Este es el resumen ejecutivo del policy report resultado de la intervención en el ecosistema de innovación social de Donostia, iniciativa a cargo de Fomento San Sebastián en colaboración con el Dr Igor Calzada, promovida por la Diputación Foral de Gipuzkoa.
El Dr Calzada va a conducir una sesión de workshop en San Sebastián con los agentes regionales de innovación social en arás de realizar un análisis estratégico en acción con apertura y aprendizaje de proyectos.
Here is the presentation delivered on 26th May 2016 in St Sebastian regarding the Social Innovation bottom-up strategy made by regional agents: Fomento San Sebastian, Sinnple, Elhuyar, Gureak, Hirikalabs, Aptes,...
Presenting in partnership with United Way Central Alberta in Red Deer, SiG National Executive Director, Tim Draimin, explores social innovation: what it is, why it is important, and the opportunity for Alberta to become a social innovation leader.
El Dr Calzada va a conducir una sesión de workshop en San Sebastián con los agentes regionales de innovación social en arás de realizar un análisis estratégico en acción con apertura y aprendizaje de proyectos.
Here is the presentation delivered on 26th May 2016 in St Sebastian regarding the Social Innovation bottom-up strategy made by regional agents: Fomento San Sebastian, Sinnple, Elhuyar, Gureak, Hirikalabs, Aptes,...
Presenting in partnership with United Way Central Alberta in Red Deer, SiG National Executive Director, Tim Draimin, explores social innovation: what it is, why it is important, and the opportunity for Alberta to become a social innovation leader.
Presenting at Startup Edmonton for Make Something Edmonton, SiG National Executive Director, Tim Draimin, explores "Making Change Through Social Innovation" - introducing what social innovation is, why it is important, and the opportunity for Alberta to become a social innovation leader.
Il racconto dell'esperienza #tuttisulponte dedicato a The Floating PiersChristian Forgione
Nelle slide potrete trovare le indicazioni di come è stato svolto il progetto, delle sue fasi di lavorazione, chi ha parlato di noi, considerazioni finali e tanto altro ancora intorno all'evento di The Floating Piers.
Analisi a 360 gradi sulla gestione dei rifiuti a Firenze e in Toscana negli ultimi 5 anni. Analizzando i dati forniti da fonti ufficiali (ISPRA, Confcommercio, OpenCivitas e altro) si evidenza come Firenze e la Toscana siano nettamente indietro nella gestione dei rifiuti e come si cerchi di giustificare la costruzione di un inceneritore per risolvere il problema.
Dai dati emerge chiaramente invece che dove si applicano le buone pratiche (differenziata spinta, raccolta porta a porta, tariffa puntuale), il problema dei rifiuti viene risolto e diventa anche una fonte di guadagno per le amministrazioni.
Questi dati sono stati presentati per la prima volta all'iniziativa "Che aria tira in Toscana?" che si è tenuta il 15 Marzo presso l'SMS Bagno a Ripoli Circolo ARCI. Maggiori informazioni su: http://www.mammenoinceneritore.org/eventi/iniziative/che-aria-tira-in-toscana/
Rekomendasi obat sakit gigi tradisional dan alami dengan cara dikumur bukan ditelan. Herbal ini bermanfaat sebagai disinfektan, antiseptik, anti-radang dan pereda rasa nyeri atau analgesik khususnya bagi sakit gigi berlubang.
R. Villano - Meridiani f.ci 3^ ed : religione (p. 3)Raimondo Villano
R. Villano “La cruna dell’ago: meridiani farmaceutici tra etica laica e morale cattolica”; vincitore LXV ed. Premio naz.le Fondazione Stramezzi ASAS-MiBAC, conferito in quanto contributo per l’assunzione di “consapevolezza di una elevata cultura di vita per portare avanti con coraggio una professione tesa ai più alti valori umani e cristiani” (Roma, 2007); patrocini: Accad. Storia Arte Sanitaria e Chiron Foundation. Dalla presentazione: “L’opera viene a riempire un vuoto nella trattazione italiana in un campo sempre più seguito e, senza dubbio, di grandi prospettive. L’Autore, già foriero di contributi originali, fornisce agli studiosi di scienze farmaceutiche una serie di preziose informazioni e riflessioni. È altamente meritoria l’opera di sviscerare i diversi problemi del farmaco. Questo tema è inquadrato nella giusta fisionomia ed è pieno di prospettive. I capitoli del libro sono pieni di filosofia e la notevole cultura ed umanità dell’Autore emergono qua e là con citazioni classiche mentre la Sua profonda conoscenza dell’argomento gli permette di passare con la stessa proprietà di linguaggio dalla etiopatogenesi alla sociologia. L’auspicio dello Scienziato Tarro è che quest’ottimo libro non solo rechi ausilio all’analisi ed allo studio della farmacogenesi ma favorisca anche la sensibilizzazione dell’opinione pubblica, troppo spesso ignara e indifesa di fronte ai problemi della salute. Il Presidente dei Farmacisti italiani Leopardi, dal canto suo, attraversando metaforicamente l’opera, vi trova riflessioni, considerazioni e materiali che illuminano di senso e prospettive altre e alte la professione farmaceutica. Che, una volta di più, è riconoscente all’Autore per il Suo sforzo continuo e concreto finalizzato ad accrescerne contenuti e profondità, in una visione che - correttamente - si preoccupa di andare ben oltre quegli aspetti commerciali purtroppo più immediatamente e banalmente percepibili”. Il Presidente Farmacisti italiani On. G. LEOPARDI afferma: “ho metaforicamente attraversato la cruna del Tuo ago, trovando riflessioni, considerazioni e materiali che hanno illuminato di senso e prospettive altre e alte la professione farmaceutica. Che, una volta di più, Ti è riconoscente per il Tuo sforzo continuo e concreto finalizzato ad accrescerne contenuti e profondità, in una visione che - correttamente - si preoccupa di andare ben oltre quegli aspetti commerciali purtroppo più immediatamente e banalmente percepibili”. (Effegibi, pp. 365, 2007; 2^ ed. presentazione MD, PhD Giulio Tarro, Chairman of Committe on Biotechnologies and VirusSphere World Academy BioTech Wabt Unesco-Parigi e già allievo di Albert B. Sabin e membro C.ne Naz.le Bioetica (Chiron Foundation, ISBN 978-88-904235-09, LCC BJ 1725, CDD 177 VIL cru 2008, pp. 393, set2008); 3^ ediz. presentazione del MD, PhD Tarro (Chiron, Ed. MBE, ISBN, pp. 398, giu 2009);
Prima lezione 2016: Controlla ciò che sai e libri di testo. Check your Knowle...Luca Marescotti
[definitivo]
Di che cosa si parlerà in questo corso? già ma è necessario che tutti si possano capire: quindi verifichiamo per prima cosa se sono tutte chiare le parole che usiamo in urbanistica?
Sprattutto dovete comprendere la nostra storia nella storia del pianeta, nel contesto delle condizioni ambientali, sotto la pressione delle nostre tecnologie e del nostro numero. E poi, guardate le immagine che seguono. Guardatele una, due, tre volte, dieci volte se necessario, finchè siete in grado di vederle come connesse da comuni denominatori. Quali? Questi sono i messaggi di quelle immagini, che l'urbanistica serve per ridurre i rischi e serve per costruire un'identà sociale, una memoria condivisa dei luoghi.
Це коротка брошура про важливість проекту "Декларатор", про інструменти доступу до публічної інформації, а також про результати проекту. Проект реалізований в місті Кременчук ГО Кременчуцький інформаційно-просвітницький центр "Європейський клуб"
A clear disconnect is occurring at organizations across the U.S. when it comes to employee satisfaction, according to a new study released by Fierce, Inc., leadership development and training experts. The survey found that four out of five employees believe a toxic employee is extremely debilitating to team morale, while the same number agreed that their organizations are somewhat or extremely tolerant of these individuals.
Alle Oostendse lichten blijven op rood staanThierry Debels
Een jaar geleden verscheen het artikel ‘Oostende kleurt bloedrood’. Het ging over de slechte resultaten van diverse Oostende (autonome) gemeentebedrijven .
Jaar later
Vandaag zijn de resultaten van deze Oostendse gemeentevehikels over 2015 gepubliceerd. Laten we de situatie opnieuw analyseren. Zonder de ontknoping al te willen weggeven: de Oostendse gemeentelichten blijven op rood staan.
AG EOS
Het Autonome Gemeentebedrijf Energiebesparing Oostende (EOS) heeft de resultaten over 2015 recent gepubliceerd. ‘De stad Oostende wil iets doen aan de hoge energiefacturen en de klimaatverandering. Daarom richtte ze EOS op. EOS wil iedere Oostendenaar stimuleren om energie te besparen en gebruik te maken van alternatieve energiebronnen.’ In 2015 werd door EOS wel een verlies van 34.328 euro opgetekend.
Kursaal
Ook de NV Exploitatie Kursaal Oostende (EKO) heeft de jaarrekening over 2015 gepubliceerd. In 2015 werd net geen miljoen euro verlies geleden. In 2014 ging het verlies zelfs boven het miljoen euro.
Zelfs Haven Oostende duikt in het rood
Het Autonoom Gemeentebedrijf Haven Oostende heeft eveneens de jaarrekening over 2015 gepubliceerd. Het boekjaar werd afgesloten met een (weliswaar beperkt) verlies van 61.863 euro. Maar ook daar kleurde 2015 dus bloedrood.
AGGB
Het Autonoom Gemeentebedrijf voor Grond- en Bouwbeleid (AGGB) behandelt alle verkavelingen en onteigeningen en verricht de ‘immobilaire bewerkingen’ – zo staat het op de webstek – van en voor de stad Oostende. Het gaat om de opvolger van het Bedrijf voor Grond en Bouwbeleid. Het AGGB publiceerde onlangs de statuten in het Belgisch Staatsblad. Johan Vande Lanotte is volgens de laatste balans voorzitter van de Raad van Bestuur. Ook het AGGB heeft recent de jaarrekening gepubliceerd. Over 2015 zien we een verlies van liefst 212.832 euro. Het vormt onmiddellijk ook het eerste overgedragen verlies van het bedrijf.
Slotsom
Drie Oostendse autonome gemeentebedrijven doken in 2015 in het rood. Het is zeker niet de bedoeling dat dergelijke bedrijven woekerwinsten maken maar het nastreven van een financieel evenwicht is toch niet teveel gevraagd? Vreemd dat de burgers blijven aanvaarden dat verliezen naar de gemeenschap overgeheveld worden. Eén ding is duidelijk: het is geen toeval dat de rood de kleur is van de socialisten. Met dank aan de boekhouders die de verliezen met rode inkt noteerden.
I’M SURE YOU BELIEVED THESE 8 CHOLESTEROL MYTHSKerlan London
There are a few cholesterol myths swirling around out there such as :
www.eatlivesurvive.com
Cholesterol Myths #1 – Your choice about diet and physical activity are fully responsible for your cholesterol levels.
More health tips at www.eatlivesurvive.com
Presenting at Startup Edmonton for Make Something Edmonton, SiG National Executive Director, Tim Draimin, explores "Making Change Through Social Innovation" - introducing what social innovation is, why it is important, and the opportunity for Alberta to become a social innovation leader.
Il racconto dell'esperienza #tuttisulponte dedicato a The Floating PiersChristian Forgione
Nelle slide potrete trovare le indicazioni di come è stato svolto il progetto, delle sue fasi di lavorazione, chi ha parlato di noi, considerazioni finali e tanto altro ancora intorno all'evento di The Floating Piers.
Analisi a 360 gradi sulla gestione dei rifiuti a Firenze e in Toscana negli ultimi 5 anni. Analizzando i dati forniti da fonti ufficiali (ISPRA, Confcommercio, OpenCivitas e altro) si evidenza come Firenze e la Toscana siano nettamente indietro nella gestione dei rifiuti e come si cerchi di giustificare la costruzione di un inceneritore per risolvere il problema.
Dai dati emerge chiaramente invece che dove si applicano le buone pratiche (differenziata spinta, raccolta porta a porta, tariffa puntuale), il problema dei rifiuti viene risolto e diventa anche una fonte di guadagno per le amministrazioni.
Questi dati sono stati presentati per la prima volta all'iniziativa "Che aria tira in Toscana?" che si è tenuta il 15 Marzo presso l'SMS Bagno a Ripoli Circolo ARCI. Maggiori informazioni su: http://www.mammenoinceneritore.org/eventi/iniziative/che-aria-tira-in-toscana/
Rekomendasi obat sakit gigi tradisional dan alami dengan cara dikumur bukan ditelan. Herbal ini bermanfaat sebagai disinfektan, antiseptik, anti-radang dan pereda rasa nyeri atau analgesik khususnya bagi sakit gigi berlubang.
R. Villano - Meridiani f.ci 3^ ed : religione (p. 3)Raimondo Villano
R. Villano “La cruna dell’ago: meridiani farmaceutici tra etica laica e morale cattolica”; vincitore LXV ed. Premio naz.le Fondazione Stramezzi ASAS-MiBAC, conferito in quanto contributo per l’assunzione di “consapevolezza di una elevata cultura di vita per portare avanti con coraggio una professione tesa ai più alti valori umani e cristiani” (Roma, 2007); patrocini: Accad. Storia Arte Sanitaria e Chiron Foundation. Dalla presentazione: “L’opera viene a riempire un vuoto nella trattazione italiana in un campo sempre più seguito e, senza dubbio, di grandi prospettive. L’Autore, già foriero di contributi originali, fornisce agli studiosi di scienze farmaceutiche una serie di preziose informazioni e riflessioni. È altamente meritoria l’opera di sviscerare i diversi problemi del farmaco. Questo tema è inquadrato nella giusta fisionomia ed è pieno di prospettive. I capitoli del libro sono pieni di filosofia e la notevole cultura ed umanità dell’Autore emergono qua e là con citazioni classiche mentre la Sua profonda conoscenza dell’argomento gli permette di passare con la stessa proprietà di linguaggio dalla etiopatogenesi alla sociologia. L’auspicio dello Scienziato Tarro è che quest’ottimo libro non solo rechi ausilio all’analisi ed allo studio della farmacogenesi ma favorisca anche la sensibilizzazione dell’opinione pubblica, troppo spesso ignara e indifesa di fronte ai problemi della salute. Il Presidente dei Farmacisti italiani Leopardi, dal canto suo, attraversando metaforicamente l’opera, vi trova riflessioni, considerazioni e materiali che illuminano di senso e prospettive altre e alte la professione farmaceutica. Che, una volta di più, è riconoscente all’Autore per il Suo sforzo continuo e concreto finalizzato ad accrescerne contenuti e profondità, in una visione che - correttamente - si preoccupa di andare ben oltre quegli aspetti commerciali purtroppo più immediatamente e banalmente percepibili”. Il Presidente Farmacisti italiani On. G. LEOPARDI afferma: “ho metaforicamente attraversato la cruna del Tuo ago, trovando riflessioni, considerazioni e materiali che hanno illuminato di senso e prospettive altre e alte la professione farmaceutica. Che, una volta di più, Ti è riconoscente per il Tuo sforzo continuo e concreto finalizzato ad accrescerne contenuti e profondità, in una visione che - correttamente - si preoccupa di andare ben oltre quegli aspetti commerciali purtroppo più immediatamente e banalmente percepibili”. (Effegibi, pp. 365, 2007; 2^ ed. presentazione MD, PhD Giulio Tarro, Chairman of Committe on Biotechnologies and VirusSphere World Academy BioTech Wabt Unesco-Parigi e già allievo di Albert B. Sabin e membro C.ne Naz.le Bioetica (Chiron Foundation, ISBN 978-88-904235-09, LCC BJ 1725, CDD 177 VIL cru 2008, pp. 393, set2008); 3^ ediz. presentazione del MD, PhD Tarro (Chiron, Ed. MBE, ISBN, pp. 398, giu 2009);
Prima lezione 2016: Controlla ciò che sai e libri di testo. Check your Knowle...Luca Marescotti
[definitivo]
Di che cosa si parlerà in questo corso? già ma è necessario che tutti si possano capire: quindi verifichiamo per prima cosa se sono tutte chiare le parole che usiamo in urbanistica?
Sprattutto dovete comprendere la nostra storia nella storia del pianeta, nel contesto delle condizioni ambientali, sotto la pressione delle nostre tecnologie e del nostro numero. E poi, guardate le immagine che seguono. Guardatele una, due, tre volte, dieci volte se necessario, finchè siete in grado di vederle come connesse da comuni denominatori. Quali? Questi sono i messaggi di quelle immagini, che l'urbanistica serve per ridurre i rischi e serve per costruire un'identà sociale, una memoria condivisa dei luoghi.
Це коротка брошура про важливість проекту "Декларатор", про інструменти доступу до публічної інформації, а також про результати проекту. Проект реалізований в місті Кременчук ГО Кременчуцький інформаційно-просвітницький центр "Європейський клуб"
A clear disconnect is occurring at organizations across the U.S. when it comes to employee satisfaction, according to a new study released by Fierce, Inc., leadership development and training experts. The survey found that four out of five employees believe a toxic employee is extremely debilitating to team morale, while the same number agreed that their organizations are somewhat or extremely tolerant of these individuals.
Alle Oostendse lichten blijven op rood staanThierry Debels
Een jaar geleden verscheen het artikel ‘Oostende kleurt bloedrood’. Het ging over de slechte resultaten van diverse Oostende (autonome) gemeentebedrijven .
Jaar later
Vandaag zijn de resultaten van deze Oostendse gemeentevehikels over 2015 gepubliceerd. Laten we de situatie opnieuw analyseren. Zonder de ontknoping al te willen weggeven: de Oostendse gemeentelichten blijven op rood staan.
AG EOS
Het Autonome Gemeentebedrijf Energiebesparing Oostende (EOS) heeft de resultaten over 2015 recent gepubliceerd. ‘De stad Oostende wil iets doen aan de hoge energiefacturen en de klimaatverandering. Daarom richtte ze EOS op. EOS wil iedere Oostendenaar stimuleren om energie te besparen en gebruik te maken van alternatieve energiebronnen.’ In 2015 werd door EOS wel een verlies van 34.328 euro opgetekend.
Kursaal
Ook de NV Exploitatie Kursaal Oostende (EKO) heeft de jaarrekening over 2015 gepubliceerd. In 2015 werd net geen miljoen euro verlies geleden. In 2014 ging het verlies zelfs boven het miljoen euro.
Zelfs Haven Oostende duikt in het rood
Het Autonoom Gemeentebedrijf Haven Oostende heeft eveneens de jaarrekening over 2015 gepubliceerd. Het boekjaar werd afgesloten met een (weliswaar beperkt) verlies van 61.863 euro. Maar ook daar kleurde 2015 dus bloedrood.
AGGB
Het Autonoom Gemeentebedrijf voor Grond- en Bouwbeleid (AGGB) behandelt alle verkavelingen en onteigeningen en verricht de ‘immobilaire bewerkingen’ – zo staat het op de webstek – van en voor de stad Oostende. Het gaat om de opvolger van het Bedrijf voor Grond en Bouwbeleid. Het AGGB publiceerde onlangs de statuten in het Belgisch Staatsblad. Johan Vande Lanotte is volgens de laatste balans voorzitter van de Raad van Bestuur. Ook het AGGB heeft recent de jaarrekening gepubliceerd. Over 2015 zien we een verlies van liefst 212.832 euro. Het vormt onmiddellijk ook het eerste overgedragen verlies van het bedrijf.
Slotsom
Drie Oostendse autonome gemeentebedrijven doken in 2015 in het rood. Het is zeker niet de bedoeling dat dergelijke bedrijven woekerwinsten maken maar het nastreven van een financieel evenwicht is toch niet teveel gevraagd? Vreemd dat de burgers blijven aanvaarden dat verliezen naar de gemeenschap overgeheveld worden. Eén ding is duidelijk: het is geen toeval dat de rood de kleur is van de socialisten. Met dank aan de boekhouders die de verliezen met rode inkt noteerden.
I’M SURE YOU BELIEVED THESE 8 CHOLESTEROL MYTHSKerlan London
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En el marco de la la estrategia en inversión social que lidera la Comisión Europea se ha desarrollado el proyecto europeo del programa Horizonte 2020 InnoSI.
En la jornada que se celebra el 30 de mayo compartiremos sus principales resultados y exploraremos el papel de la Inversión Social de cara a los retos que plantea el nuevo mercado laboral.
Más información en http://www.tecnalia.com
Dr Calzada and Dr Cobo (both from the Future of Cities and Oxford Internet Institute respectively at the University of Oxford), will conduct a workshop entitled 'Education for (Social) Innovation: Transformation in (Smart) Cities' in St. Sebastián on 25th October 2016 as an action that will include in the programme of the Innovation Week 2016 organised by Fomento St Sebastian, the Economic Promotion Agency in the city.
Guía sobre Incubadoras de Emprendimiento Social. Innovación Social al servici...Dominique Gross
Dentro de esta guía se abordan todos los aspectos que componen un proyecto de incubación de emprendimiento social, poniendo al día el mapa de iniciativas a escala estatal que se están desarrollando.
Es importante aclarar al respecto que no se pretende mostrar un mapeo exhaustivo, sino resaltar algunos ejemplos innovadores que están funcionando para cada apartado. Además se incluye una batería de cosechas sobre buenas prácticas y aprendizajes para el diseño, implementación y gestión corriente de una incubadora, así como un espacio para visibilizar bibliografía relacionada con emprendimiento social y un apartado en el que se comparten de manera no detallada las metodologías innovadoras que en diferentes proyectos se están utilizando en materia de idea de negocio, de gestión de grupos y equipos, de medición del impacto social y de dinamización de sinergias para la comunidad.
Proyecto de Tesis para optar el grado de Magister en Ciencias Sociales con mención en Gerencia Social en la Universidad Nacional Pedro Ruiz Gallo de Lambayeque. Perú.
INFORME: La Innovación Social en América Latina. Marco conceptual y agentesESADE
“La innovación social en América Latina: marco conceptual y agentes” es el primero de tres documentos que conforman este informe desarrollado por el Instituto de Innovación Social de ESADE bajo el impulso y la supervisión del FOMIN (BID) en 2014. Tiene como objetivo servir de guía introductoria al creciente debate académico sobre el sentido, el alcance y las formas de medición de la Innovación Social, y situarlo en el marco de América Latina. Su orientación es doble. Por un lado, ofrecer un primer directorio de temas, conceptos y modelos suficientemente comprensivos e inteligibles, que nos permitan entender de qué hablamos cuando nos referimos a la Innovación Social. Por otro lado, mostrar un conjunto de polos, plataformas, redes y centros de generación y difusión de este concepto que empiezan a visualizarse en la región latinoamericana.
ESADE Instituto Innovación Social - Memoria 2014-15ESADE
La andadura del Instituto de Innovación Social de ESADE durante el pasado curso 2014-15 ha estado caracterizada por la voluntad de aunar esfuerzos diversos alrededor de un objetivo común: desarrollar las capacidades de las personas y organizaciones de los sectores empresarial y no lucrativo para fortalecer su contribución a un mundo justo y sostenible.
Instituto de Innovación Social de ESADE
Con la colaboración del promotor del Instituto, Fundación Abertis.
¿Puede un grupo de ingenieros aprender algunas herramientas sencillas de la comunicación, para mejorar la planificación e involucrar más a la comunidad? Aquí el trabajo final del Grupo Comunicaciones, del curso ICT3543 Planificación del Transporte Sustentable Ciudadanía y Ciudad, de la profesora Dr. Lake Sagaris.
Similar a Decálogo de Innovación Social Abierta y Estratégica en Acción en el Ecosistema de Donostia-San Sebastián (20)
Basque settlement increased in the western states of the US decades ago, particularly in California, Idaho, and Nevada. Alongside this migration phenomenon, Basque Studies programs have been emerging at the University of Nevada, Reno (UNR), Boise State University (BSU), and California State University, Bakersfield (CSUB), particularly in the humanities, including history, anthropology, linguistics, and literature. The impact of the pandemic in Basque e-Diasporic communities in California, Idaho, and Nevada, and, consequently, the deep digitalization process being undertaken at the abovementioned universities, has resulted in an increasing demand for an articulated strategy in community engagement through action research. To respond to this timely challenge, the article suggests a need for a transition towards a Social Science transdisciplinary roadmap to support Basque e-diasporic communities. Basque Studies programs have the potential to act as a transformational policy driver through their virtual connections with the Basque Country and key homeland institutions. This article explores this necessary transition through action research by acknowledging the potential for the three abovementioned US states and the Basque Country to set up a transformational e-Diaspora.
To cite this journal article:
Calzada, I. & Arranz, I. (2022), Western US Basque-American e-Diaspora: Action Research in California, Idaho, and Nevada. Societies 12(6), 153. DOI:10.3390/soc12060153.
Dr Calzada's Fulbright Scholar-In-Residence reception took place on 10th October 2022 at California State University, Bakersfield. This event contributed to launch the Institute for Basque Studies (IBS) through a renewed academic programme based on trans-disciplinarity, entrepreneurship, and digitalisation by connecting the Basque Country, Wales, and California. The Fulbright reception event presentation focused on opportunities both at the city-regional level for Central Valley as well as from e-diaspora perspective in relation to Boise and Reno's Basque Studies programme. It is up to the IBS now to implement core foundations stemming from Fulbright S-I-R's programme led by Dr Calzada as PI. An efficient coordination within the CSUB and strategic stakeholders under the supervision of the PI in Bakersfield and Kern County will be required to make this Fulbright S-I-R's foundational statement feasible and doable, which should actively endure over time. The 5th December 2022, alongside the IBS-Etxepare agreement signature, a workshop will be held by the IBS to wrap up and put into practice Fulbright SIR-IBS programme's foundational formulation from January 2023 onwards being that co-led by the PI and IBS.
To cite this document/presentation:
Calzada, I. (2022). Fulbright Scholar-In-Residence (S-I-R) Reception. California State University, Bakersfield (CSUB), October 10, Bakersfield, California: USA. DOI: DOI: 10.13140/RG.2.2.28746.85448.
Smart City Citizenship provides rigorous analysis for academics and policymakers on the participatory processes and practices of smart cities to help integrate ICT-related innovation into urban life. Unlike other smart city books that are often edited collections, this book focuses on the business domain and the technological disruptions themselves, also examining the role of citizens and the democratic governance issues raised from an interdisciplinary perspective. As smart city research is a fast-growing topic of scientific inquiry and evolving rapidly, this book is an ideal reference for a much needed discussion.
To cite this book: Calzada, I. (2020), Smart City Citizenship, Cambridge, Massachusetts: Elsevier Science Publishing Co Inc. ISBN-10: 0128153008 ISBN-13: 978-0128153000
Further information:
ELSEVIER
https://www.elsevier.com/books/smart-city-citizenship/calzada/978-0-12-815300-0
AMAZON
https://www.amazon.in/Smart-City-Citizenship-Igor-Calzada/dp/0128153008/ref=sr_1_2?qid=1565528866&refinements=p_27%3AIgor+Calzada&s=books&sr=1-2
Abstract:
In light of the recent ‘tourism-phobia’, there is a need to better understand how tourism could be transformed through new business and social models. Attempts have been made, for example, to identify which experimental tourism models would align with the United Nations (UN) Sustainable Development Goals (SDGs). Nonetheless, research remains scant and the policy paradigm slightly out of date. With the pervasive proliferation of tourism services provided by big tech multinationals such as AirBnB and Uber and the rapid algorithmic disruption of the so-called “sharing economy” paradigm, several European cities and regions are seeking to mitigate the negative side-effects caused by “platform capitalism” in their neighborhoods and local communities. These side-effects include gentrification, privatization of public space, inherent conflicts between visitors/tourists and residents/locals, environmental damage, and precarious working conditions, among others. Thus, this paper explores why tourism in Europe requires new business and social models to neutralise this algorithmic disruption and modify the extractivist neoliberal logic in tourism to develop new, transformative, techno-political, bottom-up, and networked strategies stemming from the city-regional realm. Against the backdrop of the General Data Protection Regulation (GDPR) in the EU that has recently taken effect on 25 May 2018, this paper argues that a new, transformative, tourism paradigm could emerge from the European political left. The push of the city-regional resurgence beyond established nation-states could enable grassroots and institutional tourism initiatives to take the lead and coordinate a political response to achieve further sustainable, equitable, and, ultimately, democratic technological sovereignty in diverse localities through Europe. In conclusion, this paper posits city-regional, bottom-up, and networked dynamics characterised by the GDPR as an opportunity to establish a new techno-political paradigm in tourism by overcoming data and algorithmic extractivist practices.
To cite this publication: Calzada, I. (2020), Seeing Tourism Transformations in Europe through Algorithmic, Techno-Political and City-Regional Lenses, In Transforming Tourism: Regional Perspectives on a Global Phenomenon. Edited by the Coppieters and Ezkerraberri Foundations. 2020/01. Chapter 6. pp 74-89. Brussels: Centre Maurits Coppieters CMC. ISBN: 978-90-826321-0-1. doi:10.13140/RG.2.2.33522.45769/1.
ABSTRACT: This article draws on the thorny topic of the Social Innovation (SI). Particularly, it revolves around the role of those social movements promoting the Basque language not only in relation to their organisational models but also to their holistic strategy to tackle inevitably digital, urban, and political challenges surfaced by the disruptions stemming from the post-COVID society.
To cite this article:
Calzada, I. (2020), The Role of Social Movements in the Social Innovation (SI): Euskaraldia as a Digital Panopticon. BAT Aldizkaria 115(2): 00-00. DOI: 10.13140/RG.2.2.35980.05763/2. [Preprint] Forthcoming. CC BY-NC 4.0
Video:
https://youtube.com/watch?time_continue=1444&v=lygDohSla6g&feature=emb_logo
Slides:
https://www.slideshare.net/topagunea/topaldia-2020-igor-calzada-oxfordeko-unibertsitatea
General link:
https://topaldia.topagunea.eus/topaldia-2020/igor-calzada/
Over the last decades, globalisation has led to a new class of global citizens. While the access to this global citizenship is still not spread evenly, many have enjoyed the freedom to move, work, and travel with no limits. However, this cosmopolitan globalisation rhetoric of a borderless world has been drastically slowed down by Covid-19. This pandemic has introduced a new level of uncertainty in global affairs and led many to question whether citizens will be able to continue enjoying the freedom of movement once the crisis is over. To share this article: https://apolitical.co/en/solution_article/will-covid-19-be-the-end-of-the-global-citizen To cite this article: Calzada, I. (2020), Will Covid-19 be the end of the global citizen? Apolitical. Retrieved from: https://apolitical.co/en/solution_article/will-covid-19-be-the-end-of-the-global-citizen DOI: 10.13140/RG.2.2.11942.27208/1.
Dr Igor Calzada participates on 26th and 27th September 2019 in Barcelona on the ‘Workshop on Public Policy, Cities and the State’ co-organised by the UPF (Barcelona) and SciencesPo (Paris). He presents a paper about a forthcoming publication:
Calzada, I. (2020), Emerging Citizenship Regimes and Rescaling (European) Nation-States: Algorithmic, Liquid, Metropolitan and Stateless Citizenship Ideal Types. In Sami Moisio, Andrew EG Jonas, Natalie Koch, Christopher Lizotte, Juho Luukkonen and Matthew Sparke (eds), Handbook on the Changing Geographies of the State: New Spaces of Geopolitics. Cheltenham, UK and Northampton, MA, USA: Edward Elgar Publishing. [Forthcoming] DOI: 10.13140:RG.2.2.17301.6832/1.
Here is the reference of the paper:
Calzada, I. (2019), Emerging Citizenship Regimes and Rescaling (European) Nation-States: Algorithmic, Liquid, Metropolitan and Stateless Citizenship Ideal Types. Workshop on Public Policy, Cities and the State jointly co-organised by the Universitat Pompeu Fabra-Barcelona (UPF), Department of Political and Social Sciences & SciencesPo (Centre d’Études Européennes et de Politique Comparée)-Paris, UPF, 26-27 Sept., Barcelona (Spain).
This is a periodistic article published on September 8, 2019, in the Basque newspaper Berria, which is entirely in Basque language. The article revolves around the volatile Brexit context by giving several insights referring to the democratic dysfunctional nature of Brexit whatsoever and elaborating from an sketchy and nuanced analysis on the unequal scenarios and future prospects for England, Scotland, Wales, and Northern Ireland.
To cite this article:
Calzada, I. (2019), Brexit: Erraietatik. Berria. DOI:10.13140/RG.2.2.15258.59849.
AI is now an important component of sectors such as healthcare, agriculture, public administration and transportation, and is helping to address major challenges such as ageing and climate change. However, there is currently a lack of transparency in algorithmic governance systems, and this is worsened when these algorithms are integrated into already opaque governance structures in our cities. Moreover, over the past decade, the propagation of sensors and data collection machines in so-called ‘smart cities’ by both the public and the private sectors has created democratic challenges around AI, surveillance capitalism, and protecting citizens’ digital rights to privacy and ownership.
This is a policy report elaborated by the Basque Studies' Society to collect a wide range of opinions on the prospective nature of the Basque territory. Dr Calzada has contributed to the report in a 'Collective Authorship' fashion.
This is the report published on 25th June 2018 by the All-Party Parliamentary Group of the UK Government entitled: 'Intelligent leadership: How government strategy can unlock the potential of smart cities in the UK' to which Dr Calzada from the University of Oxford has contributed to.
Journal article published in @GlocalismJ on 'Do Digital Social Networks Foster Civilian #Participation among #Millennials? Kitchenware Revolution & #15M Democratic Regeneration cases' #Iceland & #Spain #technopolitics #democracy #socialmedia #OpenAccess http://www.glocalismjournal.net/issues/beyond-democracy-innovation-as-politics/articles/do-digital-social-networks-foster-civilian-partecipation-among-millenials-kitchenware-revolution-and-15m-democratic-regeneration-cases.kl
Territories is a new and innovative international journal that covers the evolution of theories, notions and concepts, facts and interpretations of empirical analysis related to the field of regional studies. The journal aims to publish original research from an interdisciplinary angle, which deals with the economic, socio-political, environmental and philosophical dimensions of urban and non-urban (post-national) regions. The specific goal of Territories stands on the study, debate and intellectual argument on how the global scenario provokes a new understanding, recognition and evolution of regional realities around the world, which go beyond the national concept. This journal will publish papers that engage with the economic and political conditions that have a founded impact towards regional realities, and vice versa. It is important to note that
this reverse angle is crucial to understand the global scene today. Territories represents a new agora where to bring critical perspectives that may help to understand and change the current hegemonic conditions.
Calzada, I. (2018) From Smart Cities to Experimental Cities? In Vincenzo Mario Bruno Giorgino and Zachary David Walsh (eds), Co-Designing Economies in Transition: Radical Approaches in Dialogue with Contemplative Social Sciences. Cham: Springer International Publishing. 191-217. DOI: 10.1007/978-3-319-66592-4_11.
Dr Calzada is participating as partner representative and WP leader of Replication of Replicate EU project, in the 'Replication Workshop: From Follower to Lighthouse City for Smarter Cities' organised by EU-INEA in Brussels.
Dr Calzada has been kindly invited by the Barcelona City Council to take part in the Board of Directors of the Barcelona City Council on 17th January 2018. His presentation has been elaborated in collaboration with ESADE Business School. The title is: 'Cities & Data: Com el Digital, #BigData & #DataScience està transformant els governs'.
Dr Calzada will be teaching as an invited invited and guest lecturer on the MIT Metro Lab Initiative in Boston, Massachusetts on 11th January 2018 on 'Political Regionalism and Metropolitan Governance: Devolution, Metropolitanisation, and the Right to Decide'.
The MIT Metro Lab Initiative have held another edition in which Dr Calzada will contribute to the section: Co-creating the metro discipline that will take place from 8th to 12th January 2018.
During this time, he will be part of the instructors of the theme Metropolitan Governance by addressing the specific and delicate issue of legitimacy. Dr Calzada will examine how a new political regionalism pattern claims expressed and embodied via geo-democratic practices.
Here is the brochure of the entire course.
Dr Calzada will be teaching as an invited invited and guest lecturer on the MIT Metro Lab Initiative in Boston, Massachusetts on 11th January 2018 on 'Political Regionalism and Metropolitan Governance: Devolution, Metropolitanisation, and the Right to Decide'.
The MIT Metro Lab Initiative have held another edition in which Dr Calzada will contribute to the section: Co-creating the metro discipline that will take place from 8th to 12th January 2018.
During this time, he will be part of the instructors of the theme Metropolitan Governance by addressing the specific and delicate issue of legitimacy. Dr Calzada will examine how a new political regionalism pattern claims expressed and embodied via geo-democratic practices.
Here is abstract of his presentation on 11th January 2018, in Boston, Massachusetts (USA).
Dr Calzada has been invited as an instructor and guest lecturer at the MIT Metro Lab Initiative Course 2018 in Boston, Massachussets. He will deliver a conference on Metropolitan Governance and Political Regionalism.
The workshop will stress the importance of transitions as a new “urban commons” narrative for urban infrastructure (housing, food, mobility, etc.), collaborative civilian empowerment, network governance, alternative finance, urban co-operatives, energy grassroots mobilisation, data-driven sovereignties/devolution, urban welfare, and urban development. Additionally, the workshop will focus on questions of urban governance and will explore different frameworks for governing common urban resources.
Hence, after consideration of the above, we should also ask whether another urban governance model is possible, a ‘third way’ of urban experimentation between state and market (Keith & Calzada, 2017; Keith & Calzada, 2016; Dellenbaugh et al., 2016).
This is the final workshop of the series ‘Bridging European Urban Transformations 2016-2018’ that has been coordinated by Dr Igor Calzada. To conclude, this workshop series:
• aimed to bring about academics and non-academics to reflect on urban challenges affecting cities and regions in Europe.
• emphasized an interdisciplinary dialogue, bridged the gap between theory and practice, and encouraged knowledge exchange between academics, policymakers, citizens, and activists.
• built on the first, second, third, and fourth Brussels workshop of the ESRC Urban Transformations programme and formed part of a series of interventions in partnership.
Balance Caja de Jubilaciones Pensiones y Retiros de la Provincia de Córdoba ...Córdoba, Argentina
Los Estados Contables tienen por objeto dar a conocer la situación patrimonial y de resultados así como presupuestaria de la institución al cierre de cada ejercicio contable. Brindan información a los beneficiarios, abogados, peritos, auditores, organismos de contralor, y a la sociedad en general.
Entren los principales temas, los informes presentan información relacionada a ingresos por aportes y contribuciones; gasto prestacional y gastos de funcionamiento; fuentes de financiamiento; resultados financieros; fondo complementario, entre otros temas.
Transcripción. S.E. el Presidente de la República, Gabriel Boric Font, realiz...Andrés Retamales
Transcripción. S.E. el Presidente de la República, Gabriel Boric Font, realiza Cuenta Pública 2024 [1 de junio de 2024].
Disponible en:
https://prensa.presidencia.cl/lfi-content/uploads/2024/06/01.06.2024-cuenta-publica-ante-congreso-nacional.docx.pdf
Transcripción. S.E. el Presidente de la República, Gabriel Boric Font, realiz...
Decálogo de Innovación Social Abierta y Estratégica en Acción en el Ecosistema de Donostia-San Sebastián
1. Donostia Sustapena/Fomento San Sebastián, University of Oxford y Translokal
ACTION RESEARCHPOLICY-REPORT
Abiertay EstratégicaenAcción
en el Ecosistemade Donostia-San Sebastián
Dr Igor Calzada, MBA
2. 2
(First) Published on 2016 by @translokal
This work is available under the Creative Commons Attribution 3.0 IGO license (CC BY 3.0 IGO)
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ShareAlike — If you remix, transform, or build upon the material, you must distribute your
contributions under the same license as the original.
Autor del Informe: Dr Igor Calzada, MBA - University of Oxford
www.igorcalzada.com/about @icalzada igor.calzada@compas.ox.ac.uk
Agradecimiento/Eskertza:
El autor de dicho informe le gustaría agradecer a los participantes de los dos workshops: Ibai
Zabaleta (Hirikilabs/Tabakalera), Mariano Cortés (Kutxa Zeharo), Adriana Martínez (APTES), Pablo
Herrera (Sinnergiak/UPV), Jon Ander Arzallus (Grupo Gureak), Jon Abril (Elhuyar), Iñigo
Benedicto (Sinnple) eta Xabier Álvarez (Cook Management). Eskerrik asko zuei ere.
ISBN:978-8-49-427528-9
Calzada, I. (2016), Decálogo de Innovación Social Abierta y Estratégica en Acción en el
Ecosistema de Donostia-San Sebastián. En colaboración con Fomento San Sebastián –
Donostiako Sustapena. Translokal – Academic Entrepreneurship for Policy-Making. Donostia.
3. 3
INDICE
RESUMEN EJECUTIVO
0.- INTRODUCCIÓN:
Innovación Social Abierta y Estragética en Acción.
1.- OBJETIVOS:
Activar el Ecosistema de Fomento San Sebastián.
1.1.- Compartir/construir desde la acción, la propia innovación social
1.2.- Activar el ecosistema
1.3.- Análisis/diagnóstico estratégico de la innovación social en el entorno de Donostia-San
Sebastián
2.- CONTEXTO de la INTERVENCIÓN:
2.1.- Síntomas
2.2.- Agentes
2.3.- Impacto
3.- METODOLOGÍA:
Decálogo de Innovación Social Abierta y Estratégica en Acción en el Ecosistema de
Donostia-San Sebastián:
3.1.- Action Research
3.2.- Innovación Social Abierta
3.3.- Innovación Social Estratégica
3.4.- Innovación Social en Acción
3.5.- En el Ecosistema de Donostia-San Sebastián, Gipuzkoa, CAV y ciudad-regional.
4.- APUNTE METODOLÓGICO:
26 Octubre (Workshop 1) y 10 Diciembre 2015 (Workshop 2).
5.- CONCLUSIONES PRELIMINARES:
Del presente al futuro.
6.- RECOMENDACIONES:
Hacia unas políticas territoriales de carácter estratégico en innovación social y abierta.
7.- REFERENCIAS
4. 4
RESUMEN EJECUTIVO
El presente informe denominado ‘Decálogo de Innovación Social Abierta y Estratégica en
Acción en el Ecosistema de Donostia-San Sebastián’ (Action Research Policy Report), es un
resultado del trabajo de colaboración entre Fomento San Sebastián/Donostiako Sustapena y el
Dr. Igor Calzada, MBA, de la University of Oxford (UK), para realizar un diagnóstico
estratégico del ecosistema territorial de innovación social en Donostia-San Sebastián. El
presente informe recoge la culminación del recorrido que durante los últimos tres años Fomento
San Sebastián ha realizado. Si bien operativamente se recoge la labor realizada en el 2015, con
dos hitos concretos en relación a dos workshops, el presente informe se desarrolla desde esa
mirada retrospectiva en la cual Fomento San Sebastián ha tenido en todo momento su rol
catalizador, proactivo y de nodo de un ecosistema de innovación social.
La innovación social es parte de la acción de muchas organizaciones e instituciones que operan
en Donostia-San Sebastián, Gipuzkoa, C.A. de Euskadi, y en la extendida área ciudad-regional.
Ya antes del 2007, previa a la creación de la Agencia Vasca de Innovación, Innobasque, y
también a posteriori, la innovación social ha sido, es y será parte de la acción de numerosas
organizaciones, empresas e instituciones.
No obstante, más allá de la mera inercia institucional y empresarial, cabría preguntarse que hay
detrás de esta tendencia social y económica en el entorno analizado. En una primera
aproximación, podría deducirse – sin ningún tipo de evidencia (NESTA 2016), todo sea dicho –
que existen infinidad de factores interdependientes que explican la presencia de este tipo de
acciones, iniciativas, proyectos y programas:
• apuesta institucional a favor de políticas de bienestar activas (Martinez-Celorrio 2015),
• un supuesto espíritu emprendedor (Leadbeater 1997),
• una potencial sensibilidad social y tejido comunitario (Calzada 2013 y 2014),
• un enfoque de competitividad local/regional (Calzada 2012),
• y/o un objetivo de lograr cohesión social (Evers 2014) o transformación y justicia
social, en el entorno cercano (Calzada 2011a/b y 2015).
Más allá de definiciones más o menos adaptadas a la realidad que se ha intervenido, el presente
informe presenta un doble objetivo:
A) Producir un análisis/diagnóstico estratégico de manera compartida entre agentes (a
partir de su actividad diaria) que operan en el ecosistema de la innovación social de
Donostia-San Sebastián. Por lo tanto, el diseño de intervención favorece el compartir
desde los proyectos diarios de cada una de las organizaciones, intentando así favorecer
un mutuo conocimiento y de manera indirecta, un fortalecimiento del capital social del
ámbito/sector de la innovación social.
B) Como consecuencia, y de manera paralela, promover una dinámica estratégica de
compartir los proyectos reales de los agentes, pudiendo tener una continuidad,
entendiendo la innovación social desde la práctica abierta, como un área económico-
social multidisciplinar y abierta a todo tipo de propuestas que redunden en la mejora de
la calidad de vida de los ciudadanos.
5. 5
Para ello, se organizaron dos workshops, concretamente el 26 de Octubre y el 10 de Diciembre
del 2015, para realizar un itinerario de trabajo de taller entre los agentes.
El 26 de Octubre estos fueron los agentes/personas que compartieron:
• Hirikilabs/Tabakalera (@hirikilabs / @tabakalera): Ibai Zabaleta.
• Kutxa Zeharo (@KutxaZeharo): Mariano Cortés.
• APTES (@APTEStecsocial): Adriana Martínez.
• Sinnergiak/UPV (@Sinnergiak / @upvehu): Pablo Herrera.
• Grupo Gureak (@grupogureak): Jon Ander Arzallus (@jaarzallus).
• Fomento San Sebastian (@FomentoSS): Iñigo Olaizola (@Inigolaizola) y Ainhoa
Aldasoro (@AinhoaAO).
El 10 de Diciembre estos fueron los agentes/personas:
• Elhuyar (@Elhuyar): Jon Abril (@jonabril).
• Sinnple (@SINNPLE_consult): Iñigo Benedicto (@ibenedicto).
• Cook Management: Xabier Álvarez.
• Grupo Gureak (@grupogureak): Jon Ander Arzallus (@jaarzallus).
• Fomento San Sebastian (@FomentoSS): Iñigo Olaizola (@Inigolaizola) y Ainara
Iparragirre.
Hay que incidir que Fomento San Sebastián se fijó tres ejes de actuación (Sensibilización,
Ecosistema y Emprender) y dos vectores de actuación en su marco de innovación social a lo
largo del 2015:
1) Empleo juvenil de calidad
2) Economía colaborativa1
Este policy report/informe cierra un ciclo emprendido hace tres años aportando un marco de
actuación futura a partir del 2016.
1
Interesante caso paradigmático de la Sharing Economy/Economia Colaborativa en Seoul:
http://techcrunch.com/2015/08/14/lessons-from-seouls-two-sharing-economies Ver referencias ‘Seoul
Sharing City’ (2014 y 2015).
6. 6
0.- INTRODUCCIÓN: Innovación Social Abierta y Estratégica en Acción.
En la C.A. de Euskadi, Fomento San Sebastián viene trabajando la innovación social como
paradigma institucional, económico, social y tecnológico-cultural. A su vez, el entorno de la UE
está fortaleciendo las políticas y los proyectos de intercambio de innovación social entre
estados, regiones, ciudades y barrios. En este contexto, Fomento San Sebastián, en el marco
geográfico de actuación más amplio (Gipuzkoa, C.A. de Euskadi, etc.), se presenta como una
agente catalizador con una posición privilegiada para activar y ser a su vez nodo de conexión
europea en el campo de la innovación social.
En relación a la innovación social, a pesar de no ser un concepto nuevo, se presenta ahora como
una alternativa a la carencia de respuestas públicas a los problemas colectivos (Moulaert 2005 y
2010, Grimm 2013, Subirats 2015, Martinez y Subirats 2015) y Rodriguez 2012). El resultado
final es que las problemáticas sociales, nuevas y viejas, tienen que encontrar formas nuevas de
resolución o moderación. Y, en muchos casos, todo esto deriva en propuestas de
autorganización social, de iniciativa colectiva, de emprendizaje, de innovación social de índole
muy diversa, plural y por ende, con potencialidad de enriquecer el territorio (MacMallum et al.
2009 y Calzada 2013) y el conjunto de las redes de organizaciones y agentes que impregnan con
su actividad. Es el caso de las instituciones y organizaciones que invitamos a esta jornada, ya
que todas ellas están realizando una gran labor en aras de extender el paradigma de la
innovación social.
No obstante, a pesar de la intensiva actividad de agentes en este sector, la innovación social no
se sitúa todavía en el centro de las políticas institucionales y prioridades organizativas de
agentes clave de nuestro entorno. Tal y como nos señala Vadrot (2011), este es un tema muy
recurrente en lo referente a las aplicaciones de la innovación social en numerosos entornos. Tal
vez con el agravante de que, en el caso vasco, la técnica y la humanística está aún más
distanciada por la hegemonia del pensamiento industrial (Calzada 2016).
Sumado a lo anterior, existen muchos agentes trabajando este campo pero con la percepción
(erronea o no) de que a veces de manera poco conectada: con la consiguiente pérdida de
impacto en el tejido organizacional y en el territorio en su conjunto, sin contar con el despilfarro
del know-how y de las posibles sinergias existentes entre los propios agentes. Lo que nos lleva
al terreno del capital social del ecosistema de innovación social de Donostia-San Sebastián,
Gipuzkoa, C.A de Euskadi y ámbito extendido ciudad-regional. Aspecto que a lo largo de este
informe será central. En concreto, mediante un decálogo, como herramienta de diagnóstico con
la cual se deconstruirá la realidad del ecosistema. Para ello se han valorado otras fuentes y
ecosistemas de innovación social, básicamente dentro del ámbito de la UE (CSES 2014,
European Commission 2015, Le Ber 2010). También se han analizado algunos casos más
cercanos promovidos por algunos agentes propios y participantes en esta intervención: Elhuyar
(Calzada 2015), Sinnple (Sinnple 2013) y Fomento San Sebastián (2014a y 2014b).
En conclusión, más allá de poner el énfasis en los programas de apoyo institucionales, que si
bien son necesarios, no deben ser un fin en sí mismo. Este informe recoge la reflexión
estratégica conjunta, cruzada y abierta, entre varios agentes activos de la innovación social de
nuestro entorno. En la misma realizo una puesta en común estratégica sobre las acciones y
proyectos concretos que están desarrolando en el presente. El informe tiene como objetivo
marcar un hito/referencia en la construcción de un espacio de encuentro permanente, activo,
abierto y estratégico, para reflexionar sobre la acción de la innovación social en nuestro entorno.
En el citado espacio se identificarían condicionantes que pudieran actuar de obstáculo,
diseñando, a su vez, políticas y estrategias públicas para las instituciones, dinamizando así el
sector/ámbito a través de la participatión de todos y cada uno de los agentes (Karo et al. 2011 y
Almirall et al. 2014).
7. 7
1.- OBJETIVOS: Activar el Ecosistema de Donostia-San Sebastián.
Para la elaboración de este informe, la intervención vía workshops en comunidades de práctica
(CoP) (Wenger et al. 2002), siguió el siguiente esquema de trabajo:
• Invitar a los agentes de la innovación social del entorno a reflexionar y compartir esa
reflexión sobre su acción diaria mediante sus proyectos.
• Actuar de mero catalizador de un ámbito/sector existente como es el de la innovación
social, favoreciendo una sesión de trabajo de puesta en común donde el centro sea la acción
y los proyectos de cada agente.
• Extraer y poner en valor las diversas, variadas y plurales aproximaciones que de la
innovación social están conviviendo en nuestro entorno.
• Poner el foco en el proyecto de innovación social de cada agente, buscando enriquecerlo y
extrapolar hacia una visión estratégica compartida por el resto de los agentes.
De la propia acción que se recogió en los dos workshops, tres fueron los objetivos que se
lograron:
1.1.- Compartir/construir desde la acción, la propia innovación social
Si bien la innovación social se presenta como de difícil definición y ha existido un gran
recorrido en Gipuzkoa2
(Diputación Foral Gipuzkoa 2010), en lo referente a la innovación
científica, empresarial, cultural y social; en el workshop se realizó un esfuerzo por abrir el
debate a la comprensión que cada uno de los agentes participantes tenía sobre el tema.
1.2.- Activar el ecosistema
En ella, nos damos cuenta de la diversidad de campos, clientes, proveedores y colaboradores
que cada agente presenta. También el grado de abstracción que la innovación social supone para
la gestión de proyectos de cada uno de ellos.
En este ecosistema casi todos los agentes actúan en el ámbito micro-comunitario, bien
empresarial meramente dicho, de emprendedores o mundo asociativo-comunitario.
Especialmente, la Diputación Foral de Gipuzkoa aparece en innumerables conversaciones,
como el agente de la escala macro, véase, el ‘músculo’ financiador, dotador de recursos. Lo que
nos lleva a sugerir, indagar y explorar posibles articulaciones entre esta y el resto de los agentes
participantes.
1.3.- Análisis/diagnóstico estratégico de la innovación social en el entorno de Donostia-San
Sebastián
Ahora bien, sería pretencioso por parte de este informe extrapolar los resultados de este informe
al resto de los agentes. Más aún, desconociendo todo el trabajo que durante años los mismos
vienen desarrollando para situarse y situar al resto de los agentes del ecosistema del ‘nebuloso’
ámbito/sector de la innovación social (Bizkaiko Foru Aldundia 2014). Con el objetivo
meramente ilustrativo, a continuación se recogen dos ejemplos de dos agentes que ha realizado
el mapeo del ecosistema, uno, en Donostia-San Sebastián y el otro, en la mancomunidad de
Beterri. El primero fue desarrollado por Fomento San Sebastián en colaboración con Sinnple
(2013) y el segundo por Elhuyar (2015).
2
Con proyectos como el centro de empresas de Belartza.
8. 8
Figura 1: Ecosistema de Innovación Social (por @FomentoSS en colaboración con
@SINNPLE_consult).
Figura 2: Proyectos evaluados por @Elhuyar, lo que compone indirectamente un Ecosistema de
Innovación Social.
9. 9
Figura 3: Marco Innovación Social para el Desarrollo Territorial, elaborado conjuntamente entre
@Elhuyar e @icalzada tras el análisis del ecosistema intervenido como lo muestra la Figura 2.
Con los dos ejemplos se trata de ilustrar la importancia que el hecho de tener unos espacios de
colaboración presentan para cualquier actividad que pretenda contribuir con algunos de los
vectores de la innovación social. Es el gran Richard Sennett (2013), el que no se cansa de
repetirnos que en un entorno de escasez, la única manera de poder superar las crisis (Tommasi
2015) es mediante la instauración de rituales de cooperación institucionales y no-institucionales.
La cuestión es que tal y como cada vez más voces e informes de instituciones que llevan mucho
tiempo trabajando este ámbito nos sugieren, la propia innovación social no es un totem estático.
Más allá de proponer medidas para canalizar el gasto público hacia políticas sociales (sanidad,
educación, tercera edad, juventud, desarrollo comunitario, etc), la innovación social, en sí
misma, está mutando hacia modelos mucho más complejos que responden a retos sociales y
económicos cada vez más interdependientes. Es el caso del debate abierto en relación a la
economía colaborativa y al empleo juvenil de calidad. Y es que en ocasiones, la implementación
comienza muy alejada de donde se destinan los fondos y se deciden las políticas públicas
(Cosner et al. 2014 y Doh 2010).
10. 10
En consecuencia, la propuesta de diagnóstico a partir de la intervención en workshops que se
desarrolló gracias a la participación de los agentes, contiene este enfoque:
a) Ampliar el encuadre de lo que innovación social como sector o ámbito nos sugiere a
nivel local de Donostia-San Sebastián.
b) Para lograr así, un análisis profundo, compartido, y lo más importante, que sirva para
reforzar la acción institucional, comunitaria y empresarial de los diversos agentes,
superando la presente fragmentación (Westley et al. 2010).
c) Que facilite a Fomento San Sebastián:
a. Convertirse en un agente catalizador del ecosistema de innovación social de
Donostia-San Sebastián,
b. actuando por iniciativa propia, con un rol proactivo;
c. con el objetivo de que Fomento San Sebastián desarrolle su rol catalizador local
en la ciudad.
d. entre la acción operativa diaria de los agentes ámbito/sector de la innovación
social.
e. Enfoque, que se deberá de enriquecer y actualizar con las últimas tendencias de
la innovación social y proyectos que se están desarrollando exitosamente en
Europa en el presente. (Este contenido se retomará en el apartado 3.-
Metodología).
11. 11
2.- CONTEXTO de la INTERVENCIÓN:
Si bien el contexto de la intervención se circunscribe a dos workshops celebrados el 26 de
Octubre y el 10 de Diciembre respectivamente, se debe indicar que este informe tiene un inicio
previo con conversaciones anteriores básicamente con interlocutores de Fomento San Sebastián,
como conocedores del trabajo de campo que en el campo de innovación social se estaba
desarrollando en el ámbito descrito. Por otra parte, cabría añadir como nota que el autor del
presente informe mantiene regularmente interlocución sobre el análisis del estado del arte de la
innovación social y los proyectos en activo en el citado ámbito; cabría destacar a Elhuyar, por
haber colaborado en la revisión final de su herramienta de autoevaluación (Calzada, 2015).
Conversaciones que, no cabe la menor duda, enriquecen y apuntalan las conclusiones de este
informe.
2.1.- Síntomas
Previa a las sesiones de workshop, en ambas ocasiones, se lanzaron una serie de ‘titulares’ para
provocar un debate y engarzar con algunos posibles síntomas que provoca la actividad diaria de
cada participante/agente y su entorno de interacción. En todo caso, hay que incidir que en la
dinámica de una comunidad de práctica, lo que se trató en todo momento fue de ‘provocar’ sin
adoptar ningún dogma en lo que allí se planteaba. Estos fueron los aspectos que se comentaron:
• Sobre-institucionalización:
Frente a una nostalgia, necesaria o innecesaria según posiciones, de una sociedad cada
vez individualista en detrimento de una más cohesionada (Elzo et al. 2010), son muchas
las voces que reclaman una sociedad con una sociedad civil más despierta. Ante este
hecho, la innovación social, más allá de activar a la sociedad civil, lo que ha provocado
ha sido una saturación y sobre-institucionalización de numerosos eventos y programas
de financiación que casi producen, no siempre, pero en su gran mayoría, una sensación
de demasiado continente para tan poco contenido. Si bien la interacción es importante,
en este momento de desarrollo de la innovación social en nuestras políticas, debe venir
acompañada de contenido. Continente y contenido, ambas a la vez. (Calzada 2008 y
2015).
• Persona/Proyecto:
La necesaria aproximación de que la innovación social entre otros muchos otros
factores debe de estar pivotada por el binomio persona/proyecto, con la consiguiente y
necesaria cobertura y monitorización de las instituciones. A este respecto, cabría indicar
también que parece ser difícil ‘navegar’ en solitario con un proyecto socialmente
‘innovador/emprendedor’, entre los cuantiosos filtros institucionales. Este aspecto, se
pudo observar en el transcurso de los workshops. Lo que demanda una reflexión en
cómo se realiza la acción de la innovación social y los mecanismos de apoyo que para
ello las instituciones diseñan.
• Coalición hegemónica3
: racional economicista/ingenieril. (Chang, 2014)
Sin desmerecer en absoluto que el ‘motor’ económico lo constituye el tejido
empresarial del territorio, al adentrarnos un poco más en lo que es la comprensión y las
posibilidades reales de la innovación social, nos podríamos encontrar con una cierta
coalición hegemónica, compuesta por dirigentes que ‘únicamente’ (y el ‘únicamente’
podría ser el síntoma-matiz detectado), observan los proyectos desde un paradigma
(incompleto, al menos en muchos proyectos a nivel internacional) del racionalismo
económico y su vertiente técnica e ingenieril. Es aquí, donde un gran esfuerzo en el
3
Interesante seguir esta conferencia de Ha-Joon Chang ‘Economics: The User’s Guide’
https://www.youtube.com/watch?v=n5j5EW933Kw
12. 12
diseño de políticas se debería hacer. Ya que como economistas de la talla de Stiglitz
(2012) y más recientemente, el economista francés Piketty (2014) prueban, el modelo
económico de corte racional economicista, con su vertiente hacia la economía
neoclásica ortodoxa (en vez del manido y reducido, neoliberalismo) no ha corregido
aún la desigual distribución del capital y sus perversos efectos postcrisis.
• Enfoque (eminentemente) cuantitavista:
Otro de los síntomas, y que no cabe duda es una consecuencia de la anterior, es la
‘herencia’ que la cultura de la calidad nos dejó: lo que no se mide no se puede mejorar.
Desde esta mirada que podríamos denominar ‘positivista’, entendiendo que se trata de
observar dinámicas sociales como si fuesen dinámicas medibles y cuantificables, se
limita absolutamente el alcance y la potencialidad de la innovación social (CITIE 2015).
Aspecto que sorprende, cuando el ámbito europeo lleva ya, básicamente con referencias
anglosajonas y nórdicas líderes en la materia, trabajando esta mirada desde hace más de
una década. Si bien la cuantificación y la medición son partes importantes de las
ciencias sociales aplicadas y necesarias (Sinnergiak 2015), podríamos reiterar,
incluyendo referencias de peso como la propia European Commission (2010a y 2010b),
el propio autor referencial Moulaert (2005 y 2010) o incluso, Mulgan (2006 y 2013) con
su gran aportación al frente de NESTA (2010, 2014, 2015 y 2016); que no representan
el conjunto propuestas de trabajo que, desde la humildad entendemos, la innovación
social debería y podría cubrir.
• Sectores ‘blandos’ (soft):
Si bien nadie pone en duda hoy que la innovación (Schumpeter 1974) supone el
principal driver en cualquier sociedad avanzada, como la vasca, tampoco sería real
pensar que sectores como las industrias creativas, los servicios sociales, la juventud,
economía social, arte y cultura, lengua, género, democracia, tecnología, etc,
constituyen el canal central de las políticas del territorio. A este respecto, e intentando
en todo momento arrojar luz, faltaría realizar un alineamiento entre las políticas, los
proyectos de los agentes y el impacto socio-económico real de dichos proyectos.
• Baja incorporación en políticas públicas estratégicas: Colateralidad.
Finalmente, y como consecuencia de la anterior: podríamos pensar que ha podido existir
una insuficiente o no acertada manera de comunicar la innovación social a la
ciudadanía, o porque como dijo un escritor vasco popular ‘en sociedades con un nivel
de bienesar por encima de la media, es de mala educación hablar problemas sociales
cuando aparentemente, no existen’. Y es que el tema del bienestar, solo se percibe como
algo prioritario, cuando se produce se pérdida o deterioro, como ha ocurrido con los
recortes sociales (también afectando a la innovación social de lleno) en plena época
postcrisis y de austeridad.
2.2.- Acción
Lo que nos propone situar la acción de innovación social de todos los agentes en los siguientes
ejes:
• Postcrisis/Austeridad:
No podemos dejar pasar por alto que la innovación pre-2008 o la post-2008 tiene los
mismos elementos (Calzada 2013). Tal vez, el punto de inflexión en el ciclo económico
ha alentado todavía más la necesidad de una innovación social como recuperadora de un
bienestar social drásticamente sacudido por medidas de austeridad gubernamentales.
Tampoco en la UE lo obviaron en la medida que la crisis financiera tambaleó en cadena
las estructuras económico-sociales, las políticas (en algunos lugares de Europa, y
13. 13
especialmente el 15M, fue un foco destacable) y en el presente, también las
institucionales.
• Nuevos modelos de interacción entre: Mercado-Empresa/Sociedad-Comunidad-
Ciudadanía/Agentes Económicos, Sociales y Culturales:
Frente a la inicial zozobra, la innovación social se ha empezado a considerar en muchas
ciudades, regiones y países de la UE, como un eje central para superar las disfunciones
que la crisis ha dejado. Es así, que no podemos entender, repito, ‘únicamente’, la
implementación de políticas activas de la innovación social como instituciones que
dotan a empresas y organizaciones de recursos. Uno de los grandes cambios que
estamos teniendo en nuestros barrios, pueblos, ciudades y regiones, son la
multiplicación de los grupos de interés, o mejor dicho stakeholders. Cualquier acción de
innovación social que se preste a querer aportar valor económico, social o cultural a un
territorio, deberá lidiar con la identificación, la negociación y el complejo juego de
relaciones entre agentes que aparecen y desaparecen en un permanente continuo. Este es
un elemento que como diría Bauman (2000), responde a nuestra característica de
sociedad líquida.
En esta línea, es más que recomendable seguir la nueva visión de la innovación social
que Thackara (2015) ofrece a los practitioners, a los hacedores. Ya que más allá de
innovar lo que se hace, propone ya una innovación social con proyectos que modifican
la propia interacción de los stakeholders. Aspecto este, que es el central, al menos eso
lo intenta, este informe. En esta misma línea, el autor de este informe recomienda
encarecidamente la lectura de ‘In the Bubble: designing in a complex world’ del mismo
autor mencionado (2005) y la ‘Era del acceso’ del conocido Rifkin (2000).
• C.A. de Euskadi: Intentos fallidos para crear ecosistemas sostenibles.
Más allá de lecturas catastrofistas, pero igualmente huyendo de la autocomplacencia
como actitud, en el equilibrio está la virtud. En las sesiones de workshops, se provocó
con la siguiente hipótesis: existen muchos factores entrelazados para responder porqué
no se había consolidado un ecosistema de innovación social sostenible en el tiempo.
Existen evidencias actuales que prueban lo siguiente:
o Existen instituciones que fueron creadas hace más de dos décadas que en otras
regiones europeas ya desaparecieron y que en la C.A. de Euskadi siguen, al
menos aparentemente activas.
o Otras instituciones han sido desmanteladas, cuando su principal cometido era
exactamente favorecer la consolidación de una ‘red’ de agentes. Sería
interesante indagar las causas. Las preguntas que podrían venir a la cabeza
serían con ánimo absolutamente respetuoso y para poder aprender de lo que se
ha puesto en marcha4
:
§ ¿Qué proporcionaba la red a los agentes y personas?
§ ¿Qué mecanismos de activación o coordinación ofrecía?
§ ¿Qué estrategia tenía, más allá de reunir y poner a agentes a dialogar?
o Algo que sorprende y que sería una sugerencia a futuro es que todos los
diversos perfiles de agentes deben beneficiarse mutuamente de la acción
conjunta de un ecosistema. Respetando cada uno sus límites pero buscando ser
una plataforma de compartir pero también de hacer. Un estilo más
UrbanLivingLab. Se considerará en las recomendaciones de este informe.
• ‘Tímido’ posicionamiento estratégico en la UE.
Frente a figuras como la que se presenta en la Figura 4, en la que se alude a regiones
europeas ‘similares’ a la C.A. de Euskadi ‘estructuralmente’ hablando, parece que la
4
No constituye el objeto de este informe valorar la actuación de referencias que se citan. El único ánimo
es ilustrativo y explicativo, no propositivo.
14. 14
innovación social, no estaría presente en estos ‘benchmarkings’. Y la razón es bien
sencilla, aludiendo a aspectos que se vienen comentando: si bien, la innovación social
es parte de los discursos, su presencia en las políticas no está basada en la evidencia
(NESTA 2016 y Evidency & Policy, Policy Press at the University of Bristol 2015).
Aspecto este que se debería corregir y mejorar, sin duda alguna.
Con ello, en la acción del workshop, se propuso como hipótesis de trabajo, que el
posicionamiento en el ámbito de la UE era tímido. A lo que los agentes respondieron
que si bien en conjunto no existía mucha actividad en esta dirección, son cada vez más
los intentos que se hacen por parte de algunos de los agentes que participaron. Este
aspecto se recoge en las conclusiones preliminares y en las recomendaciones.
Figura 4: Regiones Europeas de Referencia RER para Euskadi por similitudes estructurales
(Alberdi 2015).
2.3.- Impacto
Finalmente, un aspecto con el que se quiso incidir fue el grado de impacto que genera la
innovación social que los agentes producen. Se retomará a lo largo del informe también.
15. 15
3.- METODOLOGÍA: Decálogo de Innovación Social Abierta y Estratégica en Acción en
el Ecosistema de Donostia-San Sebastián:
En ambas jornadas abiertas de trabajo en workshops, se invitó a diversos agentes representados
por: directores de proyectos en empresas, responsables y técnicos públicos, emprendedores
sociales, activistas sociales, académicos, ciudadanos, consultores y profesionales. El objetivo
era realizar una sesión de trabajo en la cual se presentaran proyectos de innovación social en
acción por personas/agentes.
Más allá de esquemas apriorísticos sobre lo que era o lo que debería ser la innovación social, la
jornada en resumen tenía como objetivo construir la innovación social desde la acción, desde el
centro que son los propios proyectos y sus agentes. Es por ello que lo que se pretendía era
garantizar un diálogo entre agentes situando en el centro algunos proyectos y abriéndolos a los
participantes para favorecer un análisis pragmático y a su vez que fortaleciese la acción
estratégica unitaria. En resumen, enfatizar el cómo hacemos innovación social para hacer más
plural el qué.
La metodología propuesta y su aplicación con los agentes, lo cual es el objeto principal de este
informe, su nutrió de los siguientes elementos para su diseño:
3.1.- Action Research
Si bien como indican Moulaert (2013) y Nicholls (2015), el germen de la innovación social
debe derivarse de la acción conjunta entre los agentes, las herramientas de trabajo en sí mismas,
también deben ser objeto de innovación. Es por ello que para esta intervención, de manera muy
concisa, se adoptó el formato workshop en el cual ir construyendo con criterio al conocimiento
de los agentes.
3.2.- Innovación Social Abierta
Se ha desarrollado tal vez más de lo que creemos al respecto (Almirall et al. 2014, Seltzer et al.
2012, Dahlander 2010, Huizingh 2011). Aunque en la C.A. de Euskadi, quitando el proyecto
OpenINN de Fomento San Sebastián5
y algún proyecto financiado por el Gobierno Vasco, como
OpenBasque (desde el enfoque eminentemente empresarial puro), tampoco ha habido tanto
desarrollo. Es curioso observar que entre las recomendaciones que se dan en el informe del
citado proyecto, esté la de ‘intercambio de conocimiento entre los actores del sistema de
innovación regional’ (2014: 305), coincidiendo con el objetivo de esta intervención.
A continuación, algunos elementos que la innovación social abierta debería incorporar, que no
son tan presentes ni en la comprensión ni en la implementación de políticas de innovación
social abierta en nuestro contexto empresarial, institucional y tampoco, científico:
• Pluralidad: Frente a los dogmas de lo que es y lo que debe ser la innovación social, este
informe considera necesario añadir la pluralidad de enfoques y la conveniencia de una
convivencia entre ellos, tal y como se verá más adelante. En concreto se propone una
taxonomía constituida por tres paradigmas:
o Competitividad empresarial/económica:
Este primer paradigma es el dominante y el que impera en los discursos con un
implícito sesgo corporativo. Se presenta como el único enfoque en las políticas
públicas hasta la fecha.
5
http://www.fomentosansebastian.eus/donostiaopeninn/en/
16. 16
o Cohesión social:
Este segundo paradigma se presenta como una transición de una vía
institucionalista. En algunos casos, es la que se ha intentado y va ganando
presencia.
o Tranformación social:
Este tercer paradigma se presenta como el que propone una irrupción y es el
más rupturista. Básicamente difícilmente transita más allá del mundo de la
cultura alternativa, con alguna que otra excepción. Cada vez más amplia y
plural también.
La hipótesis de trabajo por la que partimos es que hasta la fecha ha habido una
tendencia o necesidad de imponer el propio paradigma frente a posiciones
diferentes. Lo que ha llevado a una muy baja convivencia de paradigmas y un
eterno debate sobre cual es el verdadero y el ‘real’. Como Mumford (2003) y
seguramente más ampliamente la Premio Nobel Elinor Ostrom (1990) nos
demostraron, este es un debate que lleva a lo ideológico y de ahí a las políticas
públicas. A causa de un reduccionismo en el pensamiento y de la formación en
las universidades con un deficit acuciante de amplitud de opciones, ha sido muy
difícil superar ciertas corrientes dominantes de la economía hasta estos días.
Este informe recomienda encarecidamente, revisar, ampliar y en todo caso,
enriquecer la compresión y la práctica de la innovación social, atendiendo a una
empatía plural de cómo se puede aplicar; evitando la crítica destructiva
ideológica, que lo único que hace es evitar la convivencia. La excesiva
vinculación ideológica reprime la ulterior praxis además de limitar la
probabilidad de aprendizaje peer-to-peer. En muchos casos otro efecto colateral
ha sido la excesiva irrupción de la ‘consultorización’ de la academia como
fenómeno muy extendido (y peligroso). Tendencia que minimiza las opciones
para una excelencia académica, por la irrupción de la consultoría en la
investigación; y viceversa, la academia comienza a hacer consultoría como
mecanismo de financiación. Aspecto perverso que en el campo de la innovación
social, ha sido creciente en los últimos años y está llegando a niveles de
canibalización. Lo cual empobrece los dos ámbitos profesionales que deberían
de estar colaborando estrechamente como pasa en el Reino Unido, por ejemplo
entre NESTA, la University of Oxford, LSE o UCL, como algún ejemplo que
se podría poner entre muchos otros en el entorno europeo. Este aspecto
necesitaría de una reflexión muy seria para no perder la referencialidad y poner
un poco de orden.
• Transparencia pública: Un elemento que sorprende en las prácticas de innovación social
es la poca exigencia que existe para que los datos, los resultados y las referencias, estén
disponibles, se compartan y se puedan remezclar bajo licencias abiertas tipo creative
commons. Más aún, siendo una exigencia de la mayoría de instituciones que financian
proyectos de investigación y de intervención. Deberíamos recordar que el open access
empieza a ser una exigencia del propio sistema de innovación de cualquier región
europea.
• Gobernanza: En la medida que se ha indicado, en el punto 2.2., la necesaria adaptación
a modelos de interacción entre agentes novedosos, creemos que la gobernanza debe ser
mucho más flexible y abierta. Eso implica, transparencia, mecanismos de colaboración
y datos abiertos.
17. 17
• Open Data: Como consecuencia de lo anterior, entre la conversación entre los agentes
se ha intentado ‘indagar’ el grado de datos que existen disponibles y cuanto de ellos se
comparten. Para llegar a la conclusión de que pocos.
• Multistakeholders: Frente a la eterna pugna de quien define y defiende ‘su’ innovación
social, en ese juego complejo de mayor número de agentes y relaciones también más
complejas, se deberían adoptar enfoques de multistakeholder, tal y como sugiere la
Oxford Martin School (2013).
3.3.- Innovación Social Estratégica
Otro de los elementos que esta intervención quiere enfocar es el de la noción estratégica de la
propia innovación social. Innovación social no puede ceñirse a dos proyectos sin continuidad y
sin estar alineados con otros proyectos ‘similares’. Es por ello que una vez más, sería necesario
enfatizar la vertiene territorial estratégica, más allá de divisiones administrativas y silos de
poder. A este respecto, la asignatura pendiente parece ser la innovación pública, esa que se debe
realizar dentro de las propias instituciones. Algunas hipótesis de trabajo que lanzamos serían las
siguientes:
• Una escasa incorporación de la innovación social como paradigma central dentro de las
políticas públicas.
• Lo económico se presenta como el principal esquema a falta de otros enfoques
complementarios. Y el crecimiento parece ser el único mecanismo por el cual se rige la
economía política, aspecto más que rebatido por figuras destacadas.
• Necesaria revisión y adaptación inteligente a las demandas de las sociedades
hiperconectadas. Temas como el empleo juvenil y los modelos de economía
colaborativa entre otros, demuestran que nos encontramos ante un cambio de modelo
económico y social, debido a como la propia tecnología está reconfigurando el entorno.
• Gran necesidad de incorporar agentes mediadores/intermediarios en la transferencia de
conocimiento a la sociedad y desde esta a las instituciones. A este respecto, las políticas
y las instituciones necesitarían un revulsivo muy importante, ya que no se puede
inyectar únicamente recursos en empresas o financiar proyectos emprendedores si el
resto de los agentes no acompañan en la transformación.
• Por último, deberíamos de destacar como algo enormemente positivo la cultura socio-
empresarial de la PYME, que nos hace muy flexibles y atractivos para generar redes
colaborativas con regiones y ciudades de la UE.
3.4.- Innovación Social en Acción
Destacaríamos también la necesaria adaptación de la innovación social a nivel pragmático,
debido a que:
• Existe un excesivo enfoque pegado a ‘únicamente’ reproducir metodologías. Cuando el
valor añadido de la innovación social es exactamente la adaptación contextual y cultural
en un mundo cada vez más global y plano según Friedman.
18. 18
• Por otra parte, siendo la innovación social, eminentemente un campo multidisciplinar
que engloba campos que convergen en las ciencias sociales aplicadas, se pueden intuir
que sus aplicaciones más que ampliar el campo lo han encorsetado. Y a este respecto,
nos movemos pendularmente entre el enfoque más de investigación básica (teórica que
se desarrolla básicamente en las universidades) y el enfoque más práctico o aplicado (en
las consultorías). Exactamente siendo el punto intermedio el más necesario y más
productivo a su vez para: 1) favorecer la generación de nuevos proyectos y 2) su
aplicación práctica.
• A este respecto, y como se observa en otros informes de instituciones y proyectos del
ámbito científico vasco, se está incurriendo en un coste de oportunidad en el hecho de
no poner a las organizaciones a aprender de la práctica entre sí.
• Son así los agentes que estuvieron en los workshops, los más adecuados para canalizar a
políticas públicas lo que observan y ven en su quehacer diario.
• Finalmente, existe una gran oportunidad de trabajar proyectos en paralelo entre la escala
local, regional y europea.
3.5.- En el Ecosistema de Donostia-San Sebastián, Gipuzkoa, CAV y ciudad-regional.
Teniendo en cuenta el último punto, en la propia dinámica de los workshops, se habló (de
manera casi coloquial sin darle mayor importancia) a un tema que lo tiene. Si bien, por cierto
respeto institucional, se trata de salvaguardar las fronteras de actuación de cada institución, esta
actitud de respeto, invita a pensar también que la colaboración en red superando barreras
administrativas y territoriales pesa mucho todavía. Este informe considera que tiene que ver con
la cultura institucional que se practica. No obstante, en el medio plazo, sería recomendable que
los ámbitos territoriales fuesen superados por la acción del proyecto, independientemente de
donde ocurra, donde impacte, donde se obtengan los beneficios y donde se financie. Debido a
que, como se está probando en muchos proyectos (Evidency & Policy, Policy Press at the
University of Bristol 2015), la innovación social si alguna característica empieza a presentar es
que su impacto es ubicuo y multiespacial. Básicamente por que está basado en la acción de los
agentes y en sus interacciones, que pueden o no generar valor.
19. 19
Teniendo en cuenta todos los puntos anteriores, se propuso y diseño un Decálogo de
Innovación Social Abierta y Estratégica en Acción en el Ecosistema de Donostia-San
Sebastián, como herramienta de trabajo.
Figura 5: Decálogo de Innovación Social Abierta y Estratégica en Acción en el Ecosistema de
Donostia-San Sebastián
La metodología propiamente diseñada por el autor del informe, basada en action research
(Nicholls et al. 2015) favoreció el intercambio de ideas, el ánalisis y la colaboración. Con tres
puntos de apoyo en la dinámica, componiendo así un decalógo de 10 factores:
• A.- Proyecto: Organización y Persona.
• B.- Interno: Contexto y Sector Regional. Impacto y Condicionantes.
• C.- Externo: Europa y Posibilidades Externas. Referencias, Proyectos y
Agentes.
20. 20
A.- Proyecto: Organización y Persona.
Tal vez el aspecto más clásico en la innovación social, desde la corriente más del management
científico. Tema que todos los agentes tienen internamente y que a veces incluso suelen
gestionar los procesos internos de otras organizaciones (Sinnple 2016).
1.- Percepción:
• En tu/vuestra organización, ¿cómo es percibida la Innovación Social?
o Un capricho/snobismo
o Responsabilidad Social Empresarial (#RSE)
o Emprendizaje Social (#SocEnt)
o Elemento soft para el posicionamiento de la cartera de proyectos
o Tema de algunos solo
o Aspecto de mercado
o Preocupación social
• ¿Cuál es nuestro diagnóstico interno sobre la Innovación Social? (Praxis, proyecto y
persona)
2.- Operativa:
• ¿En qué basa vuestra organización su know-how en el ámbito/sector de la Innovación
Social?
• ¿Cuál creeis que es vuestra ventaja estratégica?
• ¿Organizativamente hablando, es la operativa interna innovadora?
3.- Liderazgo:
• La Innovación Social, ¿tiene un liderazgo de carácter personalizado o es en sentido más
distribuido y en equipo?
B.- Interno: Contexto y Sector Regional. Impacto y Condicionantes.
El segundo aspecto o punto de apoyo de la dinámica trató de explorar el contexto interno de los
agentes. Es aquí donde se pudieron observar complementariedades entre los agentes y también
diversas trayectorias organizacionales.
4.- Objetivo:
• ¿Vuestros proyectos de innovación social con cual/es de los tres siguientes vectores se
alinearía?
o Competividad (empresarial/económica)
o Cohesión social (políticas sociales activas)
o Transformación social (democrática)
• ¿Cómo percibis el entorno institucional a este respecto en sus políticas?
21. 21
5.- Contenido:
• ¿Con qué sector/es o ámbito/s os sentís más identificados?
1. Servicios sociales
2. Promoción económica: Nuevas actividades económicas y nuevas formas
organizativas
3. Género
4. Euskera
5. Participación
6. Colectivos desfavorecidos: Inserción
7. Cultura y Arte
8. Desarrollo comunitario
9. Gobernanza
10. Educación
11. Ciudad y Territorio
12. Desarrollo empresarial y organizativo
13. Personas, talento y capacitación
14. TICs.
6.- Interacción:
• ¿Cómo valorariais el conocimiento mutuo y el aprovechamiento de posibilidades
conjuntas en la red regional de innovación social?
• ¿Alguien/algunos que lo estén haciendo ‘bien’?
• ¿Interactuáis entre las organizaciones?¿entre las personas?¿tienen las personas poder
para ser el nexo?
• ¿Cómo se puede pretender que las instituciones colaboren si las personas no tienen
mecanismos para colaborar?
• Esclerosis institucional.
C.- Externo: Europa y Posibilidades Externas. Referencias, Proyectos y Agentes.
7-. Institucional vasco:
• ¿Cómo valoraríais el grado de reactividad/proactividad de las instituciones vascas
públicas y/o privadas?
8.- Palanca:
• ¿Qué palanca hace falta tocar?
9.- Redes Europeas e Internacionales:
• ¿Consideráis que operais en las redes europeas e internacionales?
• ¿Cómo? ¿Carencias? ¿Oportunidades?
10.- Prescripción:
• ¿Qué políticas consideras que se deberían implementar en lo sucesivo?
22. 22
4.- APUNTE METODOLÓGICO:
26 Octubre (Workshop 1) y 10 Diciembre 2015 (Workshop 2).
Tal y como se ha indicado en el inicio de este informe, diversos agentes participaron en los
workshops que se enumeran a continuación:
• 26 de Octubre 2015:
o Kutxa Zeharo
o Grupo Gureak
o Aptes
o Fomento San Sebastián
o Hirikilabs/TBK
o Sinnergiak/UPV
• 10 de Diciembre 2015:
o Sinnple
o Elhuyar
o Cook management
o Grupo Gureak
o Fomento San Sebastián
El autor del informe destaca algunas ausencias considerables para la elaboración de
conclusiones y recomendaciones finales. Echando en falta la potencial aportación que DSS2016
y Tabakalera hubiesen jugado a este respecto, como proyectos tractores. Y no cabe duda que un
gran número de agentes que están operando en el ámbito/sector de la innovación social podrían
enriquecer aún más el contenido del mismo. Dejamos así la puerta abierta a que este informe se
pueda actualizar y extender con la participación de más agentes, con proyectos y experiencias
activas en curso.
La manera en la que se ha recogido, tratado e interpretado la información obtenida, sigue el
formato de action research de corte cualitativo. Para garantizar el anonimato de las expresiones
y el contenido tal y como se recogió en la dinámica de workshops, se ha ocultado la correlación
entre las afirmaciones por agente/persona. De manera que si bien se presenta la información
manteniendo la coherencia factor tras factor, el autor de este informe ha procedido ha garantizar
la confidencialidad. De hecho, el objetivo de este informe no es determinar quien dice qué e
indagar en posturas particulares sino más bien lo contrario. Se trata de extrapolar de evidencias
particulares, conclusiones y recomendaciones que sirvan a los propios agentes y en concreto a
Fomento San Sebastián (como promotor de esta iniciativa), para determinar trayectorias de
implementación futuras.
Cualquier omisión o error en la transcripción es absolutamente atribuible al autor de dicho
informe y tendría carácter básicamente de error técnico. No obstante, se ha realizado un
esfuerzo en mantener el estilo, el contenido y la dirección de la evidencia detectada en la
interpretación de los resultados. Las tablas de contenido no se han incluido en este informe si
bien se han recogido y tratado como evidencia empírica. Los participantes del mismo pueden
solicitarlas al autor del informe a modo de consulta.
El resultado de los dos workshops, el primero, el 26 de Octubre y el segundo, el 10 de
Diciembre del 2015, respectivamente, se recogió en dos tablas anexo que no se han incluido en
el citado informe, pero que están a disposición de los participantes que así lo soliciten al autor y
a Fomento de San Sebastián, como evidencia identificable. El autor del presente informe ha
elaborado las siguientes conclusiones preliminares de acuerdo a lo estrictamente identificado en
el transcurso de los workshops además de la revisión de referencias que se enumeran en la
sección 7.
23. 23
5.- CONCLUSIONES PRELIMINARES:
Del presente al futuro.
A continuación se recogen algunas de las evidencias que se podrían resumir por factor. Si bien
existe cierta variabilidad en el tipo de respuesta, podríamos concluir de la siguiente manera:
A.- PROYECTO:
1.- PERCEPCIÓN:
• La innovación social tiene una percepción por parte de los agentes de estar sometida
absolutamente al ritmo de las convocatorias públicas.
• Aspecto normal en muchos lugares, pero que en el ecosistema de Donostia-San
Sebastián (extendido), coarta la frescura y la emergencia de redes interpersonales para
la activación de proyectos, más allá de la actividad de las propias
instituciones/organizaciones.
2.- OPERATIVA:
• La manera en la que las organizaciones del sector/ámbito de la innovación social han
llegado a este ámbito/sector es muy diverso.
• Desde desarrollo de actividad empresarial extendida hacia este ámbito/sector o la propia
creación unidades operativas nuevas para responder a este vector estratégico.
3.- LIDERAZGO:
• Según el tipo de organización, es muy evidente que el liderazgo tiene un caracter
distinto. Prima el modelo de equipo pequeño que va ‘contagiando’ al resto de la
organización. No obstante, el esfuerzo de ‘predicar’ resulta muy costoso en energías e
ilusiones.
• Conclusión: Parece un patrón bastante repetido, que si bien debe haber un equipo
promotor, la cultura de la innovación social suele (o debería) ‘mojar’ a la totalidad de la
organización.
24. 24
B.- INTERNO:
4.- OBJETIVO:
• En relación a los tres paradigmas de la innovación social, se puede constatar la hipótesis
que existen de hecho organizaciones en el ecosistema que responden a alguno/s de
ellos:
• Competitividad empresarial/económica,
• Cohesión social (políticas sociales activas) y
• Transformación social (democrática).
• Si bien hace 5-10 años había un intensivo debate en proponer vías alternativas al
hegemónico primer paradigma (el dominante), tras la crisis del 2008 y sus efectos
(Calzada 2013), parece evidente que hay una comprensión más holística que favorece la
convivencia de los tres paradigmas. A este respecto, la UE es un entorno en donde los
proyectos están transitando también hacia esa convivencia.
Figura 6: 4/ Objetivo: 3 Paradigmas de la Innovación Social.
• Para el diseño de políticas de innovación social: se debería traducir en actualizaciones
de convocatorias así como de nuevas convocatorias. La pregunta que nos surge es,
¿quién es el responsable de actualizar y dotar de nuevos contenidos a las convocatorias,
para así generar un ciclo virtuoso de colaboración entre instituciones y agentes y entre
los propios agentes?
25. 25
5.- CONTENIDO:
• Lo mismo ocurre en el caso de los ámbitos/subsectores que cubre la innovación social
en el ecosistema de Donostia-San Sebastián: servicios sociales, promoción económica,
género, euskera, participación, inserción, cultura y arte, desarrollo comunitario,
gobernanza, educación, urbanismo adaptativo, ciudad y territorio, talento, TICs, etc.
• Observando la tabla-resultado, la primera observación que se debe realizar es la enorme
complementariedad de los ámbitos de la innovación social entre los agentes. Lo que nos
llevaría a tener un argumento todavía más a favor para articular el ecosistema de
innovación social en clave abierta y de colaboración estratégica. Existiría un enorme
potencial de colaboración mediante la hibridación a nivel local e internacional.
Agente
Ámbito/Subsector
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14
1. X X X X X X X X X X
2. X X X
3. X X
4. X X
5. X X X
6. X X
7. X X X
8. X X X X X X X X
9. X X
Figura 7: Tabla-resultado 5) Contenido.
1. Servicios sociales
2. Promoción económica: Nuevas actividades económicas y nuevas formas organizativas
3. Género
4. Euskera
5. Participación
6. Colectivos desfavorecidos: Inserción
7. Cultura y Arte
8. Desarrollo comunitario
9. Gobernanza
10. Educación
11. Ciudad y Territorio
12. Desarrollo empresarial y organizativo
13. Personas, talento y capacitación
14. TICs.
• La cuestión es que los fondos previstos para cada subsector presentan una desigual
distribución.
• Lo que debería ser considerado desde una visión de políticas más estratégica y
transparente.
• En el segundo workshop, ha habido una reflexión muy interesante de herramientas que
algún agente ya tiene en marcha. El peer-to-peer, la disección y el feedback ha sido
muy enriquecedor.
• Se podrían así establecer criterios para que las políticas en innovación social pudiesen
favorecer y valorar positivamente tres criterios:
• la cooperación en proyectos,
• entre agentes muy diversos: empresas, emprendedores, instituciones públicas,
asociaciones y/o colectivos y universidades/centros tecnológicos (véase
apartado Multistakeholders) y
• la multidisciplinariedad.
26. 26
6.- INTERACCIÓN:
• Grosso modo se puede argumentar que los agentes (presentes y ausentes) tienen ‘bajo’
conocimiento mutuo y por ende, el grado de capital social es bastante débil.
• Existe una aparente ‘competitividad’ para lograr financiación pública en convocatorias
que no priman la colaboración intra-inter-sectorial en el ámbito de la innovación social.
Aspecto que se podría reforzar.
• Es aquí donde este informe cobra sentido en la medida que una plataforma flexible para
debatir, enriquecer y actualizar permanente las políticas de innovación social debería
ser más que imprescindible en el ámbito de Donostia-San Sebastián, pero seguramente
más allá también. Donostia-San Sebastián debería actuar como pivotaje-en-red de las
iniciativas a nivel Gipuzkoa y zonas limitrofes con la visión de Donostia 2016.
• La coordinación institucional en red y el fin de los reinos de Taifas, en la
administración pública debería ser una marca del post-DSS2016. Reto dificil pero no
imposible observando casos similares en Europa.
• Lo que también se evidenció fue una dificultad de ser ‘transparentes’ en enseñar y
compartir los proyectos. Podría ser debido a comprender la innovación social con
criterios cerrados más que con abiertos. Lo que merma el alcance y las potencialidades
futuras.
Figura 8: Tabla-resultado 6) Interacción. Fomento San Sebastián nodo catalizador.
27. 27
C.- EXTERNO:
7.- INSTITUCIONAL VASCO:
• Existe una gran unanimidad en cuanto al grado de reactividad (no flexibilidad y
lentitud) del entramado institucional vasco.
• Daría la sensación que los agentes no pueden desarrollar más actividad expansiva en el
ámbito de la innovación social por falta de unas instituciones más ágiles y más
conocedoras de lo que a nivel comunitario ocurre. Sería recomendable un
acompañamiento instituciones-agentes, con testeos y proyectos pilotos reales.
• Aspecto a reforzar y en donde este informe se inscribe 100%.
• Cabría comenzar a realizar contactos institucionales mediante personas del sistema que
observen la misma carencia. Y más allá de grandes acuerdos, se recomienda una
plataforma de actuación con los agentes en la que haya una mutua exigencia para
aprender y desarrollar proyectos en colaboración y de manera coordinada y estratégica.
8.- PALANCA:
• A los agentes les cuesta articular una misma palanca de transformación, tal vez por que
no se habría planteado previamente dicha cuestión.
• A indagar. Este aspecto denota cierta zozobra en al ámbito/sector de la innovación
social. Tras años de implementación exitosa de proyectos, se percibe cierto deficit en
alinear estratégicamente los proyectos (excelentes) de los agentes con las políticas
instituciones en este ámbito. Lo que llevaría también a un conocimiento, un
reordenamiento y reconocimiento mutuo. En este punto es donde este informe también
cobra su pleno sentido.
9.- REDES EUROPEAS E INTERNACIONALES:
• La presencia y actividad en este campo es muy igual, en cuanto a baja intensidad, para
el conjunto de los agentes. Salvo alguna que otra excepción.
• Existe mucho interés pero se está en fase incipiente.
• Es muy interesante ver que este aspecto despierta la ilusión de los agentes. Desde este
informe, se propone que proyectos en colaboración entre agentes del ecosistema en
relación a la UE, podrían ser muy interesantes como revulsivo.
• En lo práctico, y en consecuencia, desde las convocatorias se podría reforzar muchísimo
este aspecto favoreciendo la internacionalización de los proyectos y el trabajo con
socios regionales pero también europeos e internacionales.
10.- PRESCRIPCIÓN:
• Se mencionan muchos aspectos.
• Desde mejorar los pliegos, a que exista una plataforma como la de estos workshops con
encaje a políticas, la compra pública innovadora, mejorar la cultura organizacional
internamente hacia modelos más abiertos y flexibles,…
28. 28
6.- RECOMENDACIONES:
Hacia unas políticas territoriales de carácter estratégico en innovación social y abierta.
¿Por dónde seguir?
Tras las sesiones de workshop, a continuación se enumeran una serie de recomendaciones que
cierran este informe y emplazan a FSS y al autor, a distribuirlo entre los agentes participantes,
publicarlo con licencia abierta Creative Commons 3.0 para su distribución y para que sirva de
documento de referencia y trabajo en todas las actividades que se quieran implementar en lo
sucesivo. Se trata de una manera de predicar con el ejemplo, en la medida de las posibilidades.
Se recomienda:
1: Constituir, consolidar y establecer con cierta sistemática temporal (trimestral), a un grupo de
agentes de la innovación social, como plataforma <interfaz> del ecosistema de innovación
social abierta y estratégica en acción, entre agentes públicos, privados y ciudadanía para:
- articular el ecosistema de innovación social
- influenciar positivamente y de manera proactiva en el diseño de las
políticas públicas que tengan ligazón con la innovación social
- compartir los proyectos en curso entre los agentes
- proponer retos comunes al ámbito/sector de la innovación social
- buscar oportunidades de proyectos colaborativos entre agentes
- realizar workshops de herramientas y metodologías novedosas
- estar al día con las novedades del sector/ámbito
2: Centrarse en aspectos prácticos (pliegos, convocatorias y herramientas) pero también en
aquellas de carácter más estratégico (networking, contenidos y políticas).
3: Favorecer un flujo de trabajo bottom-up y top-down. Los agentes deben constituir un
ecosistema como un espacio inter-organizacional abierto pero a su vez en coordinación directa.
4: Determinar una agenda y crear una marca local-regional con visibilidad en Europa y en lo
internacional. Una especie de back-up del branding innovación social en Donostia-San
Sebastián (extendida).
5: Incorporar prácticas intersectoriales e interdisciplinares mediante sesiones de trabajo tipo
LivingLabs.
6: Favorecer que los agentes/consultorías aprendan y puedan poner en práctica, las
instituciones puedan mejorar el impacto de sus políticas y la academia pueda seguir abriendo y
desarrollando sector. La una sin la otra, hará que el ecosistema se colapse otra vez.
7: Enfocar la actividad de la plataforma a aprender constantemente y buscar revertir a la propia
plataforma desde cada uno de los agentes. Sería recomendable re-enfocarse hacia metodologías
menos clásicas y explorar la innovacion social abierta y digital con métodos más
cualitativos y etnográficos. A su vez, generar una agenda y programa común de trabajo entre
los agentes en donde compartir la actividad en este ámbito y compartirlo.
8: Favorecer en los propios agentes, estructuras flexibles y ágiles que traccionen también a la
administración pública.
9: Adoptar la escala ciudad, como ámbito para testar y experimentar de manera rápida y
reticular, retos de innovación social que se puedan luego conectar con otros casos. Producir
casos de estudio entre agentes que se puedan publicar/distribuir con licencias abiertas
29. 29
creative commons para que exista un repositorio de iniciativas, para ser remezcladas y
utilizadas.
10: Finalmente, incrementar el capital social entre los agentes, a la vez que se empiezan a
desarrollar redes europeas e internacionales de proyectos sobre innovación social de manera
efectiva.
Hamburgo, 17 Mayo 2016.
Dr Igor Calzada, MBA
30. 30
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