuse con infezioni
• Ogni sforzo deve essere fatto per stabilire diagnosi
microbiologiche precise volte ad ottimizzare la
terapia
Valutazione pretrapianto
vaccini per ridurre il rischio infettivo
Valutazione pretrapianto
individuare infezioni latenti a rischio di riattivazione post-trapianto
Il rischio infettivo per esposizione
• Esposizioni acute: Salmonella, Mycoplasma, Legionella, Influenza,
Community-acquired respiratory viruses, Listeria monocytogenes e
Tuberculosi (TBC)
• Esposizioni remote: micosi sistemiche geograficamente ristrette
(Histoplasma, Coccidioides,and Blastomyces), Mycobacterium
tuberculosis, Strongyloides stercoralis e Trypanosoma cruzi
• Infezioni dal donatore d’organo: infezioni nosocomiali, herpesvirus,
virus di WestNile e TBC
• Infezioni dal ricevente (riattivazione): Strongyloides,
cytomegalovirus (CMV), Epstein-Barr virus (EBV), TBC e Leishmania.
• Patogeni nosocomiali: Aspergillus, Legionella, bacilli gram-negative
(per es.: Pseudomonas aeruginosa, KPC, ), Enterococcus vancomicino-
resistente (VRE), Staphylococcus aureus meticillino resistente(MRSA) e
Clostridium difficile
Fattori variabili nell’entità
dell’immunosoppressione
• La dose, la durata e la sequenza temporale dei farmaci
immunosoppressori (cioè l’esposizione totale alla
terapia immunosoppressiva)
• Neutropenia e problemi metabolici come
malnutrizione proteica o calorica, uremia, e forse
l’iperglicemia
• Infezioni con virus immunomodulanti [CMV, EBV,
HHV6, virus epatite B (HBV), virus epatite C (HCV), virus
respiratori (virus respiratorio sinciziale e influenza) e
HIV]
• Comorbilità associate (soprattutto gravi insufficienze
d’organo)
Recupero dell’immunità T cellulare
Anti-thymocyte globulin (ATG):
Lymphocyte
depletion
Fishman JA: Clinical Microbiology and Infection 2014; 20: 4-9
Infezioni opportunistiche
• Definizione: malattie infettive invasive
determinate da patogeni a scarsa virulenza
nativa in presenza una terapia
immunosoppressiva o di una immunodeficienza
• Patogeni opportunisti: Pneumocystis jiroveci,
Toxoplasma gondii; Nocardia asteroides,
Aspergillus fumigatus, Cryptococcus
neoformans, Listeria monocytogenes
Pneumocistosi
• Esordio acuto o subacuto
• Febbre e dispnea con auscultazione non
significativa
• Rx e TAC torace con interstiziopatia
• LAD ematico elevato
• Broncoscopia positiva per PCR DNA
Pneumocystis jirovecii
Rx torace
TAC torace
Terapia
• Cotrimoxazolo a dosaggio elevato 160/800 mg 2
compresse per 3 volte al dì o ev. componente
Trimetroprin 15-20 mg/Kg/die (in glucosio 5%) da
suddividere in 3 somministrazioni per 3
settimane associato a Metilprednisolone 80
mg/die da dimezzare ogni 5 giorni per 3
settimane
• Cotrimoxazolo a dosaggio standard associato a
Clindamicina ev 600 mg ogni 6-8 ore e
Atovaquone 750 mg per os ogni 6-8 ore per
evitare tossicità renale
Aspergillosi invasiva
• Lesioni polmonari e spesso lesioni
metastatiche a distanza (cerebrali)
• Antigene ASPERGILLARE (Galattomannano
GM) su siero
• Antigene PANFUNGINO (Beta-D-Glucano BG)
su siero
• Coltura per miceti del broncoaspirato
(broncoscopia)
• Biopsia polmonare Tac guidata
Antigene PANFUNGINO
(Beta-D-Glucano BG)
• Positivo per infezioni invasive da Candida
Aspergillus, Istoplasma, Pneumocystis,
Cryptococcus
• Positività per valori >80 pg/ml
• Possibili falsi positivi per valori <200 pg/ml in:
emodialisi se si usano membrane di cellulosa,
mucosite severa, uso di immunoglobuline ev, uso
di alcuni antibiotici (piperacillina/tazobactam),
in alcune batteriemie da Gram-negativi
TAC torace
• Lesioni nodulari subpleuriche
• Noduli con «Halo sign»
• Lesioni escavate «crescent sign»
• Addensamenti con broncogramma aereo +/-
versamento pleurico
• Stadiazione: Fundus oculi, ecocardio e
TAC/RNMcerebrale
Immagini di aspergillosi
RNM cerebrale
Terapia dell’aspergillosi invasiva
• Prima generazione: Fluconazolo ed Itraconazolo;
• Seconda generazione: Voriconazolo 200 mg 2
compresse per due volte al dì per 1 giorno e poi 1
compressa per due volte al dì oppure 6 mg/Kg
ogni 12 ore per 24 ore e poi 4 mg/Kg ogni 12 ore,
Posaconazolo 100 mg 3 compresse per due volte
al dì per 1 giorno e poi 3 compresse al dì e
Isavuconazolo 100 mg 200 mg ogni 8 ore per 2
giorni e poi 200 mg ogni 24 ore
Isavuconazolo ha scarse interferenze con altri farmaci ma attenzione agli anticonvulsivanti,
il prednisone riduce l’assorbimento e sindrome del QT corto (<300ms)
Terapia di seconda scelta
• Ambisome 5 mg/Kg/die in soluzione glucosata
al 5% (oppure Abelcet 5 mg/Kg/die)
• Caspofungina 70 mg come carico e poi 50 mg
al dì (effetto fungostatico sull’Aspergillo e
fungicida sulla Candida)
Incidenza delle infezioni fungine
Fishman JA: Liver transplantation 2011; 17: S34-S37
CMV
come infezione opportunistica
• Nell’immunocompetente il CMV determina
una sindrome mononucleosica caratterizzata
da scarso impegno tonsillare («febbre del
giovane padre» che la prende dal suo
bambino che va all’asilo nido)
• Nell’immunodepresso determina invasività
d’organo con quadri di polmonite interstiziale,
gastrite, colite ed emorragie digestive, retinite,
sindromi neurologiche
Rischio di infezione da CMV
a seconda dell’organo trapiantato
Infezione primaria da CMV
nel trapianto d’organo solido
Riattivazione di CMV
nel trapianto d’organo solido
Meccanismi di riattivazione del CMV
Infezione asintomatica
e malattia da CMV
Polmonite da CMV
Pre-emptive therapy
Profilassi anti-CMV
• La profilassi con ganciclovir, valganciclovir o aciclovir ad
alte dosi (valacilovir o famciclovir) ha il vantaggio di
prevenire sia CMV che HSV, VZV, HHV6 e HHV7.
• Inoltre per il gruppo ad alto rischio (D+R−), gli effetti
indiretti di CMV ( per es.: rigetto d’organo, infezioni
opportunistiche e mortalità) sono ridotti dalla profilassi
universale e non dalla terapia pre-emptive;
“breakthrough disease” durante la profilassi avviene
raramente
• Tuttavia nessuna strategia è perfetta. La replicazione di
CMV dopo il completamento della profilassi si verifica
nel 17–37% dei D+/R−, per cui può essere necessario
ridurre l’immunosoppressione e monitorare il CMV
post-profilassi
La prima dose
• Ganciclovir 5 mg/Kg
• Valganciclovir 900 mg
• Le dosi successive dipendono dalla Clearance della
creatinina e dal tipo di trattamento (terapia o profilassi)
• Per ganciclovir i cut-off sono a 70 e 50 ml/min
• Per Valganciclovir i cut-off sono 60 e 40 ml/min
Ganciclovir e funzione renale
Terapia Profilassi
CLEARANCE CREATININA
(ml/min)
DOSAGGIO DOSAGGIO
≥ 70 5,0 mg/kg ogni 12 ore 5,0 mg/kg/die
50 - 69 2,5 mg/kg ogni 12 ore 2,5 mg/kg/die
25 - 49 2,5 mg/kg ogni 24 ore 1,25 mg/kg/die
10 - 24 1,25 mg/kg ogni 24 ore 0,625 mg/kg/die
< 10
1,25 mg/kg 3 volte alla
settimana, dopo emodialisi
0,625 mg/kg 3 volte alla
settimana
Valganciclovir e funzione renale
CrCl (ml/min) Terapia Profilassi
≥ 60 900 mg due volte al giorno 900 mg una volta al giorno
40 – 59 450 mg due volte al giorno 450 mg una volta al giorno
25 – 39 450 mg una volta al giorno 225 mg una volta al giorno
10 – 24 225 mg una volta al giorno 125 mg una volta al giorno
< 10
200 mg tre volte alla
settimana dopo la dialisi
100 mg tre volte alla
settimana dopo la dialisi
Ancora sulla profilassi
• Nei trapianti renali D+/R− , la profilassi per 200 giorni o
uno schema ibrido (3 mesi di profilassi e 3 mesi di
monitoraggio secondo lo schema pre-emptive) sono
utilizzati spesso.
• Se si è utilizzato ATG con sonseguente deplezione dei
linfociti T, sarebbe preferibile 3-6 mesi di profilassi
• Il dosaggio del Valganciclovir non dovrebbe essere
ridotto per neutropenia durante la profilassi per evitare
l’insorgenza di resistenza. Invece andrebbe ridotto il
micofenolato o utilizzato eventualmente il G-CSF.
• Talora è meglio misurare veramente la clearance della
creatinina invece che utilizzare la GFR calcolata
Terapia anti-CMV
• La terapia standard per la malattia d’organo da CMV e non la semplice
infezione paucisintomatica (sindrome mononucleosica) è in ganciclovir ev
(5mg/Kg ogni 12 ore, con aggiustamenti a seconda della funzionalità
renale) per 2-3 settimane oppure valganciclovir (900 mg per os due volte
al con aggiustamenti a seconda della funzionalità renale)
• Siccome la negativizzazione della viremia in 3 settimane è del 50% circa, di
solito la terapia va proseguita fino ad ottenere due negativizzazioni
consecutive in una o due settimane e poi si prosegue monitorando la
viremia o con profilassi con valganciclovir fino a 3 mesi
• Il valganciclovir orale non è inferiore al ganciclovir ev per il trattamento dei
pazienti con malattia da CMV lieve o moderatamente severa con carica
virale modesta. La terapia orale può fallire nei pazienti con alta carica
virale o con malattia invasiva gastrointestinale
• I pazienti sieronegativi (D+/R-) con risposta alla terapia scarsa sia dal
punto di vista clinico che virologico presentano poi un rischio aumentato
per recdiva o per sviluppo di resistenza al ganciclovir; allora è ragioonevole
fare una terapia prolungata e/o una profilassi secondaria per 2-4 mesi con
valganciclovir
Recidive e resistenze
• Le recidive sono più frequenti nella malattia gastrointestinale trattata inizialmente
con valganciclovir e nei soggetti in cui la terapia viene sospesa prima di
raggiungere la negativizzazione del CMV DNA ematico. In pratica è fondamentale
monitorare ogni settimana il CMV DNA per verificare l’efficacia terapeutica
• La resistenza al Ganciclovir è più frequente nel trapianto di polmone, nei pazienti
D+/R-, nelle alte cariche virali, nell’uso di valganciclovir a basso dosaggio, nelle
terapie immunosoppressive più intense (ATG) e nelle profilassi antivirali molto
lunghe
• Le mutazioni dei geni virali UL97 (thymidine kinase) e/o UL54 (DNA polymerase)
possono determinare la resistenza al ganciclovir
• Gli antivirali alternativi disponibili sono solo endovenosi e sono il foscarnet e il
cidofovir. Il foscarnet è attivo contro i CMV resistenti al ganciclovir ma determina
perdita renale di magnesio e potassio ed una certa nefrotossicità; inoltre può
essere epilettogeno se le dosi di inibitori della calcineurina sono alte. Il cidofovir
oltre ad essere più nefrotossico può determinare ipotensione oculare.
L’associazione ganciclovir/foscarnet non è molto utilizzata. Spesso sono necessari
molti cicli di foscarnet per curare una infezione da CMV resistente al ganciclovir.
Nuovi antivirali anti-CMV
• Il maribavir orale, un inibitore dell’ UL97 protein, con attività in vitro
contro il CMV resistente a ganciclovir e cidofovir è in fase di
registrazione per l’uso clinico (ora è disponibile accedendo a un
protocollo di studio) nei casi resistenti al ganciclovir
• Il letermovir, disponibile ev e per os, è in fase di registrazione per il
suo uso in profilassi nel trapianto di midollo allogenico ma è attivo
in vitro contro il CMV resistente al ganciclovir
• Il brincidofovir (CMX‐001), un farmaco orale attivo contro herpes,
CMV resistente a ganciclovir, adeno, polyoma, papilloma e variola
virus con qualche tossicità gastrointestinale (diarrea). E’ in fase di
registrazione contro l’adenovirus nel trapianto di midollo allogenico
• La leflunomide è un immunosoppressore con qualche attività
antivirale in vitro contro CMV e BK virus ma è spesso inefficace
clinicamente come agente terapeutico
• L’artesunato ha attività antivirale in vitro contro tutti gli herpes virus
ma non ci sono trials che ne confermino l’efficacia clinica
Conclusioni
• La disponibilità di terapie immunosoppressive
efficaci permette ai pazienti trapiantati una
prolungata sopravvivenza
• Il rischio infettivo secondario alle terapie
immunosoppressive impone lo sviluppo di
conoscenze specialistiche in questo campo
• Restano carenti i test per valutare il rischio
infettivo (e quello di rigetto)
• L’esperienza clinica al letto del paziente resta di
fondamentale importanza
Bibliografia
• Infection in Organ Transplantation by J. A. Fishman in Am J Transplant 2017; 17: 856-879
• From the classic concepts to modern practice by J. A. Fishman in Clin Microbiol Infect 2014;20
Suppl 7: 4-9
• Screening of Donor and Recipient in Solid Organ Transplantation by S. A. Fischer, K. Lu, in Am J
Transplant 2013;13 Suppl 4: 9-21
• Overview: cytomegalovirus and the herpesviruses in transplantation by Fishman JA in Am J
Transplant 2013 Feb;13 Suppl 3: 1-8
• Pneumocystis pneumonia in solid organ transplantation by Martin SI, Fishman JA in Am J
Transplant; 13 Suppl 4: 272-9
• The therapeutic prescription for the organ transplant recipient: the linkage of
immunosuppression and antimicrobial strategies by R.H. Rubin, T. Ikonen, J.F. Gummert, R.E.
Morris in Transpl Infect Dis. 1999;1: 29-39
• Practice Guidelines for the Diagnosis and Management of Aspergillosis: 2016 Update by the
Infectious Diseases Society of America by Patterson TF, Thompson GR 3rd, Denning DW, Fishman
JA, Hadley S, Herbrecht R, Kontoyiannis DP, Marr KA, Morrison VA, Nguyen MH, Segal BH, Steinbach
WJ, Stevens DA, Walsh TJ, Wingard JR, Young JA, Bennett JE in Clin Infect Dis. 2016; 63: e1-e60.
• Updated international consensus guidelines on the management of cytomegalovirus in solid-
organ transplantation by Kotton CN, Kumar D, Caliendo AM, Asberg A, Chou S, Danziger-Isakov L,
Humar A; Transplantation Society International CMV Consensus Group in Transplantation 2013; 27;
96: 333-60
• Impact of solid organ transplantation and immunosuppression on fever, leukocytosis, and
physiologic response during bacterial and fungal infections Robert G Sawyer, Traves D Crabtree,
Thomas G Gleason, Jared L Antevil and Timothy L Pruett in Clin Transplantation 1999; 13: 260–265

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Le infezioni opportunistiche nel trapiantato di rene

  • 1. Le infezioni opportunistiche nel trapiantato di rene Dr. Dino Sgarabotto
  • 2. Il paziente immunocompromesso: una sfida per il futuro • Chemioterapia ed autotrapianto di midollo per cancro, trapianto d’organo solido, terapie per malattie autoimmuni e malattie reumatiche determinano immunodeficienze di entità variabile • Questi pazienti vengono sempre più riaffidati ai medici di medicina generale o necessitano di altre competenze specialistiche senza che sia prevista una preparazione specifica per l’immunodepresso
  • 3. Rischio infettivo • La terapia immunosoppressiva antirigetto non è mirata e specifica • Essa determina un rischio infettivo specifico per i soggetti trapiantati • Si aggiunge al rischio infettivo standard della popolazioni sana di pari età • Ridotta risposta T cellulare e indirettamente B cellulare
  • 4. Infezioni ed immunosoppressione • Infezioni di comunità – Polmonite di comunità – Infezioni urinarie – Influenza ed altre virosi stagionali, herpes zoster • Infezioni opportunistiche (caratteristiche degli immodepressi) – Infezioni da micobatteri tubercolari e non tubercolari – CMV e altre infezioni erpetiche – Pneumocistosi polmonare – Criptococcosi e altre micosi invasive
  • 5. Risposta infiammatoria ridotta • La terapia immunosoppressiva riduce: – I sintomi ed i segni clinici – Le alterazioni radiologiche • La diagnosi precoce è più difficile ma resta la chiave del successo terapeutico • Spesso sono necessarie procedure diagnostiche invasive
  • 6. Rischio infettivo e terapia immunosoppressiva Immunesuppressed Host Immunesuppressed Host
  • 7. Ridotti segni clinici • Azatioprina e Micofenolato sono associati a conte leucocitarie più basse e febbre più bassa • Alcune infezioni significative come una peritonite possono presentarsi senza febbre e senza una evidente peritonismo ma solo ileo paralitico • Fino al 40% delle infezioni sono senza febbre specie le infezioni fungine • Fino al 22% delle febbri non hanno un’origine infettiva Clin Transplantation 1999; 13: 260–265; Clinical Infectious Diseases 1998; 26: 59-65
  • 8. Terapia antimicrobica nell’immunodepresso • La terapia è spesso più complessa: – per l’urgenza ad iniziare una terapia empirica – per la frequenza delle tossicità da farmaci – per le interazioni farmacologiche: • L’inizio e la fine delle terapie antimicrobiche possono alterare i livelli di ciclosporina, tacrolimus, everolimus, antifungini (azolici) e altri farmaci – il rigetto e la GVHD possono essere confuse con infezioni • Ogni sforzo deve essere fatto per stabilire diagnosi microbiologiche precise volte ad ottimizzare la terapia
  • 9. Valutazione pretrapianto vaccini per ridurre il rischio infettivo
  • 10. Valutazione pretrapianto individuare infezioni latenti a rischio di riattivazione post-trapianto
  • 11. Il rischio infettivo per esposizione • Esposizioni acute: Salmonella, Mycoplasma, Legionella, Influenza, Community-acquired respiratory viruses, Listeria monocytogenes e Tuberculosi (TBC) • Esposizioni remote: micosi sistemiche geograficamente ristrette (Histoplasma, Coccidioides,and Blastomyces), Mycobacterium tuberculosis, Strongyloides stercoralis e Trypanosoma cruzi • Infezioni dal donatore d’organo: infezioni nosocomiali, herpesvirus, virus di WestNile e TBC • Infezioni dal ricevente (riattivazione): Strongyloides, cytomegalovirus (CMV), Epstein-Barr virus (EBV), TBC e Leishmania. • Patogeni nosocomiali: Aspergillus, Legionella, bacilli gram-negative (per es.: Pseudomonas aeruginosa, KPC, ), Enterococcus vancomicino- resistente (VRE), Staphylococcus aureus meticillino resistente(MRSA) e Clostridium difficile
  • 12. Fattori variabili nell’entità dell’immunosoppressione • La dose, la durata e la sequenza temporale dei farmaci immunosoppressori (cioè l’esposizione totale alla terapia immunosoppressiva) • Neutropenia e problemi metabolici come malnutrizione proteica o calorica, uremia, e forse l’iperglicemia • Infezioni con virus immunomodulanti [CMV, EBV, HHV6, virus epatite B (HBV), virus epatite C (HCV), virus respiratori (virus respiratorio sinciziale e influenza) e HIV] • Comorbilità associate (soprattutto gravi insufficienze d’organo)
  • 13. Recupero dell’immunità T cellulare Anti-thymocyte globulin (ATG): Lymphocyte depletion
  • 14. Fishman JA: Clinical Microbiology and Infection 2014; 20: 4-9
  • 15.
  • 16. Infezioni opportunistiche • Definizione: malattie infettive invasive determinate da patogeni a scarsa virulenza nativa in presenza una terapia immunosoppressiva o di una immunodeficienza • Patogeni opportunisti: Pneumocystis jiroveci, Toxoplasma gondii; Nocardia asteroides, Aspergillus fumigatus, Cryptococcus neoformans, Listeria monocytogenes
  • 17. Pneumocistosi • Esordio acuto o subacuto • Febbre e dispnea con auscultazione non significativa • Rx e TAC torace con interstiziopatia • LAD ematico elevato • Broncoscopia positiva per PCR DNA Pneumocystis jirovecii
  • 20. Terapia • Cotrimoxazolo a dosaggio elevato 160/800 mg 2 compresse per 3 volte al dì o ev. componente Trimetroprin 15-20 mg/Kg/die (in glucosio 5%) da suddividere in 3 somministrazioni per 3 settimane associato a Metilprednisolone 80 mg/die da dimezzare ogni 5 giorni per 3 settimane • Cotrimoxazolo a dosaggio standard associato a Clindamicina ev 600 mg ogni 6-8 ore e Atovaquone 750 mg per os ogni 6-8 ore per evitare tossicità renale
  • 21. Aspergillosi invasiva • Lesioni polmonari e spesso lesioni metastatiche a distanza (cerebrali) • Antigene ASPERGILLARE (Galattomannano GM) su siero • Antigene PANFUNGINO (Beta-D-Glucano BG) su siero • Coltura per miceti del broncoaspirato (broncoscopia) • Biopsia polmonare Tac guidata
  • 22. Antigene PANFUNGINO (Beta-D-Glucano BG) • Positivo per infezioni invasive da Candida Aspergillus, Istoplasma, Pneumocystis, Cryptococcus • Positività per valori >80 pg/ml • Possibili falsi positivi per valori <200 pg/ml in: emodialisi se si usano membrane di cellulosa, mucosite severa, uso di immunoglobuline ev, uso di alcuni antibiotici (piperacillina/tazobactam), in alcune batteriemie da Gram-negativi
  • 23. TAC torace • Lesioni nodulari subpleuriche • Noduli con «Halo sign» • Lesioni escavate «crescent sign» • Addensamenti con broncogramma aereo +/- versamento pleurico • Stadiazione: Fundus oculi, ecocardio e TAC/RNMcerebrale
  • 26. Terapia dell’aspergillosi invasiva • Prima generazione: Fluconazolo ed Itraconazolo; • Seconda generazione: Voriconazolo 200 mg 2 compresse per due volte al dì per 1 giorno e poi 1 compressa per due volte al dì oppure 6 mg/Kg ogni 12 ore per 24 ore e poi 4 mg/Kg ogni 12 ore, Posaconazolo 100 mg 3 compresse per due volte al dì per 1 giorno e poi 3 compresse al dì e Isavuconazolo 100 mg 200 mg ogni 8 ore per 2 giorni e poi 200 mg ogni 24 ore Isavuconazolo ha scarse interferenze con altri farmaci ma attenzione agli anticonvulsivanti, il prednisone riduce l’assorbimento e sindrome del QT corto (<300ms)
  • 27. Terapia di seconda scelta • Ambisome 5 mg/Kg/die in soluzione glucosata al 5% (oppure Abelcet 5 mg/Kg/die) • Caspofungina 70 mg come carico e poi 50 mg al dì (effetto fungostatico sull’Aspergillo e fungicida sulla Candida)
  • 29. Fishman JA: Liver transplantation 2011; 17: S34-S37
  • 30. CMV come infezione opportunistica • Nell’immunocompetente il CMV determina una sindrome mononucleosica caratterizzata da scarso impegno tonsillare («febbre del giovane padre» che la prende dal suo bambino che va all’asilo nido) • Nell’immunodepresso determina invasività d’organo con quadri di polmonite interstiziale, gastrite, colite ed emorragie digestive, retinite, sindromi neurologiche
  • 31. Rischio di infezione da CMV a seconda dell’organo trapiantato
  • 32. Infezione primaria da CMV nel trapianto d’organo solido
  • 33. Riattivazione di CMV nel trapianto d’organo solido
  • 38. Profilassi anti-CMV • La profilassi con ganciclovir, valganciclovir o aciclovir ad alte dosi (valacilovir o famciclovir) ha il vantaggio di prevenire sia CMV che HSV, VZV, HHV6 e HHV7. • Inoltre per il gruppo ad alto rischio (D+R−), gli effetti indiretti di CMV ( per es.: rigetto d’organo, infezioni opportunistiche e mortalità) sono ridotti dalla profilassi universale e non dalla terapia pre-emptive; “breakthrough disease” durante la profilassi avviene raramente • Tuttavia nessuna strategia è perfetta. La replicazione di CMV dopo il completamento della profilassi si verifica nel 17–37% dei D+/R−, per cui può essere necessario ridurre l’immunosoppressione e monitorare il CMV post-profilassi
  • 39. La prima dose • Ganciclovir 5 mg/Kg • Valganciclovir 900 mg • Le dosi successive dipendono dalla Clearance della creatinina e dal tipo di trattamento (terapia o profilassi) • Per ganciclovir i cut-off sono a 70 e 50 ml/min • Per Valganciclovir i cut-off sono 60 e 40 ml/min
  • 40. Ganciclovir e funzione renale Terapia Profilassi CLEARANCE CREATININA (ml/min) DOSAGGIO DOSAGGIO ≥ 70 5,0 mg/kg ogni 12 ore 5,0 mg/kg/die 50 - 69 2,5 mg/kg ogni 12 ore 2,5 mg/kg/die 25 - 49 2,5 mg/kg ogni 24 ore 1,25 mg/kg/die 10 - 24 1,25 mg/kg ogni 24 ore 0,625 mg/kg/die < 10 1,25 mg/kg 3 volte alla settimana, dopo emodialisi 0,625 mg/kg 3 volte alla settimana
  • 41. Valganciclovir e funzione renale CrCl (ml/min) Terapia Profilassi ≥ 60 900 mg due volte al giorno 900 mg una volta al giorno 40 – 59 450 mg due volte al giorno 450 mg una volta al giorno 25 – 39 450 mg una volta al giorno 225 mg una volta al giorno 10 – 24 225 mg una volta al giorno 125 mg una volta al giorno < 10 200 mg tre volte alla settimana dopo la dialisi 100 mg tre volte alla settimana dopo la dialisi
  • 42. Ancora sulla profilassi • Nei trapianti renali D+/R− , la profilassi per 200 giorni o uno schema ibrido (3 mesi di profilassi e 3 mesi di monitoraggio secondo lo schema pre-emptive) sono utilizzati spesso. • Se si è utilizzato ATG con sonseguente deplezione dei linfociti T, sarebbe preferibile 3-6 mesi di profilassi • Il dosaggio del Valganciclovir non dovrebbe essere ridotto per neutropenia durante la profilassi per evitare l’insorgenza di resistenza. Invece andrebbe ridotto il micofenolato o utilizzato eventualmente il G-CSF. • Talora è meglio misurare veramente la clearance della creatinina invece che utilizzare la GFR calcolata
  • 43. Terapia anti-CMV • La terapia standard per la malattia d’organo da CMV e non la semplice infezione paucisintomatica (sindrome mononucleosica) è in ganciclovir ev (5mg/Kg ogni 12 ore, con aggiustamenti a seconda della funzionalità renale) per 2-3 settimane oppure valganciclovir (900 mg per os due volte al con aggiustamenti a seconda della funzionalità renale) • Siccome la negativizzazione della viremia in 3 settimane è del 50% circa, di solito la terapia va proseguita fino ad ottenere due negativizzazioni consecutive in una o due settimane e poi si prosegue monitorando la viremia o con profilassi con valganciclovir fino a 3 mesi • Il valganciclovir orale non è inferiore al ganciclovir ev per il trattamento dei pazienti con malattia da CMV lieve o moderatamente severa con carica virale modesta. La terapia orale può fallire nei pazienti con alta carica virale o con malattia invasiva gastrointestinale • I pazienti sieronegativi (D+/R-) con risposta alla terapia scarsa sia dal punto di vista clinico che virologico presentano poi un rischio aumentato per recdiva o per sviluppo di resistenza al ganciclovir; allora è ragioonevole fare una terapia prolungata e/o una profilassi secondaria per 2-4 mesi con valganciclovir
  • 44. Recidive e resistenze • Le recidive sono più frequenti nella malattia gastrointestinale trattata inizialmente con valganciclovir e nei soggetti in cui la terapia viene sospesa prima di raggiungere la negativizzazione del CMV DNA ematico. In pratica è fondamentale monitorare ogni settimana il CMV DNA per verificare l’efficacia terapeutica • La resistenza al Ganciclovir è più frequente nel trapianto di polmone, nei pazienti D+/R-, nelle alte cariche virali, nell’uso di valganciclovir a basso dosaggio, nelle terapie immunosoppressive più intense (ATG) e nelle profilassi antivirali molto lunghe • Le mutazioni dei geni virali UL97 (thymidine kinase) e/o UL54 (DNA polymerase) possono determinare la resistenza al ganciclovir • Gli antivirali alternativi disponibili sono solo endovenosi e sono il foscarnet e il cidofovir. Il foscarnet è attivo contro i CMV resistenti al ganciclovir ma determina perdita renale di magnesio e potassio ed una certa nefrotossicità; inoltre può essere epilettogeno se le dosi di inibitori della calcineurina sono alte. Il cidofovir oltre ad essere più nefrotossico può determinare ipotensione oculare. L’associazione ganciclovir/foscarnet non è molto utilizzata. Spesso sono necessari molti cicli di foscarnet per curare una infezione da CMV resistente al ganciclovir.
  • 45. Nuovi antivirali anti-CMV • Il maribavir orale, un inibitore dell’ UL97 protein, con attività in vitro contro il CMV resistente a ganciclovir e cidofovir è in fase di registrazione per l’uso clinico (ora è disponibile accedendo a un protocollo di studio) nei casi resistenti al ganciclovir • Il letermovir, disponibile ev e per os, è in fase di registrazione per il suo uso in profilassi nel trapianto di midollo allogenico ma è attivo in vitro contro il CMV resistente al ganciclovir • Il brincidofovir (CMX‐001), un farmaco orale attivo contro herpes, CMV resistente a ganciclovir, adeno, polyoma, papilloma e variola virus con qualche tossicità gastrointestinale (diarrea). E’ in fase di registrazione contro l’adenovirus nel trapianto di midollo allogenico • La leflunomide è un immunosoppressore con qualche attività antivirale in vitro contro CMV e BK virus ma è spesso inefficace clinicamente come agente terapeutico • L’artesunato ha attività antivirale in vitro contro tutti gli herpes virus ma non ci sono trials che ne confermino l’efficacia clinica
  • 46. Conclusioni • La disponibilità di terapie immunosoppressive efficaci permette ai pazienti trapiantati una prolungata sopravvivenza • Il rischio infettivo secondario alle terapie immunosoppressive impone lo sviluppo di conoscenze specialistiche in questo campo • Restano carenti i test per valutare il rischio infettivo (e quello di rigetto) • L’esperienza clinica al letto del paziente resta di fondamentale importanza
  • 47. Bibliografia • Infection in Organ Transplantation by J. A. Fishman in Am J Transplant 2017; 17: 856-879 • From the classic concepts to modern practice by J. A. Fishman in Clin Microbiol Infect 2014;20 Suppl 7: 4-9 • Screening of Donor and Recipient in Solid Organ Transplantation by S. A. Fischer, K. Lu, in Am J Transplant 2013;13 Suppl 4: 9-21 • Overview: cytomegalovirus and the herpesviruses in transplantation by Fishman JA in Am J Transplant 2013 Feb;13 Suppl 3: 1-8 • Pneumocystis pneumonia in solid organ transplantation by Martin SI, Fishman JA in Am J Transplant; 13 Suppl 4: 272-9 • The therapeutic prescription for the organ transplant recipient: the linkage of immunosuppression and antimicrobial strategies by R.H. Rubin, T. Ikonen, J.F. Gummert, R.E. Morris in Transpl Infect Dis. 1999;1: 29-39 • Practice Guidelines for the Diagnosis and Management of Aspergillosis: 2016 Update by the Infectious Diseases Society of America by Patterson TF, Thompson GR 3rd, Denning DW, Fishman JA, Hadley S, Herbrecht R, Kontoyiannis DP, Marr KA, Morrison VA, Nguyen MH, Segal BH, Steinbach WJ, Stevens DA, Walsh TJ, Wingard JR, Young JA, Bennett JE in Clin Infect Dis. 2016; 63: e1-e60. • Updated international consensus guidelines on the management of cytomegalovirus in solid- organ transplantation by Kotton CN, Kumar D, Caliendo AM, Asberg A, Chou S, Danziger-Isakov L, Humar A; Transplantation Society International CMV Consensus Group in Transplantation 2013; 27; 96: 333-60 • Impact of solid organ transplantation and immunosuppression on fever, leukocytosis, and physiologic response during bacterial and fungal infections Robert G Sawyer, Traves D Crabtree, Thomas G Gleason, Jared L Antevil and Timothy L Pruett in Clin Transplantation 1999; 13: 260–265